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UEPE.L'indagine socio-familiare
È un processo di lavoro dell'assistente sociale. L'indagine è commissionata su richiesta dell'autorità giudiziaria e altri enti ed è finalizzata alla raccolta d'informazioni per la conoscenza del contesto ambientale, relazionale dell'individuo-utente attraverso l'attivazione di reti e strumenti propri della professione di assistente sociale, sempre nel rispetto del codice deontologico.
Essendo richiesto da terzi, il prodotto finale dell'indagine è un progetto o un'idea progettuale d'intervento per e con l'utente, che non risulta immutabile nel tempo, ma cambia in relazione alle esigenze del committente.
L'indagine socio-familiare è la prima fase del processo d'aiuto caratterizzante il lavoro dell'assistente sociale e consiste nell'analisi della situazione dell'utente per creare un intervento d'aiuto.
d'aiuto è un processo attivo che s'insatura tra due attori principali: l'assistente e l'utente. L'utente riveste un ruolo non di secondo ordine essendo il primo e il vero conoscitore della propria situazione. L'assistente sociale svolge la sua attività attraverso le sue capacità relazionali e tecniche volte alla conoscenza delle informazioni funzionali al cambiamento.
L'assistente sociale lavora con i nodi della rete, con le persone che compongono la rete dell'utente non solo intesi come destinatari dell'intervento ma come attori del processo d'aiuto capaci di sostenere l'utente. Il lavoro di rete è inoltre inteso anche come collaborazione e coordinamento che l'assistente sociale istaura con altri professionisti che lavorano all'interno e all'esterno del suo servizio.
L'assistente sociale e l'utente non hanno lo stesso ruolo, le stesse competenze e gli stessi compiti.
La posizione dei due attori è diversa e spesso anche conflittuale. La relazione che si istaura tra i due attori è caratterizzata dal fatto che l'utente non solo è nella posizione di chi non sa ed ha bisogno d'aiuto, ma anche di chi conosce. All'utente viene riconosciuto di essere l'unico reale conoscente della sua problematicità, possiede informazioni ma anche potenzialità sconosciute all'operatore, il quale è in posizione di apprendimento e di ascolto. Per implementare il processo d'aiuto è necessaria la conoscenza del problema e per poterlo fare l'assistente sociale deve utilizzare una metodologia centrata sulla capacità d'azione. L'assistente sociale non ha un copione da seguire, ma alcuni elementi da tenere presente: - L'utente è in una posizione di difficoltà che deriva dall'incapacità di gestire in modo autonomo il proprio problema, quindi le azioni.Le azioni poste in essere devono condurre verso l'autonomia del soggetto;
Il processo d'aiuto si compone di un insieme di attività, operazioni finalizzate alla soluzione, riduzione e contenimento del problema dell'utente;
Il processo d'aiuto nasce dalla richiesta d'aiuto dell'utente ed è posto in essere dall'assistente sociale attraverso un lavoro coordinato e di rete insieme ad altri operatori sociali;
Il processo si compone di passi, tappe, singole azioni coerenti e coordinate tra loro che possono essere individuate singolarmente e che puntano verso la risoluzione del problema;
È un percorso che si caratterizza nella sua forma aspirale, che parte dall'assistente sociale per andare verso l'utente e utilizza il servizio e la rete (assistente sociale-utente-servizio-rete);
Il processo d'aiuto è un percorso di apprendimento sociale che parte dall'esperienza ed arriva al raggiungimento
dell'autonomia dell'utente; Al fine di raggiungere l'autonomia, l'utente deve analizzare ciò che si frappone tra lui e l'autonomia, considerare gli ostacoli, ricerca le risorse, definisce i piani e li realizza. Questo è un lavoro che richiede grande responsabilità da parte dell'operatore. È importante rilevare che l'assistente sociale non può avere una conoscenza a tutto tondo rispetto al problema. Infatti, i racconti, le narrazioni, le informazioni fornite dall'utente sono il risultato di una selezione e interpretazione dell'utente stesso e successivamente filtrate dall'operatore. Il lavoro dell'assistente sociale è di tipo conoscitivo, per aiutare è necessario conoscere e comprendere dal di dentro per questo le sole informazioni strutturali non bastano. Si può definire l'indagine sociale e familiare come un processo conoscitivo sistematico al centro del qualeÈ posta la persona attorno a cui si sviluppano tre fondamentali aree di esplorazione: famiglia, formazione-lavoro e reti secondarie. Il processo conoscitivo dell'indagine ha come risultato finale la relazione sociale da fornire al committente. Nel processo conoscitivo è importante approfondire le fonti che forniscono le informazioni, le quali permettono la conoscenza e il metodo con le quali le fonti vengono raccolte. Spesso, infatti, si possono detenere tante informazioni che non conducono alla conoscenza. L'indagine socio-familiare va alla ricerca delle informazioni necessarie alla relazione d'aiuto e al processo conoscitivo. Per realizzare compiutamente l'indagine socio-familiare sono importanti alcuni aspetti:
- Le azioni da porre in atto che hanno inizio dal mandato dell'indagine e terminano con la stesura dell'idea progettuale d'intervento;
- Gli strumenti da utilizzare come colloqui, visite domiciliari, interviste ecc..
