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Il problema delle competenze tra Stato e regioni

Adesso si è posto un problema rispetto alle leggi in materia di professioni. Lo Stato riteneva che avesse la competenza invasa dalle regioni, perché tra le competenze di tipo concorrenti vi è la professioni. Le regioni, quindi, devono attenersi al quadro dello Stato.

Questa questione è giunta anche dinnanzi alla C.C., che ha interpretato la professione turistica della regione come invalida perché di competenza dello Stato. Quindi alla fine il turismo è diventato materia dello Stato.

La competenza opera anche in ambito della Riserva di Legge. Quando la Costituzione riserva una data materia a una certa fonte A, ne deriva che la fonte B, se entra in quella materia, è illegittima (nel caso specifico del rapporto tra legge/costituzione) e può essere annullata, ma ne deriva anche che la fonte A è tenuta a regolare la materia ed è viziata se non lo fa. In caso di contrasto tra norme poste da fonti

Ordinate dalla Costituzione secondo differente competenza, prevale e deve essere applicata la norma posta dalla fonte competente (con esclusione di qualsiasi altra fonte). La norma non competente è invalida e deve essere eliminata dall'ordinamento mediante l'annullamento. L'annullamento, a differenza dell'abrogazione, determina la perdita di efficacia non solo ex nunc (da ora), ma anche ex tunc (da allora quindi ha effetto retroattivo). Che effetti produrrà? Produrrà l'annullamento della norma non competente (se opera tra fonti interne), essendo la norma viziata perché viola la norma superiore che ripartisce le competenze. Mentre si avrà la disapplicazione della norma non competente se opera tra fonti interne e comunitarie. La Corte costituzionale o il Giudice Amministrativo controlla il rispetto del principio di competenza. Se si tratta di fonti interne possono ANNULLARE leggi regionali, statali o regolamenti regionali e statali.

Che violano l'art.117 (stato e regioni in via principale). IlGiudice ordinario e qualsiasi altro giudice, se si tratta di fonti interne e fonti UE, può disapplicare: sospendere l'efficacia di quel caso concreto laddove la norma resta vigente.

VIDEO PER CAPIRE "MEGLIO": LE FONTI DEL DIRITTO 4

Le norme giuridiche sono numerose, poiché regolano molti eventi che riguardano la nostra esistenza: dalla famiglia al lavoro, dai diritti di libertà alla definizione dei reati, e così via. Tutte queste norme giuridiche formano un insieme coordinato e coerente a cui si dà il nome di ordinamento giuridico. Ma da dove saltano fuori le norme giuridiche, e chi le produce?

In altre parole, usando un linguaggio più adatto al diritto, dobbiamo determinare quali sono gli atti e i procedimenti mediante i quali si possono produrre le norme giuridiche. A tale scopo, si usa l'espressione fonti del diritto. Gli studiosi del diritto, i

giuristi, definiscono le fonti del diritto atti normativi. In diritto, un atto normativo è un atto giuridico che produce conseguenze giuridiche, più precisamente un atto normativo ha come effetto: la creazione, la modifica o l'abrogazione di norme generali e astratte, cioè di norme giuridiche. Un atto normativo è un atto giuridico, ma non tutti gli atti giuridici sono atti normativi. Infatti, ci sono atti che producono conseguenze giuridiche magari anche molto significative, ma che non stabiliscono regole generali come invece accade per le norme giuridiche, ed essi pertanto non rientrano nelle fonti del diritto. Gli atti giuridici che non producono norme sono per esempio: - Le sentenze dei giudici, che riguardano solo le persone protagoniste di quel processo - Provvedimenti di natura amministrativa come, per esempio, la bocciatura o la promozione di un determinato studente, che riguarda quel determinato studente appunto e non tutti gli studenti considerati come.

Categoria: Alcuni atti compiuti tra privati, come matrimonio, la simulazione di un contratto o la redazione di un testamento. Atti cioè, che riguardano persone determinate e non genericamente considerate.

I giuristi usano distinguere le fonti del diritto in:

Fonti di produzione: tutti gli atti che sono normativi, come abbiamo visto ai quali l'ordinamento giuridico riconosce la capacità di produrre norme giuridiche.

Fonti di cognizione: i documenti e le pubblicazioni ufficiali che ci consentono di conoscere il contenuto delle norme. Tra le fonti di cognizione più importanti troviamo la Gazzetta Ufficiale, in cui si riportano le leggi, i decreti e i regolamenti dello Stato. La Gazzetta Ufficiale è come se fosse il quotidiano dello Stato, come la Gazzetta dello Sport, il Corriere della Sera e così via. La particolarità è che dal 2009 la Gazzetta Ufficiale è solo online e non anche cartacea. La data di pubblicazione sulla

