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Il significante
Il significante è un segno grafico oppure un suono, o entrambe le cose. Su di esso le operazioni sono selezione e combinazione. Selezione del significante: scegliere ad esempio alcune consonanti al posto di altre... Combinare i significanti: per instaurare rapporti di suono. Grado Zero: usare le parole più comuni senza particolari accorgimenti. Straniamento: reazione del lettore di fronte ad un linguaggio/stile insolito. La poesia si basa su questo. Scarto: differenza tra la lingua comune e lo stile usato dal poeta. Figure retoriche: operazioni linguistiche che consentono di allontanarsi dal grado zero e quindi provocare lo straniamento.
LA RIMA
Due versi sono in rima quando terminano con due parole la cui parte finale, a partire dall'ultima vocale accentata, è identica. La rima instaura una relazione tra le parole e le frasi e crea un legame di suono. Metrica: leggi che regolano il funzionamento del codice poetico (lunghezza dei versi, numero di sillabe,...
rima…)
Rima al mezzo: la parola in rima è posta a metà del secondo verso, si crea una pausa nel secondo verso.
Rima interna: è nel secondo verso ma non a metà.
gRaDo Di RiPeTiZiOnE♥ Rima identica: due o più versi terminano con la stessa parola♥
Rima equivoca: la rima pone in relazione due significanti uguali, ma che hanno significati diversi (porto, nome e porto, verbo)♥
Rima ricca: le parole hanno in comune altri suoni oltre che la parte finale (perdona, padrona)♥
Rima ipermetra: un verso ha una sillaba in più che segue la rima (amico, canicola)
DiSpOsiZiOnE♥ Rima baciata: i versi in rima sono uno di seguito all’altro (AA BB CC…)♥
Rima alternata: i versi in rima si alternano (AB AB…)♥
Rima incrociata/chiusa: (ABBA CDDC)♥
Rima incatenata/dantesca: (ABA BCB CDC…)♥
Rima ripetuta: viene ripetuta una sequenza particolare di versi in rima: (ABC ABC…ABA
- ABA…
- ABCD ABCD…)♥
- Rima invertita: i versi legati dalla rima si ripetono, ma non nello stesso ordine (ABC, BAC…)♥
- Rima libera: non viene seguito uno schema fisso♥
- Versi sciolti: non ci sono rime.
FIGURE DI SUONO
Producono effetti di riproduzione, variazione e ritmo sfruttando la musicalità dei termini.
- Allitterazione: ripetizione degli stessi suoni all’interno di vocaboli diversi. (fresche, fruscio)
- Assonanza: A partire dalla vocale accentata sono uguali le vocali ma diverse le consonanti.
- Onomatopea: imitazione di suoni e rumori attraverso il codice linguistico(riproduzione di un rumoreo uso di un termine il cui significante richiama il suono del significato).
- Consonanza: due parole hanno uguale terminazione a partire dalla sillaba accentata, ma con vocale diversa.
FIGURE RETORICHE DI PAROLA
Operazioni su ordine e sintassi.
- Anafora: ripetizione all’inizio di più frasi/versi della stessa parola o gruppo di parole.(Ancora qualche
Anastrofe: inversione dell'ordine delle parole. Si mette all'inizio della frase la cosa a cui si vuole dare più rilievo.
Asindeto: elencazione priva di congiunzioni
Polisindeto: ogni elemento dell'elencazione è preceduto da congiunzione.
Climax: serie di elementi in ordine d'intensità.
Enumerazione: elenco di termini
Ipallage: un aggettivo viene attribuito a un termine diverso da quello a cui dovrebbe legarsi normalmente (sudate carte).
Isocolo: complesso di frasi che si susseguono, la cui strutturazione è identica. (il fiume è la mia vena, il monte è la mia fronte…)
FIGURE DI SIGNIFICATO
Trasferimento di significato da una parola all'altra.
Polisemia: un significante può avere diversi significati
Metonimia: designare un'entità col nome di un'altra che ha con la prima un legame (causa/effetto - leggere Dante -, dipendenza - armi per
Sineddoche: trasferimento di significato da una parola all'altra (tetto per casa, immortali per dei, pane per cibo...)
Metafora: trasferimento in virtù di una relazione di analogia. (Maria è una rosa)
Sinestesia: mettere in relazione parole che appartengono a campi sensoriali diversi. (urlo nero)
Iperbole: esagerazione
Antonomasia: spostamento di significato da un nome comune a uno proprio (avvocato per antonomasia).
FIGURE DI PENSIERO
Rapporti fra concetti e idee
Antitesi: accostare parole o frasi di senso contrastante (vivere come animali, per cercare virtù escienza)
Ossimoro: accostamento di due termini di senso contrastante (ghiaccio bollente, tacito tumulto...)
Chiasmo: disposizione incrociata di coppie di parole/frasi all'interno di un verso/strofe (correval'onda del Po regale, l'onda del nitido Mincio correa; donne, cavalier, arme, amori)
Similitudine: Mettere a confronto due entità sulla base di elementi che le accomunano.
(Maria è come una rosa). Preterizione: Affermare che non si vuol parlare di un argomento che intanto si sta trattando (Cesaretaccio che per ogni…)
Allegoria: trasferimento di significato per un’intera immagine poetica (giustizia rappresentata con una donna con una bilancia)
Personificazione: rappresentare oggetti inanimati attribuendo loro caratteri umani (o natura cortese… tu porgi ai mortali)
Apostrofe: il poeta si rivolge direttamente ad un interlocutore.
