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Re e morire il sovrano.
Prospero si compiace con il servo ma vuole che Ariel esegua altri compiti per lui. Ariel
protesta e ricorda al padrone della promessa della libertà che gli aveva fatto e degli ottimi
servigi che lui nel frattempo gli ha prestato. Ha sempre eseguito di buon grado gli ordini
senza brontolare, non ha mai mentito al suo padrone né ha commesso errori. Ora che
l’anno di pena è terminato, Ariel rivendica la sua libertà. Prospero chiama Ariel “malignant
thing” e lo rimprovera, dicendo che non ricorda ciò che ha subito in passato a causa della
strega Sycorax.
Sycorax fu bandita da Algeri a causa delle sue tante malefatte e portata su una nave fino
all’isola in cui si trovano ora Prospero e Ariel. Incinta, partorì Caliban e aveva al suo
servizio Ariel. Quando costui si rifiutò di eseguire gli ordini bassi e vili della strega, lei lo
condannò a passare il resto della sua vita in una spaccatura d’albero. Ariel fu prigioniero
del pino per una dozzina d’anni mentre la donna malvagia moriva. Quando Prospero
approdò sull’isola, impietosito dai strazianti lamenti di Ariel, lo liberò.
Ora Prospero minaccia Ariel con la stessa pena che gli aveva inflitto Sycorax. Ariel
promette la sua obbedienza e riceve in cambio la promessa della libertà di lì a due giorni.
Prospero ordina ad Ariel di assumere le sembianze di una ninfa marina invisibile e lo
spirito esegue. Miranda si sveglia e padre e figlia vanno a trovare Caliban, loro schiavo. Il
figlio della strega raccoglie legna, accende il fuoco e provvede al sostentamento dei due
padroni. Prospero si rivolge in maniera piuttosto dura nei confronti di Caliban, chiamandolo
schiavo e fango (“slave and earth”), tartaruga data la lentezza della creatura. Caliban a
sua volta maledice Prospero augurandogli piaghe. Il padrone lo punisce con punture di
porcospini, fitte e crampi notturni.
Caliban rivendica la proprietà dell’isola, dal momento che prima apparteneva alla madre
Sycorax. Poi maledice se stesso per aver mostrato a Prospero, una volta approdato, tutti i
luoghi sterili e fertili dell’isola, i fossi di acqua salata e le sorgenti d’acqua dolce e tutte le
qualità che poteva offrire quella terra. Inizialmente Caliban amava Prospero, che
ricambiava il suo affetto accarezzando e prendendosi cura della creatura; ora invece i due
si odiano e Caliban spera che tutti i sortilegi malvagi della madre (scarafaggi, pipistrelli e
rospi) ricadano su Prospero. Caliban, da re incontrastato dell’isola, è diventato in breve
tempo suddito e schiavo di Prospero.
La versione di Prospero è però un’altra: Prospero, Caliban e Miranda inizialmente
abitavano nella stessa grotta ma un giorno Caliban cercò di violentare Miranda. Sventato il
tentativo, Prospero ridusse in schiavitù Caliban e gli riservò un antro remoto dell’isola.
Caliban è dispiaciuto di non essere riuscito nel suo intento: l’isola avrebbe molti più
abitanti. Miranda è ancora arrabbiata con quello che considera un selvaggio: la giovane
aveva trascorso molte ore con Caliban, a cui pazientemente aveva insegnato a parlare e
ad esprimere i propri pensieri. Ora Miranda è rancorosa nei confronti del selvaggio e
sostiene che egli meriterebbe una prigione. Caliban è restio ad obbedire agli ordini e con il
linguaggio imparato sfida e maledice Prospero, che però lo tiene in scacco con la
promessa di dolori lancinanti. Caliban, conscio dei poteri del padrone, preferisce ubbidire
ed esce di scena.
