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GLI OB STRATEGICI ERANO PROFONDAMENTE DIVERSI:
•
- Napoleone avrebbe voluto, una volta domata la guerriglia spagnola e scacciati gli inglesi
di Wellington dalla penisola iberica, dare vita ad un ambizioso piano per l’affermazione
dell’egemonia francese nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, in modo da colpire gli
interessi britannici.
- Lo zar non aveva alcun interesse per tale progetto e la sua adesione alla strategia
napoleonica era subordinata alla possibilità di conquistare Costantinopoli (che per la fede
ortodossa aveva un importante significato simbolico) e di estendere il protettorato russo
sui territori dei Balcani collettivamente noti come “Principati” (Moldavia, Valacchia,
Banato di Timesvar e altri Stati minori che oggi costituiscono la Romania, la Moldavia e
la Bulgaria). Napoleone non si espresse mai in modo chiaro in merito alle mire della
Russia, ma è presumibile che non le interpretasse favorevolmente e che desiderasse
utilizzare l’Impero russo unicamente come uno strumento in funzione anti- britannica.
Questa interpretazione è confermata dal fatto che Napoleone non tenne mai in
considerazione nei suoi piani strategici un’altra questione politica fondamentale per
l’Impero russo, ovvero lo status del Granducato di Varsavia. L’Impero russo aveva infatti
partecipato alle tre spartizioni del Regno di Polonia avvenute tra gli anni Settanta e
Novanta del XVIII secolo esclusivamente con l’obiettivo di impedire la sopravvivenza,
nell’ambito dell’Europa orientale, di uno Stato slavo potenzialmente concorrenziale.
Decidendo di ricostruire, anche se parzialmente, uno Stato polacco attraverso la creazione
• del Granducato di Varsavia (1807), Napoleone aveva dimostrato di ignorare
completamente uno degli assi portanti della strategia europea russa, forse con l’obiettivo
di costituire una potenza filo-francese che avrebbe potuto fungere da Stato-cuscinetto tra
l’ambito tedesco (organizzato nella Confederazione del Reno) e l’Impero russo. Il
Granducato di Varsavia era dunque divenuto un’autentica spina nel fianco per la Russia:
altri territori dell’Europa orientale (ad esempio la “Russia bianca”, odierna Bielorussia e
la cosiddetta “Piccola Russia”, odierna Ucraina) avrebbero potuto seguire l’esempio
polacco e impegnarsi in un processo di costruzione nazionale, che li avrebbe condotti al
distacco politico dall’Impero russo. Un’altra questione spinosa che contrapponeva la
Francia e la Russia era rappresentata dagli avvenimenti politici interni alla Svezia. Dopo
essersi ritirata precipitosamente dalla Quarta coalizione in seguito alla sconfitta della
Prussia alla fine del 1806, la Svezia continuò ad essere una Nazione indipendente, anche
se “vigilata” dalla Gran Bretagna, che sperava di poterla utilizzare quale punto di
appoggio per possibili interventi nel Nord Europa. Nel 1809, in seguito a un colpo di
Stato, il re Gustavo IV di Svezia venne mandato in esilio e sostituito da uno zio anziano
che prese il trono col nome di Carlo XIII. Questi non aveva figli e nel giugno del 1810 un
suo erede al trono adottivo morì all’improvviso, aprendo una crisi di successione.
Carlo XIII era intenzionato a scegliere quale nuovo erede al trono un principe danese, ma
• ciò incontrò l’opposizione di una parte della nobiltà e di alcuni gruppi di patrioti svedesi.
Il re si rivolse dunque a Napoleone – sulla base dell’alleanza tra la Danimarca e l’Impero
francese – e ottenne una promessa di mediazione. La nobiltà e i gruppi di patrioti svedesi
si spinsero oltre: proposero che il nuovo erede al trono fosse scelto tra i membri della
famiglia Bonaparte o tra i marescialli di Francia. Napoleone – sempre propenso a
eliminare le figure politiche o militari che potevano oscurare il suo genio – designò il
maresciallo Bernadotte. Questi aveva combattuto valorosamente sia nella guerra contro la
Terza coalizione, sia nella guerra contro la Quarta coalizione e si era illustrato anche
durante la campagna polacca del 1807. Napoleone ne conosceva l’abilità fin dall’epoca
rivoluzionaria, ma reputava che il maresciallo fosse un intrigante e che non eseguisse con
entusiasmo i suoi ordini. Dopo averlo biasimato per il comportamento tenuto alla battaglia
di Jena (1806) e avergli assegnato un ruolo di secondo piano nella campagna del 1809
contro l’arciduca Carlo d’Asburgo, Napoleone credé di potersi sbarazzare del maresciallo
sostenendo la sua elezione al trono di Svezia. Bernadotte era molto stimato dagli svedesi:
nell’occupazione della Germania del Nord seguita alla vittoria sulla Prussia nel 1806 si
era dimostrato un oculato amministratore e aveva trattato in modo impeccabile gli ufficiali
svedesi suoi prigionieri. Rappresentava dunque la figura più adatta.
Il Parlamento svedese aveva considerato idonei alla successione anche altri marescialli
• dell’Impero, ma le leggi del Regno di Svezia prevedevano che il sovrano fosse di fede
luterana (essendo formalmente il capo della Chiesa nazionale) e Bernadotte era l’unico
candidato disposto alla conversione. Il 21 agosto 1810 il Parlamento svedese elesse
Bernadotte principe ereditario, Napoleone lo dispensò dal giuramento di fedeltà
all’Impero e da ogni vincolo di nazionalità, senza però riuscire a strappargli la promessa
di non rivolgere mai le armi contro la Francia. La speranza di Napoleone era che
Bernadotte attuasse una politica filo-francese, portando la Svezia nel blocco continentale
suggellando in tale modo la completa chiusura del Mar Baltico al commercio britannico.
