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LE TEORIE SULLE FINALITÀ IMPRENDITORIALI:
Nel tempo sono state proposte diverse teorie per arrivare alle finalità delle imprese.
Nel dibattito sui fini dell'impresa i vari contributi di ricerca assumono due posizioni di fondo, che
sono qualificabili in:
Senso oggettivo: significa che la finalità dell'impresa è intrinsecamente connessa all'organizzazione
stessa, perciò, neutrale rispetto alle persone che la governano. Quindi è generale, fondata sui
principi di economicità (ricavi che devono coprire i costi); e questo approccio non varia nel tempo.
Senso soggettivo: la finalità dell'impresa è espressione del soggetto economico, infatti può variare
in funzione della sua composizione e dell'evolversi delle motivazioni degli stakeholders. Per quanto
riguarda tale approccio che viene interpretato come ''attribuire valori all'impresa'' (impostazione
molto diffusa e poco corretta) si ha l'intervento di Sergio Sciarelli ritenente del pensiero in cui
l'impresa in quanto tale ha funzioni da svolgere piuttosto che obiettivi da raggiungere, essendo
appunto quest'ultimi il frutto di una scelta di coloro che la governano.
LE FUNZIONI DELL'IMPRESA:
Come si è appena detto, l'impresa quale entità economico e sociale ha delle funzioni da svolgere
piuttosto che delle finalità da raggiungere. Si tratta di tre funzioni:
Economica: funzione rivolta alla soddisfazione delle attese, aspettative ed esigenze del cliente,
quindi rivolta al soddisfacimento dei bisogni umani che si sostanzia nella missione dell'azienda.
Sociale: è una funzione tesa ad assicurare ai vari interlocutori sociali una quota della ricchezza
creata dallo svolgimento della funzione economica.
Reddituale: riguarda la creazione di reddito, la creazione del valore nell'ambito del livello del
rischio giudicato accettabile da soggetto pro-tempore al comando.
LE FINALITÀ IMPRENDITORIALI:
Le finalità che andrebbero attribuite all'imprenditore o al gruppo imprenditoriale possono essere
elencate in: - teoria della ricerca del max profitto
- teoria della sopravvivenza aziendale
- teoria dello sviluppo dimensionale
- teoria del successo sociale (lo sviluppo sociale)
- teoria di creazione e diffusione del valore economico
Spieghiamoli
La massimizzazione del profitto (grandezza che si determina attraverso la differenza tra costi e
ricavi), è rinvenibile a diverse interpretazioni, tanto che diversi studi e ricerche hanno considerato il
profitto come:
- compenso dell'imprenditore
- premio per il rischio dell'impresa
- contropartita per l'innovazione
- rendita per posizioni monopolistiche (ricordiamo che in concorrenza perfetta le imprese non
producono profitto, quindi quest'ultima viene riconosciuta come premio per l'innovazione per i
monopolisti, solo loro possono applicare prezzi e in tal modo realizzare profitti marginali).
I comportamenti imprenditoriali sono comunque mirati alla massimizzazione del divario tra costi e
ricavi di gestione. Tale max deve assumere una prospettiva di medio-lungo periodo e tenere conto
del livello di rischio assunto dalla gestione. Oggi si preferisce attribuire alla proprietà la finalità di
massimizzare i flussi di cassa prospettici ovvero il cash-flow operativo netto.