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FATE AAAAHHAHAF- AchebeChinua

CONTESTO STORICO

Ci occupiamo di questo romanzo perché è già a suo modo un classico moderno: anche se non si è mai sentito parlare prima di lui come autore, lui ha una posizione all'interno della letterature nigeriana e inglese contemporanea estremamente significativa. Questo è uno degli aspetti che tocca osservare quanto ci si vuole occupare di letterature contemporanee scritte da autori che hanno un origine dal punto di vista etico non propriamente britannica ma decidono di scrivere in lingua inglese. Achebe: autore inglese o nigeriano?

Quando Achebe scrive questo romanzo la Nigeria è ancora una colonia britannica. Lui è tra i pochi privilegiati che hanno avuto accesso a un'istruzione e hanno potuto andare in Gran Bretagna per completarla a livello universitario. Achebe nasce nel 1930 ma, dopo aver frequentato un primo livello di università in Nigeria, il suo percorso educativo si completa alla

London University. Questo fa pensare ad alcuni aspetti più complessi rispetto a quelli cui si faceva riferimento con Haggard. Si ha a che fare con un autore nigeriano ma la Nigeria è una colonia, quindi è qualcuno che fa parte della letterature nigeriana o inglese? Questa è un'ambiguità cui si deve abituare in riferimento alle letterature contemporanee. Ci sono elementi di mescolanza che prima della seconda guerra mondiale erano inesistenti. Con l'inizio del processo di decolonizzazione e la perdita dell'impero da parte della Gran Bretagna a partire dal 1947 e che si protrarranno fino agli anni '70, si verifica un cambiamento di prospettiva: nel caso in cui ci siano autori che sono nati nelle colonie, appartengono etnicamente a un gruppo etnico locale nativo, ma in realtà si sono formati dal punto di vista intellettuale sul modello britannico, parlano e scrivono soprattutto in lingua inglese, vale a dire la lingua.

delcolonizzatore.Quello cui si assiste nella seconda metà del Novecento è un fiorire di espressioni letterarie in lingua inglese ma fatteda autori che etnicamente non sono inglesi ma sono apparteniti a gruppi locali e che quindi sono estremamenteinteressati e desiderosi di raccontare il mondo e la loro esperienza così come loro la vivono e la vedono, così come laconoscono come tante altre persone che non hanno voce e partecipano in maniera diversa di una cultura locale e di unacultura britannica.Achebe studia in Nigeria, studia in Gran Bretagna, torna in Nigeria e lavora nell’ambito dei media, alla radio, primaancora di lavorare in università e di intraprendere una carriera accademica che sarà sempre in bilico tra la scritturacreativa e quella della scrittura critica. Questo anche in funzione di essere un intellettuale militante, uno che havoglia di raccontare un paese, di prendere delle posizioni che spesso sono estremamente scomode dal

Il punto di vista della Gran Bretagna è che si ritaglia una sua specifica nicchia culturale. È come se a un certo punto ci si trovasse di fronte a delle letterature scritte in lingua inglese che però sono solo parzialmente inglesi, anzi largamente legate alla cultura delle colonie o ex colonie. Questo è il caso di Achebe, ma anche di altri autori. Questi autori raccontano qualche volta la vita delle persone arrivate in Inghilterra con i primi flussi di migrazione oppure vogliono raccontare parti della loro storia, del loro background familiare e nazionale provando a offrire una diversa immagine rispetto a quella che era stata raccontata dai colonizzatori. Per questa ragione con Things fall apart, tradotto in 50 lingue, Achebe vuole raccontare l'Africa dal punto di vista interno di un autore che la conosce bene perché è quella della sua famiglia. La scelta della lingua inglese in realtà, non bisogna parlare di Africa ma di Nigeria, parlando in

particolare di un gruppo etnico culturalelinguistico specifico all'interno della Nigeria che non coincide con la Nigeria dove ci sono diversi gruppi etnici condiverse abitudini e lingue. L'autore vuole raccontare l'Africa dal suo punto di vista, un punto di vista culturalmentemarcato ma che si serve della lingua inglese come veicolo.

In una fase iniziale di queste espressioni letterarie che cominciano con la fine della seconda guerra mondiale e ladecolonizzazione, questo sembra più ovvio perché l'inglese è l'unica lingua franca di un territorio dove esistono piùlingue locali. In una prima fase sembra ovvio scrivere comunque in inglese perché è la lingua che questi autoriconoscono ed è la lingua in cui hanno appreso la lettura di romanzi perché si sono formati sia nei loro paesi che inGran Bretagna sui testi della letteratura inglese. Diventa abbastanza ovvio scegliere di esprimersi in quella lingua.

equelle forme (romanzo, teatro) che sono le forme di quella cultura.In un tempo successivo, quello che inizialmente era molto ovvio, diventa oggetto di discussione e ci saranno altriautori che decideranno che dopo aver scritto in inglese un certo numero di opere vogliono esprimersi in una lingualocale, in quella lingua che sentono più prossima alla propria matrice culturale, salvo poi tradursi anche da soli. Èuna scelta forte quella di dire che se si scrive da letterati si scrive nella propria lingua e poi ci si traduce, manon si usa la lingua dell'altro, di colui ancora sentito come un oppressore.Diventa una scelta forte quella di rifiutare anche l'inglese come mezzo di espressione. In tutte le sceltelinguistiche c'è un problema di fondo: quale è il pubblico cui ci si rivolge. Scrivendo in inglese, relativamente alleculture locali, si ha la possibilità di raggiungere solo le élite più colte. Quindi, nel momento in cui

