PASSAGGIO MEDIOEVO - ETÀ MODERNA
- 1492: scoperta dell’America, Colombo
- 1453: caduta Impero Romano d’Oriente: in Europa arriva un bagaglio culturale enorme,
centrale è la figura del Cardinal Bessarione, che donerà numerosi volumi alla Biblioteca
Marciana, nata grazie a questa donazione
- 1455: Gutenberg stampa la prima Bibbia
- 1344: gli arabi utilizzano per la prima volta il cannone in un combattimento; gli inglesi
acquisiscono la tecnica per poi riutilizzarla 60 anni dopo, con l'invenzione del fucile
NASCITA DEL ROMANZO DEL ‘900
- 1914: secondo gli storici; tuttavia sebbene la realtà venga vista in modo diverso, non
cambia il modo di scrivere: il romanzo segue una storia, vi si trova un senso e la
crescita dei personaggi, il tempo è lineare
- 1898: Mallarmé spartiacque; “Jacques Damour” di Zola
- 1902: riforma scolastica in Francia, nelle scuola si insegnano i classici francesi e non
più quelli latini e greci
- Proust: stravolge l’idea di romanzo, che diviene senza tempo e senza luogo
- Alcune novità letterarie già compaiono tra il 1912 e il 1913, nella poesia e nell’arte;
tuttavia il romanzo rimane impantanato:
- prima c'era il positivismo (si arriva alla verità, o
si migliora sempre): opponeva il reale
all’omerico, l’utile all’ozioso, il certo al dubbio;
poi ci si accorge che non è così
- si sviluppano tesi nuove
- Proust pubblica nel 1913 con l’intento specifico di rinnovare il romanzo, in particolare
per quanto riguarda il tempo:
- Bergson: concetto di tempo interno, intimo, con durate
differenti
- Einstein: non c'è progressione lineare
- Freud: psicanalisi; il soggetto non è quello che sembra
- Si dice che il nuovo romanzo deve essere d’avventura
- Si passa dalle certezze ottocentesche (positivismo) al sospetto del Novecento: ora si
parte dal dubbio, che comporta una nuova apertura
2/10/2017
PROUST
- Biografia:
- 1871-1922
- Si pensava che dalla biografia si potesse capire tutto di un autore; lui non lo
pensa affatto e vi si oppone: non basta mai la biografia
- Proust scrive in forma autobiografica; c'è un personaggio che dice “je” però
Proust sottolinea che non è lui: non si tratta di un’autobiografia
- Figlio di un medico, madre ebrea, di famiglia altolocata: frequenta il mondo
dell’alta borghesia; è un bravo studente al liceo, ma poi può vivere di rendita:
fa il dilettante -alla francese-, ovvero un personaggio raffinato con grandi
conoscenze ma senza un mestiere vero e proprio, potendo vivere di rendita
- Fino a 35 anni si dà alla bella vita e osserva, impara; poi si chiude in casa per
16 anni a scrivere:
- À la recherche du temps perdu
- Diventa l’evento letterario del dopoguerra, la letteratura ha
preso un corso nuovo: compare il “je” in un romanzo di mille
pagine
- Le massime di Foucault: scrive delle massime lapidarie; produzione moralistica: anche
Proust fa osservazioni simili nel suo romanzo
- All’interno dell’opera c'è un pezzo che potrebbe essere autonomo: storia
dell’innamoramento di Swan
- Fa un ritratto del mondo che ha conosciuto direttamente; Balzac invece chiama « La
comédie humaine » una raccolta di più suoi romanzi, l’opera di Zola è Rougon-
Macquart, dove egli vuole raccontare la società come un insieme di fotografie, come
un dipinto oggettivo, è la realtà, l’attualità
- In Proust c'è un personaggio che racconta di se stesso per 3000 pagine (sette volumi,
un’unica opera), di un mondo che Proust stesso ha vissuto e sperimentato, che tuttavia
sta sparendo (Belle époque): non rimpiange il passato, ma osserva che sta morendo, e
si accorge che si tratta di una mondanità vuota, di tempo perduto
- Proust è anche un memorialista: nel suo romanzo avviene una una presa di coscienza
progressiva; quando il protagonista arriva alla scrittura e alla contemporaneità, muore:
mette in risalto i momenti di felicità assoluta, ineffabile; è la memoria spontanea
- Manca totalmente l’aspetto religioso: al posto della metafisica c'è l’estetica
- La vita di Proust si può dividere tra prima (quando era un dandy) e dopo del romanzo,
ma è una divisione manichea, vera fino ad un certo punto: in realtà già durante la sua
vita mondana scrive e pubblica, come « Jean Santeuil »
- È il periodo delle teorie di John Ruskin; Proust si stacca lentamente da quelle estetiche
- Scrive anche il genere « Pastiche », dove fa una parodia ispirandosi ad altri autori: è il
modo per imparare cosa si ha acquisito dagli altri autori, per poi potersene liberare,
essendo più autentici
- Con la “psicocritica” torna l’attenzione alle biografie degli autori, però ci si concentra
sulla psicanalisi della persona
- La Recherche è la storia della vocazione artistica di un
personaggio; ci arriva dopo aver attraversato molto tempo
perduto, che però viene ritrovato e riacquisisce un senso:
superando il passato, vado verso il futuro
- La letteratura ha il compito di trovare la Verità, quella concreta,
attraverso le emozioni, e non quella astratta della filosofia: la si
conquista cogliendo dei segni -emozionali- e sensibili; con la
