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Il punto debole della tesi di Malthus
Il punto debole della tesi di Malthus è che le risorse disponibili non potevano andare oltre un certo limite. L'ipotesi di Malthus ha trovato conferma nella ricostruzione dei modelli di sviluppo demografico preindustriale ma risulta inadeguata a spiegare i meccanismi del nuovo equilibrio creatosi tra popolazione e risorse a partire dalla rivoluzione industriale.
La maggioranza degli studiosi propende a collocare intorno al 1740 l'inizio dell'aumento della popolazione inglese, ma sono tutti d'accordo che questo balzo iniziale fu relativamente modesto in quanto non superava altri incrementi precedenti che erano stati rapidamente annullati da un aumento del tasso di mortalità. La differenza sta nel fatto che la crescita iniziata intorno al 1740 fu irreversibile, si accelerò come non era mai successo prima (culmine 1811-1821).
Tesi Wrigley-Schofield: la grande accelerazione della crescita demografica inglese registrata nella seconda metà del XVIII secolo.
secolocome risultato di un aumento più significativo del tasso di natalità, rispetto alla flessione della mortalità. L’aumento della natalità fu il risultato dell’aumento della fertilità dovuto all’aumento dellanuzialità, cioè al fatto che ci si sposava di più e in età più giovane (23 anni per le donne, circa 25 anni per gli uomini), e alla riduzione della popolazione di uomini e donne non sposati.
L’analisi dell’andamento dei salari reali e del tasso di nuzialità della metà del Cinquecento evidenzia come in Inghilterra furono i freni preventivi a regolare l’equilibrio demografico. La storiografia odierna tende ad attribuire un peso più rilevante nella crescita registrata nel lungo Settecento inglese all’aumento delle nascite.
Il tasso di mortalità inizia a scendere costantemente dal 1740 in poi;
Il tasso di natalità, dopo il 1740, cresce o si
Mantiene su valori nettamente superiori al tasso di mortalità. Sono tutti d'accordo che vi è una relazione reciproca tra crescita della popolazione e cambiamenti economici, ma rimane senza soluzione una questione chiave: fino a che punto la rivoluzione demografica fu un presupposto della rivoluzione industriale o ne fu la più diretta conseguenza. È difficile dare una risposta definitiva a causa della parzialità dei dati a nostra disposizione.
Secondo Phyllis Deane, per l'Inghilterra esiste una correlazione tra incremento demografico e rivoluzione industriale che la studiosa individua nella crescita di lungo periodo sia della popolazione sia della produzione. In particolare, crescita demografica e crescita della produzione fanno registrare un ritmo più intenso dal 1780. Per la Deane, esisteva un'interazione tra i due andamenti perché:
In assenza dello sviluppo produttivo, l'aumento della popolazione sarebbe stato frenato.
dal peggioramento delle condizioni di vita;
In assenza dell'aumento demografico, lo sviluppo produttivo sarebbe stato frenato dalla mancanza di forza lavoro e dal ristagno della domanda.
La crescita demografica ebbe un ruolo di stimolo nel processo di sviluppo economico (perfezionamento dei metodi agricoli, allargamento del mercato dei consumatori).
All'incremento demografico si accompagnò un movimento di urbanizzazione che interessò gran parte dell'Europa, determinando lo spostamento del centro di gravità urbano dal Mediterraneo verso l'Europa nordoccidentale. In Inghilterra l'espansione urbana fu più rapida che altrove, riguardò soprattutto la popolazione degli agglomerati pari o superiori ai 5000 abitanti, interessò soprattutto la capitale Londra e le città situate nelle aree industriali e portuali del paese.
La rivoluzione agraria
L'espressione rivoluzione agraria indica il graduale processo di modifica nelle
tecniche di produzione e nei metodi di organizzazione dell'attività agricola, il cambiamento nel sistema di ripartizione e di organizzazione della proprietà terriera, il mutamento nell'atteggiamento e nella mentalità degli imprenditori agricoli che trasformarono la struttura del settore agricolo inglese. La rivoluzione agraria può essere analizzata relativamente: 1. All'aspetto dei rapporti sociali nelle campagne che si ricollega ai mutamenti nell'assetto proprietario; 2. All'aspetto agronomico relativo ai miglioramenti nelle tecniche agricole. In Inghilterra gli elementi fondamentali della rivoluzione agraria furono: - La ricomposizione della proprietà fondiaria e l'estensione delle superfici coltivate a scapito delle terre comuni; - L'introduzione delle innovazioni tecniche come le rotazioni colturali con l'inclusione di leguminose e foraggi; - Più stretta e completa integrazione dell'agricoltura.con il termine "mixed farming" si intende un sistema agricolo che combina la coltivazione dei campi con l'allevamento di animali. In questo sistema, sono stati fatti forti investimenti di capitale per migliorare i campi, tra cui la recinzione dei terreni, il drenaggio e la correzione dei suoli. Questo progresso agrario è stato testimoniato dalla pubblicazione di libri e opuscoli e dalla creazione di società agrarie. È importante sottolineare che nel XVI secolo è avvenuto il superamento dei vincoli di natura feudale, con l'emancipazione legale dei contadini e la possibilità di trasferire la proprietà fondiaria. Inoltre, c'era la presenza di un gruppo di contadini chiamati yeomanry, che erano proprietari o affittuari a titolo ereditario. Tuttavia, nel corso del Settecento, le yeomanry hanno subito un declino, soprattutto tra i piccoli proprietari e gli affittuari meno abbienti, che erano più esposti alle fluttuazioni del mercato. Nel sistema agrario dei campi aperti, che era predominante, la terra veniva sfruttata secondo regole comuni. Inoltre, c'erano anche le terre comuni, che erano terreni di proprietà collettiva.che rappresentavano una proprietà comune, realmente e permanentemente collettiva.