Bernadotte giunse in Svezia alla fine dell’ottobre 1810, assunse il nome di Carlo Giovanni
e il titolo di principe reale di Svezia. Tra il 1811 e il 1812 Bernadotte riorganizzò le
finanze e le forze armate del Regno e manifestò la volontà di adottare una politica
indipendente dalla Francia. Le trasformazioni politiche svedesi avevano attirato anche
l’attenzione della Russia, la quale – benché gli obiettivi di Bernadotte non si fossero
ancora palesati – temeva che il principe reale di Svezia agisse come un burattino di
Napoleone, impegnandosi ad estendere l’influenza francese nell’Europa del Nord. Alla
metà del 1812 si addensavano dunque sull’alleanza franco-russa una serie di
incomprensioni e sospetti che avrebbero portato rapidamente alla rottura.
la politica dinastica non facilitava il mantenimento dell’alleanza tra la Francia e la Russia.
• La sterilità dell’imperatrice Josephine si era palesata fin dal 1807 e Napoleone, pur
conservando la speranza di avere un erede dalla donna, si risolse a divorziare su consiglio
del ministro degli Esteri, principe di Talleyrand, che raccomandava un matrimonio
dinastico con la discendente di qualche casa regnante europea ostile alla Francia.
Napoleone effettuò dei sondaggi presso tutte le principali case europee – esclusa quella
britannica, per ovvi motivi – e tra le migliori candidate spiccava una parente dello zar, la
granduchessa Anna. Nel 1809, alla conclusione della campagna contro l’arciduca Carlo,
Napoleone intavolò trattative con gli Asburgo per un’unione dinastica, poi concretizzatasi
nel matrimonio con l’arciduchessa Maria Luisa, figlia dell’imperatore Francesco I. Lo zar
fu profondamente contrariato e si sentì in un certo senso meno legato agli impegni
diplomatici sottoscritti con l’incontro di Tilsit. Dal 1810 la politica russa divenne più
indipendente da quella francese: lo zar giunse a prendere contatti con la nobile e potente
famiglia polacca degli Czartoryski per sottrarre il Granducato di Varsavia all’influenza
francese. Napoleone protestò con forza presso lo zar e lo accusò anche di mantenere
parzialmente aperti al commercio britannico i porti del Nord della Russia. Si trattava della
verità e lo zar dichiarò la propria insofferenza al “sistema internazionale” costituito a
Tilsit e rinnovato dalla Pace di Presburgo del 1809. Si erano così generate le premesse per
una ripresa delle ostilità.
LA GUERRA DI RUSSIA
All’inizio del 1812, il complesso delle motivazioni politiche ed economiche descritto
• nella lezione precedente generò un clima di forte tensione tra l’Impero francese e l’Impero
russo. Nell’aprile 1812, l’ambasciatore russo a Parigi, il principe Kurakin, presentò a
Napoleone un documento che sintetizzava alcune richieste dello zar al fine di mantenere
la pace e la sicurezza in Europa. Si trattava sostanzialmente di un ultimatum, nel quale
Alessandro I chiedeva a Napoleone di rimpatriare le forze francesi presenti in Prussia e
negli Stati della Confederazione del Reno, di ingrandire il territorio del Ducato di
Oldemburg (nella Germania del Nord, non inserito nella Confederazione del Reno, ma
comunque legato alla Francia da un rapporto clientelare) al fine di trasformarlo in uno
Stato-cuscinetto tra i due Imperi e di creare una zona neutrale tra le due potenze. Lo zar
non proferiva eventuali minacce nel caso di un’inadempienza alle sue richieste, ma
piuttosto prometteva a Napoleone di impegnarsi nella chiusura totale dei porti russi al
commercio britannico. Napoleone si ritenne oltraggiato dal documento dello zar e tra i
due Imperi iniziò un’autentica “corsa” diplomatica per ottenere alleati in previsione della
ripresa delle ostilità. Sempre nell’aprile del 1812 la Russia ottenne il primo risultato di
rilievo, convincendo il principe reale di Svezia (l’ex maresciallo Bernadotte) a schierarsi
al suo fianco in cambio del sostegno alle sue mire sulla Norvegia. Nel mese di maggio la
Russia stipulò anche la Pace di Bucarest con l’Impero Ottomano, mettendo fine ad anni di
ostilità nei Balcani.
Il raggiungimento di un nuovo status quo balcanico permetteva all’Impero russo di
• concentrare le sue forze sul fiume Niemen, che fungeva da confine tra la sua sfera
d’influenza e quella francese. Vennero avviati anche dei negoziati con la Gran Bretagna in
previsione della stipula di un’alleanza, che si concretizzò nel luglio 1812 dopo l’inizio
delle ostilità. Nell’imminenza della guerra, entrambe le parti si dedicarono alla
riorganizzazione delle proprie forze.
Fin dal 1810 lo zar aveva cominciato a prepararsi segretamente alle ostilità contro
• Napoleone
La Francia sulla base delle sue informazioni considera l’esercito russo stanziato sul fiume
• Nemen, ma non fu così. Napoleone si accorso che quella guerra iniziava a diventare
troppo dispendiosa e che non aveva ancora dato i propri frutti.
Lo Zar Alessandro I spronò il popolo di Russia alla difesa della SANTA RUSSIA e
• promosse l’arruola