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Non rimborsava i clienti. Il 30 ottobre del 2000 la BdI nega l'autorizzazione. Nello stesso periodo però ottiene l'omologa
dal tribunale di Firenze e la registrazione nel registro delle imprese.
Romanelli sostiene che non avendo ricevuto il diniego entro i 90 giorni valga il silenzio assenso.
(Leggi bene titolo I capitolo I delle istituzioni di vigilanza.) Dovrebbe esserci il principio di silenzio assenso ma non
è specificato, non è sicuro che valga anche quando si tratti di rilasciare un'autorizzazione. La cosa è impossibile, non si
può esercitare senza autorizzazione, anche se il diniego non avviene nel termine di 90 giorni.
Ha cominciato a operare in modo rilevante, sponsorizzando una squadra di Basket femminile. Era pienamente in mala-
fede, non ha chiuso l'iter di iscrizione all'albo delle banche.
Si è preso un codice Abi inutilizzato, non potendone avere uno suo.
Assegno scoperto = assegno cabriolet.
I clienti furono attirati da tassi di interesse molto alti. Per essere rimborsati dovevano fare una richiesta di rimborso pa-
gando una commissione del 5%.
Il problema è che la BdI ha comunicato il diniego in ritardo. Ma ha ragione Romanelli o la BdI? Perché la BdI ha rispo-
sto in ritardo?
Ha risposto in ritardo perché doveva fare degli accertamenti, tra i quali il possesso dei requisiti di onorabilità. Facendo
questi controlli la BdI ha scoperto che Romanelli aveva dei precedenti per usura. Ha sbagliato perché doveva sospende-
re i termini e chiedere informazioni aggiuntive.
Romanelli pagò un perito per dichiarare falso il documento della BdI.
Per quanto riguarda l'autorizzazione all'attività bancaria non esiste il silenzio assenso. L'autorizzazione è costitutiva.
È andato in crisi, fallimento o liquidazione coatta? Non era una banca, fallimento.
In attuazione delle direttive comunitarie la BdI deve rilasciare o negare l'autorizzazione sulla base
di presupposti oggettivi. Sono indicati preventivamente direttamente dalla legge.
Articolo 14 Tub. Elenco specifico dei requisiti e parametri.
Lettera A: forma giuridica. Società per Azioni o Società Cooperativa per Azioni a Responsabilità
Limitata. La forma giuridica non è dunque libera.
É una forma di de-specializzazione, la banca è banca. La forma cooperativa può essere utilizzata
dalle banche popolari e dalle banche cooperative.
Non ci sono altre possibilità.
Quando questa norma è entrata in vigore c'erano ancora delle banche pubbliche, tra cui il MPS. Il
nostro sistema è riuscito a passare in poco tempo da un contesto nel quale vi erano banche pubbli-
che a uno con tutte private. Ci si è arrivati un po' prima del Tub, quando è aumentata la concorrenza
e le banche hanno avuto la necessità di ricapitalizzarsi ed espandersi.
Una volta aumento di capitale pagato dal tesoro. Agli inizi degli anni '80 lo Stato ha i primi proble-
mi di bilancio e quindi fa entrare i privati nel capitale delle banche, fa marcia indietro.
Problema serio: privatizzazione. Libro verde della BdI dell'85. Precede la legge AMATO. Sono pro-
cedimenti. Lo stesso Amato l'ha definita un MOSTRO giuridico.
Le banche erano enti pubblici, privatizziamole! Frazionare il capitale sociale e farlo pagare ai priva-
ti in base a quanto era stato pagato dai precedenti soci. Non era sempre possibile, perché c'erano
banche antichissime con archivi smarriti. In termini giuridici queste vecchie banche pubbliche pote-
vano avere una duplice struttura.
Corporativa: c'era possibilità di ricostruire chi aveva effettuato i conferimenti.
Fondazionale: non confondere con fondazioni. Non si sapeva chi aveva effettuato i conferimenti. A
chi dare le azioni? Boh? Legge Amato. costituisce una NUOVA spa, ex novo. Poi conferisce
Situazione di partenza: banca ente pubblico →
alla Spa l'intera azienda bancaria (il complesso dei beni). La spa viene chiamata anche società con-
feritaria. L'ente pubblico che si svuota diventa ente conferente.
Che fine fa l'ente pubblico? Da cosa sarà costituito? Cosa avrà nei suoi asset?
All'ente pubblico resta il 100% del capitale della banca. Cambia nome e diventa fondazione. La fon-
dazione è un ente di diritto pubblico soggetta a diritto privato; definita un MOSTRO.
Nascono le fondazioni. Se c'è una fondazione che partecipa ad una Spa nasce un gruppo bancario:
legge Amato primo precedente.
Privatizzazione delle banche soltanto formale data dalla forma di Spa.
→
Era prevista la possibilità alle fondazioni di vendere le azioni mantenendo però il 50+1%.
Periodo d'oro per le banche, le cose vanno molto bene, le fondazioni fanno bella figura e diventano
uno strumento di potere enorme.
Duplice presidenza, sia fondazione che banca. Ma quale privato sottoscrive azioni senza avere pote-
re?
Direttiva Dini: se non scendono sotto il 50%+1 vengono commissariate.
L. Ciampi (1998): impone alle fondazioni bancarie di scendere sotto il 50%+1.
Solo dal '98 privatizzazione sostanziale. Le fondazioni diventato soggetti di diritto privato.
Ancora vigilate dal ministro dell'economia? No, autorizzazione di vigilanza sui soggetti non profit,
mai stata costituita. Norma ancora in vigore, anche se transitoria.
