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Estratto del documento

Temistocle potenzia la flotta.

Temistocle aveva avuto buon gioco nel far valere le sue idee. E fu un bene, perché poté

potenziare la flotta (usando il denaro ricavato dalle miniere d’argento del Laurio), che

fu la vera chiave di volta del successo greco e ateniese nella IIGP. Le navi furono

portate a 200 e gli equipaggi meglio addestrati. Inoltre, in prospettiva, il miglioramento

delle navi ateniesi avrebbe creato il polo marittimo delle forze greche; l’altro era già il

polo oplitico spartano. Atene prese l’iniziativa

Atene, Sparta e la lega panellenica: prima e seconda riunione.

di porre all’attenzione di tutti gli Stati greci la necessità di riunirsi per parlare del

pericolo comune: l’impero persiano. Quelli che sarebbero di lì a poco diventati gli Stati

confederati (più di 30 póleis) si riunirono in due tempi, a Sparta e a Corinto, per

discutere come avrebbero dovuto cooperare.

Al primo consiglio gli Stati si ritrovarono a Sparta per costituire formalmente un fronte

comune greco contro il nemico persiano. Decisero:

 di istituire una tregua coi propri avversari greci (Atene doveva sospendere il

conflitto con Egìna, sua grande rivale);

 chiedere l’aiuto di altri Stati greci lontani o

di restii a combattere, come Argo

Corcìra Creta Siracusa, al fine di riunire tutto il mondo greco (ma nessuno di

loro accettò. Siracusa era impegnata contro Cartagine, ma anche se non lo fosse

stata non avrebbe mai accettato di combattere fianco a fianco con Atene per il

profondo odio verso quest’ultima. Gli altri Stati si mantennero neutrali, in

particolare Argo aveva troppo risentimento nei confronti di Sparta);

 di inviare delle spie nell’impero persiano;

 che, a guerra ultimata, i Greci alleatisi in modo non necessario ai Persiani

sarebbero stati multati (come alcune città tessale e Tebe);

Al secondo consiglio, tenuto all’istmo di Corinto, decisero finalmente la strategia da

adottare contro il comune nemico. Un fatto interessante, se pensiamo col senno di poi

alla strepitosa ascesa di Atene, è che la pólis ateniese cedette in questa guerra il

comando supremo dell’esercito e della flotta a Sparta (che accettò subito di partecipare

anche per questo motivo); era di fondamentale importanza ottenere il massimo del

coordinamento tattico e qualunque dissidio o volontà di primeggiare doveva essere

messo da parte. Altro fatto rilevante per comprendere le cause che suscitarono la GDP

è il seguente: Sparta, che nella IIGP aveva il riconosciuto ruolo egemone in tutta la

Grecia, dopo la vittoria sui Persiani cercò di mantenerlo; però la forza di Atene coi

decenni sarebbe cresciuta a tal punto, da rendere a Sparta impossibile

l’assoggettamento di Atene senza combattere duramente.

Questa prima e più importante lega panellenica divenne un modello assoluto nel mondo

greco. Quando, molti anni più tardi, i re macedoni Filippo II (nel 337 a.C.) e Alessandro

(nel 336 a.C.) riunirono nuovamente una symmachìa ellenica con lo stesso obbiettivo

di sconfiggere i Persiani, entrambi i sovrani avevano in mente la lega del 481 a.C.

di Corinto,

Entrambi chiamarono i delegati di tutto il mondo greco all’istmo dove quei

primi Greci avevano suggellato un patto che avrebbe permesso loro di far fiorire la

cultura così come noi oggi la conosciamo.

L’entità dei due eserciti. I percorsi della spedizione persiana [con le date delle battaglie]

Entità della flotta e delle truppe persiane; entità della flotta e delle truppe greche. Anche

ci parla di 1200 navi e milioni di soldati messisi in marcia dall’Asia,

se Erodoto come

al solito non dobbiamo dare credito a simili esagerazioni. Momigliano dice giustamente

che una quantità così ingente di soldati non avrebbe mai trovato di che cibarsi e che

sarebbe stato impossibile coordinarne le operazioni anche semplicemente logistiche.

Possiamo però ragionevolmente ritenere che i soldati Persiani erano tanti, molto più

numerosi dei soldati Greci; ancora più ragionevolmente, possiamo credere che i nemici

fossero percepiti come molti dai Greci.

I Greci in questa guerra si confederarono e poterono vantare una flotta certo non

numerosissima come quella persiana ma comunque forte di 300 buone e agili triremi.

Già dopo Maratona Atene godeva di un rinnovato rispetto, il quale in seguito continuò

certamente a essergli tributato, dal momento che solo 200 di quelle navi erano sue [la

stata in ascesa: all’alba della GDP avrà da sola 300 navi] . Anche per

potenza di Atene sarebbe

quanto riguarda i Greci non possiamo fidarci delle stime fatte dagli Antichi, ma

possiamo pensare che dovettero mettere in campo forze numericamente inferiori (ma

si ricordi che gli Stati greci confederati erano una trentina).

spedizione persiana in Grecia (l’esercito, la flotta). Serse aveva l’intenzione

La grande

di serrare la Grecia in una morsa da nord e da sud e a tale scopo pensò di mettere in

l’esercito e la flotta; in entrambi i casi i Persiani passarono

moto allo stesso tempo

vicini alla costa. cominciò costeggiando da sud l’Anatolia e

Nel 480 a.C. la spedizione per mare

risalendo su fino al Chersoneso Tracico, alla Tracia, alla Calcidica (qui alla base della

di terra più orientale della Calcidica, ossia l’Acte, fu praticato il cosiddetto

lingua

‘canale di Serse’ per non doverla circumnavigare tutta, dato che le sue acque erano

(che non circumnavigò

pericolose), alla Macedonia, alla Tessaglia, all’Eubea

dall’esterno; nell’Eubea) e infine all’Attica

qui ci fu la battaglia di Capo Artemisio

(superato Capo Sunio, ci fu la battaglia di Salamìna); la spedizione per mare si concluse

con la fuga in Asia (l’anno successivo, nel 479 a.C., i Greci distrussero a Mìcale ciò

che rimaneva della flotta persiana).

