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La critica delle testimonianze

Le testimonianze di pesano, non si contano. Lo storico non mette a destra i buoni e a sinistra i cattivi. Ai suoi occhi non ci sono buoni testimoni cui affidarsi una volta per tutte, rinunciando a ogni controllo. Una deposizione, se su certi punti è attendibile, non è per forza scevra da ogni errore.

Non ci sono testimoni del tutto cattivi. Un resoconto molto carente può contenere informazioni utili. Una testimonianza non costituisce un tutto indivisibile che occorra dichiarare veridico o falso. Per farne la critica, conviene scomporla nei suoi elementi, che saranno saggiati l'uno dopo l'altro.

Una testimonianza può peccare per mancanza di sincerità o per mancanza di precisione. Gli storici di fronte a ogni testimonianza, si pongono due questioni: cerca di nascondere la verità? Si sforza di riprodurla, è in grado di arrivarvi?

I falsi sono forse più facili da svelare delle inesattezze, perché le loro cause sono più

evidenti e più generalmente conosciute. La maggior parte degli uomini non si accorgono quanto siano rare le testimonianze rigorosamente esatte in tutte le loro parti. Due sono i tipi di carenze che bisogna temere: quelle del ricordo e quelle dell'attenzione. La nostra memoria è uno strumento fragile e imperfetto. Per ciascun testimone occorrerebbe determinare non solo il valore, ma anche la particolare forma della sua memoria. Chi è capace di descrivere senza errori un paesaggio o un monumento che ha visto due o tre volte non è in grado di citare correttamente un numero. Per lo storico non c'è niente di più importante delle date. Non solo la nostra mente perde per strada una parte dei ricordi che ha immagazzinato; dinanzi ai fatti stessi, non coglie che una piccola parte di questi fatti. Si ritiene a volte che una deposizione sia tanto più attendibile in quanto riguarda oggetti che il teste ha avuto occasione di vedere più volte.

Spesso. Prima di accogliere una testimonianza, cerchiamo di determinare quali sono i fatti che hanno dovuto attirare l'attenzione del testimone e quelli invece che gli sono potuti sfuggire. Ovviamente è attraverso il confronto reciproco delle testimonianze che si arriva a scoprire la verità.

L'attività di uno storico:

  • Ricerca di tutte le testimonianze, anche materiali (problema della documentazione scritta superstite più rara per le epoche più remote);
  • Manifesta una preferenza per le testimonianze oculari.

La critica delle fonti:

Affidabilità delle fonti

  • La "lotta con il documento": lo storico deve cercare di capire come, quando e perché una fonte è stata prodotta e non deve dimenticare che la fonte non è il fatto ma semplicemente una sua rappresentazione, non necessariamente completa.
  • Capacità informativa delle fonti

Maggiore nelle testimonianze oculari, ma nessuna fonte è virtuosa in sé.

Rilevanza delle fonti

Dipende dall'oggetto della ricerca. La ricostruzione storica "I fatti sono come le perle: hanno bisogno di un filo che li tenga insieme. Se non c'è un'idea unificante, anche il lavoro dei più distinti studiosi finisce col riuscire insoddisfacente" (W. Sombart). I fatti osservati e rilevati acquisiscono un significato soltanto se organizzati e ordinati secondo un paradigma teorico, un modello. Lo storico deve elaborare un modello teorico interpretativo che si adatti alla specifica situazione storica del passato. Per questo deve:

  • Avere capacità di creare modelli adatti all'epoca studiata;
  • Avere una profonda conoscenza del contesto storico in cui si inerisce la vicenda studiata, cioè le strutture e le istituzioni non solo economiche ma anche giuridiche, politiche e sociali della società analizzata.

Quando per descrivere e ricostruire una vicenda economica del passato si mette a punto un modello interpretativo,

sulla base dellalogica economica odierna, che però tenga conto delle particolaricondizioni e circostanze storico – istituzionali – culturali dell’epocaanalizzata si evitano i rischi di anacronismo onestà intellettuale.

Teoria dei miasmi: peste provocata da vapori putrefacenti dettimiasmi i cui atomi si appiccicavano agli abiti. Per proteggersi imedici indossavano tuniche lunghe con cappuccio fabbricate contela incerata, la sua viscidità avrebbe impedito agli atomi diattaccarsi.

Quest’abito aveva un’utilità non immaginata dai suoi inventori:proteggeva dalle pulci che erano il vettore dell’epidemia.

Nel corso dell’epidemia di peste che colpì Genova nel 1657, fra’Antero Maria da San Bonaventura, direttore del lazzaretto, notò chel’abito di tela incerata impediva alle pulci di annidarsi.Ma la prevalenza del paradigma miasmatico e la mancanza di unparadigma teorico corretto, ossia quello

microbico e dei vettori, diede a questa osservazione poca importanza in quanto nessuno collegò le pulci con la peste, e la privò del valore di indizio che avrebbe potuto portare a determinare l'eziologia delle peste in anticipo di qualche secolo.

