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Estratto del documento

La virtù è una hèxis (disposizione, possesso,abitudine) in base alla quale ci comportiamo

bene in presenza della passione (pathos).

- Le virtù dianoetiche sono frutto di apprendimento sono due: sapienza (sophia) è una

conoscenza, saggezza (phronesis) capacità di guardare dentro la situazione x scoprire cosa

fare in quella circostanza

- Questa ultima è una virtù pratica, grazie alla quale il singolo nella situazione concreta

determina il giusto mezzo delle virtù etiche.

- La buina scelta è data dalla convergenza di ragione e virtù etiche. A loro volta le virtù

possedute stabilmente dall’individuo (che così porta a compimento le predisposizioni

naturali) sono determinate dall’abitudine (ethismos).

- La consuetudine della polis agevola ed educa alla virtù, il carattere dell’agente. Per

Aristotele impari ad essere giusto e sei sostenuto soltanto se c’è un insieme che ti sostiene

che si da da fare per alimentare al tuo interno la tua virtù.

- Il confronto con platone: l’etica è scienza pratica (non contemplativa); il bene ha molteplici

significati. Non è una unica cosa

La filosofia ellenistica:

trattati generalik:

- l’etica assume grande rilievo per l’assenza di interesse per la metafisica e la gnoseologia

- è assente il riferimento alla città: scompare la teoria politica, ci si rifugia nel privato

(desiderio di trovare uno spazio privato senza elementi speculativi) la filosofia sarà meno

politica e ci sarà una divisione tra etica e politica.

- Il sincretismo e un diffuso velato scetticismo il sincretismo è il convergere di religioni e

teorie che hanno poco da spartire tra loro ma che unite riportano a decisioni del mondo di

carattere personale. Lo scetticismo è una corrente di pensiero che vive di 3 tempi particolari:

parte con pirrone viene su con l’accademia però è anche una mentalità che si diffonde in

questo mondo senza una vera e propria teoria diventa una mentalità condivisa da tutti, però

relativizza il pensiero (chissà se conosciamo davvero la verità forse abbiamo solo opinioni

l’unica verità è che non ci sono verità) diventa una mentalità comune, due correnti di

pensiero di questo periodo:

Epicureo (341-270 a.c.):

- la filosofia è un quadruplice farmaco che ci libera dalle paure degli dei (gli dei sono

minacciosi, capricciosi non si sa mai ciò che chiedono), della morte (il detto di epicureo è

non bisogna avere paura di essa perché quando ci siamo noi non c’è lei) dell’assenza di

felicità (siamo fatti per la felicità però abbiamo il sospetto di non farcela, non riusciamo a

raggiungerla) del dolore (temo di dover soffrire che mi fa male fisicamente).

- La felicità si raggiunge con il piacere (hedonè) “ principio e fine del vivere felicemente”, per

epicureo il piacere è solo il vivere felice e non quello che dice l’hedoismo cioè eccesso

quindi per epicureo il piacere si divide in due:

- Il piacere è appagamento, assenza di movimento: la felicità è descritta dunque in negativo. Il

piacere per epicureo è descritto in negativo “è l’assenza di..” quindi dividiamo in:

- Piaceri del corpo: al vertice l’assenza di dolore (aponia) è la tranquillità, assenza di dolore

fisico

- Piacere dell’anima: al vertice lo stato di quiete (atarassia), l’assenza di turbamento

(interiore), l’assenza di prese di posizione…indifferenza rispetto le problematiche della vita,

devo distaccarmi da essi per essere felice, siamo lontani da Aristotele che diceva di entrare

nelle problematiche per comprendere la virtù invece per epicureo è il contrario.

- Distinzione di piaceri in 3:

- Naturali e necessari (bisogni primari), dentro questi bisogni sta l’esperienza del piacere

- Naturali e non necessari (superflui) se davvero vuoi essere indifferente puoi fare a meno di

questo

- Innaturali e non necessari (ricchezza, onore…) fa piacere essere ricco però può portare

turbamento nella propria anima.

- Per discernere occorre la virtù della saggezza

Lo stoicismo:

corrente importante, perché diventerà emblematica per correnti arrivate nel tempo

- la scuola stoica articola la sua teoria alla negazione di logos, principio razionale

provvidenziale che innerva l’universo, compreso l’uomo. Il logos è una divinità un principio

di orientamento, che orienta il mondo, lo fa andare avanti secondo una logica provvidenziale

determina il futuro e lo fa animando dall’interno tutte le cose esistenti e dunque anche

l’uomo c’è un logos sopra di tutto con forma divina che si ripresenta in tutti gli enti e tutti

c’è un frammento di questo logos (logos spermaticos = logos presente come un seme dentro

le diverse realtà) c’è un riflesso divino in tutti gli enti soprattutto nell’uomo e nel suo

pensiero.

