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TEMPIO DELLA GENS SEPTIMIA

I templi della gens septimia sono caratterizzati da podi altissimi e scalinate.

Questo rientra nel discorso di massima celebrazione della famiglia. La moglie di

Settimio era originaria della citta di emesa, siriana.

ARCHI

Grande importanza data alle edicole, supporto delle statue

- Sufetala: città nell’entroterra, fondata nel I d.C. come colonia, maggiore

sviluppo tra II e III sec. l’impianto urbanistico è per strigas, con al centro il

capitolium, 3 templi uniti sul fondo da archi; il concetto dei 3 templi untiti sul

fondo lo troviamo a Leptis magna – tempio di Roma e augusto, tempio di venere

e del Liber Pater -. In questo caso i 3 templi sono circondati da un themenos

porticato con propileo d’ingresso, dedicato a antonino pio, marco Aurelio e Lucio

vero, che consentono di proporre la datazione al II sec.

- Thugga: anch’essa di origine libica, in una zona collinare, anche qui si riesce a

riconoscere quello che doveva essere il centro più antico, al centro. La città ha

una serie di santuario più antichi, che rimangono culti importanti per la citta,

come il tempio di celestis. Nella zona più antica, viene poi anche collocato il

complesso del foro, che si sviluppa tra marco Aurelio e commodo.

Le preesistenze sono costituite dal tempio di celestis, versione latina di thanit,

divinità punica che corrisponde ad astarte di tradizione orientale, divinità madre

terra; la divinità punica è una divinità aniconica, quindi tanit è rappresentata

attraverso un betilo. Questo modo di rappresentare lo avremo anche per tutta

l’età romana, sebbene la versione romana avrà una forma femminile. Il tempio

ha una forma canonica; interessante è l temeno, un porticato a forma di ferro di

cavallo, in cui sembra siano state ritrovate personificazioni sotto forma di

personificazioni femminili, ricordando il fenomeno di personificazione dei popoli

iniziato nel foro transitorio.

Questo culto ha una grande diffusione in età romana, ed è testimoniato da stele

che rappresentano il dedicante in forma di orante, e una serie di elementi

collegati al sacrificio, o il cesto e i serpenti che sono attributi della divinità. Il

tipo di lavorazione e figurazione è molto semplice, se paragonata alle steli

realizzati nel mondo greco e romano. L’elemento narrativo e figurativo sempre

qualcosa di estraneo a queste popolazioni.

ANFITEATRI

Hanno un’enorme diffusione nella zona dell’africa, una ricerca ne ha calcolati diverse

centinaia. Questi edifici sono luoghi per acquisire il consenso: differenza con il mondo

greco, dove di anfiteatri ne troviamo pochissimi, perché i giochi gladiatori, che pure

probabilmente risalgono ad un origine greca, dei giochi funebri in onore del defunto,

da cui passano in Italia meridionali e acquisiti dagli etruschi, e poi, tramite i campani,

passano a Roma. Infatti nei primi secoli dell’età repubblicana i giochi gladiatori sono

fatti in occasione dei funerali delle famiglie nobili. Poi con la costruzione del Colosseo

diventano un motivo di intrattenimento del popolo. Sebbene nell’ambito greco siano

pochissimi, e per i giochi gladiatori, seppur non siano amati, sono svolti nei teatri, che

vengono trasformati. Es. teatro di argo-teatro di Atene, mentre in africa abbiamo in

grande quantità la costruzione degli anfiteatri, che sono o costruiti, o realizzati

scavando il terreno – es. anfiteatro di sabrata -.

- CARTAGINE: scelta per la sua vicinanza con le coste italiane, ma soprattutto per

la sua conformazione naturale. Distrutta nel 146 a.C., con la terza guerra

punica. Il suolo diventa demanio pubblico, e non è più utilizzato, sebbene

permanga un piccolo insediamento, fino all’età di cesare, perché c’è un

tentativo da parte dei gracchi, nel 123, in occasione della riforma agraria che

tentano di promulgare, con cui si vuole limitare il possesso dei latifondi e

ridistribuire la terra al popolo. Questo tentativi, alcuni dei territori fuori la

penisola italiana, che sono stati acquisiti da Roma, si cerca di farli rientrare in

questa riforma; quindi c’è un tentativo di dedurre una colonia a Cartagine, che

però fallisce. Cesare ha il progetto di dedurre una colonia; la sua morte rallenta

il progetto, che è portato avanti da Ottaviano, nel 29 a.C., quando egli fa

trasferire a Cartagine circa 3000 coloni. La figura di Ottaviano è molto

importante per la città, e molti degli apparati decorativi sono finalizzati alla

celebrazione ella famiglia giulia. Della Cartagine più antica non è rimasto nulla,

perché ala città moderna ha cancellato tutto. L’unica cosa che rimane sono le

terme di antonino e Faustina, che affacciano sul golfo di Tunisi. L’impianto della

città è identificabile, e la città ellenistica aveva un’acropoli sulla collina della

byrsa, dove si trova la cattedrale di san luigi. La città ha anche un porto militare,

di cui parlano le fonti, che è il porto circolare, celebrato come un’opera molto

interessante. La zona rossa alle pendici della byrsa è la zona in cui sono state

trovati resti di abitazione di età ellenistica, successivi al 146, che testimoniano

che la città dopo la distruzione no fu completamente abbandonata. Nel

momento in cui la città è rifondata con Ottaviano, abbiamo un’urbanistica

ortogonale per strigas, la costruzione di un foro, con il capitolium, costruito sulla

