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IMBORGHESIMENTO DEL PROLETARIATO
e il tema è sempre l’ , la perdita della
naturalità. Per rappresentarla, Pasolini fa un paragone fra la scomparsa delle
lucciole dalla campagna (ossia la perdita di ciò che era autentico nella natura), causata
della cementificazione e dal mancato rispetto della natura, e il mutamento antropologico
in atto nella società a lui contemporanea.
I giovani sono per Pasolini il termine simbolico di rappresentazione della
contemporaneità, testimoniano ciò che una società è in un dato momento. Ad un
certo punto i giovani italiani cambiati non gli piaceranno più e per questo viaggerà a
lungo con Moravia in Africa e in Asia.
Nell'esotismo essi riconosceranno l'autenticità perduta dall'Occidente e
racconteranno l’incanto di queste terre incontaminate, i cui modelli di vita ancora
rispondono ancora a riti immutati nei secoli.
È stato tracciato un atlante dei viaggi degli scrittori italiani, che ridefiniscono il mondo,
politico-ideologici.
talora con pellegrinaggi Frequenti quelli in URSS, poiché la maggior
parte degli intellettuali erano militanti attivi di sinistra, vicini al Partito Comunista e a
quello Socialista e dunque curiosi di verificare il funzionamento del modello comunista
(Calvino, Moravia), negli USA (vi andranno, tra gli altri, i futuristi attirati dallo dinamicità
del Nuovo mondo) e in Oriente (in particolare Indonesia, Thailandia, Laos, Cambogia,
caratterizzati dalla vitalità linguistica ereditata dal dominio francese). L'esotismo non
raggiunge però luoghi centrali per la cultura francese post-colonialista, ad esempio la
Tahiti di Gauguin.
Ritroviamo tali temi nella letteratura italiana degli anni '50, ad esempio in Dacia Maraini,
che visse la sua adolescenza in Giappone e, allo scoppio della guerra, lì finì in un campo
di concentramento con la sua famiglia.
In questo clima si colloca l’introduzione di diversi problemi nella letteratura: quanto del
Neorealismo arriva agli anni ’50? Fino a quale data ha ancora senso di parlare di esso?
Alla metà del decennio il fenomeno è terminato, ma si apre un dibattito lungo e
complesso, che attraversa l’ala sinistra della critica italiana. In particolare Salinari pensa
Metello
di aver identificato il passaggio tra Neorealismo e Realismo nel di Vasco Pratolini.
Quest'ultimo, insieme a Vittorini, ebbe un percorso particolare, poiché da giovani a
Federazione giovanile fascista.
Firenze erano entrambi iscritti alla Il loro cambiamento di
orizzonte ideologico avvenne in concomitanza della Guerra di Spagna. All’inizio degli anni
’40 c’è un grande cambiamento che attraversa i giovani intellettuali italiani, riuniti
Primato,
intorno alla rivista che dà voce allo sbigottimento del trovarsi insieme ai
Tedeschi soli contro tutto l’Occidente. Vittorini diventa un intellettuale di punta, inizia
Il Politecnico
l’esperienza de e nel PC, mentre Pratolini ambienta le sue opere a Firenze.
Egli racconta in una serie di romanzi l’aspetto popolare dei suoi personaggi, che si
muovono in modo tipico: se uomini impiegati nelle nascenti industrie fiorentine, se donne
Metello
nella occupazioni domestiche o nella tessitura e nel ricamo fiorentino. In è messa
in scena la presa di coscienza di classe del protagonista, inizialmente interessato solo
alle donne e a guadagnare i soldi per divertirsi, poi gradualmente partecipante attivo a
scioperi e lotte operaie.
La ricerca è quella di una forma narrativa forte, perché gli scrittori ebbero sempre
ben presente che tra ’800-‘900 in Italia mancava una narrativa realistica con le stesse
caratteristiche di forza e importanza dell’esperienza francese o russa e, in generale, del
romanzo europeo. Quando esso c’era stato, ad esempio con Svevo o Pirandello, non
aveva scelto forme realistiche. In
Italia una linea più forte, ma meno conosciuta, è quella della surrealtà di Landolfi, Savino
(La scacchiera oltre lo specchio).
e Bontempelli Queste strutture narrative non sono
quelle del fantastico, ma quelle della critica sociale, poiché si tratta una surrealtà
deformata per parlare della realtà vera (sociale, critica, psicanalitica…). Gli scrittori
tentano di narrare in forma nuova, non neorealistica, poiché il dibattito del Neorealismo
è portato all'esasperazione e il tema bellico e la stereotipizzazione dei personaggi hanno
annoiato il pubblico. Per uscire da questa situazione Calvino approderà al fantastico,
Giorgio Bassani riuscirà emozionalmente a fare i conti con il suo essere un ebreo (che
fuorilegge),
dal ’38 si era ritrovato grazie a una serie di romanzi in cui il protagonista è
un giovane. La vicenda si trasforma spesso nell’autonarrazione di Bassani, che aveva
vissuto a Ferrara il rifiuto dei compagni e della società. Il tema è politico, ma quando
impatta con la vita quotidiana di un adolescente diventa una ferita aperta. Bassani non
Gli occhiali d’oro,
venne considerato molto allora, oggi è rivalutato soprattutto per uno
dei primi romanzi a raccontare il drammatico rifiuto della società a causa
Liale
dell’omosessualità. Sia Bassani che Cassola erano bollati come le della letteratura
(Liala era il nome coniato da D’Annunzio per una scrittrice divenuta nota negli anni ’30
grazie ai suoi diffusissimi romanzi rosa, incentrati sulle vicende di una ragazza bella e
modesta, innamorata di un aviatore, uomo ricco, virile e donnaiolo che alla fine la
sposava). Bassani, in realtà, era molto colto e dirigeva una delle collane di narrativa.
