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TUE:
Fondarsi su questi principi significa che alcuni di questi valori fungono da parametro di legittimità
di tutta l’unione Europea. Questa è una cosa significativa e concreta, in quanto se un atto o un
regolamento va contro i tali valori si può impugnare di fronte alla Corte di Giustizia.
Questi valori hanno anche una valenza politica, 3 sono punti in cui hanno una grande valenza
politica:
• Hanno una valenza politica esterna quando nel caso in cui non si rispettassero questi valori
non si può entrare nell’UE (art. 49 TUE), questa norma ha una ricaduta significativamente
politica.
• Hanno una valenza politica quando l’UE fa accordi con paesi terzi, in quanto quest’ultimi
devono rispettare alcuni di questi valori per stringere questo accordo di cooperazione (art. di
cooperazione). Quest’articolo può essere usato per sospendere accordo con paesi terzi, che
danneggiano i produttori europei di alcuni settori. Una volta si poteva sospendere
immediatamente, invece oggi esiste una commissione di conciliazione.
• L’ultima valenza politica si ritrova nell’articolo 7 del TUE, dove lo Stato membro che non
rispetta tali valori è soggetto a un meccanismo sanzionatorio. Per attivare la procedura di
quest’articolo, sono necessari 1/3 degli stati membri ed essa si divide in 2 parti:
Preallarme, che valuta la violazione dei diritti fondamentali, questa prima procedura
fu aggiunta in seguito, dopo che in Austria un partito xenofobo va al governo con
due ministri. Per questo motivo furono nominati 3 saggi per verificare il non rispetto
di tali valori. La risposta fu negativa in quanto non si stava operando una politica
xenofoba. Successivamente fu suggerito di creare la procedura di preallarme.
Quindi la procedura di preallarme è una cosa positiva, perché altrimenti con il solo
passaggio di grandi sanzioni (seconda parte della procedura), gli stati accusati
possono uscire e applicare la politica contestatagli, come successe per la Grecia dei
Colonnelli.
Grandi sanzioni, questa seconda e ultima procedura viene approvata dal Consiglio
con maggioranza aggravata e constata la grave violazione dei diritti. Se l’accusa
passa lo stato membro può perdere alcuni diritti e gli si può togliere il voto
all’interno della Commissione.
La TFUE afferma che la Corte di Giustizia è competente ma solo nella procedura e non può entrarvi
in, merito, quest’ultima cosa accentua il carattere prettamente politico.
Ci sono altre norme sanzionatorie oltre all’articolo 7, che gli si sovrappongono, un esempio è la
procedura d’infrazione (che fu utilizzata contro l’Ungheria).Quest’ultimo procedimento si concentra
nella Corte di Giustizia, che va nel merito ed è più rassicurante allo stato accusato, e nel Consiglio
Europeo. Si scegli se utilizzare l’articolo 7 o la procedura d’infrazione in base alla scelte politiche,
soprattutto è la Commissione che decide quale procedura avanzare o quella politica o quella
diplomatica.
Quindi l’articolo 2 funge da base per tutti i diritti e all’interno di esso ci sono dei rimandi a tem di
altri articoli: Diritti umani (art. 6 TUE)
Principio democratico (art. 12 TUE), questo principio rappresenta la fiducia che il
Parlamento europeo da alla Commissione, procedimento chiamato “censura”. Il
Parlamento può anche togliere la fiducia alla Commissione, in tal caso la
Commissione deve presentare dimissioni collegiali.
Questo sta a rappresentare un rafforzamento del principio democratico, ma ci sono
anche dei rafforzamenti indiretti, un esempio è la fiducia dei parlamenti nazionali ai
vari governi, che poi operano a Bruxelles.
Secondo l’articolo 12 del TUE i parlamenti nazionali possono agire in 4 modi:
1. Accettare pareri non vincolanti provenienti dall’UE e gli stati hanno 8
mesi di tempo per decidere e rispondere
2. Vigilando sul principio di sussidiarietà delle materie concorrenti, gli stati
hanno un certo lasso i tempo in cui possono dare un parere motivato. Se ci
sono troppi pareri negativi, oltre 1/3 dei parlamenti nazionali, le
istituzioni devono rivedere l’argomento, rifletterci e motivare la
riflessione così d’affermare che il giudizio dei parlamenti nazionali è stato
sbagliato. Un atto può essere impugnato davanti alla Corte di Giustizia se
violato il principio di sussidiarietà.
3. Partecipano alla revisione dei trattati.
4. Partecipano alla cooperazione interparlamentare.
Quindi i parlamenti nazionali partecipano attivamente al rafforzamento del principio
democratico.
Ci sono materie esclusive dell’UE (es: politica monetaria…) e materie concorrenti (es: politica di
asilo e immigrazione…) e pertanto il principio di sussidiarietà viene attivato solo se i singoli stati
non riescono da soli.
L’articolo 11 del TUE prevede che 1 milione di cittadini dell’UE posseggono l’iniziativa popolare,
che fu aggiunta solo con il Trattato di Lisbona nel 2007. Però si presenta già un problema riguardo a
questo articolo, in quanto il numero significativo di stati deve essere congruente al numero dei
firmatari dei singoli stati, pertanto bisogna raggiungere un certo numero di firmatari affinchè quello
stato sia considerato uno degli “stati significativi”, ad esempio l’Italia ha bisogna di 54000
firmatari.