- La felicità consiste nel vivere secondo il logos, obbedendo dunque alla natura, vivendo

coerentemente. Il compito dell’uomo è quello di adeguarsi alla natura, destino a ciò che è

obbligatorio e necessario voluto da questo Dio anche se questo apparentemente non sembra,

l’etica storica è improntata sul dovere, sul dovere di questa entità astratta da un lato e

presente in tutto ciò che è esistente quindi etica è relazione con tutto ciò che è (sei fatto in

questo modo perché devi rispondere a questo fine che ti è stato dato dalla provvidenza di

Dio), dovere ad una necessità si vive bene la vita quando ci si adegua a quella necessità

- La felicità è la virtù, essa basta a se stessa (l’interesse personale e conveniete è un bene

apparente) l’uomo felice è l’uomo virtuoso, io sono felice anche se gli altri mi detestano e

agiscono contro di me. Per lo stoico basta la coerenza interiore degli altri non importa, non

devi fare le cose per far felice gli altri. Questo significa che la felicità viene raggiunta adesso

dentro al proprio comportamento etico, il premio è già nella virtù, la gioia della virtù è già il

premio dell’agire e non bisogna aspettarsi di più.

- La virtù, opera dell’uomo saggio, è libertà interiore dalle passioni (desiderio, paura, dolore

piacere), distraggono l’uomo, perciò non ammette calcoli o gradualità.

La filosofia Cristiana:

trattati generali, religione che soppianta le religioni politeiste in qualche secolo, e si forma anche

sotto un profilo filosofico.

- la collocazione: all’interno del rapporto tra rivelazione e filosofie del tempo. L’etica si

sviluppa dalla rivelazione e dalle filosofie del tempo. Il mondo patristico si confronta con la

filosofia, per dire la novità della rivelazione cristiana, con esigenze di carattere missionario

- in campo etico, il confronto è con lo stoicismo e il neoplatonismo. Plotino interessa questa

descrizione della vita come uscita da Dio e ritorno a Dio. Idea che noi veniamo da Dio, noi

usciamo da Dio e siamo chiamati nella vita a tornare a lui e siamo chiamati a rientrare a Dio,

c’è un distacco della materia per tornare a ciò che è immateriale (Dio).

Agostino (354-430 a.c.)

- l’adesione al cristianesimo e la soluzione dei problemi esistenziali e teorici. Agostino arriva

al cristianesimo dopo molto tempo da un punto di vista esistenziale e teorico, si avvicina al

manicheismo conversione che avviene grazie all’esperienza ecclesiale e per il supporto dato

in modo teorico dalla filosofia platonica, la fede richiama la ragione e viceversa il

neoplatonismo è un aiuto per la scelta,

- la creazione e la redenzione marcano la distanza dal manicheismo e da Plotino. Se tutto il

mondo è creato da Dio anche la materia.

- L’amore come cifra sintetica e chiave interpretativa dell’agire etico l’opera di salvezza di

gesù è l’apprezzamento di Dio per l’uomo. L’amore è la sintesi del rapporto tra Dio e uomo

perché Dio fa le cose x il bene dell’uomo, l’uomo è chiamato a questo amore con il bene per

queste cose quindi l’uomo deve amare perché è stato amato. Il vero comando è quello

dell’amore.

- Il bene conosciuto nell’illuminazione è desiderio per la felicità: vita beata, unione con Dio

nella vita eterna. In apparenza sembra una ripresa di Platone. “Tu rientri in te stesso e trovi il

luogo illuminato da Dio” sant’ agostino.

- Conoscere il bene significa conoscere la legge eterna, presente nell’uomo in modo innato e

rivelata nella legge biblica. Quando tu guardi a te stesso vedi dentro di te la legge eterna

trovi questa legge eterna nella bibbia che esplicita quanto tu hai dentro.

- Il male è privazione del bene, dell’unione con Dio, dell’essere, il male morale è rifiuto dei

beni superiori. Perché sperimento il male fisico? Perché il mio corpo non vive con pienezza

tutto ciò che è stato creato è una mancanza di bene. Visione in negativo del male, il male

non ha consistenza è la mancanza del bene. Il male morale quello che noi facciamo

consapevolmente (iniquitas) è il rifiuto dei beni, anche il non fare il bene è già un male è già

privazione del bene.

- Le scelte vertono su beni diversi, ordinabili gerarchicamente. Ultimamente si è di fronte a un

orientamento e un’alternativa: o Dio o l’egoismo. Il sé inteso come forma esclusiva di

appagamento legato all’interesse di sé, non è solo l’amore e la cura di sé è proprio il male

che ti allontana dagli altri.

- Il bene è raggiunto da chi vive l’amore puro e vero (caritas), la virtù per eccellenza il

principio dell’ordinamento del bene, l’ordo amoris. L’amore per dio è l’amore per

eccellenza, l’amore per il prossimo non equivale a quello x dio, c’è un amore gerarchico.

La gerarchia dei beni:

- beni superiori (virtù cardinali);

- bene medio: la libertà/ volontà, orientata verso Dio o verso sé

- beni inferiori (bellezza, salute, ricchezza…), aperti a diversi utilizzi, determinati dalla libertà

- le scelte dunque presuppongono la libertà:

- Agostino distingue tra:

- Libertas minor (di adamo:posse non peccare e posse non mori) puramente teorica oggi, è

minore perché adamo non ha alternativa, il male non si presenta come una vera e propria

scelta diversa dal

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tommasoponzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Etica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto superiore di Scienze Religiose - Issr o del prof Conti Ermenegildo.