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MODERNISMO
Con questo termine si indica la rivoluzione che ha segnato i primi 10 anni del 20esimo secolo. In questo momento irrompono le avanguardie, movimenti che hanno come obbiettivo il rinnovamento delle forme sia artistiche che letterarie. Il modernismo è anti-tradizione: si pone in una prospettiva di rifiuto e ribellione del vecchio. La tradizione in realtà non verrà cancellata del tutto, ma verrà selezionata solo in parte e ripresa criticamente. L'esigenza del rinnovo delle forme era già sentita alla fine del 19esimo secolo, ma allora venne sentita solo da singoli artisti. Nel 20esimo secolo invece essa diventa un programma deliberato di gruppi e movimenti interi. Per questi artisti il Manifesto era una pubblicazione di intenti, dove li esplicitavano a tutti. È con il modernismo che abbiamo un cambiamento del concetto di "bello", tutto ciò che non segue determinati canoni, che veniva considerato brutto, viene rivisto.
Tutto può essere artistico, senza distinzioni. Uno degli slogan più conosciuti del Modernismo è quello coniato da Ezra Pound: "Make it new!" (1934), quando le grandi opere del Modernismo erano già state pubblicate. Nel 1922 vengono pubblicate Ulisse di Joyce e La terra desolata di Eliot, che sconvolgono il romanzo e il modo di fare poesia. Pound sceglie quello slogan per una raccolta di saggi che riguardano la poesia provenzale, classici elisabettiani e traduzioni dal greco, il che non rinnega quindi la tradizione, ma desidera una riscoperta e una rinascita. Il termine "modernismo" inteso come avanguardia, non è mai stato presente negli anni della prima guerra mondiale. Veniva piuttosto usato per descrivere i fermenti dell'epoca il termine "moderno" dalle riviste, le quali avevano il compito di pubblicare le nuove sperimentazioni (in questo caso in ambito letterario) che venivano fatte. Robert GravesE Laura Riding iniziano un tipo di poesia difficile, oscura, impervia e disancorata dal passato, così viene definita la poesia Modernista. Il termine "modernismo" però non viene mai impiegato dagli artisti dell'epoca. Solo a partire dagli anni 70 si diffonde e viene usato.
Tra i protagonisti del Modernismo c'è Virginia Woolf, la quale afferma che nel dicembre del 1910 il carattere umano cambiò. Lo disse perché a Londra fu organizzata la mostra di Manet, Van Gogh, Cezanne e i post-impressionisti, organizzata da Roger Fray, la quale divenne importantissima perché per la prima volta il pubblico inglese poté conoscere le avanguardie pittoriche europee. Questi artisti introdussero un nuovo stile che cambiò la visione dell'arte e si allontanarono dalle aspettative artistiche attraverso un uso audace del colore e delle forme. Questa mostra venne criticatissima, eppure divenne uno dei momenti più importanti.
Dell'arte moderna. Critici come Gazette diceva che quella mostra era il risultato di un manicomio, altri dicono che solo a degli psicologi potrebbero interessare questi artisti, altri ancora avvertirono i giovani di non entrare nella galleria d'arte per paura che venissero corrotti da quello che c'era all'interno. Anche la stampa condivideva quest'idea, secondo i tabloid questi artisti non sapevano disegnare, i colori erano osceni e un'offesa all'arte. In questa mostra la Woolf vede la rottura con il passato.
Un altro grande del modernismo fu Lawrence, che sostiene nel 1915 ci fu il cambiamento visto da Woolf, nell'anno della Prima Guerra Mondiale. Il mondo per come era conosciuto venne spazzato via. Ezra Pound identifica "l'inizio della nuova era" nel 1922 anno di pubblicazione dell'Ulisse di Joyce. Le sue opere le datava addirittura con p.s.U (post scriptum Ulixi).
Nel 1899 Freud pubblica l'interpretazione dei sogni.
anche questo viene considerato l'inizio del Modernismo, nel 1905 uscì la teoria della relatività di Einstein, nel 1907 vennero dipinte "le demoiselles d'avignon", primo dipinto cubista di Picasso. Nel 1913 vi fu la rappresentazione della "sagra della primavera" di Stravinski nel teatro musicale e nel 1917 la rivoluzione russa (rivoluzione di ottobre). Tutte queste date che si racchiudono in soli 15-18 anni hanno a che vedere con tanti diversi ambiti della conoscenza, ma sono tutte opere che cambiano in maniera radicale il modo di vedere il mondo e di concepire la realtà. Quando inizia un movimento spesso però non vi è una reale data. Se ne scelgono alcune convenzionali, indicative. Per quanto riguarda il Modernismo di lingua inglese gli storici hanno identificato una fase pre-bellica dal 1907 al 1915 e una post-bellica dal 1918 fino al 1930, tutto ciò che viene dopo viene chiamato post-modernismo. Venne scelto il 1907.Perché in quell'anno viene fondata l'Image School di Hulme dove vi è un primo tentativo di modificare lo statuto della poesia. L'Image School è importante per l'imagismo di Ezra Pound. In questa prima fase il focus sta sulla contestazione e il rifiuto della tradizione (soprattutto romantica).
Il vorticismo di Wyndham Lewis è la fase di maggiore contestazione. Nel 1939 siamo alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale e i critici sostengono sia la chiusura del modernismo. Tra queste due fasi (bellica e post-bellica) c'è la Prima Guerra Mondiale come spartiacque che le divide.
