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Inizia quindi dal 1925 a farsi un nome conosciuto (l’esposizione aveva avuto grande risonanza). Gli
vengono commissionate una serie di ville (spesso in località suburbane nella periferia di Parigi immerse
nel verde) per committenti alto borghesi (grandi spazi: no cella abitativa). Speciale importanza:
1. villa Stein a Garches, 1927. Inizia qui a costruirsi una cifra stilistica intorno al
cemento armato, comincia a evidenziare i montanti, che sono ora lasciati a vista,
tetto piano utilizzabile, facciata libera (resa possibile dall’arretramento della
struttura), finestre orizzontali che danno l’impressione che la parte superiore
dell’edifico sia sospesa dato che non sono visibili strutture che la sorreggano,
volume il più possibile puro, intonacato di bianco e assolutamente privo di
decorazioni, elementi in aggetto e arretrati che creano delle ombre
2. ville Savoye. can delle sue architetture più famose. 1929 a Poissy. in qualche
modo concepita come un manifesto come idea di come si possa fare con una architettura basata sul
cemento armato. quando la pubblica non le da il nome “villa per Pierre Savoy a
Poissy” ma come “5 punti per l’architettura moderna” e esprime le regole che
bisogna dare per la realizzazione di una nuova architettura. 5 punti per
sostituzione ai 5 ordini di Vignola (poteva benissimo scriverne 4 dato che due si
ripetono tra loro). la villa diventa un manifesto della sua architettura. non sono
più degli elementi formali a definire l’architettura ma elementi attraverso cui si
risolvono problemi funzionali.
i cinque punti sono:
1. pilotis. struttura messa in evidenza attraverso loro perché nelle parti volumetriche è nascosta
attraverso l’intonaco. consentono di sollevare l’edificio, di non “consumare suolo” e quindi permette al
verde di continuare pur sotto l’edificio. nell’architettura tradizionale l’elemento più solido, pesante al di
sotto e più leggera sopra, con questa tecnica lo ribalta.
2. pianta libera. nel momento in cui ho una maglia strutturale definita da pilastri, nella divisione delle
stanze non devo più seguire le costrizioni date dalle parete, ma i muri divisori posso disporli a piacere
prescindendo anche completamente dalla struttura. elemento accentuato dalle forme delle piante
(soprattutto al piano terra). pilastro lasciato in mezzo alla stanza evidenzia il fatto che la divisione degli
spazi sia indipendente dalla maglia strutturale.
13 Questo stile, abbandona le sinuosità e le formule lineari naturalistiche, prediligendo le forme geometriche e vagheggiando le
forme essenziali ed eleganti.L'Art Déco è caratterizzata dall'uso di materiali quali: lacca, legno intarsiato, pelle di squalo o di zebra,
acciaio inossidabile, alluminio, vetro colorato, quando si rivolge all’arredamento; è uno stile sintetico ed al tempo stesso
volumetricamente aerodinamico, turgido e opulento, probabilmente in reazione all'austerità imposta dagli anni della guerra mondiale
e della conseguente crisi economica. 4
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3. facciata libera. stesso motivo di sopra
4. finestre a nastro. se la facciata è libera, la finestra può essere grande a piacere. permette continuità
tra interno ed esterno.
5. tetto giardino. verde rubato sotto può essere restituito sopra. solarium
piano terra è per gran parte svuotato, contiene solo blocco di garage e casa del custode, rampa (spina
dorsale dell’edificio) che collega al primo piano che contiene la vera e propria villa e 2 piano tetto abitabile
(anche adattato a giardino). gioca con i volumi grazie a un contrasto tra volumi cubici con forme molto
nette e prismatiche, con forme curve (forme a razione poetica) che gli vengono dalla tradizione pittorica
(elemento sopra il tetto non ha nessuna funzione, giusto quella di fare ombra). spazio terrazzato è filtro tra
interno ed esterno (come in Van der Rohe), è scoperto come fosse spazio aperto, ma con muri come
fosse una stanza. rampa è parte del percorso che permette di svelare gli spazi poco per volta crede che la
sua opera sia un progetto complesso che viene scoperto via via che si percorre. I mobili per la villa sono
progettati e realizzati interamente su misura, come ad esempio la chaise long, in collaborazione con
Eileen Gray e Charlotte Perriand.
visione urbanistica. Per lui urbanistica e architettura sono strettamente connesse. L’architettura del
movimento moderno inizia a considerare anche la grande scala: dal cucchiaio alla città.
Presenta nel 1922 (e studia nel 1925) un primo progetto per una città ideale per 3
milioni di abitanti (già grande scala) che sviluppa negli anni successivi alla maison
Citrohan. modello città industriale di Tony Garnier. fermo restando che le funzioni della
salute, delle energie, delle fabbriche etc. devono essere esterne, il resto è tutto per
terziario e abitazione in una zona centrale destinata all’amministrazione; per gli uffici
pensa a grattacieli di 60 piani a pianta a croce (permette di avere la massima superficie lungo le braccia
per ricavare finestre e dunque dare illuminazione). La seconda fascia tutto intorno è dedicata alla zona
residenziale medio-borghese con struttura a redan, ovvero edifici con spazi verdi di competenza. La terza
fascia è invece destinata alle residenze a basso reddito, composte da edifici a pianta rettangolare.
zoning: suddivisione per fasce di funzione ognuna delle quali risolta con tipologia edilizia diversa.
