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Estratto del documento

Parenchima clorofilliano (mesofillo) fogliare tra le due

• Nervature

epidermidi. E’composto da: a) mesofillo a palizzata a contatto

con l’epidermide superiore (2 o 3 strati di cellule allungate,

ravvicinate tra loro e con numerosi cloroplasti); b) mesofillo

lacunoso a contatto con l’epidermide inferiore (cellule grosse e

lobate separate da ampi spazi intercellulari).

Immerse nel parenchima vi sono le nervature della foglia

• formate dai fasci conduttori (xilema, floema).

Sotto le aperture stomatiche si apre la camera sottostomatica,

• in comunicazione con gli spazi intercellulari del parenchima

lacunoso. La comunicazione del tessuto a palizzata col tessuto

lacunoso e coi tessuti conduttori che vi sono localizzati è

assicurata dalla presenza di cellule imbutiformi, chiamate cellule

collettrici. Mesofillo a palizzata Mesofillo lacunoso

9

2° Preparato- Sezione trasversale di foglia parallelinervia di canna da zucchero (Saccharum officinale,

monocotiledone) • Presenta una anatomia detta Kranz o “a corona”, tipica

delle piante C4 (tipo di fotosintesi riscontrabile sia nelle

dicotiledoni che nelle monocotiledoni)

• I fasci cribro-vascolari sono protetti da fibre

sclerenchimatiche e completamente circondati da un unico

strato di cellule della guaina del fascio. Intorno vi sono le cellule

del mesofillo (non distinguibili in palizzata e lacunoso). Sotto e

sopra ciascun fascio, all’esterno della guaina, vi sono fascetti di

fibre.

• Le due epidermidi sono monostratificate e presentano

entrambe stomi (foglia anfistomatica) e talune cellule

epidermiche presentano delle protuberanze appuntite

responsabili della ruvidezza della foglia.

• In corrispondenza dei fasci più piccoli, alcune cellule

dell’epidermide inferiore (lato abassiale) sono sostituite da

grandi cellule bulliformi caratterizzate da un ampio vacuolo e

responsabili dell’arrotolamento della foglia in senso

longitudinale in caso di siccità.

Cellule bulbiformi Protuberanze Guaina del fascio

Mesofillo

10

3° Preparato - Sezione trasversale di ago di pino (Pinus pinea, Coniferophyta)

Aperture stomatiche

Isolotti Parenchima clorofilliano

• Sotto l’epidermide, formato da uno strato di cellule con parete fortemente ispessita e talora

lignificata, sono presenti degli isolotti di fibre sclerenchimatiche che si interrompono in

corrispondenza delle aperture stomatiche e si ingrossano agli angoli della foglia. Gli stomi sono

infossati.

• Esiste un unico tipo di parenchima clorofilliano (di tipo plicato) con cellule grandi, aventi pareti

fortemente ripiegate verso l’interno. È quindi presente un anello di cellule (endodermide) all’ interno

del quale vi è un tessuto di trasfusione. Al centro è presente un’unica nervatura mediana costituita

da uno o, più spesso, due fasci conduttori. Parenchima clorofilliano

• Tutta la foglia è attraversata da canali

resiniferi che la percorrono secondo la

lunghezza. Tali canali sono in numero

costante per ogni specie. Sono canali

schizogeni (in pratica un grosso spazio

intercellulare) circondato da cellule

ghiandolari che secernono la resina e da un

anello di fibre sclerenchimatiche di

sostegno. Fasci Canali resiniferi

11

Laboratorio 4 – Struttura della RADICE

1° Preparato- radice di Ranunculus ficaria

(dicotiledone)

Si tratta di radici accessorie tuberizzate. A Endoderma

partire dall’ esterno si notano:

Esoderma o rizoderma con peli radicali

• Periciclo

Parenchima corticale molto sviluppato

• con granuli di amido (colorazione con

Lugol)

Endoderma con “punti del Caspary”

• Periciclo

• Fascio radiale (F) (ACTINOSTELE) con M

• poche arche (X) (< 6-7) legnose

Midollo presente o no, a seconda dello

• stadio di sviluppo. F

X

12 Esoderma o rizoderma con peli radicali

Parenchima corticale con granuli d’amido Parenchima corticale

con granuli d’amido

Colorazione con Lugol: Il LUGOL è una soluzione acquosa

di iodio e ioduro di potassio specifica per l’amido che fa

assumere rapidamente un colore blu-viola ai granuli

d’amido presenti nelle cellule.

13

2° Preparato- radice di iris (monocotiledone)

Si tratta di radici accessorie che si originano dal rizoma (fusto sotterraneo). A partire dall’ esterno:

• Esoderma o rizoderma con peli radicali

• Parenchima corticale

• Endoderma “a U”, con punti di permeazione

• Periciclo

• Fascio radiale (ACTINOSTELE) con molte arche (> 6-7) legnose

• Midollo sclerificato Esoderma o rizoderma

Parenchima corticale Endoderma a U

Periciclo

14 X M

Floema F

Xilema

15

3° Preparato- radice aerea (o accessoria) di filodendro (monocotiledone)

A partire dall’ esterno:

• Tessuto tegumentale

suberificato

• Parenchima corticale

clorofilliano con fibre

sparse

• Due-tre strati di fibre

sclerenchimatiche con

evidenti porocanali

• Endoderma con “punti”

del Caspary”

• Fascio radiale con

numerose arche

• Fibre sclerenchimatiche

che circondano i vasi

• Midollo sclerificato

16 M

17 ry

pa

s

a

C

l

de

ti

un

p

,

a)

rm Floema

de

o

nd

(E Xilema

18

Laboratorio 5 – Struttura secondaria del FUSTO

1° Preparato- sezione trasversale del fusto di liquidambar (dicotiledone)

A partire dall’esterno si osservano:

• eventuali residui di epidermide

• più strati di sughero, generato dal cambio subero-fellodermico (fellogeno), raramente visibile

• collenchima

• parenchima corticale (clorofilliano)

• anello discontinuo (“isolotti”) di fibre sclerenchimatiche che delimitano il cilindro centrale

• cilindro centrale con libro (floema) secondario esterno e legno (xilema) secondario interno.