La realtà personale, famigliare, lavorativa delle persone sottoposte ad una condanna o a misure di sicurezza. Si tratta di dati utili per decidere sull'applicazione delle misure alternative alla detenzione, o sulle misure restrittive della libertà, o sul programma di trattamento. Incontrando con regolarità gli utenti sia in Ufficio, sia sul posto di lavoro, sia in famiglia, e quando richiesto in Istituto, gli operatori dell'U.E.P.E. e gli assistenti sociali seguono l'esecuzione della pena sia detentiva che non. Realizzano interventi di aiuto e controllo in modo che la pena sia calibrata sulle esigenze della persona. Costruiscono collegamenti con altri servizi del territorio. Le finalità del servizio sono:
- Sostenere la persona durante l'espiazione della pena dentro e/o fuori dal Carcere o in misura di sicurezza (misure applicate a persone che hanno scontato la pena, ma che sono ancora ritenute pericolose socialmente);
- Verificare che
L'esecuzione della pena si svolga secondo le regole stabilite dall'Autorità Giudiziaria;
Stimolare la persona a essere più consapevole dei suoi doveri e diritti di cittadino;
Favorire il reinserimento nella società di chi ha commesso reati in modo da limitare la possibilità di recidiva;
Contribuire a migliorare la sicurezza sociale.
L'assistente sociale non è l'unica figura operante negli uffici dell'U.E.P.E ma lavora insieme ad altri operatori quali educatori, il direttore, collaboratori di istituto, psicologi specialisti e assistenti volontari. Ciò produce un lavoro multi professionale per indagare su aspetti multipli della pena e del relativo detenuto. Il disagio sociale dal quale spesso nasce il reato, anche nella sua dimensione individuale, si sviluppa in una specifica rete e la sua stessa soluzione va ritrovata nella rete. Questa può essere indagata attraverso il lavoro coordinato dei vari operatori.
Inseriti nel UEPE e la collaborazione di attori/istituzioni esterni. L'U.E.P.E. collabora soprattutto:
- con i suoi utenti e le loro famiglie;
- con i Magistrati di sorveglianza, che chiedono informazioni e valutazioni all'Ufficio;
- con gli Istituti penitenziari (in particolare con le Case Circondariali) per il trattamento dei detenuti o internati;
- con le Forze dell'ordine, per il controllo del corretto svolgimento dell'esecuzione penale;
- con altri servizi del territorio, con esponenti del privato sociale e con volontari per realizzare progetti di reinserimento sociale e lavorativo dei condannati;
- con altri U.E.P.E. per collaborare al trattamento di persone residenti in altri territori.
Gli U.E.P.E lavorano con persone in situazioni differenti:
- Le persone con condanna definitiva ma con pena sospesa, in attesa dell'udienza che deciderà sulle misure alternative che hanno richiesto;
- Persone affidate in prova al servizio sociale anche in
- Creare interventi individualizzati: Ogni intervento è attuato sulla base di disposizioni