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DITTONGHI GERMANICI
• ai -> si monottonga cioè diventa vocale lunga e nell’ags in particolare diventa ‘’a’’. 19
Tale ‘’a’’ nel medio inglese (va dal 1060 fino XIII SEC) tende a diventare ‘o’.
es.1 anima
got. gaits
ags. gat
es. 2
*ags gast
ata. geist
es. 3
got. stain
ata. stein
ags. stan>stone
• au-> in ags. diventa ‘ea’
es1. occhio
got.augo
ags. eage<eye
• eu-> esiti differenti a seconda delle vocali che seguono e tendenzialmente diventa ‘eo’
- I MUTAMENTI PIU COSPICUI RIGUARDANO VOCALISMO E IN MISURA MINORE
CONSONANTISMO, SONO PARTIC VISTOSI PER ‘A’ BREVE E LUNGA CHE
SUBISCONO PALATALIZZ.
- MOLTI DI QUESTI FEN NON SONO PROPRIO INGLESI MA SE LI TRASCINA DAL
GRUPPO INGEVONE
Due fenomeni che interessano in maniera vistosa il sistema vocalico
dell’anglosassone
Gli altri fenomeni descritti riguardavano germ. comune o lingue Ingevoni.
‘ă’’ ‘’i’’
La palatalizzazione di e non erano esclusivi dell’anglosassone perché presenti nel frisone e
altre lingue Ingevoni.
I fenomeni di oggi sono peculiari dell’ags, anche se essi non hanno una realizzazione uniforme in
tutti i dialetti dell’Inghilterra medievale. In Inghilterra dalla colonizzazione tedesca all’ XI sec si
parlavano varietà dialettali distinte: dialetti sassoni e dialetti anglici. Però sappiamo che il 90% di
quello che ci è arrivato della lett. ags è nella forma del sassone occidentale del re Alfredo.
æ
1° fenomeno che riguarda le vocali palatali dell’ags ( - e - i ) se sono seguite da particolari
consonanti o alcuni nessi consonantici (gruppi di consonanti) subiscono cambiamenti peculiari.
Diventano:
• æ -> ea 20
• e-> eo
• i-> io
I gruppi consonantici che determinano questo fenomeno sono:
• h;
• h+consonante;
• l + consonante
• r + consonante
IL FENOMENO CHE PROVOCA CIO’ SI CHIAMA ‘’FRATTURA’’ o più nota con il nome tedesco di
‘’ Brechung ‘’ (Brech=fratturare/spezzare/rompere).
‘’ea-eo-io’’ non costituiscono dittonghi, ma digrammi (cioè il dato grafico: sono suoni che vengono
resi in maniera scritta tramite 2 segni). Nell’ags non possiamo parlare di dittonghi perchè ‘’eo’’ non
è pronunciato con chiarezza come dittongo ma come un suono di accompagnamento al fonema
successivo. Quindi tali vocali se seguite da particolari nessi consonantici (velari) sviluppano una
vocale di sostegno che rende più comoda la pronuncia da vocale palatale a consonante velare. Si
tratta di un ‘’glide’' (inglese)/ ‘’gleid’' (tedesco). Questo esito fu forte nel sassone occidentale ma
non nei dialetti da cui si è sviuluppato l’inglese moderno (i dialetti anglici) quindi oggi non è
presente questa ‘’frattura’’.
Esempi confrontando esito sassone occidentale con ata.
ata.
1) in l’aggettivo per ‘vicino’ era ‘’ nah’’
pre- ags
in *næh > neah
ata
2) arm (braccio)
* ærm> ags. earm
3) ata. herza (cuore) (‘z’ 2° mutaz. consonantica)
ags. heorte < *herte
Un fenomeno simile ma diverso è quello che avviene quando le vocali palatali ‘’ ‘æ’ , e ‘’ si trovano
/sc/, c, g.
dopo consonanti palatali: sorda, sonora e nesso
1) Consideriamo il preterito del verbo per ‘dare’ (verbo forte di 5°) :
ata. gab
ags. geaf (pronuncia ‘ieaf’) -> la ‘g’ si palatalizza
pre-ags. ‘gæf’ dove la ‘æ’ palatalizza la consonante velare precedente e cambia la pronuncia in
‘’ie’’. Poi la ‘g’ influisce di nuovo sulla vocale che l’aveva palatalizzata.
metafonia.
Su questi fenomeni vocalici interviene spesso la Vistoso è l’esito della metafonia
palatale su questi pseudo-dittonghi e in particolare sul digramma ’ea’ che tendenzialmente diventa
‘ie’.
Un caso particolare in cui la metafonia produce effetti significativi: riguarda gli aggettivi. In tutte le
lingue germaniche, quindi anche in ags, gli aggettivi formano i comparativi e i superlativi con due
tipi di suffissi: *ir / - or per formare il comparativo di maggioranza e *-ist/-ost per formare il
superlativo assoluto.
Es. radice per ‘vecchio’ :
ags. eald + ir
+ ist 21
ea> ie (ieldir/ieldist)
Nei dialetti inglesi l’esito è diversificato.
RICORDARE: Sistemi maggiori a carico del sistema ags riguarda le vocali palatali che
determinano fenomeni sulle consonanti alle quali sono vicine. Il sistema consonantico rispetto al
germanico è ben conservato, tranne i casi delle consonanti velari germaniche (c, g) che vicino a
vocali palatali si palatalizzano.
The wife’s lament Book
Manoscritto molto studiato tratto dall’Exeter (conservato nella biblioteca della cattedrale di
Exeter. Ha origine sconosciuta. Nell’ultimo quarto del X secolo (nel 975) fu probabilmente redatto.
