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Le conseguenze dell'incremento demografico - La rinascita dei centri urbani e della vita cittadina Pag. 1
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Le conseguenze dell'incremento demografico: la "rinascita" dei centri urbani e della vita cittadina

Nascita di nuovi centri urbani soprattutto nel centro e nel Nord dell'Europa, dove l'urbanizzazione in età romana era stata molto blanda;

Ripopolamento dei centri urbani più antichi dell'Europa meridionale, dove le città, sia pure fortemente ridimensionate sotto l'aspetto materiale e demografico, erano sopravvissute al crollo dell'Impero, conservando una funzione amministrativa rispetto al territorio (residenza del vescovo) o una funzione commerciale (città dell'Italia meridionale inserite nello spazio commerciale bizantino e musulmano);

La trasformazione della trama insediativa dell'Occidente europeo, con la formazione di una rete di villaggi e borghi permanenti.

Tesi Pirenne: rinascita della città determinata dalla formazione di un ceto mercantile e dalla ripresa del commercio

città era legata alla ripresa degli scambi commerciali di lungo raggio perché, secondo lo storico, a connotare la città da ogni altra forma di insediamento demico era la sua funzione commerciale. L'avanzata araba nel Mediterraneo, che aveva trasformato l'Europa in un'economia di sussistenza basata sulla terra ed estranea agli scambi commerciali su lunga distanza, aveva determinato la decadenza delle città come luoghi commerciali. L'aumento demografico determina la nascita di un ceto mercantile, formato da coloro che non trovano più sistemazione sulla terra, che un ruolo determinante per spiegare la nascita delle città. Pirenne propone un modello di sviluppo basato sul ruolo fondamentale portus, cioè il centro commerciale, costituito dai mercanti accanto a un centro fortificato (castrum), che offriva protezione, e allargandosi nel tempo fino a conglobare l'antico nucleo. Il modello di Pirenne, criticato perché la

La presenza araba nel Mediterraneo non aveva impedito scambi tra la parte settentrionale e meridionale di quel bacino, rappresenta una spiegazione soltanto per alcune aree dell'Europa (Francia settentrionale, Paesi Bassi, soprattutto Fiandre dove portus il funziona come fattore di aggregazione), ma non trova riscontro per altre regioni, come la Penisola italiana, dove le città avevano conservato una funzione economica e commerciale.

Ennen (approccio regionalistico): il processo di urbanizzazione assunse forme diverse nelle varie regioni dell'Europa ("dualismo topografico") perché differente in queste zone era stato il grado di influenza esercitato dall'urbanesimo in età romana:

  1. L'Europa del Nord e dell'Est (Germania e Scandinavia): presenza e influenza di Roma scarsa o addirittura nulla, assenza di nuclei urbani di qualsivoglia tipo o natura. In queste aree le nascenti città sono molto spesso la prosecuzione di insediamenti primitivi;
numero di abitanti. Le città europee erano generalmente di dimensioni ridotte, con una popolazione che poteva variare da poche centinaia a qualche migliaio di abitanti. Tuttavia, alcune città importanti come Roma, Costantinopoli e Alessandria potevano raggiungere dimensioni molto più grandi, con una popolazione che poteva superare i 100.000 abitanti.

numero di abitati.Lo sviluppo dei centri urbani è scandito dall'ampliamento della cinta muraria preesistente o dall'edificazione di nuove cinta murarie: la città si sviluppa finché l'antico "guscio" non è più in grado di contenere gli abitanti.

Il caso Firenze: Firenze costruisce una nuova cerchia muraria nella seconda metà del Duecento, una prima volta, e una seconda sul finire dello stesso secolo come confermano anche le cronache.

L'inurbamento e immigrazione come fattori di crescita della popolazione cittadina: città come "magnete e contenitore"

Inurbamento stimolato da fattori di repulsione per il mondo rurale e fattori di attrazione per il mondo cittadino (popolazione della campagna si sposta verso i centri urbani)

Immigrazione verso le città da località molto lontane, spesso caratterizzate da un'eccedenza di popolazione (Penisola italiana meno privilegiata per maestranze)

E operatori economici provenienti da tutta l'Europa.

Nel tempo la politica delle città nei confronti dell'inurbamento e dell'immigrazione divenne via via più restrittiva: ammessi solo nuclei familiari di condizione agiata o gruppi di lavoratori specializzati utili per lo sviluppo dell'economia cittadina per evitare spopolamento delle campagne e problemi di ordine sociale legati a un'eccessiva offerta di forza lavoro.

Dal tempo della natura al tempo del mercante.

Nelle città mercantili più dinamiche dell'Europa del tempo si sviluppano istituzioni economiche nuove: anche il tempo acquista un nuovo significato perché la diffusione di un attributo di urbanità, celle piazze cittadine tra XIV e XV secolo consentiva di scandire i ritmi del lavoro e degli affari, testimoniando la propensione all'accumulazione della ricchezza e al suo incessante investimento che caratterizza le realtà urbane.

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Publisher
A.A. 2019-2020
4 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ci.mil di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Molise o del prof Giagnacovo Maria.