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- SPIEGAZIONE DEI CONCETTI DI SCHEMI D’AZIONE, STADI,
ASSIMILAZIONE E ACCOMODAMENTO
- GLI STADIO DELLO SVILUPPO E I RELATIVI SOTTOSTADI
- I FATTORI DI SVILUPPO
- LE CRITICHE A PIAGET
La teoria dello sviluppo mentale di Piaget
Secondo Piaget un principio che caratterizza l’evoluzione biologica di tutti gli organismi viventi è
che le strutture interne dell’organismo si modificano continuamente per assolvere a bisogni nuovi.
Tali modificazioni avvengono attraverso due processi:
L’assimilazione: si verifica ogni volta che il soggetto incorpora nelle proprie strutture un
elemento esterno oppure interpreta l’esperienza nei termini delle strutture di cui dispone.
L’accomodamento: consiste nella modificazione delle strutture in funzione delle
caratteristiche della realtà assimilata; le strutture si adattano alla novità. Se l’assimilazione
tende alla conservazione, l’adattamento tende alla novità.
Gli scambi con l’ambiente sono adattivi in quanto realizzano un equilibrio tra il bisogno di
assimilazione (applicare le strutture possedute) e l’esigenza di accomodamento (modificarle in
funzione delle nuove esperienze). Queste due funzioni favoriscono l’adattamento dell’organismo
all’ambiente. La forma più alta di adattamento, quella in cui assimilazione e accomodamento
raggiungono l’equilibrio migliore, è l’atto di intelligenza. Ci sono condotte/attività in cui
l’assimilazione prevale sull’accomodamento (gioco=puro esercizio di strutture già esistenti) e altre
in cui prevale l’accomodamento (es imitazione di comportamenti che porta all’acquisizione di
nuove abilità).
Secondo Piaget l’adattamento è una invariante funzionale cioè una modalità di funzionamento
generale che governa tutte le azioni della persona.
In qualunque momento dello sviluppo l’organismo tende a darsi un’organizzazione, cioè a
costruire delle strutture o sistemi che presentano leggi e proprietà. Gli schemi e le strutture di cui
l’organismo dispone gli consentono di comprendere la realtà e di attribuire significato
all’esperienza.
All’inizio dell’esperienza, quando le possibilità di interazione con l’ambiente sono limitate alla
percezione e alla motricità, vi sono gli schemi d’azione, le unità di conoscenza più elementari che
si evolvono grazie all’assimilazione e all’accomodamento. Lo schema di un azione non si identifica
con l’azione stessa ma con una struttura interna, un programma motorio al quale le azioni
costituiscono delle semplici manifestazioni esterne.
Nel corso dello sviluppo si verificano modificazione strutturali così rilevanti da contrassegnare dei
veri e propri stadi, cioè livelli qualitativamente diversi tra loro. A ciascuno stadio corrisponde una
particolare forma di organizzazione psicologica. Anche all’interno di ciascuno stadio si verificano
delle modificazioni: c’è una fase di preparazione al raggiungimento di uno stadio, assimilazione e
accomodamento lo consolidano e lo portano sempre più vicino alla maturità funzionale.
Le acquisizioni di uno stadio vengono integrate in strutture più evolute (Principio dell’integrazione
gerarchica di stadi) .
1. Gli stadi
LO STADIO SENSOMOTORIO (0-2 ANNI)
Piaget ha individuato sei differenti sottostadi:
1. L’esercizio dei riflessi (0-1,5 mesi): le reazioni innate dei neonati preparano la comparsa dei
comportamenti di adattamento all’ambiente. I riflessi vengono applicati ed esercitati in
situazioni sempre più numerose e attraverso l’esercizio si consolidano, grazie all’ambiente
esterno. L’accomodamento si verifica quando il neonato fa degli sforzi per applicare lo
schema (ad esempio quando compie movimenti della testa per ricercare il capezzolo). In
questo stadio e anche nel successivo, il neonato è chiuso nel suo egocentrismo radicale.
2. Le reazioni circolari primarie (1,5-4 mesi): Quando un’azione o un contatto occasionale
producono un risultato piacevole, avviene una ricerca per riscoprire e conservare quel
risultato nuovo. Questo bisogno di ripetizione viene detto reazione circolare: è una sintesi
di assimilazione e accomodamento che porta alla costituzione di nuovi schemi. La reazione
circolare è detta primaria perché le azioni sono centrate sul corpo dell’infante e non c’è
interesse per la realtà esterna.
3. Le reazioni circolari secondarie (4-8 mesi): la novità di questo stadio è l’interesse per la
realtà. Un’azione che ha provocato casualmente uno spettacolo interessante induce un
bisogno di ripetizione e pertanto viene riprodotta più e più volte fino a consolidarsi come
nuovo schema di azione. Una delle più importanti acquisizioni di questo periodo è la
coordinazione degli schemi della visione e della prensione.