Tra il libro ed il legno è presente il cambio cribro-vascolare. Nel legno, che è di tipo eteroxilo, sono ben

evidenti i vasi più grossi; meno evidenti le fibre e le cellule parenchimatiche. Nel legno, l’alternarsi di vasi

con lume cellulare più ampio (legno primaverile) con quelli di diametro minore (legno estivo) forma le cerchie

annuali. Inoltre sono presenti i raggi midollari (cellule parenchimatiche) che partendo dal midollo

attraversano il legno ed il libro arrivando fino al limite esterno del cilindro centrale. Nel midollo sono presenti

dei canali secretori (tipici di questa specie).

19 Sughero

Parenchima clorofilliano Anello discontinuo di fibre

Floema

Xilema fibre

Floema

Xilema

20 Parenchima clorofilliano

Xilema (legno eteroxilo)

21 bre

fi

i

d

uo

tin

on

isc

d

o

l

l

e

An

22

23

2° Preparato- sezione trasversale del fusto di Thuja (Coniferophyta, gimnosperme) A partire dall’esterno

si osservano:

sughero

• parenchima corticale (clorofilliano)

• parenchima corticale non clorofilliano (probabilmente di riserva)

• cilindro centrale: libro esterno (cellule cribrose e parenchimatiche alternate a strati di fibre

• sclerenchimatiche); legno interno formato da un unico tipo di elementi aventi funzione sia

meccanica che di conduzione chiamati fibrotracheidi. le cellule parenchimatiche nel legno sono

assenti o scarse. Il legno delle conifere è chiamato legno omoxilo in quanto è costituito da un unico

tipo istologico. Le fibrotracheidi con lume cellulare più grande sono quelle differenziatesi in

primavere (legno primaverile), quelle con lume più piccolo si formano d’ estate o in autunno (legno

estivo). L’insieme delle fibrotracheidi primaverili ed estive costituisce una cerchia annuale.

Si notano inoltre raggi midollari e midollo.

• Cilindro centrale

24 Sughero Libro esterno

Legno interno

Midollo Cerchie

Midollo

25 Libro esterno In rosso, fibre

sclerenchimatiche

Cerchia Fibrotracheidi estive

Midollo

Raggi midolari Fibrotracheidi primaverili

26

3° Preparato- sezione longitudinale radiale (B)

e tangenziale (C) di legno secondario

Vedi figure:

Sezione longitudinale radiale

27

Sezione longitudinale radiale Punteggiature

28

Laboratorio 6 – Germinazione in vitro del polline

LABORATORIO 6 GERMINAZIONE IN VITRO DEL POLLINE

Durante questo laboratorio saranno realizzati metodi per saggiare la vitalità e la germinabilità del polline.

1. GERMINAZIONE

a) Reidratazione: Il polline viene conservato, anche per lunghi periodi, in un congelatore e in condizioni di

bassissima umidità relativa ed è quindi essiccato. Il prerequisito essenziale per la germinazione è la re-

idratazione. Si realizza all’interno di un grande contenitore di vetro con coperchio. Il fondo del contenitore

viene rivestito di carta da filtro bagnata; al centro si pone un contenitore più piccolo contenente acqua

tiepida. Si crea così una “camera umida” nella quale sono posti i campioni (pesati) di polline. La camera viene

trasferita in una stufa a 30°C per almeno 30 minuti.

b) Composizione del terreno di coltura: Il polline reidratato sarà trasferito in una provetta contenente il

terreno di coltura idoneo per la germinazione. Tale terreno è composto da acqua distillata, saccarosio 10%,

µM

acido borico (H BO ) alla concentrazione di 324 e calcio [Ca(NO ) ] alla concentrazione di 1,27 mM. Il pH

3 3 3 2

del terreno è di circa 6,5. E’ importante il rapporto tra peso del campione di polline e volume del terreno di

coltura che, in questo caso, è 10 mg in 10 mL.

29

c) Germinazione: Agitando energicamente la provetta si crea una sospensione di polline più omogenea

possibile; questa viene versata in una scatola Petri che sarà poi trasferita in stufa a 30°C. L’incubazione durerà

dai 30 ai 90 minuti. A germinazione avvenuta, il contenuto della scatola Petri sarà osservato al microscopio

per valutare – su un campione di circa 20 granuli - la percentuale di germinazione = (n. di granuli germinati/n.

di granuli totali)*100. Si ripete l’osservazione su almeno due campioni diversi (in zone diverse della Petri).

2. TEST DI VITALITA’

Saggio dell’MTT

L’MTT [3,(4,5-dimetiltiazol-2) 2,5 difeniltetrazolio bromuro] è un composto che serve per misurare l’attività

respiratoria delle cellule. Enzimi mitocondriali riducono l’MTT a formazano, facendo virare il colore del

reagente da giallo a blu-violetto. Si mette una goccia di sospensione di polline e si aggiunge una goccia di

color

Dettagli
A.A. 2018-2019
34 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/01 Botanica generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luciabaldinini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia e diversità vegetale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Biondi Stefania.