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Estratto del documento

Shonagon. Quando il padre tornò le altre dame gli dissero che era stata la stessa

Shonagon a portarla via in un posto segreto.

Capitolo VI – Il Fior-di-zafferano

Tra le vecchie nutrici di Genji vi era Sayomon, la quale aveva una figlia di nome Taifu no

Myobu che serviva al Palazzo: un giorno questa accennò a Genji di una principessa, figlia

del defunto Hitachi, di nome Suyetsumuhana. Il principe aveva intenzione di ascoltarla

mentre suonava la cetra, per questo chiese a Myobu di accompagnarlo. Avvicinandosi

alla finestra, Genji udì che qualcuno lo aveva seguito: era To no Chujo travestito. In

seguito entrambi scrissero alla dama senza però ricevere alcuna risposta. Genji, sapendo

che il cognato avrebbe fatto di tutto per corteggiarla con la sua persuasione, chiese aiuto

a Myobu; questa, nel mezzo di una conversazione, mandò a chiamare Genji per

presentarlo alla dama. La donna volle riceverlo solamente per ascoltarlo: Genji le parlò

dei suoi sentimenti ma la dama non aprì bocca; fu Jiju, una sua dama, a rispondere al

posto suo facendo credere a Genji che fosse stata lei. Il principe non poté resistere al suo

silenzio e per questo forzò la porta ed entrò in camera: rimase deluso dal brutto aspetto

della donna e tornò al Palazzo. La dama ci rimase male e Genji, per non vederla soffrire,

le promise che in futuro sarebbe ritornato; ma con l’adozione di Murasaki quelle visite

venivano sempre meno. Un giorno però volle ritornare per far chiarezza su ciò che aveva

visto quel primo incontro: alta, un gran naso, sul quale aveva una punta rosea a causa

del freddo, molto magra e capelli magnifici. Genji, tuttavia, desiderava una donna diversa

dalle altre. Un giorno Myoubi andò da Genji per consegnargli un pacco da parte della

dama: una lettera e una giacca. Ai festeggiamenti del nuovo anno recapitò quel pacco

vuoto con un vestito rosso alla dama, che divenne col passare del tempo meno timida,

alla moda, e cominciò a conversare con Genji. Ritornato al Palazzo Genji si mise a giocare

con la piccola Murasaki: si dipinse di rosso il naso, come la dama, facendo credere alla

piccola che quella macchia non sarebbe mai più andata via.

Capitolo VII – La Festa delle Foglie Rosse

La Festa del Passero Rosso si avvicinava e le dame, tra cui Fujitsubo, non vi potevano

partecipare. Perciò l’Imperatore decise di far dare una prova generale dello spettacolo a

Palazzo: Genji danzò in maniera sublime facendo commuovere addirittura chi gli stava

attorno. Il giorno della festa era arrivato: danzatori di ogni ceto sociale arrivarono, alcuni

dei quali maestri come Sayemon no Kami. In quella nottata tutti gli uomini furono

avanzati di un grado; Genji divenne Consigliere. Nel frattempo Aoi si sentiva amareggiata

perché aveva saputo che una persona era andata a vivere con Genji; non sapeva che si

trattasse di una bambina. L’anno a venire Genji fece un discorso a Murasaki dicendole

che doveva iniziare a comportarsi da vera dama poiché sarebbe diventata sua moglie. Nel

frattempo Fujitsubo partorì e tutti a corte pensavano che il padre fosse l’Imperatore; in

realtà era Genji. Quanto alla notizia di Murasaki al Palazzo nessuno sapeva che si

trattasse di una bambina; l’Imperatore, insospettito che potesse essere una dama di

Palazzo, si nascose mentre assistette ad una ironica scena: Genji respinse i sentimenti di

una vecchia dama di corte. Questa rimase imbarazzata e amareggiata, perciò Genji le

andò incontro mentre To no Chujo lo spiava. Genji sentì qualcuno avvicinarsi, si lamentò

con la dama e si nascose dietro un paravento; pensava fosse un suo corteggiatore ma poi

scoprì che era il cognato. Mentre la dama supplicava affinché non duellassero per lei, i

due giovani se la ridevano sotto i baffi. Nei giorni seguenti Genji le chiese scusa per il

pessimo scherzo del cognato. Successivamente Fujitsubo divenne Imperatrice e il

bambino venne scelto come prossimo erede al trono.