“madelaine” Proust comprende che c'è qualcosa, ma prima di
arrivare a comprenderlo completamente deve fare una ricerca;
la madelaine lo riporta alla sua infanzia: questi momenti perduti
vanno fissati e salvati attraverso la scrittura, fino alla morte
- Si tratta quindi frammenti, particelle che vanno ricomposte
come fossero tessere di un mosaico, per potergli dare poi un
ordine estetico generale
Première partie
COMBRAY: paesino dove Proust, tra i 6 e gli 8 anni, trascorreva le vacanze estive a casa
degli zii
- Se è bel tempo, il protagonista va a scuola dalla parte dei Guermantes; altrimenti,
passa per la casa di Swann
- Fasi mnestiche (=della memoria): la realtà fisica che circonda il dormiente entra nei suoi
sogni
- Metempsicosi: quando si conserva un ricordo vago della vita precedente
9/10/2017
- Ci sono due Combray per Proust: il luogo dove ha passato l’infanzia, e quello che
scaturisce dalla sua memoria involontaria, che gli torna alla mente con emozioni molto
forti
- Du côté de chez Swann
- Ci sono due à Côté: una verso la casa di Swann, l’altra verso i
Guermantes (titolo terzo volume)
- Il romanzo comincia col passé composé, perché è un discorso orale
che viene messo per iscritto, è fatto in prima persona, Proust parla di
sé stesso, non è un passato lontano, staccato: è collegato a colui
che ne parla, sebbene sia molto lontano
- Parla del Bois du Boulogne: un parco dove passeggiavano quelli che
vivevano di rendita, donne ben vestite ecc. (mondo aristocratico)
- Quando utilizza il passato remoto, significa che parla di un evento
ormai staccato, superato
- Considera la Recherche a livello della Bibbia e di Dante
- In una lettera ad un amico dice di star scrivendo un romanzo -e non un’autobiografia,
perché non c'è quasi niente di contingente, mette solo ciò che c'è nella vita, e non
cose come il contesto storico ecc.-; sa di star facendo qualcosa di completamente
inedito, porterà i lettori in questi altri mondi di cui parla all’amico: sono altre sfere della
coscienza, ma non per questo vuole cambiare il mondo esistente: vuole cambiare il
modo in cui le persone lo vedono e lo percepiscono
- Lo chiama romanzo perché il romanzo è ciò da cui si discosta di meno
- La molla narrativa è quella della ricerca: il soggetto ha qualcosa, la perde e deve
riconquistarla; è lo stesso meccanismo delle fiabe; però la trama è molto intricata e si
svolge su un piano superiore, quello delle idee, dei comportamenti, del linguaggio,
dell’arte: Proust fa del soggetto un artista: tutta la storia, è la storia di una vocazione
artistica
- Inizialmente voleva fare due volumi: Tempo perduto e Tempo ritrovato; in realtà questa
contrapposizione dualistica rimane
- Il personaggio principale non ha nome, non ha età, non ha apparenza fisica
- Proust non sapeva se scriverlo in prima o in terza persona, poi scrive un romanzo
interamente in terza persona: Jean Santeuil; poi non lo pubblica, è una prova andata
male
- Si tratta di un présent de fin de vie: quando finisce la Recherche, il personaggio muore
- Sostiene ci siano due io: uno trascendente, che va al di là dell’oggetto narrativo, e un
soggetto narrante; poi c’è un “moi” empirico
- Colui che racconta è anche colui che è raccontato, il protagonista: fra il narratore che
racconta adesso e ciò di cui parla c'è il tempo: l’io raccontato è uno stato ormai
perduto
- A volte il protagonista è testimone ma di seconda mano (per Swann, lui era troppo
piccolo per ricordarsi bene), altre è testimone, altre ancora è protagonista
- Tende a non dare nomi ai personaggi della famiglia del protagonista, così che si
abolisca la distanza conferita dai nomi -che definiscono e circoscrivono-: il lettore può
identificarsi molto facilmente
- Il “moi” narrato non sa riflettere su ciò che gli accade, come invece fa l’io narrante
- Dopo la fase dell’infanzia, in cui lui subisce ciò che succede, ci sono tre grandi
avventure amorose, tuttavia sono completamente artistiche, visto che Proust era
omosessuale; vengono narrate così tante cose che non possono essere state tutte
vissute da lui
- Quando scrive delle lettere agli amici, inserisce anche elementi e vicende del libro
- L'importanza gerarchica dei personaggi è data dalle volte in cui vengono ripetuti nel
corso dell’opera
- Proust non rimpiange un mondo storico, sociale, rimpiange un mondo intimo, interiore
GIDE
- Vita:
- 1869-1951; nasce a Parigi; il libro della fine dell’Ottocento ma che pubblica dopo
Les faux monnayeurs,
si chiama che considera il suo unico romanzo, ed ha più
impatto sulla società del suo tempo; ora non ha più molta importanza (esaltazione
dell’edonismo, personaggio che non rispetta limiti e responsabilità: ormai ne
abbiamo visti di romanzi così): al tempo ha un impatto grandissimo e Gide è visto
come un eroe; oggi sono ancora molto leggibili i romanzi che lui chiama récit,
L’immoralista,
narrazioni brevi fatte in un giorno solo, come e
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