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D
può essere alternativamente formulato come y = y oppure come s=i .
Abbiamo di nuovo un sistema di equazioni che si può risolvere in una sola equazione ad una sola
incognita.
Come fare? Calcoliamoci innanzitutto la funzione del risparmio, non dobbiamo far altro che
prendere l’espressione del risparmio e metterci dentro la funzione del consumo, quindi s= y- c -
c y più convenientemente riscritta come s= - c + (1-c )y.
y y
Questa grandezza 1-c la possiamo chiamare s ed è la propensione marginale al risparmio cioè il
y y
complemento ad 1 della propensione marginale al consumo.
Se risparmio e non consumo tutto quello che non viene consumato viene risparmiato, allora se la
propensione marginale al consumo è pari a ¾ non ho bisogno di avere altre informazioni per
calcolarmi la propensione marginale al risparmio poiché 1- ¾ = ¼ .
Se impongo la condizione macroeconomica devo far si che la funzione del consumo sia uguale
alla funzione dell’investimento, quanto le famiglie desiderano consumare deve essere uguale a
quanto le imprese desiderano investire.
Allora sostituisco in s=i le relative funzioni e avremo - c + (1-c )y=i –br si tratta di un’equazione in
y
una sola incognita che mi fa calcolare y* che sarà pari a: 1
* [ c + i – br ]
Y = 1-cy
Cioè siamo arrivati allo stesso risultato che avevo ottenuto imponendo la condizione domanda
programmata e domanda realizzata però questa volta ci sono arrivato attraverso la via risparmi e
investimenti.
Possiamo dare una rappresentazione grafica e questa rappresentazione sarà ambientata non nel
piano prodotto-domanda programmata ma nel piano prodotto- investimenti
desiderati/programmati , risparmio desiderato/programmato.
La funzione dell’investimento è molto semplice da tracciare perché è indipendente dal reddito
quindi necessariamente sarà una retta parallela all’asse delle ascisse che ha come intercetta i –
br .
Poi abbiamo la funzione del risparmio che è crescente a crescere del reddito , ha l’intercetta pari
ai consumi autonomi sull’ordinata e una pendenza che questa volta non è pari a c come nella
y
funzione del consumo ma è pari a s perché si sta trattando della funzione del risparmio oppure se
y
ci piace di più 1-c (coefficiente angolare) .
y
Il punto in cui la funzione del risparmio e la funzione dell’ investimento si intersecano è il punto in
cui il reddito è al suo livello di equilibrio e quindi se utilizzassimo i dati che abbiamo individuato nell’
esempio precedente sarebbe un punto sull’ascissa che vale 400.
Ora facciamo qua un’altra verifica che in corrispondenza di 400 il risparmio è proprio uguale
all’investimento.
L’investimento di equilibrio noi sappiamo valere:
*
i = 55-100*0.05=50
Il risparmio di equilibrio vale:
*
s = - 50+ ¼ * 400= 50
risparmio e investimenti desiderato e solo in corrispondenza di un reddito pari a 400 che le
famiglie desiderano risparmiare esattamente l’ammontare che le imprese desiderano investire ed è
l’equilibrio macroeconomico cioè domanda programmata uguale domanda realizzata.
Anche in questo caso possiamo chiederci che cosa accade quando non ci troviamo nell’equilibrio
I
macroeconomico quando ad esempio abbiamo un livello del reddito pari a y =440.
Noi ci troviamo allora in un punto (B) dove non è vero che s=i cioè il risparmio non è uguale
all’investimento anzi nel punto A avevamo s=i=50 in questo caso nel punto B vale:
I
s = - 50+ ¼ * 440= 60 II
Possiamo ora immaginare un altro livello di produzione e chiamiamolo y =360 (non siamo in
II
equilibrio) e qui s = - 50+ ¼ *360= 40 (C ; anche se il prof. sul grafico ha scritto punto B)
Ora la sostanziale identità tra queste due strade che portano al reddito di pieno impiego dovrebbe
risultare chiara: perché quando il prodotto è maggiore del livello di pieno impiego, o dire che la
produzione è maggiore della domanda programmata oppure dire che c’è un eccesso di risparmio,
II
è esattamente la stessa cosa. Allo stesso tempo dire che la produzione (y =360) è inferiore al
livello di equilibrio e dire che c’è un eccesso di investimento sui risparmi è la stessa cosa e uguali
sono le conseguenze che ci fanno fare quel ragionamento diciamo cosi dinamico tra virgolette di
natura concettuale che non facciamo grazie alle equazioni ma perché ci appigliamo al
ragionamento economico che c’è dietro.
Consideriamo il reddito pari a 440, un reddito pari a 440 che si caratterizza per un eccesso di
risparmio pari a 10, ora sta accadendo che rispetto all’investimento desiderato dalle imprese che è
50, i risparmi sono 60 ma 60 significa che vi sarà 10 di invenduto perchè se il risparmio è 60, 50 è
assorbito dall’investimento delle imprese 10 no e sono beni invenduti che diventano una variazione
delle scorte delle imprese quindi sono ex-post un investimento ma ex-ante non sono un
investimento desiderato si sta accrescendo l’investimento delle imprese ma le imprese non
vogliono fare 60 di investimento le imprese vogliono fare 50 cioè massimizzano il profitto in
corrispondenza di 50 quindi nel ciclo produttivo successivo non sono affatto contente di aver
prodotto su una scala che gli faceva accumulare scorte di più di quello che volevano per 10.