Negli anni ’50 si innestano una serie di casi editoriali, ovvero polemiche dovute alla
mancata pubblicazione di libri che poi, pubblicati da altri, divennero capolavori di grande
Il Gattopardo.
successo, primo fra tutti Tomasi di Lampedusa era un anziano nobile
siciliano che elaborò questo affresco della Sicilia, e dunque dell’Italia, del 1860, allo
sbarco dei Mille, rappresentando la vita del ricco Principe di Salina e della sua famiglia e
l’atteggiamento, comune ai proprietari terrieri, rispetto al nascente stato italiano. Alcune
Per non cambiare
frasi del protagonista divennero uno stereotipo ideologico, ad esempio
niente bisogna cambiare tutto, in cui è sintetizzato l’immobilismo delle classi sociali più
agiate, l’aspirazione al mantenimento delle gerarchie e, più in generale, l’esorcismo del
cambiamento. La casa editrice Feltrinelli, che lo pubblicò, era allora una delle
protagoniste della scena letteraria, quasi rivoluzionaria per il suo posizionamento a
sinistra e per il suo fondatore Giangiacomo Feltrinelli, ucciso in circostanze misteriose,
mentre piazzava esplosivo su un traliccio. Grazie a questa casa editrice si afferma un
modo diverso di fare cultura: catene di negozi decentrati come luoghi di cultura e
incontro, forte posizionamento online, creazione di una Fondazione rivolta ai giovani.
Si precisa sempre più l’importanza di elementi interni ed esterni al sistema libri, che
merce,
pubblicizzano e rendono il libro sempre più una come i premi letterari. Nell’età
dell’industrializzazione si assiste all’avvento di essa anche nel mondo della cultura,
poiché si passa dall’editoria artigiana a quella su larga scala. L’editore continua a
mantenere la titolarità (Mondadori, Garzanti, Einaudi), ma il livello aziendale passa da
quello familiare a quello industrializzato, ad esempio l’Einaudi, casa editrice di sinistra è
stata costretta 25 anni fa, in seguito ad una crisi, a “virare a destra” a causa dell’entrata
nella holding Berlusconi. Tra le novità degli anni ’50 ci
furono la crescente alfabetizzazione culturale degli italiani, che iniziano a comprare
più libri e la diffusione della televisione, inizialmente nei luoghi pubblici, dopo il boom
del ’60 nelle case private. Come sostiene De Mauro, grazie a questo elettrodomestico,
l’Italia acquista una lingua nazionale unitaria (italiano standard). Il dialetto e il suo
rapporto con la lingua acquista una dimensione differente, poiché se prima esso serviva
a dare colore locale e aumentare il tasso di verosimiglianza e realisticità,
successivamente inizia ad esprimere una valenza antagonista e antisistema, un
recupero dell’autenticità che è la prova di una diversità o di una marginalità rispetto al
sistema dominante e in tale ottica la letteratura alta è sempre meno desiderabile.
Saranno gli anni ’60 a legittimare al massimo l’idea di una letteratura diversa, che possa
configurare una cultura anch’essa diversa, opposta al sistema o comunque pronta a
marcare la sua diversità. Negli anni ’50 si ha dunque la grande forma romanzo di
Pasolini, Moravia, Calvino e contemporaneamente lo slabbramento e la pressione di chi
vuole raccontare in modo nuovo la società, a partire dalla gestione di forme di cultura
differenti.
24/10/2018 Ragazzi di vita
La prefazione di è scritta da Vincenzo Cerami, che fu alunno di Pasolini alla scuola
elementare di Ciampino e ne sposò la nipote. Nel 1954 l'autore scrive al suo editore Livio
Garzanti una lettera in cui spiega capitolo per capitolo la struttura del romanzo, sebbene in
realtà ogni capitolo sia un microtesto (alcuni erano stati già pubblicati con delle varianti)
all’interno di un macrotesto che copre il lasso di tempo dalla fuga dei tedeschi dalla Roma
liberata al 1950-1951. La lettera di Pasolini chiariva anche la poetica sottesa all'opera, ossia
l'indagine etnologica sulle borgate romane nel dopoguerra, sede dei soggetti più deboli. Nel
primo romanzo, ad esempio, Pasolini descrive i ragazzini che vivono tra Roma Ovest e il
centro poiché si era trasferito proprio lì. La voce pasoliniana è molto connotata politicamente
ed eticamente, perché il suo obiettivo è dare voce diretta a una classe sociale geneticamente
esclusa dalla letteratura. Il protagonista è il Riccetto e quasi tutti i personaggi hanno un
soprannome che richiama una caratteristica fisica o comportamentale, ci sono pochi nomi
protagonista-pretesto,
anagrafici. Il Riccetto è un una figura di servizio per raccontare il
mondo delle borgate e del proletariato romano.
Il libro si inserisce in una vasta produzione pasoliniana, non tutta pubblicata, ma ha sicuramente
(Una vita violenta) (Rio della grana)e
un seguito edito e uno inedito si colloca
Realismo.
precisamente nella nozione di
La lingua è il romanesco, non quello "normale", ma il gergo della malavita, in un’operazione
sperimentale che ingloba il parlato de