Se si sceglie l'inglese si esclude larga parte della popolazione locale. D'altro canto, se ci si esprime nella lingua locale si rischia di non raggiungere nemmeno l'intera popolazione nazionale. Per qualcuno la scelta vincente è scrivere nella propria lingua e tradursi da soli: questo è un modo per affermare energia al tempo stesso, è una scelta che ci rende consapevoli delle implicazioni e della parzialità di questa scelta: non c'è una soluzione e questo è un aspetto che contribuisce a rendere queste espressioni particolarmente interessanti.

Siamo di fronte ad autori che usano l'inglese come lingua seconda, e riferiscono di situazioni, condizioni, personaggi in cui l'inglese non è il mezzo di espressione più diretto e naturale. Quindi, come può essere questo inglese?

Il metro di valutazione britannico

Dal punto di vista dei britannici nel dopoguerra e fino alla fine degli anni '70, queste

Espressioni letterarie vengono guardate con un po' di scetticismo, come espressioni interessanti dal punto di vista culturale ma dal punto di vista letterario come su un gradino più basso perché vengono costantemente paragonate al modello della tradizione britannica. Queste letterature non corrispondono evidentemente a quel modello per un progetto che è quello di esprimere in una lingua seconda una realtà che non è quella inglese ma quella locale. Questa valutazione trova ad un certo punto una netta presa di posizione da parte di autori che criticano il metro di valutazione e rifiutano di essere giudicati secondo uno standard britannico. Reclamano che queste letterature non sono la cattiva imitazione di quella inglese, ma sono un'espressione che ha tutto il diritto di essere diversa, di introdurre forme e contenuti linguistici diversi dalla tradizione britannica, che quindi vanno giudicati per sé, per il valore che questi romanzi, testi, poesie,

teatro hanno in senso lato. Il fatto che un romanzo come questo vienetradotto in 50 lingue dice che l'obiettivo di Achebe si è affermato.

L'espressione culturale della lingua inglese

Queste sono state chiamate per lungo tempo letterature del Commonwealth, il che ha già in sé un'idea di gerarchia: è un gruppo di paesi che riconosce la Gran Bretagna come a capo di questi. Anche laddove vi era stata un'emancipazionepolitica, questa espressione sottolineava un'idea di subalternità.

Questa etichetta venne modificata in letterature in lingua inglese, il che è estremamente neutro: espressioniaccomunate da una scelta lingusica ma che non portano una gerarchizzazione già nel nome. Si è anche rivendicata ladifferenza linguistica: negli anni '80 tre critici autraliani reclamano il valore delle letterature in lingua inglesee di quelli che loro chiamano Englishes. Si intende che non c'è un solo inglese,

ma varianti dell'inglese le quali non possono essere considerate come un'approssimazione dell'inglese. La rivoluzione culturale fatta da autori come Achebe e da critici letterari come tanti cominciano ad esistere negli anni '80 consiste nel dire che l'espressione culturale ha il suo valore e non deve essere paragonata. La lingua inglese parlata da un parlante non nativo porta con sé delle differenze che non sono errori, ma sono differenze. Se si trova valore in quella differenza, che è una ricchezza, si trova anche il modo di smettere di gerarchizzare le diverse espressioni letterarie e linguistiche, le quali finiscono per essere interessanti perché sono diverse e non perché sono simili a un ipotetico modello. Il valore della differenza nelle letterature postcoloniali. Questo viene riconosciuto come ricchezza nelle letterature postcoloniali, dove post- deve esser colto in un senso più ampio: è il punto di vista che cambia.

La prospettiva in cui si scrive questa letteratura è diversa e rivendica la propria diversità come valore e non somma un manto. È un romanzo che trova una sua strada, una intersezione di modelli, magari incrocia delle tradizioni culturali native (come l'oralità nel caso dell'Africa). Si arricchisce l'inglese, non è un inglese che manca di qualcosa, è un grande contributo culturale che rende viva la lingua inglese e la articola in infinite sfaccettature: è inglese ma ha in sé l'eco, il sapore, il sentore, di qualcosa che non deve essere giudicato in quanto non perfettamente coincidente. Questa è l'operazione che Achebe fa con Things fall apart: un romanzo che usa una serie di termini, parole che provengono dalla lingua antica che vengono traslitterate e cercano di dare il senso di questa rappresentazione culturale. Viene dato valore alla diversità in termini di definizione letteraria e in

Termini linguistici, partendo da modelli appresi. Qui c'è tutta la differenza tra parlare di contaminazione in senso negativo e qualità ibrida. Quando la contaminazione diventa qualità ibrida la differenza acquista valore perché rende consapevoli di du
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Publisher
A.A. 2021-2022
49 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Juls_00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese postcoloniale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Nicora Flaminia.