Scaricare istruzioni di vigilanza titolo I capitolo 1 autorizzazione all'attività bancaria
II comma a.bis: sede legale e direzione generale in Italia. Una diversa previsione avrebbe potuto ge-
nerare tecniche elusive. Sede legale non in Italia e direzione generale in Italia. Aggirare i controlli.
Invece no, devono essere entrambe in Italia.
b) il capitale versato sia di ammontare non inferiore a quello determinato dalla BdI: il capitale so-
ciale è la prima garanzia sia per creditori che soci. Deve essere versato da subito e interamente!
Delegificazione: è la BdI che decide l'ammontare minimo di capitale, non la legge.
Le cooperative sono a capitale variabile ma la BdI può determinarne il minimo, per quanto possa
variare dovrà comunque rimanere al disopra della soglia minima.
Cosa dice la BdI? Distingue da una parte le spa con le popolari (che possono operare in tutto il terri-
torio nazionale) e dall'altra le Bcc.
Il capitale minimo:
Spa e Banche Popolari 6,3mln di €;
• Bcc inizialmente 1mln e poi 2mln di € (era 1mrd di lire).
•
Per le Bcc vogliono portarlo a 4mln. Anche se non è ancora stato portato a questa soglia la BdI ten-
denzialmente non rilascia l'autorizzazione con un capitale inferiore. Perché? Il 60% delle banche di
nuova costituzione ha chiuso nei primi 4 anni dalla costituzione.
Per le banche entranti nel mercato la forbice degli interessi si riduce e i soggetti ai quali erogare fi-
nanziamenti sono meno affidabili, è facile crollare.
c) per il momento da parte.
d) i titolari delle partecipazioni sono i titolari del capitale delle banche, devono avere i requisiti per
essere soci della banca. Requisiti condensati in una parola: onorabilità (persone per bene).
e) funzioni di amministrazione, direzione e controllo (cambiato con la riforma societaria che apre al
monistico e dualistico). Esponenti aziendali devono avere come i soci dei requisiti di onorabilità,
ma devono avere anche dei requisiti in più: professionalità e indipendenza. Non basta essere perso-
ne per bene per gestire una banca, bisogna saperlo fare.
f) stretti legami non devono impedire la trasparenza della governance della banca.
c) “venga presentato un programma concernente l'attività iniziale, unitamente all'atto costitutivo e
allo statuto”. C'è il timore che il Tub abbia voluto riservare alla BdI un contenuto di arbitrio.
Forma di delegificazione, i requisiti oggettivi per l'approvazione del programma sono contenuti nel-
le istruzioni di vigilanza.
Comma 2: ancorare l'autorizzazione a parametri oggettivi, non la si può più negare in base a esigen-
ze del mercato. La BdI nega quando dalla verifica delle condizioni indicate nel comma 1 non esista
la sana e prudente gestione.
Arbitrio: fare ciò che si vuole senza rispondere a nessuna regola.
Discrezionalità amministrativa: giudizio rientrante in alcuni parametri.
Sana e prudente gestione. Si verifica soprattutto al punto c, analisi dello statuto e dell'atto costituti-
vo.
Il programma di attività cos'è?
Preparare un programma di attività è molto complesso. Deve dimostrare che secondo i criteri di
sana e prudente gestione quella banca può affermarsi sul mercato e lo deve fare con una program-
mazione almeno triennale. Relazione tecnica con bilanci previsionali semestrali che riescano a di-
mostrare che la banca può reggere. Step by step. Alla fine del triennio si deve dimostrare che “sta in
piedi” in modo sano e prudente.
Avvalersi di un team di professionisti qualificati.
Dichiarare che cosa si vuole fare, le aree economiche di intervento e a chi ci si vuole rivolgere sia in
raccolta che in impiego. Conta molto il riferimento all'area territoriale, non è la stessa cosa far parti-
re una banca in Veneto o in una regione più soggetta alla crisi.
Specificare dove collocare gli sportelli, in posti strategici.
Caratteristiche del proprio sistema informativo, segnalare frequentemente alla BdI come sta andan-
do.
Costituire una banca è molto costoso: spese notarili; domanda di autorizzazione; ecc.
BdI consiglia di comunicare immediatamente l'intenzione di costituire una banca, perché può svol-
gere un'attività anche di consulenza. Consegnare prima il programma di attività, in modo da redi-
gerlo nel modo adeguato.
Presentare la domanda informalmente è prassi.
Se i promotori lo vogliono possono presentare la domanda passando attraverso la locale federazione
delle banche di credito cooperativo. La BdI prende per buone le assunzioni della federazione.
Si riducono i costi, le banche di credito cooperativo si sono fatte fare uno statuto tipo, già approva-
to.
Una volta ottenuta l'autorizzazione ci si presenta al registro delle imprese che iscriverà la società
come Banca.
Non può ancora operare perché c'è anche l'obbligo di iscriversi all'albo delle banche.
Ora può operare, unica autorizzazione all'attività bancaria.
C'è un termine di sei mesi dall'autorizzazione entro i quali il soggetto deve operare, dopodiché deca-
de. È sempre ovviamente possibile la rinuncia spontanea.
Va indicata l'iscrizione all'albo delle banche e l'eventuale appartenenza ad un gruppo bancario.
Le banche autorizzate sono le banche italiane ma anche le banche extracomunitarie che vogliono
operare in Italia. Le comunitarie sono autorizzate dalla loro BCN.
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