Leofric
Sappiamo che il vescovo (vescovo tra 1050 e 1070) che ne era evidentemente in
possesso, lo regalò alla cattedrale di Exeter. Si riesce ad identificare la data di assemblaggio di un
manoscritto perchè veniva conservato nei monasteri. Poi gli umanisti collezionisti ne vengono in
possesso e li tengono finché spariscono nuovamente verso il 1700 finché vengono acquisiti dai
vari Stati(dalle biblioteche nazionali). Abbiamo una lista fatta da Leofric (1° proprietario noto del
libro) delle donazioni che aveva fatto. Aveva donato una serie di cose, tra cui libri, e l’aveva scritto
tra il 1069 e il 1072. In tale elenco scrive ‘’mycel englisc boc be gehwilcum þingum on leođwsan
geworht’’ (un grande libro inglese a proposito di varie cose composto in forma di poesia). I fogli di
131 fogli
questo libro sono di circa 14 cm x 22 cm. Originariamente (non pagina) fatti da ‘recto’ e
oltre 100
‘verso’ (avanti e dietro il foglio) quindi le pagine sarebbero il doppio. L’exeter Book riporta
componimenti poetici di vario genere (contenuto e lunghezza) nel dialetto sassone occidentale.
Tendenzialmente di contenuto religioso, ma anche di contenuto secolare (non religioso o misto),
come ‘’the wif.lam’’. E’ molto probabile che questi fogli sono stati scritti da un unico copista.
figure esemplari.
Tratti comuni di molti di questi testi è quello di rappresentare
1. Nei primi fogli (50 circa) i testi presentano storie di giusti (figure che hanno vissuto giustamente
secondo la religione cristiana). Liriche religiose, l’ascensione di Gesù, Cristo, e poi la vita di un
santo ‘’Guthlac’’.
2. Il secondo gruppo cosiddetto ‘’fascicolo 2’’ dell’Exeter Book comprende testi di natura più
eterogenea dove il tema centrale è l’esilio.
3.Il terzo fascicolo è il più tardo e contiene indovinelli tra cui varie elegie, tra cui ‘’the wife’s lament’’
Uno dei temi presente nella gran parte di questi testi è un messaggio sulla transitorietà della vita
terrena. Qualunque sia l’argomento c’è sempre un riferimento alla transitorietà della vita terrena,
che è basato su uno sfondo germanico, è incentrato ad un forte riferimento sul fatto che la vita
terrena sia effimera e transitoria, fornendo sempre un filo di speranza sulla vita eterna.
Contenuti vari:
Epica cristiana; versi pagani del IV e VI secolo (come il Deor, The Wanderer =viandante,
Seafarer=navigante; elementi classici (The ruin=la rovina; Widsith=viaggiatore lontano; si ricorda il
periodo delle grandi migrazioni quindi la ribalta dei Goti sull’impero romano, Longobardi, Vandali,
Ostrogoti, grandi capi e popoli delle migrazioni germaniche, si cita un certo ‘Aelfwine’ che era tra i
più valorosi ed era coraggioso a dare anelli, bracciali scintillanti, Ermanarico, Attila (re degli Unni).
Ci soffermeremo sulle Elegie che nell’Exeter Book sono 9 (ma alcuni non sono d’accordo).
Sui 9 titoli sono d’accordo tutti: 22
1. The Wanderer
2. Seafarer
3. Riming-poem = poesia in versi
4. Deor
5. Wulf and Eadwacer
6. The Wife’s Lament
7. Resignation = rassegnazione
8. The husband’s Message
9. The Ruin
Sono in ordine di successione ma non sono per forza consecutive.
Elegia-> non è una struttura metrica/tipo di versi particolare, MA tale termine identifica testi
caratterizzati da un tono peculiare, il tono elegiaco-> esso consiste in osservazioni che
scaturiscono dalla necessità di venire a termini/patti, in qualche modo, con un senso di perdita.
Con questo tipo di dolore l’essere umano deve venire a patti, e ciascuno trova un modo per
uscirne. Il tono elegiaco è questo tono dato dal distacco/disincanto, è una strategia di salvezza
dell’anima dolente per cercare di venire a patti con il dolore che consegue al senso di perdita.
Definizione standard di elegia anglosassone fatta dallo studioso Greenfield: ‘’componimento
poetico drammatico, relativamente breve, che si realizza nell’opposizione tra perdita e
consolazione. Componimenti apparentemente basati su esperienza specifica e personale.’’ Quindi
l’elegia parte sempre dal racconto fittizio di un’esperienza personale e dall’insegnamento che da
essa si può trarre in uno schema cosmico. Questi 9 componimenti sono tenuti insieme da questo
tono.
Un altro elemento delle elegie sono degli scenari particolari: il mare, mare in tempesta, pioggia,
bufere, eco della sala dell’Idromele (luogo dove si celebravano le feste, cuore del mondo eroico
germanico) con i suoi signori, guerrieri, cavalli, brocche. C’è il ricordo di queste cose perché il
protagonista dell’elegia è l’esule. Esilio=perdita della propria collocazione all’interno della società.
Esilio e instabilità.
Sottotema dell’elegia anglosassone-> ELEMENTO DI SEPARAZIONE inteso come distanza
spaziale/temporale che separa qualcuno dalla cosa che desidera. Questo senso di separazione è
in tutte le elegie anglosassoni ed è particolarmente lacerante nelle cosiddette ‘tre elegie d’amore’.
Due di queste hanno tale lacerazione particolarmente forte dove l’io narrante è femminile (il poeta
fa finta di essere una donna). Una è The Wife’s Lament e l’altra Wulf and Eadwacer (voce narrante<