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Pratiche commerciali considerate in ogni caso ingannevoli (Art. 23)

Mentre nel caso di azioni e omissioni ingannevoli la loro presunzione può essere ribaltata in giudizio attraverso delle prove, l'art. 23 presenta invece un elenco di casi in cui le pratiche commerciali sono considerate in assoluto scorrette e ingannevoli tali da non ammettere un eventuale prova contraria.

Esempi:

  1. Affermazione non rispondente al vero, da parte di un professionista, di essere firmatario di un codice di condotta
  2. Esibire un marchio di fiducia, un marchio di qualità o un marchio equivalente senza aver ottenuto la necessaria autorizzazione

Pratiche commerciali aggressive (Art. 24 - 25)

È considerata aggressiva una pratica commerciale che mediante molestie, coercizione, compreso il ricorso alla forza fisica o indebito condizionamento, limita o è idonea a limitare considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore medio in relazione al prodotto e, pertanto,

lo induce o è idonea ad indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso.

Nel determinare se una pratica commerciale comporta molestie, coercizione, compreso il ricorso alla forza fisica, o indebito condizionamento, sono presi in considerazione i seguenti elementi:

  1. i tempi, il luogo, la natura o la persistenza;
  2. il ricorso alla minaccia fisica o verbale;
  3. lo sfruttamento da parte del professionista di qualsivoglia evento tragico o circostanza specifica di gravità tale da alterare la capacità di valutazione del consumatore, al fine di influenzarne la decisione relativa al prodotto;
  4. qualsiasi ostacolo non contrattuale, oneroso o sproporzionato, imposto dal professionista qualora un consumatore intenda esercitare diritti contrattuali, compresi il diritto di risolvere un contratto o quello di cambiare prodotto o rivolgersi ad un altro professionista;
  5. qualsiasi minaccia di promuovere un'azione legale ove tale azione sia

manifestamente temeraria o infondata.- PRATICHE COMMERCIALI CONSIDERATE IN OGNI CASO AGGRESSIVE (ART. 26)

Come nel caso delle pratiche commerciali ingannevoli, l'art. 26 procede alla stesura di un elenco di casi in cui le pratiche commerciali sono considerate in assoluto aggressive e scorrette e non ammettono quindi alcuna prova contraria in giudizio.

Esempi:

  1. informare esplicitamente il consumatore che, se non acquista il prodotto o il servizio saranno in pericolo il lavoro o la sussistenza del professionista;
  2. effettuare visite presso l'abitazione del consumatore, ignorando gli inviti del consumatore a lasciare la sua residenza o a non ritornarvi, fuorché nelle circostanze e nella misura in cui siano giustificate dalla legge nazionale ai fini dell'esecuzione di un'obbligazione contrattuale;

TUTELA AMMINISTRATIVA E GIURISDIZIONALE (ART. 27)

La tutela amministrativa è a capo dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

L'Autorità,

dovrà essere fornita entro il termine stabilito dall'Autorità stessa. In caso di mancata o insufficiente prova, l'Autorità può adottare le misure necessarie per tutelare gli interessi dei consumatori e degli operatori economici. L'Autorità può anche richiedere informazioni e documenti a soggetti terzi, qualora ciò sia necessario per l'esercizio delle sue funzioni. Tali soggetti sono tenuti a fornire le informazioni richieste nel termine stabilito e sono soggetti alle sanzioni previste in caso di mancata collaborazione. L'Autorità può adottare misure cautelari per prevenire o eliminare gli effetti dannosi delle pratiche commerciali scorrette. Tali misure possono includere la sospensione temporanea delle attività commerciali, il divieto di pubblicità ingannevole o la revoca di autorizzazioni o licenze. L'Autorità può inoltre adottare misure correttive, volte a ripristinare la situazione precedente alla pratica commerciale scorretta. Queste misure possono includere il risarcimento dei danni subiti dai consumatori o dagli operatori economici, l'obbligo di pubblicare rettifiche o di cessare la diffusione di informazioni ingannevoli. Infine, l'Autorità può avviare procedimenti giudiziari per far valere i propri poteri e per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Tali procedimenti possono essere avviati sia di fronte ai tribunali ordinari che di fronte a tribunali amministrativi specializzati.

è omessa o viene ritenuta insufficiente, i dati di fatto sonoconsiderati inesatti. Incombe, in ogni caso, al professionista l'oneredi provare, con allegazioni fattuali, che egli non potevaragionevolmente prevedere l'impatto della pratica commerciale suiconsumatori

Ad eccezione dei casi di manifesta scorrettezza e gravità della praticacommerciale, l'Autorità può ottenere dal professionista responsabilel'assunzione dell'impegno di porre fine all'infrazione, cessando ladiffusione della stessa o modificandola in modo da eliminare i profilidi illegittimità.

Ove la pratica commerciale sia stata assentita (permessa) conprovvedimento amministrativo, preordinato anche alla verifica delcarattere non scorretto della stessa, la tutela dei soggetti e delle

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Publisher
A.A. 2021-2022
7 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/04 Diritto commerciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rositadigioia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto commerciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Gimigliano Gabriella.