Allo stesso tempo, nel 480 a.C., furono inviate da Sardi le truppe terrestri (in cui si

trovava lo stesso Serse, ma solo dopo essere sceso dalle navi in Macedonia) che, giunte

all’Ellesponto, sfruttarono l’allestimento di 2 ponti di barche per poter passare il più

velocemente possibile in Tracia. Di qui le truppe giunsero in Macedonia per continuare

a scendere verso la Tessaglia e la Locride (qui ci fu la battaglia delle Termopili) e infine

in Attica (saccheggio di Atene). Dopo la disfatta di Salamìna, le truppe si assestarono

per un certo tempo in Attica, da cui nel 479 a.C. furono costrette a spostarsi verso la

Beozia (battaglia di Platea, che avveniva negli stessi giorni della battaglia di Mìcale).

Anche le truppe alla fine abbandonarono il campo per ritornare in Asia.

La IIGP (480-479 a.C.)

La battaglia bifronte: Leonida alle Termopili ed Euribìade con Temistocle al Capo

Artemisio (inizio settembre del 480 a.C.). Il principio della IIGP fu a favore dei

Persiani. Il primo momento importante della guerra si registrò quando le truppe terrestri

di Serse, compiuto un lungo viaggio da Sardi, si assestarono già in luglio presso il passo

delle Termopili, uno stretto passaggio sito tra la Doride e la Locride Opunzia (per dare

conto di quanto fosse stretto il passaggio si consideri che tra la porta occidentale e

quella orientale c’era appena lo spazio per un carro; presso la porta centrale, vicino alla

quale erano site le omonime calde sorgenti, diveniva meno angusto, essendo largo 15

m).

Il re spartano Leonida, a capo di 4000 soldati (e non dei soli 300 Spartani come spesso

si sente), e il grande navarco spartano Euribìade erano ciascuno al proprio posto: il

primo aveva il compito di sbarrare la strada ai Barbari, il secondo con la flotta al Capo

costa settentrionale dell’Eubea, dove si trovava un tempio di

Artemisio (sulla

Artemide) doveva dare man forte al primo perché non soccombesse assediato da tergo

dalle navi persiane. I due gruppi greci erano perfettamente coordinati. A Capo Sepia

sia presso l’isola di vicina all’Eubea)

(credo Skiàthos, la flotta persiana invece aveva

perso delle navi a causa di una grave tempesta e per tale motivo ritardò molto, tanto

che Serse attendeva ormai da vari giorni che giungessero, per poter attaccare battaglia

contro Leonida.

Alla fine i Persiani arrivarono e disposero le più numerose navi al porto di Afète nel

Golfo di Pàgase, una baia prospiciente a Capo Artemisio. A questo punto è interessante

notare come Euribìade abbia appoggiato il parere di Temistocle, il quale propose ai

Greci spaventati dalle ingentissime forze persiane di non rompere i ranghi, anche

perché bisognava ancora mettere in salvo gli abitanti di Eubea. A ogni modo Serse

aveva recentemente dato il via alle operazioni contro Leonida. Dunque, mentre la

primo e il secondo giorno all’Artemisio

battaglia alle Termopili infuriava, durante il

non successe quasi niente: verso sera di ambedue le giornate i Greci spostandosi poco

dalla costa euboica si limitarono a operare azioni di disturbo, catturando qualche nave

persiana. Durante la sera del terzo giorno i Greci avanzarono la flotta in modo tale che

le due ali fossero vicine ai promontori che cingevano la Baia: i Persiani erano chiusi.

Ma la battaglia fu talmente incerta e le perdite così gravi da ambedue le parti che sia i

Greci che i Persiani ripresero le posizioni precedenti, i primi tornando

(temporaneamente) all’Artemisio, i secondi nella parte più interna del Golfo di Pàgase.

A notte inoltrata del terzo giorno i Greci appresero che Leonida era morto alle

Termopili, perciò, non essendo la loro presenza in Eubea più necessaria né difendibile,

a Calcide d’Eubea. Il quarto giorno i Persiani giunti all’Artemisio

spostarono la flotta

videro che non c’era più nessuno.

Ma che cosa successe alle Termopili? A difendere il noto stretto delle Termopili,

tra il mare (difeso dalla flotta greca ancorata all’Artemisio) e

collocato le pendici del

monte Eta, furono mandati 4000 Focesi Locresi Beoti e i 300 Spartani sotto il comando

di Leonida. Il passo poteva essere aggirato bypassando a sud la porta occidentale e

quest’ultimo

prendendo un sentiero, solo nel caso in cui fosse stato lasciato sguarnito.

po’ per disattenzione un po’ per il

Successe proprio così. Un da parte dei Greci,

tradimento di un disertore greco, Serse riuscì ad aggirare lo stretto e cogliere di sorpresa

i suoi nemici. Si creò molto disordine e molti soldati per la forte paura cercarono di

fuggire. Ma a difesa dello stretto rimasero i noti 300 di Leonida con 700 Tespiesi (della

città beota di Tespie). Gli Spartani volevano a tutti i costi che i Persiani fossero fermati

all’Artemisio le flotte avverse si

prima che giungessero ne

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
14 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher suntzu87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Poddighe Elisabetta.