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Innocenti ha dato importanza anche alla fiabistica:

Cenerentola: in chiave liberty, proprio per sottolineare la vacuità di quell’epoca dedita, per

 le donne, molto alla moda. A suo pare Cenerentola è la storia futile di una ragazza che

ambisce a sposare un uomo ricco

Cappuccetto Rosso. Una fiaba moderna: c’è un testo collegato. Città presentata come

 un luogo selvaggio. La bambina del testo si chiama Sofia che viene seguita in un giorno di

tempesta. Una tavola mostra i bambini di oggi. Sofia viene fermata da una banda da

ragazzi in moto, ma un motociclista la salva e con la sua moto le dà un passaggio per

arrivare a casa della nonna. Prima della bambina, nella casa era entrato il motociclista che

rappresenta il lupo. Il motociclista va via da casa della nonna con la faccia da lupo.

Innocenti offre due finali: uno in cui è successo qualcosa di brutto in cui c’è la polizia;

mentre l’altro, migliore, in cui Cappuccetto rosso si ricongiunge alla nonna. Ci chiediamo se

questo sia realmente un lieto fine o no. La società dell’immagine, che imperversa in tutto il

testo, imperversa anche nella scena finale dove tutto è sottoposto all’attenzione mediatica

Chiara Carrer 52

Immagini di non facile comprensione dato che sono estremamente metaforiche.

La bambina e il lupo, tratta da una versione di Cappuccetto Rosso di Paul de la Roule. Il lupo,

nelle illustrazioni, ha più le sembianze di un diavolo che di un lupo. Il lupo violenza Cappuccetto

Rosso e questo viene reso molto bene da tutte le illustrazioni. Versione che la Carrer ha scelto

perché è dalla parte della donna, della bambina che non viene liberata dal cacciatore, ma da sola

con uno stratagemma. Anche in Barba blu la Carrer ha scritto una versione in cui la sposa si libera

da sola e non grazie ai fratelli. La violenza perpetrata sulla donna è esplicita e raccontata con un

linguaggio asciutto.

Lezione 20

Susanna Bassotti, ricercatrice che ha pubblicato di recente un volume su Pinocchio, Leggere,

rileggere un classico.

Ruolo della rilettura dei testi

Non solo si legge ma si rilegge. Rileggere significa leggere come nuovi lettori: siamo diversi dalla

prima lettura, a distanza di anni. Il libro assume una semantica diversa e l’analisi della semantica

cambia.

Rileggere Pinocchio significa leggere un classico della letteratura per l’infanzia con un’ottica

valutativa e interpretativa diversa. Pinocchio è stato oggetto di analisi critica da parte di

numerosissimi studiosi, non solo di letteratura per l’infanzia, ma storici e letterati. Il volume è stato

un classico che ha evidenziato, con le analisi di Cives e Cambi, che nel 1985 pubblica il libro

Collodi, De Amicis, Rodari, in cui confronta tre diversi modi di vedere l’infanzia. I due autori

mettono in luce quell’immagine che sta sotto il burattino che non è di legno ma è vivo e

rappresenta un’icona dell’infanzia.

Susanna Bassotti accenna anche all’aspetto delle riscritture di Pinocchio. Questo classico, come

altre fiabe quali Cenerentola o Cappuccetto Rosso, sono state rivisitate, rilette e riscritte. La

Bassotti ricorda un illustratore molto celebre, Fabian Negrin. Autore molto difficile da individuare:

non ha un suo stile, a differenza di Innocenti. Negrin è capace di cambiare completamente stile.

Per Orecchio Acerbo (casa editrice) Occhio Pin, pubblicato nel 2006,

“attraverso il quale ci da conto delle tante possibilità insite nelle avventure”

(domanda d’esame a partire dalla citazione) Pin non è altro che un pinocchio rovesciato, che

comincia la storia dalla fine e torna verso il suo principio.

Pinocchio ha avuto degli illustratori illustri

Quali illustratori hanno illustrato Pinocchio? Mazzanti, Tosti, Rauch e Innocenti

Rauch ha fatto un libro di Pinocchio in chiave moderna.

L’illustratore è anche un interprete del testo: le immagini raccontano storie uguali, ma diverse.

L’illustratore è anche un interprete del testo; c’è un’esegesi chiara della storia.

Asor Rosa, storico a cui viene dato rilievo su un capitolo della letteratura. Questo autore dedica

delle lunghe pagine a Pinocchio. Afferma che questo classico può anche essere letto come libro di

metamorfosi. Riconosce questo aspetto come il meccanismo fondamentale e, al tempo stesso, il

tema radicale del protagonista. Metamorfosi che in parte emerge in altre interpretazioni: passaggio

dall’infanzia all’adolescenza, quindi diventare uomo e adulto. Metamorfosi in Pinocchio che

consiste nell’abbandono della maschera, lo stato d’infanzia.

Asor Rosa pone in primo piano le inquietudini psichiche che sono indizi alla trasformazione.

L’inquietudine è quello stato che individua un cambiamento, una metamorfosi. Il suo leitmotiv è la

ribellione come l’obbligo di diventare adulti in un mondo dove essere adulti significa la fine

dell’adolescenza.

Interpretazione di Milena Bernardi, ricercatrice che insegna a Bologna e fa parte della scuola di

Antonio Faeti e poi di Emi Beseghi. Bernardi ha scritto un libro, Il cassetto segreto, nel quale

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parla di Pinocchio come un romanzo di formazione. C’è una bildung (indicazione educativa e

formativa) all’interno del classico, ma c’è anche un itinerario iniziatico alla vita. Proprio questo

rappresenta la bildung del testo: insegnare a vivere. Quella fiaba insegna, è una simulazione del

percorso di vita e dei personaggi che incontreremo nella vita.

