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LE CORBUSIER
Charles-‐ Edouard Jeanneret, che si autosoprannominerà Le Corbusier nel '20, nasce a La Chaux-‐ de-‐Fonds
(Svizzera Francese) nel 1886, ed è il terzo dei grandi maestri dell'architettura del '900, assieme a F. L.
Wright e L. Mies van der Rohe. È incredibile quanto siano differenti queste figure: il primo crede nell'origine
naturale dell'uomo, e lavora ad un ritorno ad un'armonia con la natura (si ritiene profeta di una religione,
ha in mano il segreto per ricomporre le contraddizioni della modernità), Mies, pur in debito con Wright,
invece si offre come baumeister, pronto a rispondere a problematiche che volta per volta gli sono poste,
guarda negli occhi la tecnica; non crede nell'utopia di Wright, anche se deve lavorare come se fosse
realizzabile. Le Corbusier non cerca di superare le contraddizioni, ma di tenerle assieme (come già Otto
Wagner, o Mahler). Oltrettutto è artista, lavora prima alla pittura, quindi all'architettura; diventa un mito
del moderno, sostiene con forza la tecnologia (macchine immagine al lingotto), e non disdegna di
promuovere la propria opera.
La storia di Charles-‐ Edouard Jeanneret è complessa: studia inizialmente (inizio '900) nella suo paese l'arte
della decorazione degli orologi, anche se ben presto si iscrive alla sezione di arti applicate, con particolare
predilezione per l'Architettura. Egli viaggia molto e questo fa capire come fosse interessato a vedere di
persona le ricerche del tempo della Wiener Werkstatter (Hoffmann), prima viaggia verso sud in Italia poi
verso Vienna e Budapest, ma quello che segna molto la sua vita è il viaggio in Germania che lo colpisce
molto, soprattutto del settore ingegneristico e questo incontro con la macchina, con il moderno, lascerà un
segno importante. Infatti quando nel 1912 torna per insegnare nella sua scuola, si nota come in Le
Corbusier c’è molta Germania, ma anche molto Perret ( architetto parigino con il quale ha contatti fino dal
1908, che lavora alla tecnica del calcestruzzo e al passaggio che questo provoca da decorazione a struttura).
Il suo terzo viaggio è nel 1911 da Berlino prosegue verso oriente: attraversa i balcani fino ad Instambul,
quindi Atene e il Sud Italia, apprezza la stratificazione architettonica di queste aree, un aggiungersi di
elementi e non un semplificare. Rimane colpito anche della certosa di Ema che vede come sintesi di
individualismo e collettivismo.
L’ultima opera di La Chaux, prima del trasferimento a Parigi è la villa Schwob dalla quale emergono vari
elementi orientali, riletti e ancora molto Perret (pietra martellinata, decorazione a intreccio). La pianta è
un’anticipazione del tema dello spazio centrale a doppia altezza, con un ballatoio attorno, al primo piano.
E’ in quest’ultimo periodo in Svizzera che elabora il sistema Dom-‐ino che non è certo un edificio: è un
principio, un manifesto , una dichiarazione d’intenti. Una soluzione flessibili, iterabile all’infinito, che
permette diverse soluzioni. Parla di autonomia della superficie della struttura, della possibilità di
organizzare con libertà spazi e forme. Il primo caso specifico si ha con la Maison Citrohan, realizzata per
l’esposizione delle arti internazionali di Parigi, nel 1925: una machine à habiter. E’ importante notare come
Le Corbusier riesca ad iniziare la riflessione delle emozione trasmessegli dalla macchina che aveva invece
arrestato le ricerche di altri importanti architetti, come Perret e Garnier.
Casa Citrohan è la prima casa in serie il cui doppio piano è collegato da uno spazio vuoto, egli affronta
questo tema della Casa Citrohan in due studi, nel primo studio la casa è formata da 3 livelli: 2 coperti
all’interno collegati da uno spazio vuoto dove è situato il salone e la scala a chiocciola che collega al piano
sovrastante che è costituita dalla zona notte, 1 scoperto formato da un tetto giardino da cui si accede
tramite una scala esterna adiacente al perimetro longitudinale, nel secondo studio la casa sembra staccarsi
dal terreno infatti compaiono per la prima volta i pilotis e un terrazzino sorretto da pilotis, la suddivisione
interna appare invariata.