L’unica arma che hanno contro questa violazione della condizione di massimo profitto è ridurre la
scala della produzione ma riducendo la scala della produzione ridurranno il reddito attivando un
processo cumulativo che ha fine solo se il prodotto è pari a 400. Solo quando il prodotto è pari a
400 loro si troveranno alla fine dell’anno con le macchine fiat nel piazzale pronte per l’anno
prossimo esattamente quelle desiderate, l’investimento desiderato, non più macchine capite non
un eccesso di scorte.
Lo stesso è il caso contrario un risparmio inferiore all’investimento significa che si sta domandando
di più di quanto loro avevano pensato si domandasse e questa domanda in più non può che
essere soddisfatta attingendo all’investimento ma se si attinge all’investimento significa che loro
non stanno facendo quello che desiderano 50, stanno facendo meno di investimento 40 ma loro
non desiderano 40 il profitto è massimizzato in corrispondenza di 50. Quello che possono fare è
allargare la scala della produzione e allargare la scala della produzione fin quando il prodotto non
raggiunge il livello di equilibrio. In altri termini stiamo guardando dal lato del risparmio e
dell’investimento che non solo un equilibrio macroeconomico dal lato della domanda può essere
definito, ma anche che questo equilibrio macroeconomico diciamo cosi ha caratteristica di stabilità
cioè il sistema tende verso questo equilibrio macroeconomico.
Noi useremo prevalentemente la nozione di domanda programmata cioè la nozione di equilibrio
data da domanda programmata uguale domanda realizzata ed è quello li dove concentreremo la
nostra attenzione anche analiticamente però diciamo cosi che mettere le cose in questi termini è
molto importante dal punto di vista di chiarimento concettuale circa aspetti della teoria keynesiana
e gli aspetti diciamo cosi più profondi del modello di determinazione del reddito dal lato della
domanda.
Cerchiamo di chiarirli facendo un passo indietro, noi abbiamo visto nella lezione in cui abbiamo
affrontato la questione dell’equilibrio dal lato dei modelli dell’offerta, che diciamo cosi, le macchine
che lavorano dietro l’equilibrio di pieno impiego sono due: da un lato c’è la condizione di equilibrio
sul mercato del lavoro(massimo profitto delle imprese che è visto come scheda di domanda di
lavoro cioè salario reale uguale produttività marginale del lavoro , massimizzazione dell’utilità
scelta beni ottenuti con il salario, tempo libero).
Dall’altro lato ci sono altre due curve di domanda e di offerta questa volta riferite a risparmio e
investimento, cioè una ottenuta con la condizione di massimo profitto riferita a produttività
marginale del capitale = costo opportunità del capitale
un’altra massimizzazione intertemporale dell’utilità cioè scelta tra consumare questo paniere di
beni o tempo libero in un altro caso la scelta è consumo questo paniere di beni oggi o domani
quindi la funzione del risparmio. E abbiamo visto che la relazione risparmi e investimenti è la
chiave per assicurarci che qualunque livello di prodotto fosse stato realizzato e date le condizioni
sul mercato del lavoro quel prodotto trovava una domanda corrispondente e guardate anche nel
modello neoclassico di pieno impiego noi possiamo definire l’equilibrio macroeconomico o come
un equilibrio domanda uguale prodotto o come un equilibrio risparmi uguale investimento cioè
questa non è una cosa il fatto che l ‘equilibrio macroeconomico possiamo ragionarci sopra in
termini di risparmio investimento non è una esclusiva del modello keynesiano vi deriva dalla
contabilità nazionale cioè tutto quello vista pero in termini ex-ante in teoria tutto quello che non è
consumato è risparmiato quindi il problema di domanda in termini di grandezze desiderate si
risolve sempre solo se l’investimento è = al risparmio è vero per i modelli della domanda è vero per
i modelli di pieno impiego. Ora dov’è quindi che queste due faccende si iniziano a separare; è sul
meccanismo che garantisce l’uguaglianza ex-ante tra risparmi e investimento perché nel modello
del pieno impiego non è lo stesso meccanismo del modello keynesiano. Nel modello del pieno
impiego che cos’è? L’abbiamo detto è il tasso d’interesse, sono le variazioni del tasso d’interesse
che portano l’investimento a coincidere con il risparmio di pieno impiego. Qui sta emergendo
invece un alternativo meccanismo che porta l’investimento a coincidere con il risparmio a
prescindere dal livello di impiego e questo meccanismo è le variazioni del reddito e questo
esempio ci aiuta benissimo a vederlo perché potremmo dire un modo per ragionare molto efficace
che coglie secondo me molto molto nel profondo l’essenza della rivoluzione keynesiana è questo:
abbiamo visto che nel modello di pieno impiego dobbiamo ragionare come se l’offerta causa una
domanda ad essa corrispondente ( legge di Sale) l’offerta fa la domanda, non c’è problema voi
portate l’offerta sul mercato troverete una domanda corrispondente ora nel