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La reazione delle imprese fu il trading down, cioè creare una serie di prodotti
a prezzo accessibile ma che rimangono sotto brand di lusso.)
**Il concetto dell'acquisto a rate non é definibile invece come lusso
accessibile, ma è una strategia che negli ultimi decenni si è diffusa moltissimo,
soprattutto in Italia dove non era molto utilizzata. Nella cultura statunitense
invece l'acquisto a rate era ed é ancora molto diffuso per qualsiasi tipo di bene.
** La strategia della delocalizzazione produttiva é usata da tutte le grandi
aziende e dopo essere stata denunciata in passato nel libro No Logo, di Naomi
Climb, viene esercitata tutt’oggi in modo regolarizzato e eticamente corretto.
Questo cambiamento di atteggiamento nei confronti del lusso parte quindi dal
700 e arriva fino ai giorni nostri come un concetto democratizzazione e
accessibilità del lusso, che è ciò a cui siamo quotidianamente abituati.
Nel tempo il processo è stato quello di demoralizzare il lusso; mentre nelle
società più tradizionali il lusso era a favore di strati sociali ben definiti, oggi
demoralizzare il lusso significa spogliarlo del concetto di separazione sociale
per andare in contro a un concetto di lusso più accessibile e democratico,
dunque non più elitario ma alla portata del popolo. L’uomo dunque non ha più
esigenze finite ma esigenze che mutano continuamente e sono pertanto
infinite.
La diffusione dei beni di lusso dunque ha il pregio economico di riconciliare
l’attività commerciale con quella politica: l’accessibilità del lusso e la volontà
delle persone di acquisire e avvicinarsi a un certo tipo di consumo è un
elemento che da vigore all’attività commerciale e ha un impatto dpdv politico,
in quanto nel momento in cui il lusso viene demoralizzato, viene data una
spinta a un cambiamento a livello di flessibilità all’interno delle classi sociali.
Demoralizzazione del lusso fa riferimento all’idea che il lusso diventa non
accessibile ma più diffuso e per tanto gli strumenti per accedervi diventano alla
portata di tutti allora si verificano dei consumi meno di elite e dunque vengono
giudicati con meno rigidità. Con l’avvento di una borghesia più ricca il lusso
non è più connotato ma è un lusso a cui si può accedere non solo per merito
ma anche per il fatto di aver acquisito ricchezza recentemente.
Le leggi suntuarie, regolano l'accesso a alcuni elementi caratteristici dei
prodotti di lusso, proibendone a alcune persone l'utilizzo di alcuni elementi.
Da quando queste leggi non vengono più applicate, la spinta al cambiamento
viene data dalla diffusione del concetto di moda.
Il sociologo tedesco Simmel, nel libro “Die mode”,egli spiega come nella
società che lui osserva che è la società tedesca del 800-900, esiste ancora una
ripartizione sociale abbastanza rigida ed è proprio la moda uno di quegli
elementi che rende la separazione tra classi sociali più fluida.
Secondo Simmel le persone che appartengono alla base della piramide sociale
sono spinte dal principio dell’imitazione a copiare la moda che viene introdotta
dalle persone che si trovano all’apice della piramide sociale, queste persone a
loro volta sono spinte dalla necessità di conservare la loro unicità. Dunque
questa doppia spinta, da un lato l’imitazione e dall’altro la differenziazione sono
le due forze che stanno alla base del concetto di moda. Il sistema sociale di
oggi deriva dall’interazione tra produzione e consumo, che sono i due
aspetti fondamentali del mondo materiale. Toffler, un saggista statunitense,
ipotizza che negli anni a venire i consumatori sarebbero diventati sempre più
dei produttori, detti a loro volta prosumer.
Questo fenomeno ha dato vita al prosumerismo, ovvero consumatori che,
continuando ad essere tali, sono anche produttori. Questa idea di
prosumerismo rappresenta perfettamente la caduta delle barriere che dividono
la produzione dal consumo. Ci sono sempre più consumatori esperti però, che
assumono un ruolo guida per altri consumatori, per esempio tramite le
recensioni.
Nel momento in cui il lusso non viene più connotato in maniera negativa, ma
anzi un qualcosa accessibile a tutti, cambia anche l’approccio al motivo per cui
si lavora. Con il cambiamento di prospettiva nei confronti del lusso, il lavoro
diventa un mezzo da cui trarre profitto. L’acquisire ricchezza perde la sua
connotazione negativa e trova giustificazione nel fatto che concede l’accesso ai
consumi, l’individuo dunque oltre ad essere lavoratore diventa consumatore.
Questo processo di sviluppo delle società capitalistiche non è stato sempre
però’ un processo positivo al 100%, infatti comportata una serie di effetti
collaterali più o meno pericolosi come il consumismo.
L'idea del consumismo ci porta infatti a un consumo illimitato, che quindi
produce una connotazione negativo sia sul singolo che sul sociale.
Questo effetto si lega bene a un altro fenomeno recente, quello ecologico,
opposto.
La società capitalistica ha portato a sfruttare risorse finite, creando un impatto
forte sul pianeta.
La corrente contraria a questo sviluppo del consumo infatti ha dato il via al
fenomeno dell'ecologia.
Secondo Adam Smith che nel 700 scrive nell'articolo “La ricchezza delle
nazioni”, i consumi sono fattori di sviluppo economico. Egli sosteneva che
esistessero forme di consumo corrette che non sono né bisogni né lussi, ma
i consumi della nuova classe borghese che utilizza risorse economiche per
accedere ad una serie di beni morigerati.
Fra i consumi che si diffondono maggiormente in questo periodo troviamo il
caffè, considerato la bevanda della borghesia.
Il caffè diventa quindi la bevanda dell'individuo che lavora e produce ricchezza,
un elemento di riconoscibilità di persone che appartengono a questa nuova
classe emergente, impegnate a livello sociale attraverso il loro lavoro.