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12 ottobre sequenza amminoacidica
Struttura delle proteine:
Struttura Primaria sequenza lineare
degli amminoacidi
Struttura Secondaria come si
organizzano le sequenze della struttura
primaria
Struttura Terziare come si organizzano
estremi di peptidi
Struttura Quaternaria come si organizzano le entità strutturali identificate nella
terziaria
La struttura tridimensionale di una proteina è determinata dalla sua sequenza
amminoacidica.
La funzione di una proteina dipende dalla sua struttura. E quindi dalla sua sequenza
amminoacidica
Proteine isolate (cioè non interagenti con altre proteine partner) esistono di solito in
una o poche conformazioni stabili. Quando le proteine interagiscono hanno delle
fluttuazioni nella struttura
Le forze più importanti che stabilizzano le strutture proteiche sono di origine non
covalente (legami deboli sommati che creano una somma di interazione); l’effetto
idrofobico assume un ruolo fondamentale.
Tra il numero enorme di strutture proteiche uniche, possiamo riconoscere alcuni
modelli strutturali comuni che consentono di classificare le varie strutture proteiche.
Esistono famiglie di proteine
Le strutture proteiche sono strutture dinamiche ovvero la loro struttura varia all’
interazione con
l’ambiente.
Conformazione è la
disposizione degli atomi
della proteina, durante il
loro funzionamento le
conformazioni fluttuano
Spesso le proteine/enzimi oscillano fra configurazione aperta e configurazione chiusa
necessarie per la loro funzionalità
La conformazione delle proteine è complicato perché hanno velocità di oscillazione
molto veloce occorre quindi utilizzare tecniche che consentono il congelamento della
proteina in una posizione (esempio: presenza o assenza di licando)
Le conformazioni che una proteina assume in
natura sono quelle naturali e necessarie al suo
funzionamento, e vengono chiamate conformazioni
native.
In base all’ambiente in cui si trovano le proteine
hanno diverse ripercussioni, per empio in ambiente
ossidante (extracellulare) la formazione di ponti
fosfuro è favorito mentre in ambiente riducente
(intracellulare) la rottura dei ponti fosfuro è favorita
Le interazioni deboli (legami H, vanderWaals, interazioni ioniche) contribuiscono in
modo fondamentale alla stabilità della proteina. Le interazioni deboli permettono nel
loro insieme di conferire stabilità e funzione alle proteine.
Le proteine hanno una parte esposta
solvente e una preclusa solvente, la parte
preclusa è costituita da interazioni
idrofobiche mentre la parte esposta al
solvente è costituita da amminoacidi polari
che contribuiscono positivamente alla
solubilità della proteina
Le interazioni ioniche sono fondamentali alla stabilità delle proteine, in quanto devono
complementare le loro cariche con delle cariche opposte di amminoacidi
strutturalmente vicini (ponte salino ). il legame peptidico è
un legame che avviene
tra un gruppo
carbossilico e un gruppo
amminico formando
un’ammide, questa
reazione è una reazione
di condensazione, la particolarità è dovuta alla risonanza che
avviene tra carbonio-ossigeno e carbonio-azoto perché il legame covalente che
avviene tra C-N ha le caratteristiche di un doppio legame. La distanza di legame tra C
e N non era riconducibile a un legame singolo ma nemmeno a un legame doppio, è
una sorta di ibrido.
C’è una sorta di risonanza fra i due tipi di legame, il legame peptidico è planare ovvero
gli atomi giacciono sullo stesso piano
Gli atomi di Cα di amminoacidi adiacenti sono 4 nella sequenza: Cα-C-N-Cα
Una catena polipeptidica con
una serie di piani rigidi capaci
di girare sul carbonio Alpha
Φ angolo: C-N-Cα-C
Ψ angolo: N-Cα-C-N
L’angolo diedro tra i legami N-Cα e Cα-C sono compresi tra 180°e -180°
Non può esistere un angolo di 0° fra due piani a causa dell’ingombro sferico, la
struttura secondaria determina gli angoli permessi l’α elica ha determina valori per gli
angoli e i foglietti β hanno diversi valori per gli angoli