Capitolo VIII – La Festa dei Fiori

Ad un banchetto cinese indetto dall’Imperatore i partecipanti dovevano, dopo aver

estratto una parola, comporre una poesia; alcuni poeti professionisti ebbero un grande

imbarazzo a causa delle eleganti esibizioni di alcuni nobili. Una volta scesa la notte Genji

sentì un rumore, si avvicinò e scoprì che era una giovane dama, sorella di Kokiden. Non

la guardò in faccia visto che era notte ma si limitò solamente a scambiare con lei il

ventaglio. In seguito Genji venne invitato ad un banchetto indetto dal Ministro della

Destra; dopo avervi partecipato entrò in una delle camere delle dame ove vi erano sia le

sorelle di Kokiden che le loro amiche. Con una poesia Genji cercò di capire chi fosse

quella donna alla quale parlò quella notte; ci riuscì, il suo nome era Oborozukiyo.

Capitolo IX – Aoi

All’insediamento del nuovo Imperatore, figlio di Kokiden, l’ex Imperatore aveva più tempo

per trascorrere le sue giornate. Era preoccupato per la posizione dell’Erede Legittimo,

figlio di Fujitsubo: ne parlò con Genji affinché questo gli assicurasse l’appoggio del clan

Minamoto. Successivamente la figlia di dama Rokujo, moglie del defunto Zembo, fratello

dell’ex Imperatore, venne scelta come Vergine Vestale di Ise. Rokujo fece di tutto per

trasferirsi ad Ise con la figlia e dimenticare la storia d’amore avuta con Genji; tutti

vennero a conoscenza di tale storia, anche la principessa Asagao, figlia di Momozono, la

quale cessò del tutto di rispondere alle lettere di Genji. Venne anche eletta la Vergine

Vestale di Kamo: San no Miya, figlia di Kokiden. Al corteo della Vergine di Ise vi

parteciparono molte persone tra cui Genji, che scortava la stessa Vergine, Rokujo,

travestita in modo da non farsi riconoscere, Aoi, incoraggiata dalla madre ed addolorata

per la questione amorosa del marito, il Tesoriere Imperiale, fratello di Ki no Kami, Asago

e suo padre, e molte altre persone di qualsiasi ceto. Nel giorno della Purificazione si ebbe

uno scontro tra le carrozze di Aoi e di Rokujo e Genji, rammaricato, chiese scusa alla

dama. Successivamente si tenne anche il corteo della Vergine di Kamo; per l’occasione a

Murasaki le vennero tagliati i capelli. Aoi stava male, era posseduta da uno spirito.

Rokujo credeva che la causa del male di Aoi fosse lei, infatti, per molte notti, aveva

sognato di maltrattarla. In seguito lo spirito prese voce dicendo di voler rimanere da solo

con Genji: questi si accorse che la voce assomigliava a quella di Rokujo. Aoi nel

frattempo partorì. Le sue condizioni si aggravavano finché pochi giorni dopo venne a

mancare. Genji precipitò in una totale disperazione; i funerali si tennero a Toribeno.

Genji, prima di lasciare per sempre la Grande Casa, pregò a tutte le dame di prendersi

cura del bambino avuto con Aoi. Una volta ritornato al Palazzo, decise che era ora di

fidanzarsi con Murasaki e per l’occasione fece mettere accanto al letto della ragazza una

scatola di cioccolatini.

