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L’IDEALISMO
Questo cambio di mentalità dovuto dall’arrivo del positivismo ebbe diverse conseguenze. La parte
più umanista degli studiosi, filosofi, storici, filologi ecc.. ebbe una reazione nei confronti dei
positivisti e indicò nelle scienze umane in se e nella storia una sua specificità. iniziano a dire che
non è possibile analizzare la storia con i metodi della scienza e che le scienze pure e la storia
erano diverse e dovevano essere analizzate differentemente.
La storia è guidata da uno spirito, lo spirito della storia stessa. Da questa concezione di sviluppa
l’idealismo: spirito che guida le azioni degli uomini nel percorso. Legata a questa idea c’è il fatto
che ci sono personalità che sanno comprendere meglio dove stiamo andando e ci sanno guidare: i
grandi leader, Napoleone, Hitler, Mussolini. La storia quindi predilige il vincitore che può essere il
singolo personaggio ma anche una comunità.
IL NAZIONALISMO E L’INVENZIONE DELLA TRADIZIONE
Collegato alla visione della storia come un percorso in cui si va nella direzione corretta se la storia
è il giudice, si matura il concetto di nazione che viene inventata tra 700-800. La storia dell’ultima
età moderna è la storia di guru fra stati (rafforzamento del concetto di nazione). Si fa strada l’idea
che la nazione non è una realtà nuova ma più antica poiché coincide con il popolo che la abita e
ne caratterizza lo spirito quindi ci sono nazioni che sono superiori alle altre.
Un popolo vince quando è sicura delle proprie origine, la sua identità è forte. Una nazione non è
più l’insieme di persone all’interno di confini ma ha delle specificità che la rendono unitaria e sono
l’unità di lingua, di religione, di storia, un’unica etnia.
Fitche: si rivolge alle entità politiche in cui la popolazione parla il tedesco ma la Germania non
esiste ancora. La lingua tedesca è un segno di superiorità del popolo tedesco su gli altri popoli che
non avevano una lingua comune. La concezione di nazione con la stessa lingua e etnia porta gli
storici dell’epoca a ricercare con molta energia le origine della nazione ovunque . Si cerca nel
passato di ogni popolo l’origine della nazione.
Quando nll’880 c’è stato il fiorire del concetto di nazione e la ricerca delle origini della nazione
stessa nei popoli, nacque anche il bisogno di avere un’identità nazionale e a partire da questo
periodo è forte l’invenzione della tradizione. È proprio tra 700-800 che c’è un fiorire di invenzioni di
tradizioni. Esempio:
- Kilt scozzese: secondo la tradizione è antichissimi e i cui colori identificherebbero i diversi
clan, in realtà è l’invenzione di un imprenditore inglese che lavorava nelle fornaci per la
lavorazione del ferro e costruisce questa divisa modificando l’abito originale degli irlandesi
dell’epoca. Con il tempo si è creata questa tradizione ma è inventata.
- Feste periodiche tipo palio di siena, calcio storico, gioco del ponte.
- L’uso della parrucca nei tribunali inglesi.
Alcune tradizioni non sono riuscite ad affermarsi, per affermarsi c’è bisogno di un’esigenza sociale
morto forte (identità storica), e che questo fenomeno si ripeta nel tempo.
IL MARXISMO
Un’importante filosofia della storia è il marxismo. Elaborata da Marx nella prima metà dell’800.
Identifica come soggetti della storia non i popoli ma le classi sociali. Guarda al passato e cerca di
spiegarlo in termini di lotte tra le classi sociali:
- nella Roma antica la lotta è tra i patrizi e i plebei e schiavi;
- nel Medioevo tra nobiltà fatta da vassalli e feudatari e servi\schiavi.
Questo confronto fa nascere la borghesia dei mercati e artigiani, uomini liberi, non schiavi che si
rafforzano economicamente e acquistano potere, e con la rivoluzione francese c’è la rivoluzione
della borghesia sulla nobiltà, capovolgimento dei rapporti sociali. Quindi Marx dice che visto che la
storia è una lotta di classe in cui la classe più debole con il tempo scalza quella più forte, anche nel
futuro accadrà così e gli operai prenderanno il potere della borghesia e inaugureranno un nuovo
stato sociale.
Dal punto di vista storico significa che ci sono delle cose strutturali e sovrastrutturali. Per un
positivista è importante l’etnia, i rappresentanti politici, le imprese del popolo ecc; invece, per Marx
importante è la struttura economica-sociale. Tutto il resto (aspetti culturale, linguistici) sono
sovrastrutture collegate alla struttura ma comunque accessorie. Per Marx il passato è importante
solo nella misura in cui ci aiuta a capire il presente.
L’800 è il periodo delle filosofie della storia, e nell’800 si era convinti che l’umanità andasse verso il
progresso. che poi questo progresso fosse segnato dalla scienza (positivismo) , dalla storia
(storicismo), dalla lotta di classe (marxismo) non era importante.
LA CRISI DELLE FILOSOFIE DELLA STORIA
Nel corso del 900 si ha il crollo rovinoso di tutte le filosofie della storia. Non è un crollo improvviso.