collina della byrsa. Le fonti dicono che, nel momento in cui Cartagine fu

conquistata, i nobili si erano rifugiati sulla collina, e si suicidarono per non

essere catturati. Sulla collina fu costruito il foro, il circo, l’anfiteatro, delle

cisterne, secondo alcuni costruite nell’età cesariana, le terme realizzate nel II

sec, con un impianto simmetrico, il frigidarium al centro, le palestre sui lati, e le

grandi sale con copertura a cupola. Dovevano avere anche un notevole arredo

scultoreo, in gran parte perduto. Interessanti sono le erme in marmo nero, con

rappresentazione di persone di colori. Questi temi etnici furono ripresi,

riprendendo la tradizione ellenistica introdotta da Alessandria, in cui c’era stata

la diffusione di ritratti di negri, pigmei, o dei tipi di personalità. Questi temi, da

Alessandria sono ripresi a Cartagine e mantenuti lungo il periodo.

Anche l’apparato scultoreo è in gran parte perduto, ma alcuni elementi che

rimangono ci testimoniano lo stretto legame con il mondo giulio Claudio. Es: ara

da Cartagine dedicata al culto della gens augusta dal liberto edulo, che è un

sacerdote della gens Iulia. Per augusto, fondare culti in onore della gens Iulia, di

Roma o anche del Genius augusti è un modo per accogliere e stringere legami

con la classe dirigente locale, e spesso questa classe dirigente nei centri locali è

rappresentata dai liberti, quindi no hanno un origine nobile, ma che hanno una

forte ricchezza finanziaria, poiché commercianti, che quindi possono compiere

opere di evergetismo. Rivestire il sacerdozio del culto di augusto è un modo per

acquisire un ruolo importante. L’ara ha su un lato la rappresentazione di Publio

nel momento in cui celebra il sacrificio in onore di augusto; dall’altra la

rappresentazione di enea; la rappresentazione di apollo, con il tripode, l’apollo

cicaredo, richiamo alla vittoria di Azio, che ha dato il potere ad augusto, e Roma

su un cumulo d’armi, motivo ripreso dall’ara paci; il tema della cornucopia e del

globo, della prosperità, quindi i temi della propaganda augustea. Altri

monumenti che vengono da Cartagine presentano sempre temi iconografici

augustei, o le statue di culto interne al tempio di Marte ultore sono riproposte in

un rilievo da Cartagine, con Marte ultore, afrodite e il genio di Lucio cesare.

Sculture ufficiali successive non ne abbiamo, se non 2 rilievi, ritrovati sulla

collina della byrsa, che rappresentano vittorie. Quindi si riferiscono ad un

monumento in occasione di qualche vittoria. Stilisticamente, possiamo proporre

una datazione; per la prima figura:

la proporzione delle figure: sono snelle, e hanno un tipo di abbigliamento

o costituito da tunica, chitone e limathion, disposti in modo da creare effetti

chiaroscurali, o giocare con le trasparenze. È un richiamo ad uno stile

piuttosto antico, ossia ai modelli fidiaci, su cui si innesta una tradizione

ellenistica, poiché la cintura in basso è di tradizione ellenistica.

Il tipo di capigliatura: capelli raccolti di lato, con un fiocco di capelli tipico

o di acconciatura di età ellenistica, tipico delle veneri o di apollo

- La seconda figura vede un trattamento delle pieghe del vestito metallico e

aguzze; un rilievo in cui c’è un personaggio che ha la gamba lunga e affusolata,

e la stoffa che si apre intorno con pieghe appuntite e aguzze, ossia la base di

antonino e Faustina, con la figura di eternitas che porta sulle spalle la figura di

faustine e antonino.

Questi elementi riportano la datazione all’età antonina. Sono rilievi che

celebrano la vittoria militare, perché le nikai hanno la corazza e la cornucopia.

In queste città abbiamo poi anche celebrazioni imperiali, e ad esempio, dalla

città di bulla regia provengono 2 statue acrolitiche di marco Aurelio e Lucio vero.

La produzione scultorea è molto limitata; sul genere figurativo delle stele,

abbiamo stele votive dedicate a saturno baal ammon, divinità punica. In questo

caso la stele presenta baal ammon nella versione antropomorfa di saturno, con

un’iconografia simile a quella di Zeus, su un toro. Al di sotto sono rappresentati i

dedicanti, con i proventi della loro ricchezza, che sono le spighe di grano, ed è

rappresentata la raccolta delle spighe di grano; sono affiancati dagli animali che

useranno per compiere il sacrificio. Le figure sono stilizzate, prevale l’elemento

disegnativo rispetto a quello plastico. Le rappresentazioni sono sempre

araldiche, e manca l’aspetto narrativo.

Sono pochi gli esemplari di statuaria iconica individuale, ad eccezione della

statua di un seguace del culto di Mitra. Il fatto che indossi la pelle di leone,

indica che ha raggiunto il terzultimo grado di iniziazione dei fedeli di mitra, che

dava il titolo di Leo. È rappresentato con papaveri e spighe, collegamento al

sonno eterno e alla vita ultraterrena, uno degli elementi del culto di mitra. Oltre

ad essere una delle poche statue iconiche, ha una caratteristica particolare:

infatti il seguace di mitra ha il seno, e la testa è molto piccola all’interno del

muso di leone che lo ricopre. Inoltre la statua è bidimensionale. È una statua

femminile, riutilizzata come statua maschile, togliendo tutte le forme femminili,

hanno rea

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Artemis_98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia classica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Belli Roberta.