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DUBLIN
Stephens racconta l’ Easter Rising e lo fa in maniera insolita comunicando immediatezza, attraverso
l’uso del tempo presente, della prima persona, attraverso un diario scritto giorno per giorno.
Il frammento qui riportato risale al mercoledì, al terzo giorno dell’insurrezione: le notizie non sono
chiare, non si capisce dai discorsi della gente se patteggiano in favore o contro i volontari, molte
case sono rase al suolo, la città è sottoposta a numerosi bombardamenti e l’insurrezione, che la
prima mattina sembrava dovesse durare non più di un giorno, al terzo giorno ha generato la
convinzione nella gente che durerà per sempre.
CONSTANCE MARKIEWICZ from STEPHEN’S GREEN
L’autore descrive il coinvolgimento delle donne nell’ Easter Rising, membri dell’ Irish Citizen Army
e dell’ Irishwomen’s council.
L’autore descrive in particolare tre donne:
Madeleine ffrench – Mullen: in carica alla Red Cross e al commissariato, si occupa di
- uomini malati e prigionieri. Lei, come altre donne, portavano revolver e facevano sortite
(pag. 201);
Nellie Gifford: si occupa della cucina nei giorni in cui scarseggiava il cibo (pag. 201);
- Margaret Skinnider: indossava una divisa e portava un fucile; venne ferita e portata
- all’ospedale in modo da evitare che finisse nelle mani dei nimici inglesi.
ROGER CASEMENT from SPEECH FROM THE DOCK
Casement è stato un’attivista dei diritti umani contro la corruzione e la brutalità del regime
coloniale del Belgio nel Congo, si è unito agli Irish Voluteers, dopo aver già mostrato il suo spirito
nazionalistico e patriottico nella partecipazione alla Gaelic League. Partecipa all’ Easter Rising e,
accusato di alto tradimento, viene condannato all’impiccagione, che viene effettuata Londra, e il suo
corpo viene successivamente portato in Irlanda.
In questo saggio Casement protesta contro la legge inglese che vuole privare l’uomo irlandese della
propria vita e del proprio onore: l’autore chiede di essere giudicato dall’Irlanda, e non dalla legge
inglese; egli considera ingiusto il fatto che la libertà dell’Irlanda e degli irlandesi debba essere
giudicata dal potere inglese (pag. 205) “mi appello agli irlandesi che come me combattono per
l’Irlanda e solo da loro posso essere giudicato in modo giusto. Se ho sbagliato e il mio “evil
example” deve essere condannato, allora solo gli irlandesi possono decidere la mia colpevolezza o
innocenza”.
Casement chiede un governo autonomo, un governo irlandese: “ un governo proprio è un nostro
diritto, è qualcosa che è in noi della nascita, qualcosa che non può essere distribuito da altre persone
come lo sono il diritto alla vita, il diritto di sentire il sole, l’odore dei fiori, e l’amore”.
THOMAS MACDONAGH from LITERATURE IN IRELAND
MacDonagh, con la sua vasta conoscenza della poesia e in particolare il suo apprezzamento per la
lirica elisabettiana, spiega dal proprio punto di vista quali sono le possibilità di una letteratura
irlandese scritta in inglese. Si allontana dall’ideale nazionalista che vuole un’ Irlanda irlandese e
considera sia:
- la possibilità di una Gaelic Renaissance del proprio tempo: essa non implica semplicemente il
revival dell’antica letteratura irlandese, ma anche il recupero della cultura e della storia dell’antica
Irlanda, la nascita dell’entusiasmo, dell’orgoglio, della soddisfazione e dell’emozioni provate nella
riscoperta degli antichi monumenti e nell’interesse per i frammenti letterari e le tradizioni
sopravvissute al tempo (pag. 214 – 215)
- la possibilità che poeti irlandesi inizino a far propria la lingua inglese: la letteratura del domani
deve riguardare la vita del domani in quanto il modo antico è troppo diverso, lontano da quello
attuale(pag. 217). MacDonagh afferma che l’Irlanda ha sì prodotto una grande quantità di
letteratura, ma che ora è necessario produrre una nuova letteratura in una lingua straniera, ovvero
l’inglese(pag. 218). Ciò non porterà al danneggiamento o al rallentamento del progresso della
letteratura gaelica in quanto altri scrittori dovranno occuparsi di essa (pag. 218).
L’autore propone quindi lo studio, l’analisi della letteratura dell’antica Irlanda e al contempo la
realizzazione di una letteratura riguardante l’oggi, il domani, in lingua inglese.
JOHN O’LEARY from RECOLLECTIONS OF FENIANS
AND FENIANISM
Questo frammento è stato tratto dal capitolo di apertura delle memorie di Leary, nel quale descrive
la sua giovinezza e l’effetto che le poesie e i saggi di Thomas Davis ebbero sui suoi sentimenti nei
confronti dell’Irlanda.
Nella prima parte l’autore afferma che i tempi sono cambiati in Irlanda e lui è stesso è cambiato
rispetto alla sua giovinezza: la sua intenzione non è semplicemente quella di dire come è cambiato
lui stesso nel corso del tempo, non “in relazione all’universo”, ma in relazione al Fenianismo.
Racconta che nel 1846, mentre era ricoverato a causa di una febbre elevata, si mise a leggere i saggi
di Thomas Davis.
OSCAR WILDE from DE PROFUNDIS
Questa lettera è stata scritta da Oscar Wilde e destinata a Lord Alfred Douglas. Il titolo adottato da
Wilde consiste in un preghiera basata sul Salmo 130.