Ariel rientra in scena, invisibile e perciò non visto da Ferdinando, seduto sulla riva del
mare intento a piangere la morte del padre. Lo spirito canta e lenisce i dolori del Principe,
che si alza in piedi e cammina in direzione della voce che ha sentito. Ferdinando viene
condotto da Prospero e Miranda. La giovane non ha mai visto persone oltre al padre e a
Caliban e pensa che il ragazzo sia uno spirito. La ragazza rimane impressionata dalla
bellezza di Ferdinando e Prospero la rassicura: si tratta di un uomo. Poi si compiace con
Ariel per il perfetto svolgersi del piano. Prospero vuole infatti che i due giovani si
innamorino. Ferdinando si stupisce che i due parlino la sua stessa lingua e che Prospero
menzioni Napoli; si presenta infine come re di Napoli, dal momento che crede morto il
padre, insieme al duca di Milano. Prospero su quest’ultima dichiarazione ha delle riserve
mentre Ferdinando, evidentemente innamoratosi di Miranda a prima vista, le promette di
farla regina di Napoli se la ragazza è ancora vergine e non ancora fidanzata. Prospero
nota che i due sono piuttosto presi ma si rammarica anche per il fatto che, data la giovane
età, corrano un po’ troppo. Decide dunque di ostacolarli dato che una vittoria troppo facile
toglie valore al premio. Prospero accusa Ferdinando di usurpare il titolo di cui si vanta, di
essere approdato nei panni da spia e di volersi appropriare dell’isola di cui ora lui è
signore. Ferdinando nega le accuse e Miranda, sostenendo che mai del male potrebbe
albergare in un uomo così bello, difende l’innamorato. Il padre si infuria con la figlia, che a
suo parere difende un traditore e decide di legare Ferdinando, di tenerlo suo prigioniero e
di sfamarlo con acqua salata e molluschi, ghiande e radici secche. Il giovane si oppone e
vuole ingaggiare un duello cosicché Prospero possa dimostrare di essere il vero signore di
quella terra. Ferdinando estrae la spada ma Prospero lo immobilizza con un incantesimo.
Miranda garantisce per l’innamorato ma il padre continua a dichiarare che stia facendo
l’avvocato di un impostore e che le uniche creature maschili che lei abbia visto sono
Caliban e Ferdinando e che al mondo ci siano uomini molto più belli di quello che Miranda
ama. A confronto di altri uomini Ferdinando potrebbe essere ritenuto un Caliban. Il ragazzo
è spossato e indebolito da ciò che ha dovuto patire e accetta la prigionia a patto che dalla
cella possa ammirare il bel volto di Miranda. La fanciulla rincuora l’amato dicendo che il
comportamento burbero del padre è insolito. Prospero dà gli ultimi ordini ad Ariel prima di
rimetterlo in libertà.
Secondo Atto
Prima Scena
In un’altra parte dell’isola sono riuniti Alonso, Gonzalo, Antonio, Sebastiano, Adriano e
Francesco. Il consigliere cerca di rincuorare il re: calamità naturali come la tempesta di cui
sono caduti vittima accadono tutti giorni e si riversano su navi mercantili. Molte sono le
madri rimaste senza figli, i figli rimasti senza padri e le mogli senza mariti. Essi perciò
dovrebbero essere grati per essere sopravvissuti. Antonio e Sebastiano sono divertiti dai
tentativi messi in atto da Gonzalo per confortare Alonso e scommettono su chi aprirà
bocca per primo tra Gonzalo e Adriano.
Anche Adriano cerca di consolare il re sostenendo che l’isola, pur essendo inaccessibile e
inabitabile, abbia un clima piacevole e mite. Sebastiano e Antonio ribattono dicendo che
l’aria sia insalubre e che non ci siano mezzi di sostentamento al contrario di quanto
afferma Gonzalo (“Here is everything advantageous to life”). Il consigliere si mostra inoltre
meravigliato dal prodigio dei vestiti: nonostante la tempesta e l’acqua salsa, sono rimasti
perfettamente lucenti e puliti come quando li hanno indossati in vista del matrimonio della
figlia di Alonso -Claribella- con il re di Tunisi. Viene dunque spiegato il motivo per cui il re e
il suo seguito avevano intrapreso il viaggio per mare: le nozze della giovane principessa.
