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INGHILTERRA IRLANDA(Angli e Sassoni) E (Celti)
L'Irlanda non fu mai stata colonizzata dai romani e c'erano i Celti che furono evangelizzati da Patrizio nel IV-V secolo, poi da altri movimenti monacali tra cui Agostino mandato da Gregorio Magno. I celti erano divisi in clan e ognuno di questi aveva un druido (stregone), erano molto vicini alla forza della natura, i fili erano dei poeti addetti a tramandare la cultura celtica. Nasce qui il monachesimo irlandese che come caratteristica particolare non conosceva il latino e quindi non poteva leggere i testi sacri. Perciò venne attuato un sistema rigido di studio (grammatica latina), conservazione e produzione: svilupparono un latino particolare. La letteratura è di tipo isperico: difficile, complessa, ampollosa, un impasto linguistico tra latino classico e termini desunti da altre lingue e dal volgare. I monaci irlandesi peregrinarono in Scozia e nel continente portando la loro fede e cultura. Questo diede vita a un
importante fenomeno letterario e nuovi impulsi.
- Culumcille.
- Colombano: monaco irlandese che fondò i monasteri di Roxeille e S. Gallo in Francia, e Bobbio in Italia. Scrisse la Regola di Colombano che fu presa come modello fino al periodo carolingio. Prevedeva ferrea obbedienza all'abate, necessità di studio e viaggi-studio per diffondere la cultura nei territori non cristiani.
- Gilda il Saggio: inglese, scrisse De excidio Britanniae la più antica cronaca britannica con annunciati i castighi di dio per la corruzione civile ed ecclesiastica del popolo. Opera di storiografia ecclesiastica, vicina all'agiografia.
S VII ( + ) ECOLO APPUNTI LIBRO
Periodo più duro dell'alto Medioevo. Ci sono due grandi cambiamenti:
- l'Impero romano sta peggiorando economicamente e questo causa il progressivo dissolversi dell'organizzazione statale, crisi interne e lotte per le successioni;
- i centri urbani vengono abbandonati per la campagna e decadono.
I proprietari terrieri stabiliscono nella curtis che aveva autonomia economica (produzione e consumi), questo ridusse fortemente gli scambi nelle città, perlopiù in natura, e le attività commerciali con aree geografiche lontane (difficoltà trasporto mal organizzato e pericolo arabo nel Mediterraneo).
In Occidente le tre grandi tradizioni (romana, cristiana e germanica) cercano nuovi equilibri in tutta Europa, uno sforzo che assorbiva le energie degli intellettuali.
Produzione letteraria del VII secolo: migliore produzione letteraria nella Penisola Iberica e nelle Isole. Spagna e Inghilterra avevano delle scuole vescovili che raggiungevano anche i livelli più alti al di fuori della vita ecclesiastica. Forte incremento in:
- agiografia: schemi standardizzati;
- visioni: personaggi ecclesiastici;
- studi linguistici: grammatiche, glossari, ecc. per la salvaguardia del latino contro i cambiamenti germanici (nascono lingue romanze differenti);
- testi giuridici:
ITALIA: l'Italia è invasa dai Longobardi e dai Bizantini, la produzione letteraria è scarsa e il papato è in continua lotta per il mantenimento degli equilibri con questi popoli. Venezia, Ravenna, Roma e sud Italia sono sotto Costantinopoli e c'è molta vivacità artistica e letteraria portata da intellettuali e artisti orientali, ma non stimola un'importante letteratura latina. Nello Stato longobardo vi è un vuoto letterario. Pochi testi liturgici ed epitafi. Difficile ricavare un quadro d'insieme per questo secolo. Importante è l'Editto di Rotari, una raccolta di leggi del 643, la prefazione Origo gentis Longobardorum (671) è un trattato sulle origini dei longobardi, una fonte storica usata successivamente da Paolo Diacono.
Da menzionare l'opera di uno Stefano: Rhythmus de Synodo Ticinensi, narra in versi i...
Meriti dei re Longobardi del VII secolo.
AFRICA: non menzionata.
PENISOLA IBERICA: sotto il quasi totale dominio visigotico, solo qualche provincia è ancora dominata da Costantinopoli finché anche queste non furono conquistate dai re dei Visigoti.
Nel VI secolo si convertono i Visigoti grazie all'azione di Leandro da Siviglia, fratello di Isidoro e amico di Gregorio Magno. Nel VII secolo i regnanti visigoti sono favorevoli a uno sviluppo culturale per un ceto colto e perciò vi fu una straordinaria fioritura letteraria. La fusione tra elementi germanici e romani fu veloce e ben presto i Visigoti si convertirono al cristianesimo.
- Isidoro: [lettura in classe] uno dei maggiori rappresentanti dell'erudizione medievale. Istruito dal fratello Leandro (orfani di padre) ricevette una formazione ampia e severa, episcopale, susseguì il vescovato a Siviglia dopo Leandro (600). Riorganizzò la chiesa spagnola e la sua cultura, raccolse i canoni.
Nell'Hispana (diritto), organizzò il IV concilio di Toledo (633), aveva rapporti con la corte visigotica. La sua produzione letteraria è molto ampia e unitaria nell'impostazione, fu un impegno di raccolta di testi antichi che durò fino alla sua morte (636). Realizzò una sintesi del sapere romano per la conservazione e la formazione della nuove elite politica visigotica, fa uso della cultura classica in modo nazionalistico per una conoscenza globale e unitaria. Lo fa in modo semplice e adatto alla comprensione di molti. Il metodo grammaticale è fondamentale per Isidoro. Tutta la sua opera è una proposta organica si sistemazione della cultura ai fini della formazione.
a. Produzione ecclesiastica: grande familiarità con testi sacri dimostrati da numerose opere e dalle tecniche di interpretazione, in particolare quella esegetica teologica e morale.
