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PRINCIPALI ROMANZI PER BAMBINI

“Alice nel paese delle meraviglie” pubblicato nel 1865 da Lewis Carroll. È il primo libro scritto per

bambini, per divertire una bambina, Alice. Con Alice i bambini iniziano a provare piacere nel

leggere e a commuoversi. La letteratura contiene un mistero, mentre la pedagogia un messaggio

ben chiaro.

Il libro è dedicato ai numerosi cambi di umore di Alice e al suo sguardo infantile, così diverso dagli

adulti. Carroll era terrorizzato dall’idea che Alice manifestasse dei segni dell’adolescenza. Sperava

che lei non crescesse. Alice è il grande paradigma di ogni crescita al femminile. 30-09-2015

La letteratura per l’infanzia non è sempre esistita, ma è recente nella storia occidentale perché

recente è l’attenzione verso l’infanzia. In particolari i puritani ebbero questa attenzione: ci si può

salvare solo se si legge direttamente la Bibbia, rapporto individuale con Dio, quindi bisogna saper

leggere, il prima possibile (può succedere di morire giovani). Si inizia a scrivere quei libri per

bambini, anche storielle di stampo molto religioso. Questa è la prima letteratura per l’infanzia che

dura dal ‘600 a metà dell’800.

Alice è il primo libro non pedagogico, anzi prende in giro gli insegnamenti dell’era vittoriana. Entra

nel libro un’infanzia più vera dei libri precedenti: Alice non è né buona né cattiva, è gentile, sbuffa,

irritata, alterna stati d’animo come tutti i bambini. Gli adulti sono visti come terribili, crudeli e

inaffidabili. È un libro che fornisce un paradigma della crescita al femminile: per la prima volta

qualcuno nota che il passaggio dall’infanzia all’età adulto non è scontato, ovvio, naturale, ma

doloroso, sofferto per chi lo vive. I mutamenti improvvisi per il corpo sono qualcosa che Carroll

considera come mostruosi per Alice. Sembra quasi che ai bambini, guardandosi allo specchio, non

si riconoscono più. Non possono controllare questo passaggio. Tutta la vicenda di Alice ha la

qualità dell’incubo, non di sogno. Piange spesso, non sa dove andare, nessuno la capisce e lei

non capisce nessuno. Tragico così come è la crescita. Carroll dice che la crescita è inevitabile, ma

drammatica, perché si perde per sempre l’infanzia. È un peccato. Non si può non crescere (Barrie

farà un grande passo avanti dicendo che si può non crescere. Ma è l’inizio della rivoluzione). La

metafora sulla sepoltura dell’infanzia: le avventure di Alice si svolgono sottoterra. Con questo libro

lui fa a Alice sia un dono che un funerale, perché capisce che da lì a poco quella bambina morirà

come bambina, non ci sarà più.

Poco tempo dopo qualcosa accadde che fece sì che la famiglia Liddell smise di fargli vedere le

figlie, quindi per molti anni poi non vide più Alice. Lo richiameranno in casa Liddell quando sta per

sposarsi, a 18 anni, e gli chiedono di fargli una foto da ancora non sposata (lui era un fotografo

bravissimo). Non sappiamo cosa provò Alice, perché non scrisse mai un diario, possiamo solo

immaginarlo. Se Carroll l’ha scritto così è perché era dispiaciuto.

In realtà l’idea che l’infanzia deve morire, è un’idea antichissima dell’umanità, con i riti di

iniziazione: i bambini delle tribù crescono liberamente, poi arriva il momento in cui si avvicinano

all’età della pubertà e si sentiva necessario un rito che uccidesse l’infanzia così che l’adulto

potesse fare parte della comunità. Dunque l’infanzia è molto vicina alla morte nel senso ancestrale

perché per essere accettata come adulto bisogna far morire delle parti di sé. Alice è il primo

esempio di questa letteratura, secondo cui non si cresce seguendo l’educazione, per gli antichi

bisogna soprattutto morire. Anche noi chiediamo ai bambini di rinunciare a qualcosa di loro nei

banchi di scuola. La letteratura per l’infanzia sente che c’è un dramma.

Nel 1868 Louisa May Alcott, americana, scrive “Piccole donne”. Un altro incredibile testo che è

sempre in stampa. È un libro che fu allora rivoluzionario e ancora prezioso per noi perché

Quattro sorelle, in epoca civile negli Stati Uniti, il padre è a combattere. È un mondo molto al

femminile perché le donne dovevano impegnarsi per vivere. Piccole grandi avventure a casa o

intorno a casa e si assiste alla loro crescita. La protagonista è Joe, una ragazza diversa con uno

stile di ribellione, autonomia, mai visto prima, viene chiamata ragazzaccio, si taglia i capelli corti.

Non si vuole sposare, vuole scrivere e vuole guadagnarsi da sola da vivere. Era impensabile! Le

donne erano mantenute dai mariti. Viene considerata una ragazza un po’ ribelle. È un po’ la

reincarnazione della scrittrice, che si manteneva da sola. Louisa Mau Alcott, era la figlia di un

uomo che aveva idee nuove sull’educazione. La cosa interessante è che non c’è solo Joe e la sua

proposta di matrimonio, la sua determinazione, ma ci sono 4 sorelle estremamente diverse tra di

loro e tutte hanno il diritto di vivere il loro destino come vogliono. La sorella più grande vuole una

vita tradizionale e potete averla. Emy vuole fare la pittrice, è vanitosa e ha il diritto di vivere. Beth è

la figlia fragile, malaticcia, buonissima, è solo pronta a dare e non vuole niente in cambio. Nessuna

di lor è sbagliata. I modi per essere donna sono moltiplicabili, per la prima volta.

