Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PENSIERO RUSSO ALL’EPOCA DI NICOLA I
Con Gogol (e Puškin) si chiude la prima letteratura russa, poi sotto Nicola I (1825-1856)
• aumenta molto il controllo: il pensiero di corte è ufficiale, autocratico, ortodosso; il
ministro della scuola è Uvanov e dice: “Autocrazia-ortodossia-norodnost
(=nazionalismo)”; la corte non promuove più la cultura russa, bensì controlla il potere
(invece nel ‘700 promuoveva una cultura elegante, contrapposta a quella “barbara” del
popolo)
Dopo il 1825: dibattito culturale: c'è un progresso davvero lineare valido per tutte le
• Nazioni? La rivoluzione francese è davvero portatrice di idee migliori? Oppure siamo
tutti diversi e ognuno deve trovare la propria strada? Le riforme di Pietro il Grande ci
hanno fatto bene? Bene perché è arrivato l’occidente, male perché è un cambiamento
superficiale. Bisogna arrivare alla base e occidentalizzare (idea degli occidentalisti,
западничество)
Gli altri credono che Pietro ha fatto male, che bisogna riscoprire le vere radici russe
• (славянофильство, slavofili), che le sue riforme hanno bloccato degli imput che devono
invece riprendere:
Civiltà occidentale: basata sul diritto romano, quindi sull’equilibrio di
• egoismi; civiltà russa: è solidale (Pietro il Grande che ha adottato la
prima, ha bloccato la solidarietà)
Struttura sociale occidentale: gerarchie, che quindi aumentano il rischio
• di tiranni e anarchie; struttura sociale russa: principio della conciliazione
(“sobornost”); le monarchie assolute occidentali sono peggiori dello
zarismo
Proprietà collettiva delle campagne in Russia, c'è armonia,
• condivisione; in Europa: piccole proprietà private, recintate, nascono in
Inghilterra nel ‘600/‘700, invidia (община)
Gli occidentalisti sono pro francesismi, libertà dell’uomo, di scrittura ecc; uno dei
• maggiori è Пётр Чадаев (1794-1856), che si vestiva come un dandy, rimase per molto
in Europa, diventa anche cattolico, nel 1830 scrive delle lettere filosofiche, nel 1836
nella rivista “Телескоп” scrive e crea scandalo: in Europa c'è continuità nello sviluppo
grazie al cattolicesimo, che fa da collante. Dice che la Russia non ha storia, è fuori dal
mondo perché non ha avuto Classicismo, Rinascimenti… Molti scrittori (Dostoevskij,
Čechov, Tolstoj) prendono parte al dibattito; critica letteraria: influenza la percezione dei
lettori e il modo di scrivere degli autori
Виссарион Белинский (1811-1848) è un occidentalista moderato-liberale contro la
• servitù e le punizioni, pro diritti umani, e scrive dal 1830
Prima di questo dibattito, la critica era più uno svago, i temi erano: guasto e correttezza
• del rispetto dei canoni classici; ora: il realismo è il criterio maggiore per valutare
un’opera, se poi vengono denunciati i problemi della realtà, valutata benissimo; Puškin
rappresenta bene i problemi di San Pietroburgo e anche Gogol è un buon realista
perché col grottesco denuncia l’automazione della vita della società
Con questo, dal punto di vista di Gogol nasce (per opera di alcuni scrittori che lo
• copiano, dal 1840) la Scuola Naturalista, sotto cui può essere posto anche il primo
Dostoevskij; nel 1846 Dostoevskij con “Il Sosia”, l’elemento dell’assurdo fa dire a
Belinskij che egli non è più naturalista
Fino al 1840 la poesia aveva un peso maggiore della prosa, poi con Gogol la cosa si
• inverte, la poesia si prosicizza e si fa più narrativa
Иван Сергеевич Тургенев:
• 1818-1883, è il primo scrittore internazionale, amato da
Zola e Baudelaire, era un nobile della provincia, amante della cantante Pauline Bardot,
studia all’estero in Germania, inizia a scrivere bozzetti sulla vita di campagna, è realista
e pro scuola naturale, pro oggettività nel mostrare la realtà; “Le memorie di un
cacciatore”: il protagonista è il suo altera ego nobile; denuncia la servitù della gleba in
modo soft, ma finisce in confino; così nel 1850 cambia scrittura: più o meno 200/300
pagine, racconta la genealogia del personaggio, i conflitti drammatici
1851: “Il diario di un uomo superfluo”, che ha un merito: aver dato un’etichetta a questi
• antecedenti: Onegin + Lermontov, Pečërin; l’uomo superfluo è un colto che studia
all’estero, ma una volta tornato in Russia non riesce a fare nulla (inetto)
“Un nido di nobili” e “Turin” (sia titolo di libro, sia personaggio): situazione puškiniana +
• soggetti simili a quelli di Turgenev; c'è scontro tra il maschile e il femminile, e scontro tra
la ragazza alla Turgenev, che è Tatiana (donna del libro “Turin”), e la “femme fatale”;
Tatiana non è bellissima né estroversa, ma il protagonista si innamora di lei, i due si
trovano in situazioni favorevoli dove lui potrebbe provarci con lei, ma lui è un inetto e
non ci riesce; l’uomo non presta attenzione alla donna, così lei si fa suora o sposa un
altro, essa è un cliché che annoia, dicono che è un personaggio femminile che non