4. La coordinazione degli schemi secondari e la loro applicazione alle situazioni nuove (8-12
mesi): è lo stadio della comparsa dell’intelligenza sensomotoria poiché appare una
differenziazione tra mezzi e fini. Gli schemi secondari del terzo stadio vengono messi a
disposizione di scopi diversi. La coordinazione di azioni è detta assimilazione reciproca in
quanto i diversi schemi assumono tra di loro relazioni reciproche.
5. Le reazioni circolari terziarie (12-18 mesi): vengono costruiti schemi nuovi che vengono
applicati a moltissime situazioni. L’interesse per un elemento della realtà provoca delle
azioni che non vengono eseguite in modo sempre uguale ma variate e modulate, come in
un vero e proprio esperimento pratico, per capire quali siano gli effetti delle lievi variazioni
dell’azione.
6. Invenzione dei nuovi mezzi mediante combinazione mentale (18-24): Le azioni e
procedimenti attraverso cui avvengono l’assimilazione e l’accomodamento sono
interiorizzate: l'effetto dell’azione viene anticipato mentalmente. Questo fenomeno segna
la comparsa della rappresentazione.
LO STADIO PREOPERATORIO (2-7 ANNI)
La prima attività rappresentativa che si manifesta intorno ai 2 anni è l’imitazione differita che
consiste nella riproduzione di un modello qualche tempo dopo che è stato percepito. (è stata
conservata una rappresentazione interna del modello). Non è necessario che tale
rappresentazione si traduca in un comportamento manifesto ma resta a disposizione come
immagine mentale (è la forma attraverso cui la realtà viene rappresentata mentalmente).
In questa fase compare anche il gioco simbolico.
Il prodotto più importante di questo stadio è l’uso del linguaggio verbale per riferirsi a
persone, oggetti o situazioni assenti. Esso indica che il bambino è in grado di utilizzare schemi
verbali per designare la realtà che è in grado di rappresentarsi mentalmente. Gli schemi di
questo stadio sono azioni interiorizzate, il cui limite principale è di essere isolate, cioè di poter
essere pensate una per volta. Questo limite fa si che il pensiero sia caratterizzato da
egocentrismo intellettuale. Esso si manifesta nella tendenza a non immaginare che la realtà
possa presentarsi ad altri in modo diverso da come viene percepita.
In questo stadio il bambino comincia ad elaborare delle spiegazione relative al mondo che lo
circonda. Le spiegazioni proposte fino a 6-7 anni risentono dell’egocentrismo intellettuale e di
un atteggiamento improntato da:
Finalismo: esiste un ordine prestabilito di cui l’essere umano è il centro. Tutti i
fenomeni hanno uno scopo e la loro ragion d’essere risiede nel fine cui essi assolvono
all’interno di tale ordine.
Animismo: le cose vengono percepite come viventi e dotate di intenzionalità.
Inizialmente la vita viene attribuita a qualunque cosa dotata di attività, poi agli oggetti
mobili e infine a quelli dotati di moto proprio.
Artificialismo: le cose sono state costruite dall’uomo o da una attività divina che opera
secondo le regole della costruzione umana.
Questo pensiero pre logico è stato definito intuitivo poiché la soluzione a problemi pratici viene
raggiunta attraverso un meccanismo di rappresentazione di immagini relative a percezioni e
movimenti.
Tra i 4 e i 6 anni si realizzano importanti acquisizioni che preparano lo stadio successivo: l’identità
qualitativa, cioè la capacità di riconoscere che oggetti e persone conservano la propria identità e la
funzione, cioè la scoperta che al variare di una certa caratteristica ne varia anche un’altra.
IL PERIODO OPERATORIO CONCRETO (7/8 ANNI -11/12 ANNI)
Le azioni interiorizzate si coordinano e si raggruppano per dar luogo a strutture d’insieme definite
operazioni intellettuali. Si tratta di sistemi organizzati di azioni caratterizzate da reversibilità, per
cui ad ogni operazione corrisponde una operazione inversa. (es. sottrazione operazione inversa
della divisione). La reversibilità segna la genesi del pensiero logico. L’assimilazione egocentrica
lascia il posto ad un assimilazione razionale, cioè una strutturazione della realtà mediante la
ragione: i fenomeni di animismo, artificialismo e finalismo lasciano il posto a rapporti causali
corretti. Secondo Piaget esistono 16 strutture operatorie, dette raggruppamenti: metà di essi sono
raggruppamenti logici, cioè riguardano operazioni che si compiono sugli oggetti e sulle relazioni tra
oggetti; gli altri sono raggruppamenti infra-logici e riguardano operazioni che sono centrate sulle
relazioni spazio-temporali tra gli oggetti.
Vi sono le operazioni di classificazione (una classe è identificata da criteri di definizione ed
estensione), di seriazione (si possono sommare e moltiplicare relazioni asimmetriche), di
numerazione come sintesi di classe e serie, infra-logiche (es. la conservazione della distanza).