edifici immoble-villa realizzati assemblando le celle base presentate nell’Esprit Nouveau. Con questa idea
si inizia a imporre un mondo di elementi prefabbricati che possono comporsi in cantiere a realizzare le
opere edilizie: si inizia dunque a parlare di industrializzazione dell’architettura. residenze alto borghese.
discorso ideologico di presentare il proprio progetto come modello di ottimizzazione ance per quanto
riguarda la relazione con la natura. nel caso degli edifici redan (a 6 piani) li mette a confronto con diversi
tipi di città (quello tradizionale a quartieri, quello per blocchi, e quello della città giardino). con questo
confronto vuole dimostrare che il suo modello è migliore anche in termini di risparmio di suolo (lui lascia
95% di verde). idea di sosteniblità.
nel 1925 presenta dentro il padiglione dell’Esprit Nouveau un progetto di come
dovrebbe secondo lui svilupparsi la città di Parigi, progetto chiamato Plan Voisin
(nome sempre legato al tema della macchina) dove salva solo pochi edifici storici
(come il Louvre) e ricostruisce il resto con la tipologia ideata nel 1922 (progetto
provocatorio per indicare la strada da percorrere per la realizzazione delle nuove città:
città salubre, luminosa e piena di verde).
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mercoledì 10 maggio 2017
CIAM
far fronte comune: Congresso Internazionale di Architettura Moderna
fino a quel momento, 1928, un’anticipazione era stata l’esigenza incarnata dal Werkbund. 2a esposizione
del Werkbund viene avvertita l’idea di mettere insieme le esperienza. nella seconda esposizione realizzata
a Stoccarda l’idea era di non realizzare padiglioni smontabili ma di approfittare per realizzare u vero e
proprio quartiere che per la durata dell’esposizione avrebbe avuto funzione espositiva e al termine del
quale sarebbe diventato quartiere residenziale: il Weissenhof, quartiere progettato sotto la supervisione di
Van der Rohe che in questo momento è il direttore del Werkbund. gli spetta di realizzare un piano
generale per il quartiere e poi assegnare ai vari architetti le diverse costruzioni. si tratta di 11 architetti
tedeschi (Berhens, Gropius, Taut, Van der Rohe…) membri del Werkbund; in particolare Rohe realizza un
edificio plurifamiliare; due olandesi (Mart Stan e Peter Oud); un belga (Victor Borgois); c’era un veto sugli
architetti francesi (erano contro in guerra) e viene chiamato Le corbusier (svizzero quindi immune, ma
rappresentante del mondo francese). primo momento in cui si vengono a presentare insieme architetti
tedeschi con altri. immagine d’epoca del Weissenhof in cui si mostra la proposta di diverse tipologie di
abitazioni (offrire un campionario differenziato) ma tutte improntate a un forte modernismo: Le Corbusier
usa i suoi principi, Rohe edificio molto funzionale.. viene divulgata anche fotomontaggio di questa foto con
cammelli che passano in strada come rappresentazione da parte delle redazioni più conservatrici che
questa tipologia non è adatta alle città europee. il gruppo inizia dunque a rendersi conto di aver bisogno di
allargarsi e accettare architetti esterni per ampliare le tipologie. tipologie per classe economica, Van der
Rohe propone edifici di max 3 piani che non hanno bisogno di ascensore ma possono benissimo esser
serviti da corpo scala (quindi più economico). Le Corbusier usa struttura metallica e non in cemento
armato (la Germania è una grande industria siderurgica quindi risulta più economico utilizzare elementi
metallici) ma sempre lasciata a vista. all’interno ha realizzato un progetto di arredo con mobili su misura
con idea di interni flessibili (armadi con letti a scomparso, tavoli a scomparsa..) per risparmiare spazio e
renderlo flessibile a diverse funzioni; bi familiare (ora museo) elemento frangisole che mostra divisione.
altro elemento che contribuisce a compattare quelli che poi saranno i membri del CIAM è un concorso per
la sede delle nazioni di Ginevra. bisogna pensare a grande edificio simbolico. concorso internazionale in
cui vengono presentati 377 progetti selezionati da 4 architetti internazionali accademici e 4 esponenti
precursori del movimento moderno molto affermati della generazione precedente (ancora Le Corbusier
non vale un cazzo) sotto la giuria di Victor Horta. concorso importantissimo; prima della scelta si sviluppa
un grande dibattito (vengono pubblicati sulle riviste), tutti davano per scontato che vincesse Le Corbusier:
edificio complesso monumentale funzionalista grande assemblaggio di parti diverse progetto chiaro, il
concorso viene ..con un primo grado in cui vengono premiati 9 progetti (tra cui quello di Le Corbusier) ma
il secondo è vinto da un francese che aveva proposto un progetto ancora tradizionalista (colonne,
trabeazioni..) per lui tutti gli architetti moderni si indignano in quanto speravano fosse l’occasione di farsi
valere del loro movimento. per questo si uniscono sotto Le Corbusier e si istituiscono dei congressi
annuali in cui tutti possono partecipare e esporre le loro idee. il primo congresso è tenuto in un castello a
La Sarraz, nella svizzera francese; vi partecipano 42 architetti provenienti da 12 paesi che discutono e
approvano la dichiarazione di La Sarraz che costituisce il CIAM e alcuni principi condivisi “è urgente che
l’architettura si serva anche delle immense risorse che offre la nuova tecnica industriale&