Bernardi afferma:

“Quel romanzo contiene già le tracce consistenti e indelebili di una poetica della bildung che la

letteratura dell’infanzia contribuisce a fondare”.

Rispetto al precettassimo ottocentesco, Collodi ci dà una bildung, un disegno educativo, e non

un’imposizione forte come il precetto; c’è un percorso di formazione.

Interpretazione di Italo Calvino scrive Perché leggere i classici, in cui afferma:

“Classici sono quelli di cui si sente dire di solito: sto rileggendo…”

I classici si leggono e si rileggono. Il testo fu pubblicato postumo nel 1991. Calvino scrive:

“La gioventù comunica alla lettura, come a ogni altra esperienza, un particolare sapore, una

particolare importanza, mentre in maturità si apprezzano molti dettagli e livelli e significati in più”.

Chi legge costruisce il testo. Il testo cambia perché cambia il lettore: chi legge dà senso e

significato. In gioventù legge in superficie e dà un senso superficiale dando importanza a certi

aspetti. In età avanzata la lettura diventa stratigrafica: diversi livelli di interpretazione che si

sovrappongono. Il lettore adulto ha una molteplicità di registri interpretativi, va più in profondità e

guarda ai dettagli.

“Possiamo tentare allora quest’altra formula di definizione: si dicono classici quei libri che

costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati, ma costituiscono una ricchezza non minore per

ci si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gestirli”.

Il testo si gestisce: il lettore agisce sul testo, lo rielabora dandogli senso e significato.

Calvino inserisce Collodi in questa schiera di testi definiti classici. Di quest’ultimo autore abbiamo

avuto letture stratigrafiche, diverse: c’è chi ha visto la società ottocentesca italiana, chi l’evoluzione

del soggetto.

I classici, per Calvino sono autori che vanno letti e riletti, quindi interpretati.

Milena Bernardi si occupa di un altro grande classico, rappresentato dalla produzione di Charles

Dickens. Scrive Rileggere Dickens come viatico verso la letteratura per l’infanzia. Dickens è

un bambino nell’Ottocento dell’età vittoriana. Dickens nasce come un bambino sfortunato che è

veramente il protagonista di un romanzo e rappresenta anche l’infanzia che precocemente lavora e

viene sfruttata nelle fabbriche. Dickens lavora per aiutare la mamma, mentre il padre è in carcere,

in una fabbrica di cera per le scarpe. È già, per il suo percorso, e lo vediamo dalle pagine

autobiografiche molto ricorrenti nei suoi romanzi, un rappresentante dell’Inghilterra dell’Ottocento

che vede, nella prima metà del secolo, l’apparire della classe media della borghesia che ha

compiuto la sua parabola ascendente. David Copperfield è l’opera che rappresenta l’apogeo di

quella classe borghese. David è un borghese che ha raggiunto l’agiatezza e il prestigio sociale.

Rappresenta la borghesia come classe politicamente pulita, ingegnosa e laboriosa. David

rappresenta l’onesto borghese che lavora e che nella società ha un ruolo produttivo.

Il concetto di lavoro assume un valore positivo con l’avanzare della classe borghese. C’è una

riconfigurazione nel concetto di lavoro, della valutazione del lavoro, della società che lentamente si

trasforma e si industrializza. La borghesia è il nucleo portante di questo cambiamento.

David ascende nella società e nella considerazione sociale.

Per la Bernardi l’elemento centrale di questo romanzo è la visione dell’infanzia:

“I bambini dickensiani quasi sempre vestiti di stracci e di cenci, sporchi e affamati, smarriti sul ciglio

della strada e in quartieri in cui piove cenere sui loro volti anneriti dalla fuliggine e dallo sbigottimento

che quello stato di estrema emarginazione procura. Quei bambini interpretano il trauma

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dell’abbandono, il mistero della nascita, l’afasia e l’anonimia di chi non ha un nome, l’enigma del

romanzo familiare: l’orfanatezza”.

Nell’Ottocento abbiamo il fenomeno dell’abbandono, della ruota. In Dickens vediamo anche quella

Londra degli attracchi sul Tamigi dove alberga la mala vita, i delinquenti. Dickens ci parla di questi

porti, delle prostitute e di quest’infanzia che è abbandonata e sfruttata.

Secondo la Bernardi questi orfani richiamano gli orfani della fiaba. Rispetto a questi ultimi:

“Quegli orfani si sporgono oltre il confine del bosco, affrontando, nella trama romanzesca,

l’avventura di itinerari formativi punteggiati da successive fasi di esperienze iniziatiche”.

Sono personaggi che intraprendono un percorso iniziatico. Rispetto alla fiaba, in cui il bosco è

inquietante e nasconde quell’infanzia, la carpisce, nei romanzi dickensiani sono protagonisti che si

immergono nell’avventura, sono intrepidi e coraggiosi.

Dickens 1812-1870, copre l’arco temporale della grande Inghilterra vittoriana.

Dickens contiene in scena i romanzi dell’illusione e della delusione. L’autore scrive nel 1848-

1849 David Copperfield. Quella è la fase dell’entusiasmo e dell’illusione. Dalla metà

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Publisher
A.A. 2016-2017
67 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flavia_395 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Bacchetti Flavia.