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PARTE TERZA – PARADISO PERDUTO

Capitolo settimo

Merry aveva detto allo Svedese di non voler parlare con sua madre,

ma lui non capisce cosa le abbia mai fatto.

I genitori di Seymour sono andati a trovarli, ma Dawn non li

intrattiene, perché è molto impegnata con il progetto della nuova

casa e perché i suoceri sono sempre davanti alla Tv a guardare le

ultime notizie sullo scandalo Watergate.

Il padre dello Svedese scrive lettere ai membri della commissione e

durante la cena le legge a tutti. Si chiede se i politici gli

risponderanno e vuole pubblicare le sue lettere sul giornale. Già

durante la guerra in Vietnam, Lou scriveva lettere al presidente

Johnson e le faceva leggere a Merry. Si stupiva che la giovane

nipote fosse tanto arrabbiata e sperava di aiutarla con le sue

lettere; sperava di salvarla da se stessa. Lei definiva Johnson un

criminale di guerra, un cane imperialista, uguale a Hitler. Il nonno

cercava di calmarla e le diceva di non prendersela con la sua

famiglia; le consigliava di scrivere lettere al presidente. Le diceva

che molti erano delusi dal presidente e dalla guerra. Ma Merry

trovava inutile scrivere lette… e poi ci fu la catastrofe. E nessuno, a

parte il nonno, aveva neanche intuito cosa provava Merry.

Lo Svedese non ha detto a nessuno dell’incontro con Merry, quindi i

suoi genitori gli domandano se c’è qualche novità, ma lui continua a

tenere per sé la storia. Dice che ormai Merry è una ragazza di 21

anni e sarebbe meglio non farsi più illusioni. Seymour pensa che

l’unica cosa peggiore di non vedere più la nipote, sarebbe che la

vedessero così.

La madre dello Svedese, negli ultimi anni, era stata distrutta

dall’osteoporosi e dalla tragedia di Merry, mentre da giovane era

una donna alta, bionda e sana, con una bella risata.

Ora è preoccupata per una lettera che il marito le ha chiesto di

spedire all’ex moglie di Jerry, in cui le diceva di non dire a nessuno

dell’assegno che le allegava. Sylvia non era riuscita a mandarla

perché temeva la reazione di Jerry di fronte al padre, che doveva

sempre impicciarsi di tutto. Lou consigliava all’ex nuora anche in

quali società investire il denaro e nella busta c’era un assegno di

7.500$. Jerry è uno che non si tira mai indietro e non modera le

parole, anche se ha davanti un uomo di 75 anni, a rischio di infarto.

Sylvia parla a Seymour della lettera e lui le consiglia di spedirla:

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pensa che Jerry non si arrabbierà al punto da far venire un infarto a

Lou.

Mentre parla con la madre, lo Svedese si rende conto che Dawn ha

affrontato la situazione: ha avuto dei brutti momenti e poi si è

risollevata e ora sta cercando di tornare quella di una volta; lui

invece ha sempre e solo sopportato.

Lou odia Nixon, “quel miserabile cane fascista”, proprio come Merry

odiava Johnson. Lou urla contro la Tv e fa spaventare Dawn, che

corre a vedere cos’è successo e trova tutti in lacrime. Lo Svedese

aveva fatto di tutto per evitare il cedimento, eppure la sua famiglia

era distrutta: bastava nominare Merry per sbaglio per crollare, per

far riemergere un orrore insuperabile.

Quella sera i Levov organizzano una cena. I primi ad arrivare sono

l’architetto Bill Orcutt e la moglie Jessie. La famiglia di Bill era

illustre: piena di avvocati, giudici e senatori. Un giorno portò

Seymour a visitare la contea di Morristown, la contea dei suoi avi

(mentre Dawn aveva respinto l’invito perché quell’uomo la irritava e

le dava l’impressione di giudicarla una ridicola irlandese tutta pizzi,

che scimmiottava i ricchi). Orcutt gli mostrò la sede della vecchia

acciaieria di Boonton e il polverificio dove avevano prodotto le

granate per la seconda guerra mondiale. Il Morris Canal passava

anche da Newark e lo Svedese lo sapeva, solo che non ci aveva mai

pensato. Da bambino, aveva legato il nome del canale allo zio

Morris, morto prematuramente, e da allora non ci aveva più

pensato. Orcutt lo portò a veder il quartier generale di George

Washington a Morristown e poi al vecchio cimitero. Continuava a

parlare come “un’enciclopedia ambulante” di tutti i suoi importanti

parenti, ma Seymour disse alla moglie che era una brava persona

ed era stato gentilissimo. Quella sera lo Svedese pensò che Orcutt

avrebbe potuto far fare lo stesso giro anche a Merry, quando

sarebbe stata più grande, per farle imparare la storia della contea.

Oppure avrebbe potuto portarla lui stesso.

Orcutt, effettivamente, gli sembrava un aristocratico con la puzza

sotto il naso, che non perdeva occasione per vantarsi della famiglia

altolocata, ma decise di rispettarlo finché la cosa sarebbe stata

reciproca.

Seymour aveva comprato quella casa di pietra per poter stare in

mezzo alla natura, tra gli animali, il fiume e le piante; per poter

essere libero. Era anche stata motivo di discussione con suo padre,

che gli consigliava di comprare una casa moderna in un nuovo

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quartiere residenziale. Gli aveva detto che non sarebbe mai riuscito

a scaldare una casa di pietra del 1700 ed inoltre era a 18km dalla

prima stazione, Morristown. Ma lo Svedese non aveva dubbi e

acquisto quei 40 ettari ad un prezzo basso, visto che la casa era

invenduta da un po’. Il padre gli diceva che quella era la zona del Ku

Klux Klan e che lì non amavano gli ebrei e gli Irlandesi. Ma lo

Svedese non lo ascoltò: era la cosa più audace che avesse mai

fatto. Era certo che avrebbe trovato persone non superficiali, che

non li avrebbero giudicati per la religione o la provenienza, dato che

“nessuno domina più nessuno”.

