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C. LE OCCLUSIVE SONORE ASPIRATE I.E. DIVENTANO OCCLUSIVE O FRICATIVE SEMPLICI
Deaspirazione delle occlusive sonore aspirate i.e., si perde il fattore di aspirazione.
Ci sono 2 esiti: occlusive sonore semplici e fricative/spiranti sonore semplici.
• ►
bh b, Ѣ A seconda delle posizioni
• ►
dh d, đ ◄ il taglio (-) segnala
• ►
gh g, ǥ la fricativa/aspirante
• ►
gᵂh g, ǥ
Questi simboli li hanno inventati i copisti amanuensi e si trovano nei manoscritti inglesi e norreni
(Ѣ= soprattutto nell’area della Germania settentrionale)
I due diversi esiti sono in posizione condizionata:
a) occlusiva all’inizio di una parola e dopo una consonante
b) fricativa/spirante in posizione interna tra vocali (intervocalica)
È probabile che inizialmente l’esito sia stato in tutte le posizioni di spirante e che l’occlusivizzazione sia avvenuta
secondariamente in posizione condizionata.
BH > B, Ѣ
►
es.1 i.e. *brātēr cfr. lat. frater
germ. *brōᚦar
got. brōᚦar; ags. brōᚦor; ata. bruoder; norr. broðir
►
es.2 i.e. *bher- cfr. lat. fero
germ. *ber-
got. baīron; ags. /sas. /ata. beran; fris/norr. bera
In posizione intervocalica l’occlusiva sonora aspirata diventa spirante
►
es.3 i.e. *ghebh
(gh in posizione iniziale rimane occlusiva)
germ. *geѢ-
got. giѣan; ags. giefan, fris. jeva, sas. geѣan, ata. geban
L’epoca in cui è stata prodotta la I mutazione consonantica non si si conosce, ma è ipotizzabile che abbia agito in un
periodo compreso fra il 400 e il 200 a.C., cioè nell’epoca non documentata del protogermanico. Infatti, i prestiti del
celtico in germanico, entrati attorno al V sec. a.C., hanno fatto in tempo a passare attraverso questo fenomeno
fonetico.
Il Gotico è la lingua più antica, infatti le prime attestazioni appartengono al IV sec, mentre le prime attestazioni delle
lingue scandinave si hanno nel XII sec, periodi molto distanti che attestano periodi diversi dell’evoluzione di queste
lingue.
Durante il periodo che va dal IV al XII sec. appaiono anche le prime attestazioni delle lingue del germanico orientale
(VIII sec.), di cui fanno parte inglese, Olandese e Tedesco.
È stato possibile identificare caratteristiche linguistiche (ISOGLOSSE) comuni che individuano le lingue germaniche
come un gruppo a se’ stante per due motivi: 1) tutte le lingue germaniche presentano le stesse caratteristiche, 2)
queste caratteristiche non appartengono a nessuna delle altre lingue indeuropee.
I celti hanno lasciato pochissime parole ma alcune sono state adottate nei popoli vicini, come per esempio la parola
usata per definire il “regno”.
- Germanico e Celtico, parola per “regno”
▪ Got. reiki cfr. lat. rex < i.e. *reg-
▪ Ags. rīce gallico rīg-/rīx- ◄
▪ Sas. rīki Germ. *riki SERIE LESSICALE
▪ Fris. rīke ◄
▪ Norr. riki ↑
▪ Ata. rihhi (“confronta da latino rex deriva da indeuropeo *reg-“)
c
Tutte le lingue utilizzano la stessa radice. Gli esiti ulteriori come per esempio rī e/ hhi sono conseguenze di
ri
fenomeni ulteriori. Si è arrivati alla conclusione che in germanico era *RIKI perché la struttura di questa parola
comprende tutte le altre variazioni.
Il simbolo * indica che la parola non è stata attestata, ma ricostruita tramite le ricerche degli studi.
I Germani hanno acquisito questa parola dai Celti (rīg-/rīx-) in quanto non esisteva nella loro cultura la figura del
“re”, è stato un prestito.
• LEGGE DI VERNER (p. 58-59)
Legge spiegata nel 1877 dal linguista danese Karl Verner.
