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Letteratura francese - Saint Cyr e il teatro Pag. 1
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Madame de Maintenon e Saint-Cyr

Negli ultimi vent'anni del XVII secolo l'atmosfera a corte non è più quella dei trionfi di Mo-lière o del primo Racine: installata definitivamente a Versailles a partire dal 1882, la corte del Re Sole è ora immersa in un clima decisamente più cupo. I successi militari non paiono più inevitabili, la "devozione" e la "pietà" del cosiddetto "Parti dévot" ha reso sospetti i divertissements che tanto animavano le giornate del giovane re, il quale ha smesso di danzare nei ballets de cour e soprattutto si è legato sempre più strettamente a Madame de Maintenon: vedova del romanziere barocco Scarron, precettrice ufficiale dei 'bâtards royaux' (se ne contano almeno 12, avuti dalle varie favorite di Luigi), intelligente e colta, la Maintenon seppe imporsi con discrezione, e finì per diventare la moglie segreta del sovrano.

invecchiato (nel 1683 era morta la legittima consorte Maria Teresa), che si conformò alla sua austera religiosità. L'onda lunga del Giansenismo ha la sua parte in questo mutamento: perseguitati dal potere reale e condannati dalla Chiesa, i Giansenisti hanno comunque pervaso la cultura francese di una spiritualità intensa ma profondamente cupa e dominata da un pessimismo che si potrebbe definire ontologico. L'augustinismo è di fatto presente in tutta la grandissima cultura dei moralisti francesi del secolo, da La Rochefoucault a La Bruyère a Bossuet, e del resto il conflitto stesso che si era scatenato intorno a Port Royal aveva imposto l'esigenza di una nuova eloquenza religiosa (Bossuet) atta a contrastare la notevole forza intellettuale dei sostenitori del Giansenismo, fra i quali conta una personalità del calibro di Pascal. La revocazione dell'Editto di Nantes nel 1685 è un segno evidente del cambiamento di rotta:

la fine della tolleranza religiosa che era stata imposta nel secolo precedente da Enrico IV di Borbone, a suggello della 'pace armata' fra Protestanti e Cattolici, segna anche un'esigenza di rigore del quale tutta la cultura francese sarà penetrata. È in questo contesto che vanno collocati gli sforzi di Madame de Maintenon per la creazione di un'istituzione scolastica a favore delle fanciulle, progetto di cui non bisogna sottovalutare la dimensione politica. Le destinatarie della benevolenza reale erano infatti ragazze che avevano subito il lutto del padre in seguito ad una delle guerre del Re Sole, e nella medesima direzione andava la fondazione dell'Hôtel des Invalides, destinato ad ac-1 Sede del Monastero e della scuola giansenista che sarà distrutto di là a pochi anni con conseguente dispersione dei Solitaires e delle religiose, dopo fra l'altro che Racine avrà chiesto di esservi sepolto, lanciando

Così una 'sfida' post mortem al re che aveva perseguitato con tanta durezza i suoi maestri di un tempo. Madame de Maintenon e Saint-Cyr cogliere ufficiali feriti in guerra: nel finanziare il progetto di Madame de Maintenon Luigi XIV badava a mantenere viva l'immagine di un sovrano benevolo e attento alle esigenze dei sudditi -- dei sudditi più fedeli, in verità --, e il testo dell'Athalie non è estraneo a questa finalità. L'educazione delle fanciulle era del resto al centro dell'attenzione del pensiero pedagogico degli anni '80 del secolo: se i collegi gesuiti provvedevano infatti alla formazione dei ragazzi (ed è fra le loro mura che si sperimentava una nuova idea del teatro, compatibile con la severa morale post-tridentina e vicina appunto ad un ritorno alla totalità spettacolare delle origini) l'educazione delle ragazze era il più delle volte trascurata e comunque affidata alle famiglie.