La prima fase è progettuale, vengono elaborate le premesse del rinnovamento, c'è distruzione della convenzione. Viene pubblicato Blast di Wyndham Lewis il quale dichiara una drastica reazione al romanticismo e al vittorianesimo e propone un'arte "nordica" ovvero satirica e arricchita dal disarmonico, dal brutto.
Al passo col mondo moderno, il mondo della macchina. La seconda fase c'è un periodo di consolidamento dei risultati acquisiti durante la prima fase distruttiva. Questo nuovo clima viene chiamato "rappelle à l'ordre" (richiamo all'ordine), il quale non significò il rifiuto del periodo precedente, ma una loro rielaborazione in un clima culturale completamente mutato. Si vuole porre l'accento sul recupero della forma, della struttura e della tradizione. Implicò un approfondimento critico e ulteriore sperimentazione.
Il modernismo può quindi anche essere considerato una risposta degli artisti a tutti quei cambiamenti del momento. Negli anni precedenti alla prima guerra mondiale e quelli immediatamente successivi si vide la scomparsa di molte istituzioni e credenze, le classi sociali furono sconvolte dai sindacati, la fede nel re e il patriottismo, il senso di dovere nei confronti della patria furono traditi dalla guerra.
Il patriarcato iniziò a vacillare quando le donne dovettero uscire dalle mura di casa, le quali manifestarono per ottenere anche il diritto di voto. La guerra fece sì che venissero inventati sottomarini, armi nuove e a lunga distanza per la prima volta nella storia. Con una tale carneficina non si riusciva più a celebrare il progresso ed il patriottismo. Di questo passaggio di ideali viene lasciata traccia nelle poesie degli "War Poets", giovani ragazzi destinati a morire nei campi di battaglia. Esempi di queste poesie li abbiamo con Rupert Brooke in "The soldier" e Wilfred Owen in "Dulce et decorum est". Questi due autori assumono atteggiamenti diversi. Il primo muore molto presto, nel 1915, quando la guerra era iniziata da poco. C'era ancora amore per la patria, si pensava che la guerra sarebbe durata poco. Nella sua poesia parla in prima persona, ma l'"io" che utilizza non si riferiva a solo a sé stesso.ma ad un io fittizio (poetico) con il quale si sovrappone, coincide, solo in parte. Parla quindi non solo di sé, ma di tutti i soldati in generale. L'immagine dell'Inghilterra è estremizzata, viene vista come madre e il soldato è il figlio che morendo restituisce le sue membra alla terra che l'ha generato. La morte è sentita come una possibilità molto concreta, vicina ad un obbligo: "If i should die..". Owen invece sottolinea di quanto la guerra non sia affatto positiva e che non si sia nulla di "dolce e decoroso" nel morire in guerra. Questa poesia parla di un attacco con il gas (inizio della guerra chimica, inizia il 22 aprile 1915, combattevano tedeschi contro francesi, i quali si ritirarono improvvisamente senza apparentemente sapere perché, poi si scoprì dell'uso del gas dei tedeschi). La poesia è divisa in 3 parti che parla di tre esperienze diverse. Nella prima ci sono i soldati chesonoin marcia notturna, marcia caratterizzata dalla fatica, l'io che parla è parte dell'azione ("we cursed through sludge"), si sottolinea la fatica e la voglia di salvarsi. Il ritmo delle parole utilizzate in questa prima parte, corte o composte da monosillabi, rendono un senso di rallentamento e fatica. Questa marcia lascia drammaticamente spazio all'attacco del gas, nella seconda parte. Racconta che alcuni ragazzi riuscirono a mettersi gli elmetti protettivi e altri no. Viene descritta la morte di uno di questi ultimi. Qui Owen ci fa entrare direttamente all'interno della scena dell'attacco di gas e ci riesce tramite l'uso delle esclamazioni (es. Gas! Gas!), l'uso delle maiuscole, le ripetizioni. Si passa dal raccontare suoni esterni ai suoni del corpo che muore. Prima di concludere con la quarta strofa, nella terza, c'è il ricordo di questo attacco che ritorna in maniera ossessiva e traumatica. L'ultimaLa poesia strofa finisce col monito velato in cui critica chi diceva ai giovani che la guerra è onorevole, sostenendo che non ci sia nulla di bello. Il lessico di questa poesia non è ricercato, voleva che tutti la capissero. C'è inoltre la ripetizione della lettera D in tutta la poesia che lega i termini importanti per concludersi con il coagulo finale di Dulce et Decorum est. L'esperienza raccontata in tutta la poesia percorre una sorta di asse verticale immaginaria di tutto il corpo umano: parla all'inizio dei piedi (doloranti), passa dai polmoni, agli occhi e infine la mente, al finale della poesia, dove afferma che anche quando il corpo si salva dalla guerra, la mente non lo fa. Come ne parlò poi Freud negli anni successivi, Owen parla dell'eterno presente, ricordi ormai del passato che però data la loro indole traumatica non passano mai, ripetendosi all'infinito nel presente. Owen sposta il trauma dalla vittima dell'attacco di gas,
ovvero il ragazzo che muore, sul testimone sopravvissuto che ha visto morire il compagno. Il pittore J. Sargent fu uno dei più importanti ritrattisti del '900, il quale fece il quadro "Gassed" completato nel 1919. Questo dipinto rappresenta un gruppo di soldati che sono stati esposti al gas durante la Prima Guerra Mondiale. La scena è molto intensa e drammatica, con i soldati che lottano per la vita mentre sono circondati dal fumo tossico. Il quadro è un potente simbolo delle atrocità della guerra e dell'impatto devastante che ha avuto sulla vita dei soldati.