eccita. Lessico: prosa puškiniana (registri diversi per i soggetti a seconda del loro grado
di elevazione sociale) con descrizioni della natura. Ai romantici il suo personaggio
femminile non piace; la natura è in linea col sentire interiore dei personaggi
Nel 1850 ci sono dei critici più brutali, che cercano dei personaggi positivi e vincenti,
• che possano essere un modello per la vita reale; arriva l’обломов che è ancora peggio
dell’uomo superfluo, perché altri vivono la sua vita e lui se la lascia rubare
Principali problemi di Turgenev:
• Rapporto uomo-natura
• Rapporto intellettuale-popolo, e doveri del primo verso il
• secondo
Rapporto nobiltà progressista e velleitaria nella società arcaica
• Felicità personale in rapporto ai doveri morali e sociali
•
Per arrivare a Dostoevskij: l'agricoltura va a rotoli (manca l’industrializzazione),
• impoverimento dei mercati; guerra di Crimea (contro Turchi, Inghilterra, Francia,
Piemonte): ci si rende conto che in Russia ci sono poche infrastrutture, le armi sono
vetuste; 1856: Nicola I muore, Alessandro II (1856-1881) fa molte riforme, tra cui
abolisce la servitù della gleba: i contadini sono liberi e possiedono la terra, che viene
venduta: metà va ai nobili proprietari terrieri, metà permette la nascita della società di
campagna. Buoni tesoriferi: i contadini li comprano per poi comprarsi la terra su cui
lavorare; ci sono nobili decaduti e contadini sul lastrico che non sanno più che fare,
quindi vanno in città per cercare lavoro; alcuni vanno all’università e fanno dei lavoretti
di traduzione, prendono le idee di sinistra per provare la carriera politica e non perdere
lo status quo
Nasce una nuova classe sociale: рвсначизии, intellettuali non nobili che vivono grazie
• alle loro capacità intellettive (tra cui Dostoevskij, anche se il padre medico aveva
appena preso il grado di nobile, ma per debiti lo persero)
11/4/2018
Cultura russa dell’epoca di Nicola I negli anni 1840 circa: muoiono Puškin e Gogol
• (come scrittore); scontro ideologico tra slavofili e occidentalisti:
Occidentalisti: in Russia non c'è stata la rivoluzione perché è stata una rivolta
• delle élite, quindi bisogna ampliare questo fenomeno per ritrovare così l’unità
nazionale e avviare un progresso come in Francia, Inghilterra, dove i cittadini
hanno molto più diritti ecc.
Slavofili: riforme di Pietro il Grande sono fuori luogo perché il terreno in cui
• sono state piantate non è adatto, bisogna invece far progredire gli elementi
che già sono presenti in Russia, perché la Russia è sostanzialmente diversa,
ha principi differenti
Čaadaev: dice che la Russia non ha mai avuto storia, è completamente fuori, è un
• estremista e viene segregato subito
Belinskij: un’opera d’arte non solo deve essere scritta con maestria, ma deve saper
• riprodurre fedelmente la realtà (principio realista), Onegin quindi viene visto male, è il
prodotto di ciò che avviene nella società del tempo e non va seguito, l’impiegato di
Gogol esiste per via della corruzione della burocrazia russa
Bulgarin: (=il bulgaro) dice che Gogol scrive senza maestria, dice che questo realismo è
• una scuola naturale da criticare, svalutare
Belinskij: risponde che scrivere in maniera naturale la realtà è degno di grande stima
• Gončarov: personaggio “oblomov”, sta tutto il giorno in vestaglia, in poltrona, senza fare
• nulla
DOSTOEVSKIJ
1821-1881; nasce a Mosca, muore a Pietroburgo, soffriva di attacchi epilettici, nasce in
• famiglia abbastanza povera, padre medico, che alla fine aveva ottenuto un grado di
nobiltà ereditaria (8), ma ogni tot la perde, perché è dispotico, beve, poi viene ucciso dai
suoi stessi servi; fino al 1844 studia (accademia militare di San Pietroburgo) ma ha fin
da adolescente la vocazione di scrittore, legge molta letteratura occidentale, francese,
così abbandona la carriera da militare e scrive; sceglie di vivere del suo lavoro da
intellettuale, categoria dei разночинцы ( = diverso grado): categoria non codificata di
persone che soprattutto nell’’800 provengono da varie categorie sociali codificate
(mercanti, preti, contadini ecc.), quando si crea la mobilità sociale escono dalla loro
categoria e studiano all’università e cercano di vivere con le loro facoltà intellettuali,
чиновник: impiegato
1844: vive a Pietroburgo di stenti, fa lo scrittore, entra a far parte di una scuola naturale,
• scrive racconti lunghi che in russo si chiamano повесть, da повествовать (raccontare):
tra romanzo e racconto, genere di ampiezza intermedia, in prosa; diventa un vero
maestro di questo genere; prima opera: “Povera Gente” 1846, vuole superare Gogol,
perché Gogol non offre alternative all’uomo come piccolo ingranaggio del meccanismo
burocratico: Dostoevskij vuole trovare un modello positivo, approfondendo
psicologicamente i personaggi; qui il personaggio impara a guardare il mondo in modo
più sereno, e sviluppa un suo punto di vista; l’opera ha un grandissimo successo,
Bel