Parte seconda: L’Albero Sacro

Capitolo I – L’Albero Sacro

Prima che Rokujo partisse Genji le scrisse per un ultimo incontro; questa gli scrisse che

si sarebbero incontrati in un posto segreto: la scongiurò di non partire e si scusò se negli

anni precedenti non le avesse fatto visita. Il giorno della partenza si tenne un corteo al

Palazzo dell’Imperatore ma Genji decise di non parteciparvi. Prima di morire l’ex

Imperatore diede alcune direttive al nuovo Imperatore e all’Erede Legittimo. Fujitsubo

ritornò al suo palazzo poiché il potere politico era passato nelle mani della famiglia di

Kokiden. Nel frattempo il matrimonio tra Genji e Murasaki ebbe il consenso popolare,

anche del principe Hyobukyo. La Vergine Vestale di Kamo si ritirò dal suo incarico e al

suo posto venne scelta Asagao. Un giorno Genji, travestito, decise di far visita a

Oborozukiyo ma venne riconosciuto dal fratello di Jokyoden, moglie dell’Imperatore

Suzaku. Fujitsubo si recò al Palazzo per rivedere per l’ultima volta il bambino; aveva

deciso di cambiare vita. Si ritirò in un tempio fra i boschi nei Nembi ove risiedeva suo zio

Vinaya. Qui condusse per un po’ un’esistenza del tutto diversa. Una volta arrivato il

periodo dell’anniversario della morte dell’ex Imperatore, Genji ottenne che fosse celebrato

un servizio degli otto offici: qui Fujitsubo comunicò che era pronta per prendere i voti e

suo zio Yogawa le rasò il capo. Successivamente il Ministro della Sinistra si ritirò e il

potere governativo passò nelle mani della famiglia di Kokiden. Saputa della malattia di

Oborozukiyo, Genji non esitò a farle visita; un giorno però il Ministro della Destra venne

a conoscenza della relazione e Kokiden cominciò a tramare per mettere in cattiva luce

Genji.

Capitolo II – Il Villaggio dei Fiori Caduchi

Genji era intenzionato a cambiar vita ma molte persone dipendevano da lui come dama

Reikeiden, aiutata economicamente. Un giorno Genji decise di andarla a trovare e sulla

strada vide che c’era una casa: vi abitava dama Gosechi, una vecchia danzatrice che

Genji non vedeva da anni. Arrivato, i due iniziarono a conversare: Genji era felice di

ascoltare qualcuno che gli parlasse dei vecchi ricordi, specialmente quelli legati al padre.

Capitolo III – Esilio a Suma

Genji aveva intenzione di lasciare la capitale perché se vi fosse rimasto avrebbe potuto

passare dei guai. Un posto lontano come Suma, terra desolata e con poca gente, avrebbe

potuto calmare le acque per alcuni anni. Nessuno sapeva della sua partenza, portò con

sé alcuni dei suoi fedeli dipendenti. Prima di partire salutò tutti i suoi amici e raccontò a

Murasaki che sarebbe ritornato presto e che non avrebbe potuto portarla con sé. Molti

erano in debito verso Genji ma nessuno di loro esitò ad aiutarlo poiché avevano paura

del nuovo governo. Genji partì di notte e viaggiò per mare. Arrivati fece chiamare alcuni

suoi dipendenti che abitavano a Suma e si fece costruire un’adatta abitazione. La

malinconia in casa si faceva sentire e per questo fece chiamare alcuni pittori che

disegnassero quelle zone. Nel frattempo Kokiden venne a sapere di Genji e vietò tutti i

rapporti epistolari con egli. Dopo un’improvvisa visita del cognato, si abbatté su Suma

una fortissima tempesta.

Capitolo IV – Akashi

Durante i giorni della tempesta Genji faceva sempre il medesimo sogno: un messaggero

lo invitava nel regno sottomarino. Un giorno arrivò un messaggero ridotto male che

portava notizie della capitale e alcune lettere. Il giorno dopo si abbatté un feroce vento e

Genji pregò sia Buddha che gli altri dei. Fece un nuovo sogno: l’ex Imperatore gli venne

in

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Publisher
A.A. 2014-2015
16 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/22 Lingue e letterature del giappone e della corea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kumaneko93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura giapponese I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Giordano Giuseppe.