Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
STRUTTURE E TERMINOLOGIE DELLE ROCCE MAGMATICHE
▪ Struttura faneritica o fanerocristallina: cristalli distinguibili ad occhio nudo o mediante lente
d’ingrandimento
▪ Struttura afanitica: cristalli non distinguibili.
Questi termini vengono utilizzati solo per osservazioni mesoscopiche.
roccia plutonica
Una avrà una struttura olocristallina granulare.
▪ Olocristallina: totalmente cristallizzata.
▪ Granulare: presenza di cristalli con dimensioni mesoscopiche (sinonimo di faneritico)
La grana si distingue in base alle dimensioni dei minerali costituenti la roccia:
• Grana grossa >5 mm pag. 3
Daniel Cucugliato
• Grana media dimensioni comprese tra 5 ed 1 mm.
• Grana minuta <1 mm
▪ Omeogranulare: roccia i cui granuli presentano dimensioni simili
▪ Eterogranulare: roccia i cui granuli presentano dimensioni differenti
FORMA DEI CRISTALLI
Al microscopio è possibile riconoscere una sequenza di cristallizzazione. Prima cristallizza un
minerale e più sviluppata sarà la sua faccia.
Minerali eudrali o idiomorfi sono ben formati ed hanno un contorno che ripete l’abito
cristallino. I minerali anedrali o autollotriomorfi non hanno un contorno regolare, bensì
cristallizzano negli spazi residui.
Si distingue:
▪ Struttura ipidiomorfa: struttura in cui è possibile riconoscere la sequenza di cristallizzazione.
Presenza di cristalli eudrali, sub-eudrali ed anedrali.
▪ Struttura autollotriomorfa: struttura in cui non è possibile riconoscere un ordine di
cristallizzazione, dunque i minerali si sono cristallizzati nello stesso momento.
In una roccia magmatica effusiva si possono individuare, talvolta, una specie cristallina (cristalli
sviluppati) immersi in una pasta di fondo, che può essere anch’essa cristallizzata, in tal caso si
distingue in microcristallina (visibile al microscopio) e criptocristallina (non visibile perché più
piccola dell’ingrandimento del microscopio). Questo è possibile ammettendo che il magma in
risalita formi una prima specie cristallina, dunque intersechi la curva del liquidous in profondità,
e successivamente questo magma contenente cristalli viene eruttato in superficie dove subisce
un rapido raffreddamento e solidifica.
I cristalli che si formano prima, di dimensioni maggiori, prendono il nome di fenocristalli. La
struttura costituita da questi fenocristalli immersi in una pasta di fondo o mesostasi prende il
nome di porfirica.
Ad una struttura porfirica si aggiunge l’attributo seriata se i fenocristalli iniziano la
cristallizzazione in tempi diversi, o se i nuclei cristallini si sono accresciuti in tempi differenti.
Questo si spiega ammettendo che il magma, durante la risalita, stazioni diverse volte e a
differenti profondità, con conseguenti cambiamenti delle condizioni di P e T.
Si definisce glomeroporfirica, invece, una struttura caratterizzata dalla presenza di glomeruli,
cioè raggruppamenti di più cristalli, dimensionalmente uguali ai fenocristalli.
STRUTTURA DELLE LAVE
❖ AFIRICA VITROFIRICA: totalmente vetrosa Assenza di
❖ AFIRICA IPOCRISTALLINA: vetro con cristalli fenocristalli
❖ AFIRICA OLOCRISTALLINA: totalmente cristallizzata
❖ PORFIRICA VITROFIRICA: fenocristalli in mesostasi vetrosa
❖ PORFIRICA IPOCRISTALLINA: fenocristalli in mesostasi vetrosa e cristallina
❖ PORFIRICA OLOCRISTALLINA: fenocristalli in mesostasi cristallizzata. pag. 4
Daniel Cucugliato
STRUTTURA AD AMIGDALE: si forma in una roccia prevalentemente vacuolare soggetta
ad una successiva intrusione, da parte di un magma o un qualsiasi fluido, che va a permeare la
roccia, ed all’interno dei vacuoli si formano altri minerali, che possono avere natura totalmente
differente dalla roccia vacuolare.