I fattori della produzione sono:

  • Risorse naturali: la terra e le altre risorse quali giacimenti di petrolio, miniere di carbone, miniere di argento e di ferro, fonti di corsi d'acqua e così via;
  • Lavoro: popolazione attiva e popolazione dipendente. Il lavoro è domandato da chi lo compra, pagando un salario, per produrre beni e servizi (stato, imprese) ed è offerto da chi lo vende in cambio di un salario (lavoratori, famiglie);
  • Capitale: beni che l'uomo usa nell'esercizio dell'attività economica, per la produzione di altri beni o servizi. Capitale riproducibile, perché si tratta di beni prodotti e producibili dall'uomo, distinto in fisso ossia i beni economici.

prodotti dall'uomo e usati ripetutamente nel corso di diversi cicli produttivi, e circolante, costituito da beni utilizzabili per un solo ciclo produttivo, ossia per una sola volta come materie prime e semilavorati. Capitale è anche una somma di denaro.

Produzione: la produzione di ottiene combinando assieme i fattori della produzione, ossia le risorse naturali, il lavoro e il capitale e, secondo alcuni studiosi, la capacità imprenditoriale. Il output, valore della produzione, deve essere superiore al valore dei input, fattori impiegati, altrimenti non vi sarebbe convenienza a produrre.

Produttività: è il rapporto tra il risultato utile di un processo di produzione e i fattori di produzione in esso impiegati e misura l'efficienza del processo produttivo.

PIL - PRODOTTO INTERNO LORDO: misura il valore di tutti i beni e i servizi finali all'interno di un paese in una unità di tempo (anno).

PNL - PRODOTTO NAZIONALE LORDO: è la somma di tutti i beni

Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è il valore totale di tutti i beni e servizi finali prodotti in un dato paese nell'unità di tempo (anno), anche se la produzione è avvenuta all'estero. Si misura sommando al PIL il reddito proveniente dall'estero e detraendo quelli diretti all'estero.

Bilancia dei pagamenti: conto che registra tutti i rapporti economici che un paese ha con l'estero nell'arco di tempo considerato e contabilizzate in valuta domestica. Le operazioni registrate nella Bilancia dei pagamenti si dividono in due categorie:

  • Le transizioni del conto delle Partite Correnti
  • Il Conto dei Movimenti di capitale

Bilancia commerciale: conto che registra le esportazioni e le importazioni di merci in uno Stato. Il saldo della bilancia commerciale è pari alla differenza fra valore complessivo delle esportazioni e delle importazioni di merci realizzate da un'economia nei confronti del resto del mondo, nell'arco di tempo considerato (mese, trimestre o anno) e contabilizzate in valuta domestica. Se

Le esportazioni sono maggiori delle importazioni, il saldo della bilancia commerciale registra un surplus; nel caso contrario, il saldo si trova in deficit.

Crescita economica (growth): aumento sostenuto del volume totale di beni e servizi prodotti da una data società. Si ottiene:

  • Con un impiego di maggiori quantità di fattori di produzione
  • Con impiego più efficiente dei fattori

La crescita economica va misurata in termini di reddito o prodotto pro capite. Ciascuna fase di accelerazione della crescita demografica in Europa fu accompagnata dalla crescita economica, sia in senso di prodotto totale, sia in senso di prodotto pro capite. Il processo può essere reversibile.

Sviluppo economico (Development): è una crescita economica accompagnata da un mutamento sostanziale delle strutture e dell'organizzazione dell'economia. Questo tipo di crescita è più difficilmente reversibile.

Le parole della demografia

Nuzialità: rapporto fra il

numero di matrimoni in un determinato periodo e l'ammontare della popolazione in quel periodo. Non altissima in età preindustriale (particolare attitudine della società occidentale nei confronti del matrimonio, diffusione del celibato).

Natalità → rappresenta il numero dei nati, nel corso di un anno, in una determinata popolazione. Tendenzialmente elevata in età preindustriale (tasso medio annuo compreso tra 35-40 per mille).

Mortalità → rappresenta il numero dei morti, nel corso di un anno, in una determinata popolazione. Mortalità ordinaria (riferita agli anni in cui non si verificano eventi clamorosi, tasso medio annuo compreso tra 30-35 per mille).

Mortalità infantile: numero dei morti nel primo anno di vita rapportato al numero dei nati vivi;

Mortalità degli adolescenti: numero dei morti in età compresa da 1 a 5 o 10 anni rapportato al numero dei vivi dello stesso gruppo di età. In genere, su 1000 nati,

Da 200 a 300 morivano prima di raggiungere il primo anno di vita (ad esempio, ricordanze familiari) e da 100 a 200 prima di arrivare al decimo anno di vita.

Mortalità straordinaria o catastrofica determinata da guerre, epidemie e carestie (il tasso di mortalità balzava fino a punte del 150-300 per mille).

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
9 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ci.mil di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Molise o del prof Giagnacovo Maria.