Questo testo rappresenta una delle più grandi opere autobiografiche del 19esimo secolo, nella quale
l’autore parla di sé in qualità di artista e di genio: Wilde afferma di aver ricevuto qualsiasi cosa
degli dei, ovvero il genio, un nome distinto, un’elevata posizione sociale, l’essere brillante ed
intellettuale, la capacità di rendere l’arte filosofia e la filosofia arte, l’abilità di rendere qualsiasi
cosa lui toccasse bellezza (pag. 224). Ma stanco di essere sempre il primo in tutto, il migliore, “on
the heights”, iniziò a cercare nuove sensazioni: “il paradosso era in me nella sfera del pensiero, la
perversione era in me nella sfera della passione”. Così questo continuo desiderio di sentire, il
desiderio del dandy, divenne una maledizione, una pazzia o entrambi: “I turned the good things of
my life to evil, and the evil things of my life to good” (pag. 228).
Wilde afferma che nulla poteva aiutarlo, nemmeno la moralità, la religione e la ragione: la moralità i
quanto lui era nato per le eccezioni, non per le leggi e non poteva sottostarvi; la religione in quanto
la fede che la gente dà a ciò che è invisibile, lui la dà solo a ciò che può toccare e vedere; la ragione
perché le leggi alle quali bisognerebbe sottostare sono sbagliate e ingiuste come l’intero sistema che
ha dovuto subire (prison – system nel quale ha dovuto passare due anni e dove ha vissuto ogni tipo
di sofferenza).
Secondo l’autore nella commedia ritroviamo la tragedia: “Noi siamo i buffoni del dolore. Noi siamo
i pagliacci, i cui cuori sono stati spezzati”. “I have said that behind sorrow there is always
sorrow”. J. M. SYNGE from THE ARAN ISLANDS
Questo libro descrive la familiarità dell’autrice con la vita e i costumi di Inishmore e Inishman ne
descrive il paesaggio, immerso nella nebbia che crea un’atmosfera particolare con le onde, gli abiti
degli abitanti e soprattutto la lingua, il Gaelico.
Il narratore è attratto da questa lingua, trova addirittura un insegnante per imparare questa lingua.
E’ proprio la cultura gaelica dell’ovest dell’Irlanda che ispirerà successivamente il revival letterario
della lingua Gaelica.
GEORGE MOORE from HAIL AND FAREWELL
Le memorie della cultura letteraria di Moore vennero pubblicate in tre volumi, “Ave”, “Salve” e
“Vale”, i quali riportano alcune personalità ed eventi, specialmente quelli associati al revival
letterario.
Questo frammento è stato tratto da “Ave” e ricorda l’incontro con Yeats e Martyn, quando avevano
in mente la realizzazione di un “Irish literary theatre” da rappresentare a Dublino: “Dublino non è
più la città degli avvocati, dei giudici, degli ufficiali, ma è la capitale del Rinascimento celtico”
(pag. 241 – 242).
L’autore descrive il suo primo incontro con Yeats (fine pag. 243), la propria partecipazione
“platonica” nella realizzazione dell’opera e la discussione riguardante il poeta Blake.
EARNAN O’MALLEY from ON ANOTHER MAN’S
WOUND
O’Malley si occupò del comando della Second Southern Division dell’IRA durante gli ultimo mesi
della Guerra d’Indipendenza (1919 – 21).
In questo episodio l’autore descrive l’esecuzione di tre ufficiali inglesi: prima dell’esecuzione viene
chiesto agli uomini se hanno bisogno di incontrare un’autorità della loro religione, vengono dati
loro foglie e buste per scrivere ai loro parenti e amici e offerto loro del tè prima del sorgere del sole.
L’esecuzione viene svolta all’alba e nessuno di loro osa, successivamente, osa parlare, tutti stanno
in silenzio.
L’autore ricorda che uno dei tre ufficiali era ferito ad una gamba e, secondo il regolamento, un
uomo ferito ad una gamba non doveva essere ucciso fino a quando non fosse stato in grado di
camminare. Ma l’autore, durante il suo servizio, si rende conto che sarebbe stato ancor più difficile
per quest’uomo vedere i suoi compagni morire e poi essere consapevole di dover subire la stessa
sorte successivamente. Così i tre uomini vengono sottoposti contemporaneamente alla stessa
esecuzione.
JAMES JOYCE from DUBLINERS – A painful case
Questa short fiction si apre con la descrizione di uno dei personaggi che compaiono nell’opera
”Dubliners”.
Il suo nome è James Duffy e vive in un villaggio vicino a Dublino, dato il suo desiderio di vivere il
più lontano possibile dalla città.
Qui vive in un piccolo appartamento nel quale troviamo un letto in ferro battuto, un lavandino,
quattro sedie in bambù, una piccola libreria ricavata in una nicchia e infine una serie di mensole
sulle quali si trovavano un manuale di religione e un’opera teatrale del tedesco Hauptmann.
Mr Duffy ha capelli scuri, baffi fulvi e un viso severo che non nasconde però dietro di sé nessuna
severità.
Stranezza di questo personaggio è il fatto che spesso egli costruisca nella sua mente del frasi che
hanno lui stesso come soggetto ma in terza persona e con un verbo al tempo passato.
Le sue giornate trascorrono in modo simile: prende il tram al mattino per andare a lavorare, a
mezzogiorno m