“Le occlusive sorde i.e. *p, t, k, kᵂ e la spirante i.e. s quando siano in ambiente sonoro tendono a sonorizzarsi, e
passano a germ. [*Ѣ, ð, ǥ, ǥᵂ, z] quando l’accento originario, quello indeuropeo, non cada sulla vocale
immediatamente precedente.”
Questa legge completa una parte della legge di Grimm, ovvero ciò che riguarda il passaggio delle occlusive sorde i.e.
in spiranti/fricative sorde.
GRIMM: spirante/fricativa sorda
VERNER: spirante/fricativa sonora *p, t, k, kᵂ,
Il soggetto di questa legge sono le occlusive sorde i.e. queste occlusive secondo la legge di Grimm
ᚦ,
*f, h, hᵂ,
diventano mentre secondo quella di Verner in determinate posizioni contestuali acquisiscono gli
*Ѣ, ð, ǥ, ǥᵂ
equivalenti esiti sonori:
I fenomeni di Grimm e Verner sono antitetici, o se ne attua uno o si attua l’altro.
CONDIZIONI DI REALIZZAZIONE DELLA LEGGE DI VERNER:
1. L’occlusiva sorda i.e. deve trovarsi in ambiente sonoro (tra vocali)
2. L’occlusiva sorda i.e. deve trovarsi in sillaba interna
3. L’accento non deve cadere sulla sillaba immediatamente precedente
Queste tre condizioni devono essere simultanee.
N.B.: la legge di Verner presuppone un accento mobile, è avvenuta in una fase in cui la ritrazione dell’accento
sulla sillaba radicale non era ancora avvenuta.
MODO DI LAVORO DI VERNER
1. Comparazione linguistica
2. In molte circostanze la legge di Grimm non trova applicazione perché l’occlusiva sorda i.e. invece di trasformarsi
in spirante/fricativa sorda, diventa sonora.
3. Verner capisce che questo fenomeno è legato alle tre condizioni citate e soprattutto alla posizione dell’accento.
4. I fenomeni descritti da Grimm e Verner sono avvenuti quado ancora l’accento era libero, come nell’i.e.
►
es.1 i.e. *sep(t)uḿ -> non sempre c’è (accento su /m/)
germ. *seѢun (accento su /e/)
►
Ѣ si legge /v/ ags. seofon; ata. siѢun, norr. siau (<*sioѢu)
►
es.2 i.e. *pątér cfr. lat. pater
germ. *faðēr
got. fadar ags. fӕder; ata. fatar; norr. faðir
ð > d nel germanico occidentale.
ð > t in ata.
►
es.1 i.e. *brātēr cfr. lat. frater
germ. *brōᚦar
got. brōᚦar; ags. brōᚦor; ata. bruoder; norr. broðir
↑
GRIMM
►
es.2 i.e. *pątér cfr. lat. pater
germ. *faðēr
got. fadar ags. fӕder; ata. fatar; norr. faðir
↑
VERNER
ESITI PER GRIMM-VERNER
i.e. grm. Grimm grm. Verner
*p *f Ѣ
▪ ▪ ▪
*ᚦ
*t ð/ đ
▪ ▪
▪
*k ǥ
▪ ▪
*h
▪
*kᵂ ǥᵂ
▪ ▪
*hᵂ
▪
S z
▪ ▪
s
▪
ULTERIORE SONORIZZAZIONE PER VERNER : S > Z
• In finale assoluta i.e. *s si sonorizza > germ. *z
• Germ. *z si rotacizza in seguito (>r) tranne che in gotico
►
es.1 i.e. *méis-/móis- cfr. lat. maius
germ. *maiz-
got. maiza; ags. māra (ing. more); ata. mēro (ted. mehr); norr. meire
ALTERNANZA GRAMMATICALE
• Una radice può presentare sia esito sordo (Grimm) che sonoro (Verner)
• Ing. death (‘morte’)- dead (‘morto’)
• La radice germ. è la stessa *dau- (‘morire’)
• Quel che cambia sono i suffissi per creare rispettivamente il sostantivo e il participio passato
ᚦu ᚦu)
►
1) i.e. *dhau > germ. *dau + i.e. *tu> germ.* = *dáuᚦu Il suffisso i.e. (*tu > Grimm è atono
quando viene attaccato a una radice,
l’accento cade sulla radice.