Un altro problema è che l’iniziativa spetta solo ai cittadini, anche quando la norma riguarda tutti i
residenti dell’UE; sarebbe stato più corretto se l’iniziativa spettasse a tutti i residenti della zona
dell’UE. Riguardo ciò la Commissione ha detto no, anche se in realtà essa tramite l’iniziativa
popolare è solo sollecitata e non obbligata, pertanto avrebbe potuto concedere il diritto d’iniziativa
popolare anche ai soli residenti. 20/09/2013
All’interno dei trattati ci sono tutte le norme istituzionali.
Gli obbiettivi dell’Unione Europea son indicati nell’articolo 3 del TUE, dove confluiscono gli
obbiettivi che, in passato, caratterizzavano i 3 pilastri, cioè la Comunità europea, la PESC e la
Cooperazione di polizia e giudiziaria penale.
Le istituzioni si fondano sui valori dell’Unione Europea ed essi sono espressi nell’articolo 2 del
TUE. Fondarsi su questi principi significa che alcuni di questi valori fungono da parametro di
legittimità di tutta l’unione Europea. Questa è una cosa significativa e concreta, in quanto se un atto
o un regolamento va contro i tali valori si può impugnare di fronte alla Corte di Giustizia.
Ci sono 3 casi in cui questi valori hanno anche una grande valenza politica:
• Hanno una valenza politica esterna quando nel caso in cui non si rispettassero questi valori
non si può entrare nell’UE (art. 49 TUE), questa norma ha una ricaduta significativamente
politica.
• Hanno una valenza politica quando l’UE fa accordi con paesi terzi, in quanto quest’ultimi
devono rispettare alcuni di questi valori per stringere questo accordo di cooperazione (art. di
cooperazione). Quest’articolo può essere usato per sospendere accordo con paesi terzi, che
danneggiano i produttori europei di alcuni settori. Una volta si poteva sospendere
immediatamente, invece oggi esiste una commissione di conciliazione.
• L’ultima valenza politica si ritrova nell’articolo 7 del TUE, dove lo Stato membro che non
rispetta tali valori è soggetto a un meccanismo sanzionatorio. Per attivare la procedura di
quest’articolo, il Consiglio europeo deve votare all’unanimità su proposta di 1/3 degli stati
membri o della Commissione europea, previa autorizzazione del Parlamento europeo.
Si divide in 2 parti:
Preallarme, che valuta la violazione dei diritti fondamentali, questa prima procedura
fu aggiunta in seguito, dopo che in Austria un partito xenofobo va al governo con
due ministri. Per questo motivo furono nominati 3 saggi per verificare il non rispetto
di tali valori. La risposta fu negativa in quanto non si stava operando una politica
xenofoba. Successivamente fu suggerito di creare la procedura di preallarme.
Quindi la procedura di preallarme è una cosa positiva, perché altrimenti con il solo
passaggio di grandi sanzioni (seconda parte della procedura), gli stati accusati
possono uscire e applicare la politica contestatagli, come successe per la Grecia dei
Colonnelli.
Grandi sanzioni, questa seconda e ultima procedura viene approvata dal Consiglio
con maggioranza aggravata e constata la grave violazione dei diritti. Se l’accusa
passa lo stato membro può perdere alcuni diritti e gli si può togliere il voto
all’interno della Commissione.
La TFUE afferma che la Corte di Giustizia è competente ma solo nella procedura e non può entrarvi
in, merito, quest’ultima cosa accentua il carattere prettamente politico.
Ci sono altre norme sanzionatorie oltre all’articolo 7, che gli si sovrappongono, un esempio è la
procedura d’infrazione (che fu utilizzata contro l’Ungheria).Quest’ultimo procedimento si concentra
nella Corte di Giustizia, che va nel merito ed è più rassicurante allo stato accusato, e nel Consiglio
Europeo. Si scegli se utilizzare l’articolo 7 o la procedura d’infrazione in base alla scelte politiche,
soprattutto è la Commissione che decide quale procedura avanzare o quella politica o quella
diplomatica.
Quindi l’articolo 2 funge da base per tutti i diritti e all’interno di esso ci sono dei rimandi a temi di
altri articoli: Diritti umani (art. 6 TUE)
Principio democratico (art. 9 - 12 TUE), questo principio rappresenta la fiducia che il
Parlamento europeo da alla Commissione, procedimento chiamato “censura”. Il
Parlamento può anche togliere la fiducia alla Commissione, in tal caso la
Commissione deve presentare dimissioni collegiali.
Questo sta a rappresentare un rafforzamento del principio democratico, ma ci sono
anche dei rafforzamenti indiretti, un esempio è la fiducia dei parlamenti nazionali ai
vari governi, che poi operano a Bruxelles.
Secondo l’articolo 12 del TUE i parlamenti nazionali possono agire in 4 modi:
1. Accettare pareri non vincolanti provenienti dall’UE e gli stati hanno 8
mesi di tempo per decidere e rispondere
2. Vigilando sul principio di sussidiarietà delle materie concorrenti, gli stati
hanno un certo lasso i tempo in cui possono dare un parere motivato. Se ci
sono troppi pareri negativi, oltre 1/3 dei parlamenti nazionali, le
istituzioni devono rivedere l’argomento, rifletterci e motivare la
riflessione così d’affermare che il giudizio dei parlamenti nazionali è stato
sbagliato. Un atto può essere impugnato davanti alla Corte di Giustizia se
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