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Trama sfilacciata che si moltiplica su diversi livelli, trama sentimentale-parentale nella prima

parte con il rapporto padre-figlia e padre-figlio nella parte realistica e post apocalittica.

Quando si entra nel fantascientifico la trama sentimentale-parentale si assottiglia per far

spazio ad un’altra trama sentimentale, quella della relazione tra Brand ed il dottor Edmund

che lei vorrebbe raggiungere. Ad un certo punto arriviamo nel finale dove ritroviamo la

trama sentimentale-parentale e dove questo sentimento non è solo l’amore tra padre e

figlia, ma è un sentimento universale, l’amore è l’unica entità che riesce a superare lo

spazio e il tempo. Alla fine si scopre che in realtà la trama principale celebra l’amore, trama

che diventa quasi mistica, l’amore fa sì che generazioni dell’umanità successive anche di

molto a Cooper siano riuscire a riconfigurare la loro esistenza in uno spazio che non è più

tridimensionale.

Costruzione delle trame

Trama post apocalittica

La trama è basata su una serie di eventi che si sono realmente verificati negli stati uniti alla fine

degli anni ‘30. I cosiddetti dustbowl, le cui foto storiche sono state un'importante fonte iconografica

per il film, si crearono in alcuni stati meridionali degli stati uniti a causa delle colture intensive dei

terreni e delle siccità prolungate. Gli eventi atmosferici hanno creato tempeste di sabbia che hanno

ucciso molte persone e che hanno esasperato le condizioni di quegli anni.

Trama fantascientifica

C’è dietro un’accurata consulenza scientifica dello scienziato Kip Thorne, uno dei più grandi teorici

dei Wormhole, dei cunicoli spazio-temporali, infatti nel film grazie al cunicolo spazio-temporale

trovato vicino a Saturno Cooper e gli altri possono andare in un'altra galassia. Thorne oltre ad

essere stato uno dei principali teorizzatore dei wormhole ha anche la caratteristica: il film è stato

realizzato nel 2013, nel 2017 Thorne insieme a Weiss e Barish ha ricevuto il nobel della fisica per

aver dimostrato l’esistenza delle onde gravitazionali, hanno dimostrato che la gravità si muove

attraversi le onde, sono riusciti a verificare la parte fondamentale della teoria della relatività di

Einstein che postulava il fatto che la gravità dovesse essere ondulata. Tutto quello visto dal punto

di vista grafico nella costruzione visiva dei cunicoli spazio-temporali è stato fatto usando le

equazioni di Thorne elaborate attraverso software di computer grafica. L’ingresso del cunicolo

spazio-temporale si chiama ponte di Einstein-Rosen perché la prima formulazione di questa

possibilità risale anch’essa ad Einstein.

Verso la fine del film troviamo l’iperspazio che viene nominato tesseratto, una proiezione della

geometria solida oltre le quattro dimensioni, un ipercubo che è alla base del pre finale del film,

sorta di costruzione in cui tutti i punti della vita di Murph e di Cooper sono presenti e riuniti.

Tutto quello che nel film è fantascientifico non è solo digitale, in realtà molta parte sia del viaggio

interstellare e sia del tesseratto finale sono analogici, sono stati costruiti dei set con gli oggetti veri,

sono state costruite le navicelle su scale diverse riprese con tecniche particolari.

La tecnica con cui è costruito gran parte del film è la tecnica della front projection: la macchina da

presa riprende l’uomo, dietro l’uomo c’è un fondale bianco il quale viene colpito da delle immagini

che vengono proiettate da un proiettore che sta in alto e messo perpendicolarmente alla macchina

da presa e che viene indirizzato verso una superficie semi riflettente che si trova a 45 gradi sia

rispetto al proiettore, sia rispetto alla macchina da presa e che proietta a sua volta delle immagini

sul fondale bianco che risultano estremamente realistiche e vivide.

Citazioni

Il riferimento principale del film è di 2001: Odissea nello spazio, soprattutto nel viaggio

interspaziale finale. Nel film di Kubrick nel finale il protagonista finisce dentro una stanza asettica in

cui vede sè stesso contemporaneamente in diverse età della sua vita, stanza in cui lo spazio

tempo viene azzerato, la sequenza finisce con un feto proiettato sullo spazio, nel film di Nolan

questa conclusione paradossale viene spinta oltre, Cooper si risveglia in una stanza d’ospedale

dopo essere stato respinto dal buco nero. La vera conclusione è il momento in cui trova sua figlia

molto più vecchia di lui che sta per morire, ci troviamo di fronte alla materializzazione di un

paradosso, l’unica conclusione possibile dopo questo paradosso è quella di tutta la narrativa

occidentale, secondo un personaggio di Calvino le storie possono finire solo in due modi: con la

morte o con un matrimonio, la morte del protagonista segna la fine della vita, il matrimonio celebra

invece la sua continuazione, il film poteva concludersi solo in uno dei due modi, Cooper viene

spedito da Brand in un pianeta in cui l’umanità potrà sopravvivere.

Altre tre fonti:

● L’uomo dei sogni di Phil Alden Robinson (1989), in questo film c'è un viaggio interstellare

attraverso il tempo e c’è un campo da baseball dentro un campo coltivato a mais.

● Solaris di Tarkovskij (1972)

● Lo specchio di Tarkovskij (1975) , finale in cui genitori e figli si ritrovano con età diverse,

non naturali. ​ ​

● Uomini veri di Philip Kaufman (1983), sorta di celebrazione delle imprese della Nasa.