Orcutt non fu mai una presenza importante nella loro vita. Lo

Svedese lo vedeva solo il sabato per giocare a football con lui e i

suoi amici. Tra loro c’era Bucky Robinson, un ottico che al liceo era

stato quaterback per il liceo avversario di Weequahic e si ricorda

bene dello Svedese. Seymour finge un contegno modesto quando

Bucky lo descrive come un eroe, ma in realtà è felice di prendersi

una piccola rivincita su Orcutt. Bucky cerca sempre di stargli vicino

anche perché è l’unico altro ebreo del gruppo (anche se Morristown

è una piccola città cosmopolita, con una comunità ebraica) e cerca

di portarlo alle riunioni della comunità o alle partite di pallacanestro

con la squadra della sinagoga. Così Bucky irrita lo Svedese.

Seymour ricorda che era stato altrettanto irritato quando, mentre

Dawn era incinta, sua madre gli aveva chiesto se si sarebbe

convertita. Ovviamente non ne aveva intenzione e Seymour faticò a

dimostrare alla madre che non era arrabbiato.

Seymour trova la religione incomprensibile. Solo in fabbrica e sul

campo da baseball si sentiva a suo agio. Quando la figlia era

piccola, lui aveva detto a Dawn che non poteva immaginarsi una

vita più bella di quella che faceva: fabbrica e famiglia.

Per un po’ smise di andare alle partite di football del sabato, per

non vedere Bucky, che gli parlava sempre della sinagoga.

Quando era appena diventato padre, a 26 anni, la persona a cui

Seymour si sentiva più vicino era Giovannino Semedimela: un

grosso Americano felice e rubicondo, senza cervello e grande

camminatore. Ovunque andasse spargeva semi di mela. Lo Svedese

aveva sempre amato quella storia che aveva studiato alle

elementari e, ogni volta che entrava nel villaggio di Old Rimrock,

non riusciva a trattenersi: il sabato si infilava gli stivali e faceva gli

8km fino alla collina del villaggio per andare a prendere il giornale

allo spaccio e pensava “Giovannino Semedimela!”. Provava il

piacere puro e semplice di una bella camminata. Il baseball l’aveva

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preparato a queste camminate. Poi tornava a casa e, mentre

camminava, fingeva di gettare semi di mela dappertutto. Poi

prendeva in braccio Dawn, che lo aspettava in camicia da notte.

Seymour e Dawn erano molto riservati e nessuno avrebbe

immaginato il segreto della loro vita sessuale. Per mesi, dopo il

matrimonio, Dawn piangeva sempre dopo il sesso, senza motivo e

riusciva solo a dire che lui toccava una parte speciale di lei. A lei

piaceva molto fare sesso con lo Svedese, che era sempre un uomo

educato e misurato, normalmente, mentre nel sesso arrivava a un

punto di non ritorno, in cui non c’era più imbarazzo. E anche Dawn

riusciva a togliersi la sua facciata mondana. Ma tutto questo per gli

altri doveva rimanere un segreto.

Tutto questo non cessò mai fino al giorno della bomba. E poi Dawn

fu ricoverata.

Orcutt aveva sposato la nipote di uno dei soci dello studio legale di

sua nonna e si era trasferito in uno studio di Manatthan per

diventare un pittore astratto. Solo dopo tre anni deprimenti passati

a dipingere, Orcutt aveva sposato Jessie ed era tornato nel New

Jersey per iniziare gli studi di architettura, ma non aveva mai

abbandonato del tutto il sogno di una carriera artistica. Ogni tre o

quattro anni faceva una mostra. Lo Svedese non era mai stato così

a disagio nelle occasioni mondane come quando stava in piedi

davanti ai quadri di Orcutt. Dawn invece, fin dall’inizio, li aveva

trovati “intellettualmente stimolanti”. Lo Svedese si chiedeva

perché un uomo come Orcutt, la cui famiglia era parte del grande

dramma storico di questo paese, dipingesse quadri astratti, ritratti

del nulla. Per qualche tempo pensò di essere ignorante, ma poi capì

che di quei quadri non si poteva dire molto perché erano vuoti.

Orcutt cercava di essere diverso, facendo questa roba triste. In ogni

caso, un giorno, uno dei quadri calligrafici di Orcutt, che

esprimevano i temi universali, venne posto da Dawn sulla parete

del soggiorno dei Levov (un mese dopo che Dawn era tornata da

Ginevra con la faccia nuova). Seymour, da bambino, non aveva

quadri in casa e Dawn aveva solo ritratti religiosi, ma siccome i loro

raffinati vicini avevano quadri moderni, anche lei li voleva

appendere al muro. Il quadro venne messo al posto di un ritratto di

Merry.

A Lou il quadro non era piaciuto, non capiva cosa dovesse

rappresentare, non gli sembrava neppure finito e non capiva come

avessero potuto pagarlo 5000$. Seymour però difese la moglie e

chiese al padre di evitare ulteriori commenti, perché l’importante

era che piacesse a Dawn. “Era un altro segno che in lei il desiderio

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di vivere era diventato più forte del desiderio di morire”. Più tardi, in

privato, lo Svedese disse al padre che il quadro era una merda, ma

lei lo voleva, esercitava di nuovo la sua volontà. E così la volta

successiva che Lou andò a Old Rimrock disse che il quadro gli

piaceva.

Nel furgone di Orcutt c’era il g

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A.A. 2013-2014
46 pagine
11 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marlaclo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letterature comparate e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Vittorini Fabio.