Gazzetta ufficiale è importante per determinare quando la norma entra in vigore, cioè da quando comincia a produrre i suoi effetti. Di solito, l'entrata in vigore avviene dopo 15 giorni dalla data della pubblicazione. In Italia, esistono molte fonti del diritto, ed è possibile quindi che ci siano norme giuridiche contraddittorie, cioè un'antinomia. Ciò accade quando una norma stabilisce il contrario di quello che dice un'altra norma, ed è necessario pertanto trovare il modo per coordinare tutte le fonti esistenti, per evitare appunto che ci siano fonti in contrasto tra loro. Per risolvere il problema del coordinamento tra le fonti, i giuristi adottano tre criteri: il criterio della gerarchia delle fonti, il criterio cronologico e il criterio della competenza. 1. In base al criterio della gerarchia, le fonti del diritto non sono tutte uguali e sono ordinate secondo una scala gerarchica, cioè hanno gradi diversi. La fonte postasulgradino più alto di questa scala rappresenta la più importante del nostro ordinamento, ed è superiore a quelle collocate sui gradini inferiori e così via secondo il criterio dellagerarchia delle fonti. Quindi la fonte subordinata, cioè quella di grado inferiore, è lameno importante e deve sempre rispettare quella sovraordinata di grado superiore. Nonpuò quindi mai modificarla né in tutto né in parte. In base al loro grado di importanzanell'ordinamento giuridico possiamo classificare le fonti nel modo seguente:
  • Le fonti costituzionali emanate dallo stato: la Costituzione, le leggi costituzionali e le leggi di revisione costituzionale
  • Le fonti primarie emanate sempre dallo stato ma anche dall'Unione Europea: le leggi ordinarie, i decreti-legge e decreti legislativi, le leggi regionali, le leggi provinciali di Trento e Bolzano, i trattati e i regolamenti dell'Unione Europea
  • Le fonti secondarie che sono i...

regolamenti statali, i regolamenti regionali, i regolamenti provinciali e quindi comunali

LE FONTI DEL DIRITTO

Le fonti non scritte o fonti consuetudinarie, vale a dire appunto gli usi e le consuetudini, che sono le uniche fonti non scritte2. Può accadere che due norme giuridiche di pari grado approvate in tempi diversi, per esempio due leggi ordinarie del Parlamento, contengano disposizioni contraddittorie e contrastanti: una dice una cosa e l'altra dice il contrario. In questo caso, si ricorre al criterio cronologico in base al quale la fonte più recente prevale su quella precedente. Ecco perché il criterio è detto "cronologico". Il dato normativo più recente quindi abroga, cioè elimina la norma con la quale è incompatibile. Attenzione! Solo le fonti aventi lo stesso grado nella scala gerarchica possono abrogarsi reciprocamente.

Si utilizza infine il criterio di competenza quando la disciplina giuridica di determinate

materie è riservata espressamente dalla costituzione a specifiche fonti normative, e pertanto in quella materia le altre fonti non ci devono entrare. Soffermiamoci ora in particolare sul criterio gerarchico e conosciamo più da vicino le diverse fonti del diritto.

Al primo posto abbiamo detto che ci sono le fonti costituzionali. La costituzione è entrata in vigore il 1° gennaio 1948, ed è la fonte più importante dell'ordinamento giuridico. Contiene le norme e i principi sui quali si fonda lo stato. La costituzione può essere integrata con leggi costituzionali oppure modificata con leggi di revisione costituzionale. A tal riguardo si dice che la costituzione italiana è rigida e ha procedura aggravata, nel senso che può essere modificata solo con un atto di pari grado e non con una legge ordinaria del Parlamento, che è una fonte inferiore. Per integrare o modificare la costituzione è necessario un complesso

Il procedimento previsto dall'articolo 138 della costituzione stessa. Le fonti primarie del diritto invece, sono le leggi ordinarie emanate dal Parlamento con il procedimento previsto dall'articolo 72 della costituzione. Sullo stesso piano delle leggi ordinarie abbiamo: gli atti aventi forza di legge, i casi specifici o eccezionali (questi ultimi due non sono abrogabili).

Il governo può emanare atti che hanno la stessa forza delle leggi ordinarie del Parlamento. Questi atti sono:

  • I decreti legislativi (o leggi delegate), che sono atti aventi forza di legge emanati dal Governo sulla base di una legge delega approvata dal Parlamento.
  • I decreti-legge, che sono atti con forza di legge che il governo può promulgare solo in casi straordinari di necessità e urgenza. I decreti-legge entrano in vigore immediatamente cioè dalla 00:00 dello stesso giorno in cui sono approvati, e devono essere convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni dalla loro emanazione.

altrimenti decadono ossia non producono effetti giuridici.

Le leggi regionali e le leggi delle province autonome di Trento e Bolzano. Le leggi regionali sono emanate dalle regioni e quelle di Trento e Bolzano dalle due rispettive province autonome. Vengono applicate da ognuna di essi nell'ambito del rispettivo territorio, in tal modo le comunità locali possono regolare come meglio credono gli aspetti più importanti della loro realtà.

Le fonti sovranazionali: trattati e regolamenti dell'Unione Europea. Sono fonti di produzione esterne all'ordinamento italiano e per questo motivo vengono dette sovranazionali, ma sono accolte all'interno del nostro stato al pari delle altre fonti esistenti. Le fonti sovranazionali non possono modificare la costituzione o violare i principi in essa contenuti. Quando però disciplinano materie regolate anche da leggi ordinarie, le fonti sovranazionali prevalgono su queste ultime.

Le fonti secondarie invece sono i regolamenti,

ossia atti normativi di grado

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A.A. 2022-2023
9 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marinadoria_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Imparato Emma.