CLASSIFICAZIONE DELLE ROCCE IGNEE
Una roccia magmatica deve essere classificata in base al contenuto mineralogico; nel caso in cui
non sia possibile svolgere la MODA, si procede con la classificazione chimica.
I silicati sono presenti nella maggior parte dei magmi, in quanto quest’ultimi hanno
prevalentemente composizione silicatica.
Minerali felsici: quarzo, plagioclasi, feldspati alcalini, muscovite, leucite, nefelina.
Minerali mafici: olivina, pirosseni, anfiboli, biotite.
Una roccia è:
▪ FELSICA: se costituita prevalentemente da feldspati e quarzo.
▪ MAFICA: se costituita prevalentemente da minerali mafici.
▪ ULTRAMAFICA: se costituita da oltre il 90% di minerali mafici.
USO CORRETTO DEI TERMINI
Felsico = risultato ottenuto per analisi moda, in cui si riscontra abbondanza di quarzo, feldspato
e feldspatoide.
Sialico = risultato ottenuto da una classificazione normativa, ovvero mediante i valori ottenuti
da un’analisi chimica si deduce quali minerali possono formarsi con quella percentuale di
elementi. In tal caso si deduce che i minerali potenzialmente formabili sono quarzo, feldspato
e feldspatoide.
Mafico = ottenuto da un’analisi modale in cui si ha abbondanza di minerali ferromagnesiaci.
Femico = ottenuto da una classificazione normativa in cui si trovano minerali ferromagnesiaci.
COME SI PROCEDE…
In seguito alla determinazione della percentuale volumetrica di ogni minerale presente nella
roccia, si procede determinando il valore di 5 parametri:
▪ Q: % di quarzo
▪ A: % di feldspati alcalini (compresa l’albite con An< 5%)
▪ P: % di plagioclasi (eccetto albite con An< 5%)
▪ F: % di feldspatoidi
▪ M: % di minerali mafici
Innanzitutto, si osserva il parametro M, se questo è maggiore del 90% si procede con altri
diagrammi, mentre se minore si procede con il diagramma QAPF.
➢ Se Q+A+P+F>10% si ignora M e si ricalcolano a 100 i parametri; cioè si fa la somma
delle precedenti percentuali, che è diversa da 100, poi si divide ogni valore percentuale
per la somma ottenuta e si moltiplica per 100.
➢ Data l’incompatibilità tra quarzo e feldspatoidi, ci limiteremo ad avere due diagrammi
ternari: QAP o APF. pag. 5
Daniel Cucugliato pag. 6
Daniel Cucugliato
INDICE DI COLORE
Il parametro M è anche utilizzato per definire l’indice di colore di una roccia. A tal fine, però,
dal parametro M si escludono le percentuali modali di quei minerali che, appartengono a
questo parametro, ma non sono ferromagnesiaci, come muscovite ed epatite. Dunque, il
parametro M viene corretto in M’ ed in base al valore si distinguono le seguenti categorie:
• Rocce leucocratiche M’ 0-35 chiare
• Rocce mesocratiche M’ 35-65
• Rocce melanocratiche M’ 65-90
• Rocce ultramafiche M’ 90-100 scure
Una roccia leucocratica ha una colorazione chiara ed è costituita prevalentemente da minerali
felsici. Una roccia melanocratica, invece, ha una colorazione scura ed è costituita in larga parte
da minerali mafici.
SATURAZIONE IN QUARZO
➢ Le rocce magmatiche che contengono (Q)uarzo si dicono
soprassature, in quanto la presenza indica una maggiore quantità
di silicio.
➢ Le rocce che contengono feldspatoidi indicano una scarsa quantità
di silicio, quindi si dic
➢ ono sottosature.
