vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
I nativi digitali e la loro relazione con la tecnologia
I nativi digitali hanno una loro dieta mediale, che comprende i prodotti mediali che consumano, producono e gestiscono. In questo campo, si è verificata una rapida evoluzione da sistemi fissi a quelli mobili come smartphone, videogiochi, iPhone, ecc. I nativi si appropriano della tecnologia esplorandola e la considerano una protesi cognitiva e ludica. Possiamo dire che le tecnologie digitali sono una parte integrante del loro "proprio corpo" individuale e sociale, mentre per noi sono una novità da accettare o rifiutare, una sorta di protesi posticcia.
I nativi digitali sono responsabili del "trascinamento" delle famiglie verso il digitale, proprio perché le altre fasce d'età sono meno connesse. Ma come vedono e rappresentano il mondo i nativi? Per loro, il virtuale è costitutivo del reale, in altre parole, esiste il reale e altrettanto reale è la sua "versione virtuale".
mentre per noi immigranti si oppone al reale come luogo espansione del falso, dell'inganno. I nativi vivono in dell'illusorio, un mondo reale e virtuale insieme, essi crescono, apprendono, comunicano e socializzano all'interno di questo dell'informazione e della nuovo ecosistema mediale, il brave new world e globalizzata. Essi sono dotati di un'intelligenza comunicazione digitale multitasking, apprendono per esperienza, attraverso un deweyiano learning by doing naturale e inconsapevole, mentre noi adulti gutenberghiani cerchiamo sempre un manuale, una traccia lineare e alfabetica. Parte seconda. Nuove modalità di conoscenza e di apprendimento: l'intelligenza digitale In questo scenario di complessità, si tratta di privilegiare un maggiore approfondimento metodologico e la didattica laboratoriale allo studio delle nozioni, in modo da permettere a bambini e studenti di acquisire un solido metodo di studio e di ricerca, in alcuni campi del sapere, chePossa poi essere applicato anche ad altri settori. Con la rivoluzione digitale è cambiata la tecnologia caratterizzante di creazione, rappresentazione e diffusione del sapere, così come sono cambiate le sue modalità di consumo e divulgazione; questo cambiamento ha cambiato anche gli stili di comunicazione.
I nativi, infatti, hanno sviluppato una nuova cultura di fruizione dei media che Henry Jenkins ha definito "cultura il motore di questo protagonismo sulla partecipativa":rete è identificato da Jenkins sia nel desiderio di essere presenti e visibili on-line sia nel desiderio di cooperazione e coinvolgimento degli amici nelle proprie esperienze di creazione di contenuti e di comunicazione all'interno delle differenti community, reali o virtuali che siano, che costituiscono la rete informale dei nativi. Gioco, simulazione, appropriazione, multitasking, conoscenza distribuita, networking: sono queste le caratteristiche specifiche delle nuove forme di
appropriazione comunicativa dei media digitali che vengono sviluppate dai bambini e dai preadolescenti del nuovo millennio. Le abilità di literacy per il ventunesimo secolo sono abilità che consentono la partecipazione alle nuove comunità emergenti all'interno di una networked society. La cultura informale dei nativi si sviluppa attraverso alcune dimensioni fondamentali: - gioco: la prima di queste dimensioni è il videogioco, potremmo definirlo come la capacità di sperimentare e apprendere all'interno di ambienti digitali e attraverso il problem solving; l'abilità di interpretare e costruire - simulazione: modelli dinamici digitali dei processi del mondo reale; grazie alla possibilità di ricostruire attraverso le tecnologie digitali situazioni anche molte complesse, la simulazione è divenuta un potente strumento di conoscenza, apprendimento e ricerca; sono delle "modalità di appropriazione digitale dei - mash upE remix: contenuti" (Jenkins), si tratta dell'abilità di campionare e miscelare contenuti mediatici dando loro un significato differente da quello originario. Il mash up implica la creazione di un artefatto originale a partire da pezzi di software musicali e artistici che vengono mixati in maniera originale attraverso strumenti digitali di manipolazione;
Multitasking: attività che possono essere svolte contemporaneamente. Questo "comportamento/capacità" è stata spesso criticata perché non permetterebbe lo svilupparsi di una attenzione selettiva efficace; secondo Nicholas Carr lo svolgimento di un numero crescente di processi cognitivi in simultanea renderebbe inefficienti i processi stessi e implicherebbe performance più basse e tempi più alti rispetto allo svolgimento di questi compiti in maniera tradizionale. Ma è anche corretto quello che sostiene Jenkins "invece di impegnarsi a focalizzare l'attenzione,
I giovani rispondono a un ambiente mediatico ricco facendo ricorso al multitasking, una nuova modalità di apprendimento che implica un costante monitoraggio delle fonti informative disponibili nel nostro ecosistema mediale.
