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Poi, quando arrivano gli attori, chiedo loro di adeguarsi a ciò che deciso per la macchina da presa.
-Cerco di girare ogni scena in un'unica ripresa. Non faccio tagli se non ce n'è bisogno e non riprendo mai la
stessa scena da un'angolazione diversa. In parte perché sono pigro e in parte perché non mi piace che gli
attori ripetano troppe volte la stessa cosa, così facendo mantengono freschezza e spontaneità.
-La commedia è un genere particolare, molto impegnativo e molto rigoroso in termini di regia. Niente deve
interferire con la risata. La commedia deve essere realistica, semplice e chiara. Quello che occorre è un
inquadratura larga e statica, piacevole e pulita nella quale bisogna vedere tutto: bisogna vedere bene gli
attori e ciò che fanno.
-Lo zoom ha una caratteristica piuttosto funzionale, mentre il movimento di macchina conferisce spesso
all’inquadratura una certa enfasi, un impatto emozionale aggiuntivo, che non è sempre auspicabile.
-Bisogna lasciare che gli attori facciano il loro lavoro. Mi fido del loro istinto recitativo.
-Ogni regista deve evitare qualunque cosa che non corrisponda precisamente alla sua visione del film. Il che
non vuol dire che si debba essere rigidi o chiusi ma bisogna anche essere aperti al punto di vista degli altri.
Un grave errore è cominciare a girare un film con una sceneggiatura debole o non ancora pronta.
5) Emir Kusturica
-La prima e più importante lezione per un futuro regista è imparare a diventare un autore, imporre la
propria personale visione del film.
-Quando giro dei primi piani c'è sempre qualcosa che accade sullo sfondo, il volto rimane in rapporto con il
mondo che lo circonda. Uso diversi tipi di suoni cercando di creare una sensazione melodiosa nel
subconscio del pubblico, piuttosto che trasmettere un messaggio razionale. Odio l'idea di rivelare le
emozioni dei personaggi attraverso il dialogo; perciò cerco di fare in modo che i miei attori parlino il meno
possibile e mi assicuro che loro stessi con la macchina da presa si muovano.
-L'unico vero modo di essere un autore è non soltanto avere un punto di vista personale ma anche imporlo
nel film. Se si cerca di realizzare un film per il pubblico non è possibile sorprenderlo. Un film è prima di tutto
e soprattutto di chi lo fa. Di solito adatto sceneggiature scritte da altri, ma sul set aggiungo così tanto di mio
che me ne approprio sistematicamente. La sceneggiatura è soltanto una base su cui appoggiarsi per
costruire l'architettura del film. Non mi lascio mai limitare dal testo, rimango aperto a nuove idee che gli
attori con le circostanze delle riprese possono portare e soprattutto includono alcuni elementi personali
come persone impiccate, matrimoni o bande di ottoni.
-La macchina da presa aiuta il regista a dirigere gli attori: se il regista è capace di imporla come l'occhio
della scena, fornisce agli attori un punto di riferimento che rende tutto più semplice chiaro. Gli attori hanno
bisogno di essere diretti e hanno bisogno di un quadro di riferimento e di limitazioni precise. Allo stesso
tempo bisogna evitare di essere troppo chiusi e saper essere ricettivi alle sorprese e alle idee che
provengono dall'esterno.
-Bisogna evitare di cadere nella routine e non smettere mai di sperimentare ed evolvere. Mi rifiutò sempre
di coprire una scena, scelgo un unico modo di girarla. Mi obbligo a sperimentare ed ecco perché finisco per
fare anche 20 ciak per una sola inquadratura. 4
6) Joeal ed Ethan Coen
-Quando ci si ritrova tra le mani 25 ore di girato, si ha una visione completa di come il regista ha
trasformato la sceneggiatura in immagini. Si vedono le scelte che ha fatto, le alternative, gli errori. Si impara
riconoscere una buona copertura o una cattiva, si identificano le riprese inutili e si capisce perché lo sono.
-Si deve continuamente trovare il giusto bilanciamento tra quello che si desidera e quello che è possibile
ottenere. Bisogna essere flessibili, piegarsi a certe condizioni e restare aperti alle idee provenienti
dall'esterno.
-Non bisogna mai perdere di vista l'idea motrice del film. Si può cambiare quello che si vuole ma quest'idea
centrale deve restare intatta. Si deve rimanere elastici e aperti e accettare il fatto che qualche volta non si
può ottenere ciò che si vuole. La pressione spinge a modificare le proprie idee, perché qualcosa potrebbe
essere troppo difficile da ottenere da un punto di vista logistico o finanziario, ma bisogna sapere quando
resistere.
-Da un lato occorre essere aperti nuovi idee se la realtà dei fatti lo richiede, ma dall'altro occorre essere
piuttosto sicuri delle proprie convinzioni. Occorre usare il proprio istinto.
-Nella sceneggiatura vediamo solo una tappa transitoria tra le nostre idee e il risultato filmato.
-Ciò a cui occorre prestare maggiore attenzione è la chiarezza della storia ed è molto difficile da
determinare per conto proprio.
-Ci sono così tanti piccoli sottili cambiamenti in ogni inquadratura e in ogni scena, che alla fine il film
diventa differente da quello che avevamo in mente all'inizio.