Gonzalo cerca di far notare il dettaglio dei vestiti al re che, spazientito, invita tutti al
silenzio mentre Sebastiano e Antonio scherniscono il consigliere, che con le parole
erigerebbe mura e case. Alonso rimpiange il viaggio intrapreso dal momento che ha perso
entrambi i suoi figli: non rivedrà più la figlia essendo lontano dall’Italia e su un’isola, né
tantomeno il figlio ed erede al trono, morto durante la tempesta. Francesco, un nobile,
afferma di aver visto Ferdinando lottare strenuamente tra i flutti e remare verso riva e di
essere certo dunque che il principe sia vivo. Il re invece continua ad essere convinto che il
figlio sia morto. Sebastiano lo rimprovera e lo incolpa della morte del figlio: Alonso ha
voluto a tutti i costi dare in sposa la figlia al re di Tunisi nonostante la ragazza fosse
titubante nell’accettare tale unione. Negando la figlia ad un italiano, è incorso nei pericoli
del mare, che hanno inghiottito Ferdinando e la distesa delle acque lo separerà per
sempre dalla giovane. Numerosi sono stati i decessi e Napoli sarà piena di vedove.
Gonzalo interviene per interrompere Sebastiano, che sta dicendo un’amara verità nel
momento meno opportuno.
Il consigliere inizia a declamare il modo in cui governerebbe se fosse re dell’isola: non
esisterebbe il commercio né la magistratura e le lettere sarebbero sconosciute. La servitù
sarebbe abolita e, non circolando denaro, non ci sarebbero né ricchi né poveri. Non ci
sarebbero contratti, successioni, proprietà privata e delimitazioni di terre. Nessuno
lavorerebbe e non circolerebbero metalli, vino, grano o olio. Uomini e donne vivrebbero in
ozio e non dovrebbero sottomettersi ad alcuna sovranità. La natura produrrebbe quanto di
necessario per vivere e gli uomini ne godrebbero senza faticare. Le armi e la violenza
sarebbero abolite. Sebastiano e Antonio prendono in giro gli strambi propositi di Gonzalo e
le incongruenze del suo discorso: vorrebbe essere re di un’isola in cui non esiste alcuna
forma di governo.
Ariel entra in scena ma è invisibile agli altri personaggi. Suona una musica che induce al
sonno e tutti si addormentano ad eccezione di Sebastiano, Antonio e Alonso. Il re è
stremato ma i pensieri non lo fanno dormire. Sebastiano e Antonio lo incoraggiano a
cedere al sonno e Alonso segue il consiglio. I due veglieranno su di lui. Sebastiano e
Antonio sono stupiti da tale evento, a detta loro causato dal clima: i compagni si sono
accasciati a terra come assopiti. I due invece sono svegli e Antonio istiga l’amico a
cogliere l’occasione che gli si sta presentando: il duca di Milano immagina l’altro con la
corona in testa. Sebastiano, indolente, rifiuta le trame di Antonio. Quest’ultimo sostiene
che Ferdinando sia morto e che ormai ne sia convinto anche il re, nonostante l’ottimismo
di Gonzalo. L’erede di Alonso è la principessa che ormai risiede in Africa e che pertanto
non potrebbe esercitare alcun potere su Napoli. Antonio esorta Sebastiano ad approfittare
del sonno del fratello e ad ucciderlo, spodestandolo una volta per tutte analogamente a
come fece lui con il fratello Prospero. Antonio si offre di uccidere il re ma invita Sebastiano
a fare altrettanto con Gonzal