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Le funzioni della pena Pag. 1
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La finalità della pena e le sue funzioni

Capire la finalità della pena e le sue funzioni diventa una questione piuttosto articolata. Alcuni credono che la pena abbia un valore in sé, mentre altri la considerano come mezzo per la realizzazione di altri fini. Per tale ragione sorgono delle controversie: se la pena sia qualcosa di moralmente giustificato o se debba essere gestita dallo Stato e se la pena sia lo strumento con il quale le persone vengono punite per l'illecito commesso o se questa sia utilizzata dallo Stato per giustificare i fatti criminali.

Ogni qual volta noi parliamo di giustizia avviciniamo la dimensione giuridica a quella morale. La pena non può essere considerata giusta a priori. Siamo d'accordo che un soggetto che compie un crimine deve essere punito (autoevidenza). La pena è necessaria per la normale convivenza di uno Stato ed è anche considerata come la "vendetta" collettiva della società: retribuzione, deterrenza, rieducazione.

La pena ha tre

funzioni fondamentali: Coloro che vedono la pena come un qualcosa che possiede un valore in sé, sostengono la funzione retributiva, secondo cui è doveroso e necessario compensare la comunità in accordo con lo Stato, per il "male" che con l'atto criminale è stato realizzato. Il criminale paga con la pena per risarcire la comunità. Questa teoria pone le sue origini nella cosiddetta legge del taglione che ad oggi ha pochi sostenitori poiché ritenuti come ideali barbari; mentre nel passato il leader di quest'idea fu Kant, del quale ricordiamo una famosa frase "anche quando la società civile si dissolvesse, l'ultimo assassino in prigione dovrebbe essere giustiziato". Nel tempo la retribuzione attraverso forme di contro-bilanciamento ha perso la propria "brutalità". Retribuzione e proporzionalità vanno di pari passo. Infatti è possibile distinguere l'intensità.

dellepene in base all'illecito commesso, mentre nella versione primitiva la retribuzione è identica all'azione illecita commesso. Questa teoria "moderata" fu criticata per la difficoltà di individuare crimini violenti e non violenti. In tempo moderno H. Morris approcciò l'idea della reciproca tolleranza e su ciò che i criminali meritano. Le successive valutazioni si basano sugli effetti futuri della pena e perciò hanno un fondamento consequenzialista (opzioni di scelta valutate in base alle conseguenze) ed utilitario (la maggior felicità al maggior numero). Per molti la pena assume una funzione deterrente ossia scoraggia la realizzazione di un futuro illecito. Le radici di questa teoria si fondano sugli antichi scritti di Platone, del quale ricordiamo una frase "il colpevole che ha subito la pena e gli spettatori nutrano un odio verso l'ingiustizia oriescano ad evitare tale sciagura". La deterrenza si

La pena si divide in individuale e generale. Nella prima: la persona punita è scoraggiata a commettere un futuro illecito, nella seconda: contemporaneamente tutta la comunità sarà dissuasa. Con questa funzione si dà esempio ai soggetti: ad esempio nell'antichità la pena capitale veniva eseguita in pubblico.

Funzione rieducativa. La pena sicuramente dentro essa ha una porzione oggi più moderata di elementi retributivi. Lo Stato scoraggia i criminali e tutti gli altri cittadini nella realizzazione di illeciti e considera tutti i soggetti uguali. Molti autori prestano attenzione al fenomeno della riabilitazione che consiste nella reintegrazione come membro responsabile della società di un criminale. Perciò anche questa è una teoria consequenzialista che non consentirebbe di punire un innocente o un soggetto non responsabile delle sue azioni. L'istituzione carceraria dà possibilità di riabilitarsi attraverso un sistema che non

Fornisca altre punizioni, bensì rieduchi la persona nella società. Il principio di rieducazione dovrebbe illuminare tutti gli altri principi e inoltre lo Stato prova a modificare il modo in cui le persone percepiscono un'azione.

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Publisher
A.A. 2020-2021
2 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher daviderunco di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Catanzaro - Magna Grecia o del prof Porciello Andrea.