VERSO E STROFA
L’ultima sillaba a essere calcolata è quella che segue la sillaba accentata dell’ultima parola del verso.
- verso piano (accento sulla penultima sillaba) – si contano tutte le sillabe
- verso tronco (accento sull’ultima sillaba) – una sillaba in più
- verso sdrucciolo (accento sulla terzultima sillaba) – una sillaba in meno
Sinalèfe: Quando il finale di una parola e l’inizio dell’altra sono formati da vocali, talvolta le
Si considera una sillaba sola. (Ei fu. Siccome immobile)
Dialèfe: Quando due vocali contigue appartenenti a parole diverse vengono separate. Di solito avviene quando una di esse è accentata. (però alla dimanda...)
Sinèresi: Quando viene calcolato come dittongo un gruppo di vocali che in realtà è uno iato.
Dièresi: Quando viene calcolato come iato un gruppo di vocali che sarebbe un dittongo.
Enjambement: spezza una frase con la divisione dei versi, facendola proseguire nel verso successivo.
Cesure: pause particolarmente importanti nella lettura di un testo poetico.
Strofe: gruppi di versi separati da uno spazio bianco.
I SIGNIFICATI DELLA POESIA
Denotazione: significato oggettivo della parola (l-e-o-n-e)
Connotazione: evocare in modo soggettivo una serie di caratteristiche che hanno un legame con la parola.
Operazioni che consentono il passaggio tra denotazione e connotazione:
- selezione dei termini
- combinazione delle parole
- uso di figure
retoriche.
Tema: idea centrale attorno alla quale il poeta ha costruito il suo messaggio.
Nuclei tematici: sottotemi che possono essere individuati all'interno del componimento.
Parole chiave: per individuare i nuclei tematici.
Per arrivare al tema centrale:
- riconoscere le parole chiave
- raggruppare i termini appartenenti agli stessi campi semantici
- individuare i nuclei tematici
- riconoscere i rapporti che li legano.
PARAFRASI
Scrivere la poesia in prosa, usando un linguaggio semplice non modificando il significato del testo per:
- comprendere il significato generale
- individuare le tematiche principali
- affrontare testi di difficile lettura.
Come si fa:
- leggere
- usare le note e un buon dizionario
- ricostruire le frasi con un ordine più logico
- chiarire i concetti espressi sinteticamente dal poeta
- sciogliere e spiegare le fig. retoriche
- riscrivere senza commenti.
TIPI DI POESIA
Sonetto: 11 versi endecasillabi (2 quartine e 2 terzine)
Canzone: Numero variabile di
Strofe composte da endecasillabi e settenari. Strofe = stanze.
Ballata: Numero variabile di stanze con due o più versi chiusi detti ritornello.
Ode: Versi più brevi rispetto alla canzone, con differenti schemi.
Terza rima: terzine di endecasillabi, legati dalla rima incatenata.
Ottava: strofe di 8 endecasillabi, legati dalla rima alternata con finale di rima baciata.
Giovanni Verga
ROSSO MALPELO
TRATTA DA: Verga: I grandi romanzi e tutte le novelle
Da Vita dei campi, 1880
"Malpelo" si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone. Sicché tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano "Malpelo"; e persino sua madre, col sentirgli dir sempre a quel modo, aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo.
Del resto, ella lo vedeva soltanto il sabato sera, quando tornava a casa con quei pochi soldi della settimana;
siccome era "malpelo" c'era anche a temere che ne sottraesseun paio, di quei soldi: nel dubbio, per non sbagliare, la sorella maggiore gli faceva laricevuta a scapaccioni.Però il padrone della cava aveva confermato che i soldi erano tanti e non più; e in co-20 scienza erano anche troppi per "Malpelo", un monellaccio che nessuno avrebbe volutovederselo davanti, e che tutti schivavano come un can rognoso, e lo accarezzavano coipiedi, allorché se lo trovavano a tiro.Egli era davvero un brutto ceffo, torvo, ringhioso, e selvatico. Al mezzogiorno, mentretutti gli altri operai della cava si mangiavano in crocchio la loro minestra, e facevano25 un po' di ricreazione, egli andava a rincantucciarsi col suo corbello fra le gambe, perrosicchiarsi quel po' di pane bigio, come fanno le bestie sue pari, e ciascuno gli dicevala sua, motteggiandolo, e gli tiravan dei sassi, finché il soprastante lo rimandava al la-voro con una pedata. Ei c'ingrassava,fra i calci, e si lasciava caricare meglio dell'asinogrigio, senza osar di lagnarsi. Era sempre cencioso e sporco di rena rossa, che la sua sorella s'era fatta sposa, e aveva altro pel capo che pensare a ripulirlo la domenica. Nondimeno era conosciuto come la bettonica per tutto "Monserrato" e la "Caverna", tanto che la cava dove lavorava la chiamavano "la cava di 'Malpelo'", e cotesto al pa-drone gli seccava assai. Insomma lo tenevano addirittura per carità e perché mastro Misciu, suo padre, era morto in quella stessa cava. Era morto così, che un sabato aveva voluto terminare certo lavoro preso a cottimo, di un pilastro lasciato altra volta per sostegno dell'"ingrottato", e dacché non serviva più,