vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Cedola Fissa Cedola Variabile
(Natura incerta)
Formata da una componente Mantello, Parametri di indicizzazione
e da una componente cedola dove ha
flussi periodici sempre fissi
Monetario
(es, rendimento di un titolo) Valutario Reale (inflattivo)
Il valore della cedola, nel corso del tempo dipenderà dalle oscillazioni che
subiranno questi parametri al momento della loro rilevazione. In questa cedola
variabile quindi l’emittente determina il primo flusso di pagamenti, i successivi
dipenderanno dal valore del parametro di riferimento a cui è agganciato il
valore della cedola.
-Parametro di indicizzazione Monetario di una cedola Variabile:
1/10 1/04, qui si fa riferimento ad una cedola
semestrale, cioè incassata il 1/04, considerando già l’importo fissato il 1/10. Nel
tempo intermedio c’è la possibilità di vendere il titolo, ma si ricava solo un
pezzo della cedola, perché il resto della cedola andrà a vantaggio di chi entra in
possesso del titolo. Questa parte della cedola viene pagata da chi compra il
titolo. -Parametro d’indicizzazione Valutario di una cedola Variabile: quando si
va a prendere un titolo che è di una valuta diversa, estera. Un titolo che
ha sotto un profilo formale, una cedola fissa, sotto un profilo sostanziale,
una cedola variabile, perché dipenderà dalle oscillazioni che subirà la
moneta estera rispetto all’euro.
-Parametro d’indicizzazione Reale di una cedola Variabile: si lega la
valorizzazione di quest’obbligazione alle variazioni dell’inflazione. Nel
considerare un titolo, il valore può aumentare in relazione all’incremento
dell’inflazione. La sua variabilità dipende dalle condizioni inflattive. Un
titolo che non presenta flussi di cassa intermedi.
sono composte da due elementi: un primo elemento è
Obbligazioni strutturate:
dato da un bond tradizionale, cioè obbligazioni semplici, a cui si agganciano
uno o più strumenti derivati. In realtà questa tipologia di obbligazioni racchiude
due elementi di rendimento e di rischio.
quando si va sul mercato azionario, ci si imbatte in azioni
Mercato Azionario:
ordinarie, privilegiate, risparmio e risparmio non convertibili. Il fatto che ci
siano diverse tipologie di azioni, bisogna verificare se il mercato le valuta allo
stesso modo.
Una distinzione principale tra queste tipologie di voto è quella tra il diritto di
voto ed il diritto patrimoniale; Quando si ragiona in termini di diritto di voto, se
si fa un’operazione di rastrellamento di azioni (ordini di acquisto a gli
intermediari), si ha la piena titolarità del diritto di voto stesso. Ci si affida agli
intermediari per non far salire il prezzo delle azioni stesse, gli stessi cercano di
ottenere l’obiettivo attraverso degli acquisti e vendite temporanee/giornaliere.
- sono quelle che hanno la piena titolarità dei diritti
Le azioni ordinarie,
patrimoniali, e la piena titolarità dei diritti di voto; Il diritto di voto dà la
possibilità di partecipare alle assemblee ordinarie (approvazione del bilancio
d’esercizio) e straordinarie (operazioni straordinarie, come fusioni,
trasformazioni, scissioni o aumenti di capitale). Con l’acquisto di questa azione,
si ha la possibilità di esercitare diritti di voto e diritti patrimoniali con la loro
piena titolarità.
I diritti patrimoniali fanno riferimento al diritto di dividendo ed al diritto di
opzione; il diritto di dividendo è quando la società distribuisce il suo utile
distribuito (una parte) a gli azionisti. Il diritto di opzione invece è quello
connesso all’aumento di capitale, esso mi da la possibilità nel caso dello stesso
aumento di rimanere inalterata la quota di partecipazione.
- sono delle azioni che danno il diritto di partecipare solo
Le azioni privilegiate,
all’assemblea straordinaria, queste azioni vengono valutate di meno rispetto
alle azioni ordinarie. Esse però in prossimità di assemblea straordinaria,
potrebbero avere un’impennata nella quotazione, per effetto del rastrellamento
delle azioni, posso modificare il valore delle azioni ordinarie in prossimità di
assemblea. Il fatto però di non aver piena titolarità del diritto di voto, al
contrario ho il privilegio nel diritto patrimoniale, cioè una maggiorazione del
dividendo della società.
- sono delle azioni che non danno il
Le azioni di risparmio (non convertibili),
diritto di voto, ma danno semplicemente un accrescimento dei diritti
patrimoniali. In termini borsistici queste azioni hanno poco interesse, perché
non possono essere oggetto di rastrellamento.
- sono delle azioni che hanno
Le azioni di risparmio convertibili in azioni ordinarie,
tutta la disciplina riguardo alle semplici azioni di risparmio, ma ad una certa
data possono essere convertite in azioni ordinarie (il valore quindi cresce di
quest’azione).
Nel mercato compaiono tre figure molto importanti:
È un operatore che cerca di ottenere un profitto
Speculatore: assumendosi un rischio, cioè che la sua posizione assunta
(long o short) possa non essere corretta. Lo speculatore
può essere sia rialzista (liquidità) che ribassista (titoli) a
seconda dell’underlying (sottostante).