Quando si forma la parola germ. *dáuᚦu l’accento è sulla vocale radicale: GRIMM
Ags. deaᚦ > ing. Death ata. tod. > ted. tod (in ata. *d > t e *ᚦ > d)
►
2) i.e. *dhau > germ. *dau + i.e. *tó > germ. *ða = *dáuðaz Il suffisso i.e. è tonico, quando è attaccato a
una radice prende l’accento.
Quando si forma la parola germ. *dáuðaz l’accento aveva già determinato VERNER
Ags. dead > ing. dead Ata. tot > tot (germ. occ. ð > d, in ata. ð > t)
i.e. B D G P T K BH DH GH 1 = legge di Grimm
2 = legge di Verner
2 1
1 1 /b d g/
germ. */p t k/ /f θ x/ [Ѣ, ð/đ, ǥ]
2. RITRAZIONE DELL’ACCENTO I.E. (INDEUROPEO) SULLA SILLABA RADICALE (p. 55-56)
L’accento germanico è un accento di intensità, ciò comporta che la sillaba accentata sia pronunciata con maggior
energia espiratoria, questo tipo di accento si dice anche dinamico o percussivo. L’accento germanico è fisso sulla
sillaba radicale (questo fenomeno è detto rizotonia), non può trovarsi su prefissi, suffissi e desinenze, che infatti
sono sempre atoni.
Pare che in i.e. l’accento fosse libero e musicale, c’era la possibilità di modulare la parola, non dava intensità.
L’accento germanico è intensivo (come l’accento italiano) ma è più forte, sotto l’azione dell’accento infatti, i
confini di sillaba sono meno netti che in italiano, in più la sillaba tonica viene evidenziata a scapito delle sillabe
non accentate, che col tempo tendono a offuscarsi o anche a cadere del tutto.
Questa rizotonia ha forti conseguenze fono-morfologiche:
1. Forte distinzione tra parte tonica della parola (prima sillaba) e parti con accento secondario o atone.
Ciò comporta: ►perdita
a. Indebolimento delle sillabe successive alla prima delle desinenze. Ciò non significa che se
le desinenze spariscono si perdano i rapporti tra gli elementi della frase.
►non
b. Indebolimento della frontiera sillabica c’è una cesura forte tra le sillabe determinando la
metafonia. ►unità
c. Allitterazione (ripetizione dello stesso suono iniziale all’interno della frase) di versificazione
della poesia germanica, ha la stessa funzione della rima, ma tiene uniti gli elementi di un verso.
2. Conseguenza sul sistema desinenziale
Passaggio dal sistema sintetico a quello analitico:
a. Strutture sintetiche: le desinenze chiariscono i rapporti della parola (nome e verbo) all’interno della
frase.
b. Strutture analitiche: la specificazione dei rapporti della parola all’interno della frase passa a elementi
ulteriori (articoli, pronomi, preposizioni)
LINGUE SINTETICHE LINGUE ANALITICHE
1. Latino 2. Tedesco (una via di mezzo) 3. Inglese
lupus der wolf wolf
lupi des wolf-es
lupo dem wolf-e
lupum den wolf
lupe ↑articoli
lupo
FORMAZIONE DELLE PAROLE
La parola germanica è costituita da radice (trasmette il lato semantico, il contenuto), desinenza (indica il rapporto tra
parola e frase), vocali tematiche (poste tra radici e desinenza).
• Germ. dag-a-z
• Radice dag- ‘giorno’
• Vocale tematica -a-
• Desinenza: Germ. Ags. Ata.
▪ Nom. - dag-a-z - dæg - tag
▪ Gen. - dag-as-a - dæges - tages
▪ Dat. - dag-ai - dæge - tage
▪ Acc. - dag-an - dæg - tag
►non
INDEBOLIMENTO DELLA FRONTIERA SILLABICA c’è una cesura