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Letteratura giapponese I - Teatro Nō: Zeami Motokiyo Pag. 1
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Estratto del documento

costumi

I sono di seta e di broccato ed indicano sia l’età che la condizione sociale del

personaggio interpretato. I personaggi femminili portano un pantalone rigido e svasato

verso il basso; quelli maschili calzano pantofole di tela, d’alluce separato. Sia il

personaggio maschile che femminile portano i capelli lunghi. L’acconciatura del vecchio

comporta una sorta di chignon. I demoni portano lunghi capelli che ricadono fin quasi al

ginocchio. I grandi personaggi portano l’antico copricapo di corte mentre gli esseri

soprannaturali una corona di gemme.

Di solito solo lo shite porta una maschera di legno scolpito e dipinto. Soffoca la voce del

personaggio; vi sono aperture piccolissime per gli occhi. La maschera è in grado di

mostrare differenti espressioni e sentimenti a seconda della posizione della testa

dell'attore e dell'illuminazione.

accessori

I grandi sono fatti di bambù e di stoffa: la barca, un quadrato arrotondato a

due estremità; una lunga canna di bambù diventa nelle mani dell’attore o un remo o una

pertica; un grande ventaglio per la danza, che nelle mani dell’attore può evocare sia

un’arma sia un ramo di pino. Quanto alle armi vi sono sciabole, alabarde, archi e frecce.

Una rappresentazione del nō è costituita da 5 drammi alternati a 4 farse; può durare

dalle 8 alle 10 ore: lo spettacolo è caratterizzato dalla lentezza. Il ritmo rallenta nella

prima parte dello spettacolo per poi accelerare nella seconda. Ridurre la durate è grave

poiché si distrugge l’armonia stabilita dai fondamenti del nō.

principio jo-ha-kyū

L’andamento dello spettacolo si fonda sul (preludio-sviluppo-finale):

► Prima parte: Jo-ha

• Jo: apertura strumentale nella quale entra il waki; esposizione del waki; strofa

introduttiva; presentazione del waki; descrizione del paesaggio.

• Ha: composto da 3 drammi che seguono anche loro il principio jo-ha-kyū:

- Ha-jo: entrata dello shite; lo shite canta le tre strofe; si dirige cantando verso il

palcoscenico. Qui vi è l’opera di guerriero: un monaco si ferma una sera su un antico

campo di battaglia. Un vecchio gli racconta gli episodi del combattimento e poi sparisce

rivelandogli che è lo spettro di uno degli eroi caduti quel giorno. Il monaco decide di

passare la notte in preghiera e lo spettro torna sotto l’aspetto del guerriero.

- Ha-ha: incontro dello shite e del waki seduti faccia a faccia. Qui vi è l’opera di donna:

lo schema è uguale a quello precedente con la solo differenza che il monaco vede apparire

una dama dei tempi passati, eroina di una storia d’amore.

- Ha-kyū: racconto dello shite; dialogo tra lo shite e il waki; lo shite lascia la scena. Qui si

descrivono gli avvenimenti del mondo reale: vi è un nuovo personaggio, la folle, una

donna diventata pazza in seguito alla perdita di un bambino o del marito.

► Interludio: Ai-kyōgen

Nell’attesa che lo shite si cambia d’abito vi è un dialogo tra il waki e il kyōgen.

► Seconda parte: Kyū

• Kyū: qui vi è l’opera di demone: un monaco incontra un vecchio o una giovane donna

che in seguito si rivelano essere demoni, caratterizzanti per una danza violenta.

- Kyū-jo: il waki canta il canto di attesa.

- Kyū-ha: entrata dello shite che canta una strofa introduttiva; dialogo col waki.

- Kyū-kyū: ultimo canto del coro, racconto o commento.

Le forme di intrattenimento anteriori al XIV secolo si originano da cerimonie religiose

connesse ai cicli produttivi rurali, assumendo gradualmente la forma di danze

folkloristiche o primitive commedie.

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
3 pagine
14 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/22 Lingue e letterature del giappone e della corea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kumaneko93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura giapponese I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Giordano Giuseppe.