Comunque era chiaro all’uomo dell’800 che il progresso era positivo ma portava anche alla
povertà, alla fame e malattie. Ma il colpo mortale all’idea che l’umanità andasse verso il progresso
l’ha dato l’affermarsi di violenti regimi totalitari come il nazismo e fascismo (eliminazione elementi
della società che erano considerati infetti) , o nell’Europa orientale i comunisti (unione sovietica,
gulag, campi di sterminio per oppositori politici). Orrori che hanno smontato la visione positivista
dell’800 dal punto di vista storico.
Conseguenze delle crisi delle filosofie delle storie:
- cardini su cui questo percorso si basava,
L’umanità ha perso il suo percorso, quindi tutti i
primo fra tutti il popolo e la nazione, vengono meno e quindi viene anche meno un modo di
fare storia e si comincia a dire che la storia è scritta dia vincitori, essa non è valida perchè
una storia scritta da chi ha affermato se stesso a scapito degli altri è di per se falsificata.
- mantenere la
La crisi infetta anche la metodologia della storia, cioè si comincia a
metodologia di analisi delle fonti però non si da più la fiducia che si aveva prima.
- alcune fonti e non
La memoria stessa è intenzionale, una persona decide di conservare
altre significa che ha già fatto una scelta di ciò che è importante e ciò che non lo.
- e questo impedisce allo storico di
L’interpretazione che diamo alle fonti è soggettiva
interpretare il passato nella sua totalità perché sa che è tutto molto soggettivo.
LA NUOVA STORIA
L’inizio del 900 ha rappresentato un cambiamento nel modo in cui l’uomo ha iniziato a pensare a
sè e al modo che lo circonda. Dal punto di vista storico la reazione più importante fu quella degli
Pierre Goubert introduce la nuova storia
annalisti, gli annales, fu una rivista fondata nel 1929.
nel campo della demografia storica, studiando dalla nascita alla morte, grazie allo spoglio
dei registri parrocchiali, tutti gli individui, tutte le famiglie di una regione per la durata di un
secolo.
La nuova storia ha una tradizione dietro di sé, quella di Lucien Febvre, insieme a Marc
Bloch, definiscono: “Annales d’histoire économique et sociale”.
La battaglia delle “Annales” (1924-1939) fu una battaglia contro la storia politica, la bestia
nera di Lucien Febvre e di Marc Bloch. Storia politica che è una storia-racconto e una
storia di avvenimenti, una storia teatro di marionette che nasconde la vera storia, quella
che si svolge tra le quinte e nelle strutture nascoste dove bisogna frugare per analizzarla e
spiegarla.
Dopo la seconda guerra mondiale, le “Annales” ha dovuto più volte cambiare nome e, a
partire dal 1946, la rivista porta un nuovo titolo che indica l’ampliamento dei suoi orizzonti:
le “Annales. Economies-Sociétés-Civilisation”.
Attraverso il cambiamento dei nomi della rivista fa capire un elemento importante: mentre con il
primo titolo sembrava che la storia fosse solo un elenco di eventi, con il secondo titolo mostra che
la storia è altro, è economia e società, civiltà, scienze sociali. Un modo nuovo di guardare alla
storia. La storia per gli “AnnalesA non è événementielle, una storia non raccontata da un elenco di
eventi, anzi gli avvenimenti non
esistono sono come delle increspature di superficie non individuabili per andare a guardare altre
cose:
- Economia marxista e società: le cose strutturali di una società, il metodo di produzione,
l’economia, il modo in cui la società sopravvive. Non è attento alle dinamiche della storia
politica (re, sociali, guerre di successione) ma è interessato all’economia e alla struttura
della società. Tenta di confrontare le diverse società.
- strutturali non
Storia che guarda alla lunga durata: considerare fenomeni che essendo
cambiano facilmente, per esempio guardano alla famiglia. esempio: la storia è come il
mare, le increspature sono gli avvenimenti che non contano nulla, poi c’è uno strato che
dura fino alla metà della profondità marina (correnti) che cambiano ma lentamente, e poi
c’è il fondo che si muove molto lentamente. gli storici degli annali sono interessanti
soprattutto a questi ultimi 2. questo cambia totalmente la concezione della storia.
La storia del breve periodo è incapace di cogliere e di spiegare le permanenze e i
- cambiamenti. Una storia politica che si regola sui cambiamenti dei regni, dei
governi non coglie la vita in profondità.
- diffidente e
Non guarda più al documento importante anzi lo storico è estremamente
guarda i documenti che potrebbero dare dei contenuti che non sono portatori di una forte
intenzionalità (documenti seriali, cioè prodotti in serie che presi insieme possono dare una
visione della realtà più obbiettiva ad esempio l’anagrafe).
La nuova storia resta in gran parte qualitativa. La storia quantitativa si colloca
- all’interno di una vera rivoluzione documentaria. Il documento di base, l’unità di
informazione è il dato, non il fatto, e il corpus, il complesso di dati richiesto dal
calcolatore. Le fonti migliori sono quelle che forniscono dati in grande quantità, e il
modello ideale è il registro parrocchiale. L’esplosione documentaria è il risultato del
desiderio dello