Una delle caratteristiche più rilevanti del modo di appropriarsi dei media e dei contenuti digitali dei nativi è quella di non accostarsi alle attività di apprendimento e di riflessione in maniera esclusivamente individuale, ma di essere avvezzi a processi di conoscenza distribuita e intelligenza collettiva. L'esempio eclatante di questa interazione sociale mediata dalla tecnologia tra uomini e contenuti è Wikipedia, l'enciclopedia gratuita costruita da tutti e da ciascuno. Si tratta di quella che Pierre Lévy ha definito "intelligenza collettiva", cioè l'abilità di mettere insieme conoscenza e co-costruire saperi con altri, con
cui si ha un obiettivo comune; - transmedia navigation e networking: gestire, seguire e rielaborare il flusso di storie e di informazioni attraverso piattaforme multiple, Jenkins parla di multimodalità. L'alfabetizzazione e le competenze di natura multimodale vanno integrate anche con un'alfabetizzazione al networking, cioè alla capacità di creare, diffondere e gestire contenuti e relazioni sociali e formative online attraverso i social network. L'emergere di una nuova forma di intelligenza, l'intelligenza digitale, appunto. Secondo Battro essa si fonda sulla selezione di un'alternativa semplice, l'opzione click, appunto, che è l'unità fondamentale di una euristica di natura binaria (la scelta tra un link, o un tasto piuttosto che un altro), e si tratta di un'abilità di carattere eminentemente pratico, è un'attività molto elementare.Il tuo compito non richiede competenza di natura logico-matematica e può essere compiuto anche da un bambino di tre anni. La differenza tra gli immigranti e i nativi è proprio l'intelligenza digitale. La differenza si, perché ce lo dimostra il fatto che l'utilizzo delle nuove tecnologie sta modificando la configurazione neurale della nostra mente, inoltre essa ha un linguaggio specifico, il linguaggio digitale che amplia quello alfabetico ( @, www, http...).
Parte terza. La sfida dei nativi ai sistemi della formazione. Apprendere attraverso schermi, icone, suoni, giochi, navigazioni virtuali e in contatto telematico con il gruppo dei pari significa sviluppare comportamenti di apprendimento non lineari, come quelli alfabetici e gutemberghiani. I media digitali sono basati su un modello molti-molti della comunicazione interattiva bidirezionale, quale per esempio quella che caratterizza i gesti comunicativi e formativi che si svolgono all'interno dei social.
network contemporanei. In particolare, secondo il Becta (agenzia inglese per l'innovazione dei sistemi scolastici) sono quattro le grandi aree di impatto dell'innovazione prodotta dalla transizione al digitale e dal Web 2.0 sugli stili di apprendimento dei nativi:
- una forte crescita dei comportamenti di ricerca/esplorazione nell'apprendimento, un netto privilegiare il learning by doing e il learning by experience;
- una naturale fluency tecnologica degli studenti che li porta a considerare il web come il media primario di ricerca;
- una forte crescita dei comportamenti di collaborazione/cooperazione tra pari attuati in particolare attraverso strumenti quali MSN, Messenger, YouTube;
- una forte tendenza degli studenti all'espressione individuale e alla manifestazione della propria identità e delle proprie idee attraverso blog e social network.
Nasce dunque la necessità e il dovere per le istituzioni scolastiche di adeguare le infrastrutture, i
curricula e le pratiche quotidiane degli insegnanti l nuovo stile costruttivo e partecipativo dei nativi digitali. Si dovranno prevedere nuovi ambienti per la formazione; aule in cui il computer e el tecnologie digitali della comunicazione all'interno del quale è collocato l'ambiente di sono intese come sfondi integratori apprendimento arricchito... purtroppo oggi i computer sono ancora confinati nei laboratori!
La tecnologia, invece, nella scuola deve essere il più possibile 'pervasiva' e 'invisibile': pervasive in quanto devono poter essere utilizzate ogniqualvolta l'insegnante o gli studenti ne sentano il bisogno, invisibili perché devono diventare parte strutturale e naturale dell'ambiente didattico, non un corpo estraneo di cui avere paura.
Parte quarta. Istruzioni per genitori e insegnanti
Giuseppe Longo analizza da un punto di vista evoluzionistico il lento progredire dell'Homo sapiens: da
quando ha cominciato a utilizzare utensili, l'Homo sapiens è sempre stato un Homo tecnologicus, ha sempre costruito strumenti, è sempre stato ibridato con gli oggetti culturali (tecnologici, rituali, simbolici) che ha prodotto. Egli definisce gli uomini dei simbionti, questo termine identifica l'interazione complessa uomo-ambiente-altri uomini-tecnologia. Ma anche in questo caso c'è differenza tra gli immigrati e i nativi: i primi sono simbionti strumentali che utilizzano l'ambiente circostante e i prodotti culturali come strumenti per l'autoconservazione o lo sviluppo; i secondi sono simbionti strutturali per i quali la tecnologia rappresenta un'estensione e un vincolo che l'uomo contemporaneo non può più scegliere di utilizzare o non utilizzare dal momento che non può vivere, crescere e agire senza un 'sistema nervoso digitale'...anzi siamo n