In Inghilterra, a partire dal XVI secolo, si verificò un processo di concentrazione fondiaria che non ebbe uguali in Europa e che conobbe il suo momento culminante nel corso del XVIII secolo.
Per estendere i loro possedimenti, le classi più abbienti, quindi proprietari terrieri e mercanti, utilizzarono diversi modi e, in particolare:
- L'acquisto di lotti di terra da piccoli proprietari che, colpiti dal crollo dei prezzi agricoli, furono costretti a indebitarsi e poi a vendere;
- La chiusura dei campi aperti e delle terre comuni attraverso le enclosures, cioè le recinzioni che consentirono di consolidare la proprietà privata, di trasformare i campi aperti e le terre comuni in proprietà private.
Attraverso le enclosures, che divenne un'arma politica per i ceti più abbienti, si realizzava la separazione delle strisce disperse nei campi aperti in blocchi.
la pratica delle recinzioni si diffuse sempre di più, coinvolgendo anche pascoli e prati. Questo processo, noto come "enclosure movement", portò a un cambiamento radicale nella struttura agricola e nella gestione delle terre. Le prime recinzioni iniziarono a essere realizzate nel XIII secolo, ma fu nel XVI e XVII secolo che il ritmo delle recinzioni aumentò considerevolmente. Questo fu stimolato dall'aumento della domanda di lana e dall'orientamento sempre più commerciale dell'agricoltura. Nel XVIII secolo, l'interesse per l'agricoltura come investimento favorevole e il crescente orientamento verso il mercato portarono a un ulteriore incremento nel ritmo delle recinzioni. Le recinzioni venivano realizzate per creare poderi compatti e separati gli uni dagli altri da palizzate, mura di confine o fossati con alberi ai bordi. Questo sostituiva le lunghe strisce dei campi aperti e consentiva una gestione più efficiente delle terre. La pratica delle recinzioni rappresentava il modo normale per consolidare la proprietà terriera nel XVI e XVII secolo, ma nel corso del XVIII secolo coinvolse anche pascoli e prati. Questo cambiamento nella struttura agricola ebbe un impatto significativo sulla vita rurale e sulle comunità locali.La recinzione per legge parlamentare divenne il modo normale per consolidare la proprietà terriera e riguardava anche le terre comuni. Ciò accadde per superare le resistenze dei piccoli proprietari, i quali nei periodi di rialzo dei prezzi del grano trovavano conveniente mantenere anche una piccola striscia di terra nei campi aperti.
Nel corso del XVIII secolo vi è un collegamento tra andamento del grano e ritmo delle recinzioni per atto parlamentare:
- 1700-1760: prezzo del grano tendenzialmente basso, scarso ritmo delle recinzioni per legge parlamentare.
- Dal 1760 in poi: aumento del prezzo del grano, forte stimolo alle recinzioni per legge parlamentare.
1801: General Enclosures Act per semplificare la procedura per le recinzioni autorizzate dal parlamento; occorreva la maggioranza assoluta, in termini di estensione, della proprietà.
1836 in poi: venne meno la necessità di richiedere l'autorizzazione al Parlamento per procedere alla recinzione.
Gli effetti
Si registrò il declino nel lungo periodo della piccola proprietà e la diffusione del lavoro salariato agricolo: scomparsa dei piccoli proprietari e affittuari, privati della possibilità di mantenere il bestiame a causa della privatizzazione delle terre comuni. Se fossero restati in campagna sarebbero diventati braccianti o fittavoli, altrimenti si spostavano in città o, addirittura, emigravano oltreoceano. Questo processo avvenne però nel lungo periodo, cioè dopo il 1815, perciò viene meno la tesi secondo cui le recinzioni favorirono un rapido processo di espulsione di manodopera dalla campagna verso la città per formare un proletariato di fabbrica. Crescente incidenza della grande proprietà terriera nelle campagne inglesi: alla metà del XIX secolo, oltre il 60% della superficie coltivata apparteneva a quattromila grandi famiglie. Le loro vaste proprietà erano divise in aziende di grandi dimensioni.
e laloro conduzione affidata a fittavoli che disponevano di un capitale sufficiente, avevano alle loro dipendenze un gran numero di salariati, dimostravano attitudine ad accogliere le nuove tecniche. In Europa, soprattutto nell'Est, esistevano proprietà anche di maggiore estensione ma non erano terre ben sistemate e ad alta produttività come quelle inglesi. La storiografia più datata vedeva nelle recinzioni il fattore determinante dell'aumento della produttività agricola perché esse avrebbero favorito l'introduzione e la diffusione di innovazioni agricole, ostacolata dal sistema dell'open fields. Studi più recenti ridimensionano questa convinzione, evidenziando che le recinzioni crearono condizioni favorevoli.