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4 SI CONSIGLIA DI LEGGERLO VIVAMENTE perché MOLTO PROBABILMENTE LO

CHIEDERà ALL’ESAME!!!!!!! @.@

Marlow dice che l’impero britannico cerca di superare quel concetto di colonizzazione e che nel

nuovo concetto di colonizzazione risiede la volontà di portare la luce della civilizzazione nel resto

del mondo, ma allo stesso tempo implica che quella civilizzazione potrebbe essere transitoria

proprio perché è un lampo nell’oscurità. Quando Marlow dice che spesso la colonizzazione si basa

sul fatto che i nativi di alcuni territori abbiano un naso leggermente più schiacciato del nostro

intende sottolineare il fatto che è qualcosa che non ha senso, non ha fondamento, ma questa idea è

utilizzata come scusa per prendere territori. Marlow relativizza l’idea di Impero, non vuole

attaccarlo, vuole solo sottolineare quelle cose che non vanno. Marlow è d’accordo con il concetto

culturale dell’impresa coloniale ma allo stesso tempo capisce, razionalizza appunto, che quando si è

in possesso di in potere simile è molto difficile essere razionali in questi posti. Marlow dice che se i

colonizzatori riuscissero ad essere razionali, a portare a quei luoghi e a quelle popolazioni la civiltà

ma allo stesso tempo se accettassero una cultura estranea, allora il colonialismo, l’imperialismo non

sarebbe qualcosa di così sbagliato. Leggendo Heart of Darkness ci renderemo conto di quanto sia

difficile per l’uomo bianco mantenere una certa razionalità, per questo c’è una domanda al centro di

quest’affermazione: i colonizzatori sono in grado di sacrificarsi, di utilizzare quel potere nel modo

migliore? Marlow non dice non mi sento membro di questo impero, dice sì sono membro di questo

impero (ovviamente non poteva essere altrimenti, i suoi lettori erano membri dell’impero) ma allo

stesso si fa delle domande, che non sono formulate esplicitamente ma implicite nel testo.

È a questo punto fondamentale leggere il testo per capire cosa può accadere quando un europeo va a

colonizzare un paese. Marlow vuole esplorare il mondo, viene aiutato da sua zia per iniziare questa

sua impresa. Trova lavoro a Bruxelles presso una compagnia commerciale che aveva contatti con il

Congo, praticamente deve andare a rimpiazzare un uomo che lavorava in Congo e racconta la storia

di quest’uomo di nome Fresleven. Fresleven è un danese, un brav’uomo, non aveva mai fatto male

ad una mosca, ma ad un certo punto inizia a litigare con alcuni nativi per il prezzo di alcune galline:

“I heard the original quarrel arose from a misunderstanding about some hens. Yes, two black hens.

Fresleven—that was the fellow's name, a Dane—thought himself wronged somehow in the bargain,

so he went ashore and started to hammer the chief of the village with a stick. Oh, it didn't surprise

me in the least to hear this, and at the same time to be told that Fresleven was the gentlest, quietest

creature that ever walked on two legs. No doubt he was; but he had been a couple of years already

out there engaged in the noble cause, you know, and he probably felt the need at last of asserting his

self-respect in some way. Therefore he whacked the old nigger mercilessly, while a big crowd of his

people watched him, thunderstruck, till some man,—I was told the chief's son,—in desperation at

hearing the old chap yell, made a tentative jab with a spear at the white man—and of course it went

quite easy between the shoulder-blades.”

Noi in Heart of Darkness parliamo di Congo, ma il Congo fu colonizzato inizialmente dal Belgio,

fu re Leopoldo ad investire in Congo per spremere tutto quello che si poteva da quella terra,

soprattutto avorio. Ma molte altre nazioni iniziarono ad interessarsi a quella terra, tra queste anche

l’Inghilterra. Quindi non si parla solo di quello che fecero i belgi una volta giunti in Congo, si parla

di tutte le popolazioni europee, di quello che fecero in Congo. Conrad vuole costituire una comunità

cosmopolita di commercio. Tutti gli europei che incontriamo in Heart of Darkness possono essere

corrotti dalla noble cause, quando si ritrovano nella posizione di dominatori perdono il controllo di

se stessi. Fresleven sembra aver assunto i comportamenti dei nativi, proprio come accadrà con

Kurtz. Molte altre storie di colonizzazione mostravano i protagonisti come capaci di mantenere la

loro Britishness, come per esempio in Robinson Crusoe, Conrad quindi rompe la convenzione: i

personaggi inglesi non sono più capaci di mantenere il controllo, spesso scendono allo stesso livello

dei nativi, non c’è più quell’uomo bianco capace di dominare tanto l’ambiente quanto le

popolazioni autoctone. Kurtz non si unisce semplicemente ad una tribù, ne diventa il capo, inizia ad

agire come i nativi. Questa corruzione è il risultato della dominazione europea, questa posizione

rende le persone vulnerabili alla tentazione. Gli uomini bianchi non sono diversi dai nativi se sono

così vulnerabili, se possono cambiare atteggiamento così repentinamente.