Nel 1869 Florence Montgomery scrive “Incompreso”. È la storia di due fratellini a cui muore la

madre quando hanno 7 e 4 anni. Il bambino è angelico, biondo, occhi azzurri, e non capisce molto

bene quello che è successo. Il più grande era legatissimo alla mamma. Come tutti i bambini che

soffrono inizia a manifestare comportamenti devianti, viene sempre frainteso e comincia un

conflitto con il padre: sempre punito e non compreso, si allontanano sempre di più. Finisce

drammaticamente. È la prima volta che si dice che l’infanzia noi non la conosciamo, non la

capiamo. Sta profondamente dalla parte di questo bambino non capito. C’è poi l’amore smisurato

del padre verso il bimbo piccolo. Conflitto tra fratelli: uno che si sente sempre meno amato

dell’alto.

1876 Mark Twain scrive “Tom Sawyer”. È un libro straordinario ancora oggi, soprattutto in

America. Tom Sawyer è la storia di un monello, è un orfano affidato alla zia, insieme al fratellastro,

buonissimo. Lui vuole sovvertire le regole. Fa cose per cui il lettore si affeziona a lui. Tom non ce la

fa a non fare marachelle, perché molto vitale e curioso. Le sue intenzioni non corrispondono mai a

quello che vuole la zia, per questo viene sempre punito. È di un’intelligenza straordinaria. La zia in

cuor suo, in realtà adora Tom, lo fa ridere. Lui si innamora di Becky, la ragazza più carina della

scuola. La scuola è vista come una prigione. Con il suo migliore amico esplorano tanti luoghi:

come l’isola, dove vanno perché vogliono la libertà. Gli adulti, non trovandoli, pensano che siano

morti. Poi si stancano e decidono di tornare, trovano tutti in chiesa a celebrare il loro funerale (=

funerale dell’infanzia). Tom e Huck (il suo migliore amico) decidono di andare al cimitero di notte e

mentre sono lì assistono ad un omicidio e nasce in Tom un conflitto sul dire la verità. Vanno spesso

in una casa abbandonata, un altro luogo di attrazione, dove scoprono che c’è un tesoro. Gita

scolastica in delle grotte, dove lui e Becky si perdono (= altro simbolo di sepoltura dell’infanzia).

1878 Hector Malot scrive “Senza famiglia” (la versione a cartone animato è Remì). È la storia di

un altro orfano. Molti protagonisti sono orfani perché ciò consente all’autore di fare i protagonisti

liberi, in grado di cercare la loro identità. Se non hai un cognome ti devi trovare da solo chi sei,

vivendo, facendo incontri. È il personaggio ideale della letteratura per l’infanzia. Remì è un

bambino che da neonato si trova sul selciato di un convento e un signore, ubriaco, si ferma e vede

che è avvolto in coperte prestigiose. L’intenzione è ricevere denaro da questo ritrovamento. Lui

parte e sta via anni. La moglie decide di tenere il bambino e la sua storia inizia a 8 anni. Il marito

torna e rimane sconvolto. Di notte Remì scopre che non è la vita che credeva la sua. Il marito la

mattina dopo lo porta in città per non tenerlo in casa. Mentre è in osteria, c’è un vecchio circondato

da animali, è un artista di strada. Vede il bambino spaurito e interviene, dicendo che lo compra lui.

Inizia così l’avventura di Remì insieme al signor Vitali, che lo fa viaggiare per tutta la Francia. Remì

impara a leggere, a scrivere, a suonare… Si affeziona al vecchio e inizia ad amare questa vita per

strada. L’autore scrive il libro con precisi intenti didattici: la geografia della Francia. Voleva invitare i

bambini ad essere grati alla loro famiglia per avere qualcuno che li protegge. Ma i bambini hanno

visto il contrario di quello che l’autore in realtà voleva. Alla fine Remì troverà la sua famiglia.

06-10-2015

Gran parte dell’umanità intuiva che l’infanzia era antropologicamente vicinissima alla morte.

L’infanzia la doveva attraversare per crescere. I riti, al compimento di una certa età, i bambini

venivano rapiti, strappati alla famiglia, da creature mostruose (anziani del villaggio mascherati e

d’accordo con i genitori) o accompagnati direttamente dai genitori e poi li abbandonavano

(ESEMPIO. Hansel e Gretel). I bambini si perdevano, dovevano affrontare le avversità e spesso

giungevano a una capanna (quella dello sciamano), di solito allestita come se fosse una bocca

spalancata di un animale, come inghiottiti e poi liberati, vivi e diversi: adulti. I bambini potevano

essere drogati, attraversavano una morte apparente (ESEMPIO. Biancaneve, la bella

addormentata). Quando questi riti iniziarono a sembrare troppo cruenti vennero sostituiti dalle

fiabe. L’infanzia è quindi antropologicamente vicina alla morte. Differenza tra la morte per i bambini

e la morte per gli adulti: noi la teniamo e cerchiamo di esorcizzarla, mentre per l’infanzia è un

passaggio, un mistero, un altrove in cui i bambini si devono addentrare e può prendere varie forme

(ESEMPIO. l’isola che non c’è).

I bambini sono attratti dall’altrove, come soglia verso un altro mondo (ESEMPIO.

Dettagli
A.A. 2015-2016
25 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher samantha.moscato di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Grilli Giorgia.