La pubblicazione del Traité de l’éducation des filles di Fénélon (precettore del Delfino) nel 1687 è una testimonianza certa di questa tendenza: la Maintenon del resto conosceva bene Fénélon e il suo trattato le era noto anche prima della pubblicazione: i principi che presiedono alla fondazione di Saint-Cyr sono infatti gli stessi che vengono enunciati in quel testo. Si tratta di fornire alle ragazze un’educazione che sia loro consona: fra gli obiettivi dichiarati da Fénélon vi è infatti quello di “educare nella devozione” ma anche di “formare lo spirito e il giudizio” di giovani donne destinate spesso ad un’elevata vita sociale e mondana. Saint-Cyr si vuole una microsocietà ideale in cui si formi un’élite morale e mondana, e non, almeno all’inizio, una struttura di preparazione alla vita religiosa. Non va dimenticata, del resto, la ‘vocazione

La linguistica del progetto: e vocazione lin-guistica significa nel Seicento dei Classici anche vocazione ideologica. La necessità di im-porre una norma linguistica era fra i concetti fondatori del Classicismo stesso, ma anche della monarchia assoluta come si era andata formando fin dai tempi di Richelieu, e nella "Préface" di Esther, la prima delle tragedie bibliche raciniane, si invocano i benefici della declamazione e del canto per delle fanciulle che "dovessero liberarsi delle pronunce errate ch'esse avessero portato dalle loro province".

La costruzione dell'edificio destinato ad accogliere il collegio termina nel 1686: è stato col-locato nei pressi di Versailles, ma non al suo interno, poiché si teme la cattiva influenza che la Corte potrebbe avere sulle educande. Nel progetto di Madame de Maintenon il teatro e la musica occupano fin da subito uno spazio preponderante; se da Saint-Cyr devono uscire infatti delle

giovani donne pronte al matrimonio cristiano - e al 'redressement' della Francia cattolica in questo modo - allora la musica e il canto rivestono un'importanza capitale: la musica non era fine a se stessa, ma doveva contribuire all'educazione; impo-Madame de Maintenon e Saint-Cyrstare la voce, il portamento, imparare a cantare nelle funzioni religiose erano le finalità specifiche cui l'insegnamento della musica era destinato. La tragedia cristiana faceva par-te integrante dell'Istituzione di Saint-Cyr, come dei collegi maschili gesuiti: atta a formarela personalità e a garantire un'eccellente cultura (la struttura teatrale, le fonti, la disciplinastessa della rappresentazione costituiscono strumenti di formazione) ma scevra dal rischiodella tematica dell'amore, considerata come il soverchio pericolo per un buon cristiano e amaggior ragione per una buona cristiana, la tragedia religiosa è infatti perfetta per icollegie le loro finalità educative. Normalmente nei collegi gesuiti si rappresentavano tragedie martirologiche composte dai docenti stessi (non ne rimane traccia nella memoria artistica) che venivano inframmezzate negli intervalli da balletti o da vere e proprie tragedie liriche di tematica biblica. Si ritiene l'esempio (ma la tradizione era consolidata) di David et Jonathas di Charpentier che fu rappresentata negli intervalli dei cinque atti di Saül, tragedia cristiana del Padre Chamil-lart, nel celebre collegio parigino Louis-le-Grand nel febbraio del 1688. Nell'estate dello stesso anno Racine cominciò a lavorare ad Esther, e certo il modello non gli era ignoto. Tre tipi di intermezzi erano in voga negli anni tra il 1660 e il 1680 nei collegi gesuiti: il coro, cantato o declamato; il balletto in relazione alla tematica della tragedia latina o martirologica che si rappresentava quel giorno (nell'intervallo del Martyre de Sainte Catherine fu danzato ad

esempio un balletto sul tema dell'Illusione, ovvero l'illusione nella quale vivono gli empi); e la vera e propria tragedia lirica di tema biblico.

Il pubblico dei collegi non era composto esclusivamente da studenti o famiglie degli stessi; le rappresentazioni erano frequentate da un pubblico eterogeneo e numeroso, ma certamente colto. Fin dal 1660 infatti si consumava in Francia una separazione sempre più netta fra due tipi di spettatori: il pubblico dei dotti e il pubblico mondano, che si identificava sempre più con la Corte. Al pubblico mondano che Racine si rivolge quando nelle "Préfaces" delle sue pièces profane parla della necessità del piacere a teatro, è per il pubblico colto che giustifica la scelta delle fonti. Racine concede invero molto poco al "gusto", e del resto non ne ha bisogno: le sue opere mirano al cuore, e respirano la "naturalità del tragico", che non teme smentite erudite. In ogni caso

la corte nel 1691 non è più, l'abbiamo detto, quella che aveva visto il trionfo di Iphigénie. Ora il gusto della corte è la devozione; la musica più in voga è costituita dai 'Canti Spirituali', volti cioè ad accompagnare lo spirito nella preghiera, e in questo genere Jean-Baptiste Moreau (1656-1733) ecc...
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Publisher
A.A. 2012-2013
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Zanola Mariateresa.