- Allegoriae quaedam sacrae Scripturae: tra i suoi numerosi testi religiosi questo
hamaggiore rilievo perché da l'interpretazione allegorica e tipologica di quasi 250 personaggi della Bibbia e dei nomi.
Liber numero rum qui in sacris Scripturis occurunt: analizza valore mistico e religioso dei numeri.
Sententiae: meditazioni attinte da Agostino e Gregorio Magno su Dio, Anticristo e il male (libro 1°), sapienza, fede, carità e predestinazione (libro 2°), diavolo, preghiera, monaci, rapporti fra re e sudditi (libro 3°).
Produzione storiografica:
- De viris illustri bus: prosegue opera di Gennadio aggiungendo varie biografie, 13 di illustri uomini ecclesiastici o letterati spagnoli, tra cui Leandro.
- Chronica maiora: espone sommariamente avvenimenti dall'origine dal mondo al 615 con attenzione a guerre, eresie, miracoli e personaggi politici e culturali.
- Storia dei Visigoti, Vandali e Suebi: usa fonti scritte, narra delle origini e degli episodi importanti fino al 620/625 (due versioni: difficile dire se sono entrambe di Isidoro).
Prevale un senso nazionalistico.
Produzione enciclopedica: sezione più importante, comprende tre opere che corrispondono nei titoli ai capitoli della grammatica tardo antica: le differenze fra le parole simili, le etimologie e i sinonimi.
- Differentiarum libri duo: composto da De differentia verborum (parole: elenco alfabetico con 600 parole simili con differenze nel significato o grafia o pronuncia) e De differentiis rerum (trattato dottrinale con temi cristiani confrontati: differenza fra demoni, angeli e uomini, fra uomini e bestie, fra parti del corpo umano).
- Origines o Etymologiae: opera principale, 20 libri (terminati da Braulione dopo la morte di Isidoro). Cerca attraverso l'etimologia di risalire alle radici e alla verità originaria per conservare e diffondere conoscenze altrimenti perdute di diversi campi del sapere. Lavoro di schedatura che cerca nei testi antichi la storia della parola in linea con interpretazioni allegoriche e tipologiche. Esposizione piana.
Echiara con carattere unitario. Una grammatica di tutto il sapere con un progetto sistematico. I libri sono divisi per argomento (vedi schede o pagina 25 libro), una ripartizione incoerente ma forse non voluta da Isidoro. Fonti svariate da testi che oggi sono perduti, quindi il suo testo è oggi doppiamente importante: ci informa sull'livello di informazione dell'alto Medioevo e per la trasmissione di passi di opera altrimenti ignote. Fondamentale per la ricchezza di dati e per la delineazione puntuale della vita e conoscenze di questo periodo storico.
Synonimorum libri duo o De lamentazione animae peccatricis: combinazione di esigenze grammaticali e problemi spirituali affrontati in un dialogo fra l'anima e la ratio (ragione) con uno stile diverso rispetto alle altre sue opere, abbandona le rime e usa minime variazioni sostituendo di volta in volta un termine con il suo sinonimo (stilus Isidorianus). Ogni concetto viene quindi esposto con espressioni sinonimiche diverse.
Secondo un criterio grammaticale e concetti dottrinali. Obiettivo sell'opera è dimostrare con la lingua e la sua conoscenza siano indispensabili per il perfezionamento morale dell'uomo. Unisce cultura classica e quotidianità cristiana.
De ordine creaturarum e De natura rerum: argomenti più scientifici ma non ovviamente fondati. Tratta del calcolo calendario, stagioni, sole, luna, segni del tempo, fisica, geografia, fiumi, terremoti, ecc. traendo informazioni da testi anche letterari e quindi privi di intenzioni di esattezza scientifica.
Braulione: amico e allievo di Isidoro, vescovo di Saragozza, riordinò gli scritti del maestro e questo diede vita a molteplici discussioni a riguardo, sull'originalità delle opere di Isidoro nell'assegnazione delle sezioni della produzione enciclopedica. Scrisse molte lettere per re ed ecclesiastici spagnoli.
Toledo è il centro culturale con maggiore rilievo, caratterizzato dall'apporto
Importante di tre vescovi che si distinguono per la loro produzione letteraria:
-
Eugenio: prevalentemente poeta, formazione culturale con Braulione, nominato vescovo di Toledo nel 646 componendo trattati teologici (perduti) e due libri letterari, uno in versi e uno in prosa che rielaborano il Satisfactio di Draconzio, preceduti da una lettera in prosa con l'esposizione dei criteri a cui si è attenuto. Modelli sono Orazio, Marziale, ecc. Una riedizione aggiornata poeticamente e religiosamente (precisazioni dogmatiche). Oggi esiste solo quello in versi e forse non tutto completo. 100 carmi con introduzione con vari tipi di metro. Argomenti vari tra cui scientifici, morali, ecc. Ci rimangono anche due lettere, una per Braulione.
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Ildefonso: successore di Eugenio, monaco poi abate, vescovo nel 657. Scrisse molte opere in prosa e versi, oggi perdute. Importante è De virorum illustrium scriptis dove narra 14 bibliografia di personaggi spagnoli tra cui Isidoro, anche lo stile