-Di solito facciamo lo storyboard di molte scene. Ma quando arriviamo sul set cominciamo la provare con gli
attori e in genere loro riescono in qualche modo a capire qual è la composizione migliore. Dopodiché
andiamo dal direttore della fotografia e decidiamo fino a che punto vogliamo attenerci allo storyboard.
Nella maggior parte dei casi finiamo per ignorarlo, perché in generale gli storyboard hanno qualcosa di
accademico e mancano un po' di originalità.
-Sappiamo con certezza in quale modo vogliamo riprendere ogni scena, ma in che misura poi la copriamo
dipende da molti fattori.
-Abbiamo un debole per i grandangoli e amiamo molto il movimento di macchina; e i grandangoli rendono
il movimento più dinamico e apportano una maggiore profondità di campo.
-L'elemento che influenza di più il risultato del film sono gli attori. Avere un'idea molto precisa su come una
certa battuta deve suonare o come deve essere una certa interpretazione è un errore. Per questo si
ingaggiano gli attori: perché migliorino ciò che abbiamo concepito. Il regista non dice loro che cosa devono
fare ma si limita a spiegare che cosa vuole, in modo da aiutarli. La scelta degli attori è importante. Non ci
piace lasciare che gli attori improvvisino, però questo non vuol dire che non possano venirsene fuori con
una frase tutta loro, ma questo è molto diverso dall'improvvisazione. L'unico momento in cui
improvvisiamo davvero è durante le prove, per tirare fuori alcune cose ma questo di solito non riguarda la
scena avere propria: quello che facciamo è chiedere agli attori di inventare le parti non scritte di una scena,
i cinque minuti che la precedono e la seguono. Questo gli aiuta a entrare meglio nell'atmosfera.
7) Wim Wenders
-Ci sono due diversi modi di imparare a fare film: farli e scrivere recensioni. Scrivere ti costringe ad
approfondire l'analisi. Quando si scrive una recensione c'è un rapporto diretto con lo schermo, si parla di
ciò che si è visto.
-I giovani registi di oggi non iniziano più girando cortometraggi, ma spot pubblicitari o video musicali.
Lavorando con immagini che hanno una funzione primaria del tutto differente, si sta perdendo la nozione di
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cosa significa narrare. Il dovere di un regista è soprattutto avere qualcosa da dire: avere il desiderio di
raccontare una storia.
-Ci sono due modi per fare un film: 1) avere un'idea molto chiara ed esprimerla attraverso il film; 2) fare un
film per scoprire che cosa si sta cercando di dire. Questo secondo tipo di film è una specie di avventura e
credo che rimanga il mio approccio preferito. Si tratta di un modo privilegiato di lavorare, che implica girare
il film in ordine cronologico. Il modo in cui si gira un film dipende moltissimo dal motivo per il quale lo si fa.
La perfezione di un'immagine è qualcosa di molto narcisistico, mentre raccontare una storia è un atto
comunicativo.
-All'inizio trascorrevo ogni serata a progettare il modo in cui avrei girato le scene del giorno successivo; ma
pian piano ho capito che tutto ciò stava diventando una trappola e mi ha costretto concentrarmi di più sul
lavoro degli attori. Da allora arrivò sul set senza alcuna idea preconcetta sulle scene che girerò e, solo dopo
aver lavorato con gli attori ed averli fatti muovere sul set, comincio a pensare a dove posizionare la
macchina da presa.
-Più limitato è il budget e più facile è controllare il film; più è ampio e più se diventa schiavi.
-Un grave errore e pensare che si debba mostrare tutto ciò che si vuole dire: il cinema spesso raggiunge
l'impatto maggiore rifiutandosi di mostrare ciò che cerca di evocare.
8) David Lynch
-Si può comunicare un'emozione senza mai dire o mostrare niente in modo diretto, senza mai spiegare
nulla.
-All'inizio di ogni film c'è un'idea, si usa quella come esca ed è quella che si tira dietro tutto il resto.
-Ogni decisione è importante: bisogna essere aperti alle nuove idee ma allo stesso tempo rimanere sempre
concentrati su quella originaria.
-Un regista deve pensare sia con il cervello sia con il cuore: quando prende una decisione deve
costantemente associare l'intelletto e le emozioni. Per me la potenza di un film va oltre il semplice compito
di narrare una storia, ma ha a che fare con il modo in cui la si narra e in cui si riesce a creare un mondo,
un'atmosfera o una situazione dentro i quali lo spettatore si trova immerso.
-Il cinema ha il potere di rappresentare cose invisibili, qualcosa di simile a un sogno; ed ha questo potere
perché si serve dell'ingrediente del tempo.
-È essenziale sperimentare e qualche volta si possono commettere degli errori. Ma a volte mi permette di
scoprire cose meravigliose che non sarei mai riuscito a immaginare o a programmare.
-Il sonoro e la metà del valore di un film. L'immagine si compone di elementi diversi, molti dei quali sono
difficili da controllare perfettamente, come la luce, l'inquadratura o la recitazione. Il sonoro invece è
un'entità concreta e potente che abita fisicamente il film e perciò occorre trovare i suoni giusti. Discuto
della storia con il mio tecnico del suono e con il mio compositore, e loro registrano effetti audio e brani
musicali di ogni tipo, che poi ascolto mentre girò il film. Così l'intera troupe e a volte persino gli attori,
possono entrare nello spirito giusto. È un ottimo strumento che, come una bussola, indica costantemente
la direzione da seguire.
-Una volta scelti gli attori, il segreto per ottenere l'interpretazione giusta è crea