Andiamo a vedere qualche personaggio che lavora per la compagnia a Bruxelles e che Marlow

incontra prima di partire per l’Africa. Tra i personaggi incontrati da Marlow c’è il dottore che lo

controlla per vedere se è adatto ad affrontare un’esperienza simile. Il dottore sembra avere una

visione distaccata, scientifica dell’effetto che potrebbe avere l’Africa sugli individui. Marlow gli

interessa perché è un inglese, vuole vedere come ogni europeo reagisce all’Africa. Ma Marlow gli

dice subito che quel tipo di studio non può essere fatto su un soggetto come lui perché non si sente

l’inglese tipico. Il dottore è un po’ come quei dottori che vediamo nei film sui campi di

concentramento, completamente distaccato dai sentimenti umani. Dopo il controllo medico Marlow

va da sua zia per chiedere la raccomandazione. La zia di Marlow lo descrive come il perfetto

imperialista, è molto felice del suo lavoro:

“One thing more remained to do—say good-by to my excellent aunt. I found her triumphant. I had a

cup of tea—the last decent cup of tea for many days—and in a room that most soothingly looked

just as you would expect a lady's drawing-room to look, we had a long quiet chat by the fireside. In

the course of these confidences it became quite plain to me I had been represented to the wife of the

high dignitary, and goodness knows to how many more people besides, as an exceptional and gifted

creature—a piece of good fortune for the Company—a man you don't get hold of every day. Good

heavens! and I was going to take charge of a two-penny-halfpenny river-steamboat with a penny

whistle attached! It appeared, however, I was also one of the Workers, with a capital—you know.

Something like an emissary of light, something like a lower sort of apostle. There had been a lot of

such rot let loose in print and talk just about that time, and the excellent woman, living right in the

rush of all that humbug, got carried off her feet. She talked about 'weaning those ignorant millions

from their horrid ways,' till, upon my word, she made me quite uncomfortable. I ventured to hint

that the Company was run for profit.”

La zia è invasa dalla propaganda imperialista, mentre Marlow ne sembra completamente distaccato.

La zia che ha la testa piena di quei termini, pensa al suo Charlie come ad un apostolo, un emissario

di luce.

Finalmente Marlow arriva in Africa, a questo punto il personaggio si fa più complicato. Marlow non

parla molto delle persone, parla dell’ambiente (ricordiamo quanto detto da Achebe, ovvero che

Conrad non si interessava agli africani ma agli europei in Africa)dice che addentrarsi in Africa

significa tornare alle origini dell’umanità (il viaggio nello spazio è anche il viaggio nel tempo).

Marlow focalizza sull’uomo bianco, su come reagisce e si comporta in Africa. Se Marlow parla di

oscurità, di wilderness, è perché vuole intendere che l’oscurità non è solo lì, in Africa, ma è

ovunque, è anche negli uomini che arrivano lì. Conrad ci dice che l’uomo bianco non è poi così

diverso dalla wilderness che Marlow sta esplorando. L’uomo bianco può essere facilmente corrotto

perché ha l’oscurità nell’anima, la violenza è tipica dell’uomo europeo, non dell’africano.

Arriviamo alla Commercial Station, questo dovrebbe essere il luogo della luce, luogo dove

risiedono i bianchi (i neri non entravano nella stazione commerciale). Ciò che accadeva in Africa

non era poi così diverso da ciò che accadeva nelle piantagioni americane, Conrad fa una critica a

questo. Umiliazione, schiavitù, disumanizzazione, morte: questo era lo scenario. Gli africani

smettono di essere umani, sono stati trattati per così tanto tempo come bestie che hanno perso

qualsiasi aspetto umano. Sono svuotati.

“I avoided a vast artificial hole somebody had been digging on the slope, the purpose of which I

found it impossible to divine. It wasn't a quarry or a sandpit, anyhow. It was just a hole. It might

have been connected with the philanthropic desire of giving the criminals something to do. I don't

know. Then I nearly fell into a very narrow ravine, almost no more than a scar in the hillside. I

discovered that a lot of imported drainage-pipes for the settlement had been tumbled in there.”

“Black shapes crouched, lay, sat between the trees, leaning against the trunks, clinging to the earth,

half coming out, half effaced within the dim light, in all the attitudes of pain, abandonment, and

despair. Another mine on the cliff went off, followed by a slight shudder of the soil under my feet.

The work was going on. The work! And this was the place where some of the helpers had

withdrawn to die.

"They were dying slowly—it was very clear. They were not enemies, they were not criminals, they

were nothing earthly now,—nothing but black shadows of disease and starvation, lying confusedly

in the greenish gloom. Brought from all the recesses of the coast in all the legality of time contracts,

lost in uncongenial surroundings, fed on unfamiliar food, they sickened, became inefficient, and

were then allowed to crawl away and rest. These moribund shapes were free as air—and nearly as

thin. I began to distinguish the gleam of eyes under the trees. Then, glancing down, I saw a face

near my hand. The black bones reclined at full length with one shoulder against the tree, and slowly

the eyelids rose and the sunken eyes looked up at me, enormous and vacant, a kind of blind, white

flicker in the depths of the orbs, which died out slowly. The man seemed young—almost a boy—

but you know with them it's hard to tell. I found nothing else t

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Publisher
A.A. 2013-2014
44 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vanity_90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Capoferro Riccardo.