Eternal sunshine of the spotless mind (2004) di Michel Gondry

Il titolo è un verso preso da un poeta inglese del ‘700, Alexander Pope, presa da un’elegia che

racconta una storia di due personaggi che si devono separare, lei per liberarsi di tutti i ricorsi

pronuncia quattro versi.

Secondo film del regista Michel Gondry, il quale realizza tutti gli effetti visivi manualmente. Ha

iniziato girando i video per Bjork. La sceneggiatura è di Charlie Kaufman ha vinto l’Oscar.

Storia narrata completamente dal rovescio, si parte dalla fine, sorta di gioco di scatole cinesi

aiutata da un montaggio non narrativo. Idea ispirata da Memento e ispiratrice di Inception.

Gondry alterna un realismo molto forte con telecamera a spalla, ma c’è anche surrealismo con

delle angolazioni strane nelle riprese.

Siamo contemporaneamente nella mente di Joel e fuori, quando siamo all’interno viviamo due anni

della sua vita nei dettagli, all’esterno si vive una notte lineare. Dentro e fuori finiscono per essere

legati e si influenzano.

Nella fabula il colore dei capelli di lei sono verdi, rossi, arancioni e blu. Dal punto di vista

dell’intreccio sono alternati. I capelli sono usati per dare un appiglio allo spettatore.

Jim Carrey lavora molto di sottrazione, mentra Kate Winslet lavora molto all’opposto. Il mondo di

Joel è caratterizzato dal blu diffuso, lei invece è caratterizzata da colori forti.

I personaggi sono tutti molto caratterizzati, anche i due amici di Joel che vediamo in pochissime

scene.

Film che è costruito tutto in flashback il cui finale è aperto. Film sul valore della memoria che

caratterizza l’individuo. Insieme ai ricordi negativi vi sono quelli positivi, non si può cancellare uno

senza cancellare anche l’altro.

Mary Svevo parla per citazioni e scopre tutto il meccanismo che c’è dietro questa azienda.

Nietzsche è citato esplicitamente in questo film, l'idea dell’eterno ritorno suggerita all’interno del

film anche dal ripetersi delle battute.

Molti dei testi analizzati vivono di paradossi temporali. La narrativa contemporanea fa i conti con le

tecnologie, in questo caso è una tecnologia fantastica, quasi fiabesca, si fa i conti con la memoria,

con una memoria che non è più solo fisica e umana ma è sintetica, una memoria che è contenta

da delle protesi o si cerca di cancellarla.

Grand Budapest Hotel di Wes Anderson (2014)

I film di Wes Anderson hanno un marchio che rende il regista immediatamente riconoscibile.

Nel film c’è sempre una cura maniacale del dettaglio e cui sono presenti vari generi: racconto di

formazione, la favola noir, thriller, escape movie e commedia.

Nonostante racconti temi molto tragici è anche un grande omaggio a un certo tipo di commedia

europea che si faceva in passato e anche alla slapstick comedy.

Rispetto ai suoi film precedenti con Grand Budapest Hotel alza il livello della sua opera, quello che

ha sempre fatto con lo spazio lo fa con il tempo.

Spazio

Anderson ha un tipo di ripresa che lo connota. Le sue inquadrature sono spesso perpendicolari

con il personaggio al centro, inquadrature usate anche da Godard, solo che Anderson incornicia lo

spazio, potrebbe essere un modo per il regista di dare ordine al mondo. Tutti i suoi film sono divisi

in capitoli con una struttura chiara.

Tempo

Ci sono quattro livelli temporali:

1. 2014: una ragazza legge un libro in cui vi è un racconto di uno scrittore che descrive

l’incontro avuto anni prima al Grand Budapest Hotel.

2. 1985: intervista in cui lo scrittore racconta come ha scritto il suo capolavoro.

3. 1968: in cui lo scrittore in prima persona racconta l’incontro con il padrone del Grand

Budapest, un vecchio di nome Zero Moustafa.

4. 1932: troviamo il Grand Budapest in pieno splendore e il concierge è Monsieur Gustave H.

assume come lobby boy Zero Moustafa.

Formato

Studio filologico anche rispetto alle inquadrature e i diversi formati usati. Il formato è la aspect ratio,

cioè il rapporto tra la lunghezza e la larghezza dell’immagine. La scelta di usare due formati diversi

caratterizza molto bene alcuni momenti della storia.

● 16:9 quando siamo nel 1985

● 4:3 quando siamo nel 1932

Ispirazioni, citazioni e tematiche

Film ispirato a i racconti di Stefan Zweig, autore viennese che si suicidò dopo l’avvento del

nazismo e i cui libri vennero bruciati, il film può essere considerato un omaggio ai suoi scritti.

● La scena del museo è ispirata a Profondo rosso dove è anche richiamata la musica.

● Uno dei carcerati ha gli stessi tatuaggi di un personaggio del film “L'Atalante” di Jean Vigo,

capolavoro della cinematografia francese.

● Come Chaplin in “Il grande dittatore” Anderson cambia il simbolo delle svastiche e delle SS.

Tematiche attuali, come quella dell’immigrazione, affrontato con un modo semplice, tipico del

regista. Anderson è attento agli ultimi, il ragazzo si chiama Zero, la ragazza Agatha ha una grande

voglia sul viso, personaggi marginali che hanno i valori più positivi.

Birdman di Alejandro González Iñárritu (2014)

Citazioni

Batman

Riggan Thomson, il protagonista, in passato ha avuto un grandissimo successo

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
9 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Claire.97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura e altri linguaggi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Vittorini Fabio.