➢ Le rocce magmatiche prive di Q e F, avranno di certo feldspati
alcalini o plagioclasi, o entrambi; in tal caso si dicono sature.
In alcuni casi i parametri QAPF non sono sufficienti a discriminare
certe rocce. Nel campo prossimo a P, nel diagramma di
classificazione, rientrano le rocce ricche in plagioclasio: ovvero:
anortositi, dioriti e gabbro. Vengono distinte nel seguente modo:
• Anortositi: sono rocce magmatiche costituite da oltre il 90% di plagioclasio, dunque con
M<10%
• Gabbro: roccia con contenuto di minerali mafici maggiore del 35%.
• Diorite: roccia con contenuto di minerali mafici <35%.
Tuttavia, il secondo criterio distintivo tra gabbro e diorite, prende in considerazione il
contenuto dell’anortite nel plagioclasio.
Il plagioclasio del gabbro ha un contenuto in anortite >50%, dunque si parla di labradorite,
bitownite e anortite.
Il plagioclasio della diorite ha un contenuto in anortite <50%, perciò si parla di albite, oligoclasio
e andesina.
Può avvenire che i due criteri diano dei risultati contradditori; in tal caso la IUGS, suggerisce di
dare la priorità al criterio basato sul contenuto in anortite. Se per esempio è presente il 70% di
labradorite e il 30% di minerali mafici, i valori sono di certo in contrasto, in questa situazione
pag. 7
Daniel Cucugliato
diremo che è un leucogabbro, si aggiunge il prefisso leuco- in quanto più chiaro della
colorazione normale.
Nei casi in cui le rocce presentino delle colorazioni più chiare o più scure, rispetto al colore
ritenuto normale per la loro classificazione è possibile includere dei termini al nome della
roccia al fine di aggiungere ulteriori informazioni descrittive.
Si aggiunge il prefisso leuco- per quelle rocce che presentano una colorazione più chiara rispetto
a quella normale.
Si aggiunge il prefisso mela- per le rocce che presentano una colorazione più scura, ad esempio
meladiorite.
Queste informazioni sono utili per distinguere rocce con contenuti differenti di minerali mafici,
che rientrano però nello stesso campo sul diagramma QAPF.
ADDITIONAL QUALIFIERS
Si può aggettivare il nome della roccia con termini mineralogici. Nel caso in cui si voglia indicare
più di un minerale è opportuno posizionare il nome dei minerali in ordine di abbondanza
modale crescente. Per esempio, granito a muscovite e biotite, qui si presuppone che la biotite
sia più abbondante della muscovite.
Si può aggettivare il nome della roccia con termini strutturali. Ad esempio, ad un granito si può
aggiungere il termine porfirico (sebbene sia utilizzato per la struttura di rocce effusive), per
indicare una roccia con composizione granitica in cui una o più specie mineralogiche spiccano
per dimensioni sulle altre.
APLITE: rocce filoniane faneritiche a composizione leucogranitica (prive di biotite), a grana
molto fine e struttura spesso autollotriomorfa.
PEGMATITI: rocce filoniane faneritiche a grana molto grossa a composizione generalmente
granitica. Spesso contengono minerali utili economicamente come tormalina, zircone etc.
pag. 8
Daniel Cucugliato
ROCCE GABBRICHE E ULTRAMAFICHE
È possibile classificare con maggior dettaglio le rocce gabbriche in base ai loro componenti
mineralogici principali: plagioclasio, clinopirosseno, ortopirosseno, olivina e orneblenda.
Le rocce ultramafiche, con
M>90%, possono essere
rappresentate nel diagramma Ol-
Cpx-Opx. Nel caso in cui sia
presente l’anfibolo (orneblenda)
si rappresenta in Ol-Px-Hbl.
Questi diagrammi sono
fondamentali per classificare le
rocce peridotitiche: costituenti il
mantello litosferico e sorgenti