Arbitraggista: È un operatore che cerca di ottenere un profitto, senza
assunzione di rischio, godendo del disallineamento del
prezzo sui mercati diversi. Bisogna intravedere il canale
di arbitraggio e si definisce “cost of curry” ,cioè il
trascinamento della posizione da un punto ad un altro.
Posso quindi fare un arbitraggio se il canale di
arbitraggio è sufficientemente ampio.
È un operatore che si “copre” dalle oscillazioni dei titoli
in portafoglio ,ma rispetto alle due figure precedenti,
Hedger: l’evidenza evidente è che ha delle posizioni ex ante.
Ha il portafoglio in tempo precedente. In T-0 si ha la
costituzione del portafoglio, e prende liquidità (in
prestito), assumendo una long position. Nel periodo
intermedio (T-5), se il titolo si è prezzato di valore, si
può chiudere la posizione, ma avendo in preso in
Chiaramente, sempre prestito la liquidità devo cederne una parta come
parlando dell’hedger, in commissione.
caso si ha una
percentuale negativa di profitto (sbagliato il timing), l’operatore può rinegoziare
la liquidità o accettare la perdita.
L’arbitraggista invece deve essere in grado di avere una buona capacità di
prendere in presto liquidità o di prendere in prestito titoli, egli va sul mercato e
deve essere in grado, qualunque sia la sua posizione (short o long) di prenderla
ad un prezzo molto basso, senò non esiste proprio un canale di arbitraggio, per
questo viene detto che l’arbitraggio è un canale di nicchia.
L’Hedger è colui che ha tendenzialmente un portafoglio, creato in T-0,
pensando che l’azione “tira”. Una politica di Asset Allocation Strategica, vuol
dire che si lavora in medio/lungo periodo, si compone un portafoglio e che lo
stesso si possa prezzare nel medio/lungo termine; a differenza dell’Asset
Allocation Tattico, cioè si lavora in breve termine. Nel T-1 e T-2 si può aver
timore che la tendenza rialzista che è il presupposto per chi ha in T-0 creato il
portafoglio, possa subire delle oscillazioni, allora bisogna cercare di scegliere se
fare o meno un’operazione di hedging, cioè utilizzare uno strumento che
consenta di minimizzare le perdite, perché l’obbiettivo è quello proprio di
minimizzare le perdite, e l’obbiettivo massimo sarebbe se la perdita fosse
uguale a 0.
I derivati che si andranno a determinare saranno.. Futures, Opzioni,
Derivati:
Swap e Fra.
Si chiamano derivati perché, la loro esistenza deriva dall’esistenza sul mercato
del bene sottostante (contratto derivato). Definendo il bene sottostante o
anche più specificamente chiamato Underlying, potrebbe essere formato da
azioni, tassi di interesse, obbligazioni, valute, indici, merci.. ecc. Questo bene
sottostante potrebbe essere un bene consegnabile ed un bene non
consegnabile, cioè si può alla scadenza del contratto, consegnare il bene
sottostante (dev’essere fisico), a differenza di un indice azionario per esempio,
che non può essere consegnato, è un valore composto da un certo numero di
azioni presente all’interno di un indice.
Un altro aspetto dei derivati è che si parla di mercato a termine, cioè vuol dire
che in T-0 si potrà manifestare l’intenzione, che poi si materializza alla
scadenza del contratto o in un tempo intermedio.
Da qui scaturiscono i Futures, un mercato regolamentato e standardizzato, cioè
si è in presenza di mercati non OTC, ma in presenza di mercati dove i soggetti
sono sottoposti a dei controlli. I termini contrattuali sono stabiliti già. Una prima
definizione di Futures può data definendolo come un contratto in cui una parte
si impegna ad acquistare ad una certa data ed ad un certo prezzo, il bene
sottostante; quest’impegno ad acquistare non è derogabile; si arriva quindi alla
scadenza contrattuale (delivery settlement). Quindi possiamo chiudere in due
modi la nostra posizione:
- con un disegno opposto a quello inizialmente
Cash Settlement, (chiudo
assunto, in qualsiasi momento, quindi monetizzo l’eventuale guadagno o
mi assumo l’eventuale perdita, nel caso di vendita mi disinteresso e
posso uscire in qualsiasi momento dal mercato)
- (chiudo alla scadenza naturale del contratto, e
Delivery Settlement,
quindi posso aprire una posizione lunga controvalore, od in una
pago
posizione corta consegno bene sottostante, dove lo stesso bene
sottostante deve avere i requisiti come detto prima di consegnabilità)
La differenza fra un Futures ed un Opzione. Nelle opzioni abbiamo due posizioni
asimmetriche, perché da una parte abbiamo una facoltà che può essere più o
meno esercitata, quindi in sostanza nel Futures ho un impegno ad acquistare
ed a vendere, mentre nelle opzioni i due contraenti hanno profili diversi;
Nelle opzioni infatti una parte acquista il diritto o facoltà di acquistare (Call) o
di vendere (Put) il bene sottostante a una certa data (periodo d’esercizio), ad
un certo prezzo (prezzo di esercizio/strike price) dietro pagamento di un
corrispettivo iniziale denominato Premio(base).
Quindi per capire meglio acquisterò la facoltà di acquistare quando prevedo
che ci potrà essere un rialzo del prezzo del titolo, acquisto la facoltà di vendere
quando prevedo che ci possa essere un riba