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ANALISI
La prima riga del poema è di fatto una frase introduttiva.
Ik gihorta dat seggen: dat sih urhettun aenon muotin.
Ik gihorta dat seggen.
Ik è una forma basso tedesca. (at. ih)
gihorta è una forma alto-tedesca (preterito singolare di un verbo debole di prima classe). Il suffisso in
dentale tipico del preterito debole è in dentale sorda anziché sonora. Mostra quindi gli effetti della
seconda rotazione consonantica.
Dat è una forma basso-tedesca. (conservazione t finale che non muta come in a.t. In sibilante intensa).
Seggen è un infinito di un verbo debole di prima classe, potrebbe essere sia alto che basso tedesco.
Seggen – dal ger. *sagwjēn (metafonia e geminazione per influenza della j).
è importante notare il richiamo all'oralità nella frase introduttiva, perché non è un fatto casuale. L'oralità
è l'elemento portante della tradizione poetica e letteraria in generale delle lingue germaniche prima
dell'introduzione del Cristianesimo. Un ecclesiastico ha messo per iscritto tale opera. Non bisogna
dimenticare che ci sono secoli di trasmissione orale. Le teorie sulla composizione dell'Hildebrandslied
sono svariate. Chi l'ha messo per iscritto non è però l'autore. Dei testi non ci è quasi mai pervenuta la
versione d'autore. Una teoria vuole che sia stato composto in Italia durante la dominazione longobarda.
Il regno degli Ostrogoti cade, ricordiamo, nel 552. pochi anni dopo i longobardi invadono e conquistano
gran parte della penisola. Dal momento che, come vedremo, nel testo vi son anche forme alto-tedesche
superiori (quei dialetti che mostrano gli effetti completi della seconda mutazione consonantica, senza
eccezioni), cioè forme tipiche dei dialetti tedeschi dell'estremo sud. Il longobardo, che si conosce in
maniera molto frammentaria, sembra avere caratteristiche fonologiche che lo fanno rientrare tra i
dialetti alto-tedeschi superiori. Si è ipotizzata per questo un'origine longobarda, in armonia col
contenuto del testo.
C'è chi ritiene che il luogo preciso in cui si svolgono i fatti sia Ancona, in ogni caso si ipotizza che ci si
trovi in Italia. L'accento cade sempre sulla prima sillaba a meno che non si tratti di composti verbali.
(lettera ash, unione di ae, di tradizione anglo-irlandese)
verbo composto fur-letan.
Heuane (ingevonico) – heaven
sc>sk, ae, h, th, w>u, ch (affricata iniziale o fricativa sorda).
I dittonghi hanno sempre un accento sul primo elemento.
Verso 1 - Ik gihorta dat seggen
Ho sentito dire questo.
Io (horen > ho sentito)
horen da *hauzjan (z sottoposta a rotacismo, au per influenza della coronale monottonga in o). nel
preterito la i breve intermedia cade e diventa gihorta.
Preterito *hauzide, *horita, *horta.
Dat (accusativo singolare del pronome dimostrativo) dalla forma germanica *dat (con thorn).
Gotico data, inglese that, a.t dass
la forma dat con thorn è ancora una forma basso-tedesca, senza mutazione consonantica.
Seggen > infinito, verbo debole di terza classe. In inglese osserviamo il fenomeno tipicamente
ingevonico della palatizzazione, ecco perché abbiamo sagen in tedesco e say in inglese.
Verso 2 - Dat sih urhettun aenon muotin.
Che si affrontarono a singolar tenzone.
Abbiamo poi un altro dat, che funziona come congiunzione subordinante.
Come interpretare urhettun e muotin? Possiamo dire con certezza che urhettun è in relazione col verbo
germanico *haitan- (heissen).
Ur- è un prefisso che indica provenienza o allontanamento. Urhettun potrebbe essere un preterito
debole di un verbo di prima classe derivato dal già citato haitan, o un dativo plurale di un sostantivo
derivato dal medesimo verbo. (lett. "chiamar fuori", quindi "sfidare").
Se interpretato come sostantivo, significa "scontro", "sfida".
Muotin è etimologicamente correlato all'inglese to meet, incontrare.
(germanico mut, ge-mot)
Muotin potrebbe essere un dativo plurale da Muot (incontro), o il congiuntivo preterito del verbo
incontrare.
"Si sfidarono a incontro singolare (aenon)". (forma debole del dativo singolare o plurale del numerale
aen). Aen è una forma ingevonica, la forma ata. È ein. In antico sassone, questa forma ingevonica è
ên.
O si scontrarono a singolar tenzone o si incontrarono in una sfida singolare, uno contro uno. Hiltibrant
enti Hadubrant (questa è un'edizione diplomatica: riproduce fedelmente quanto è stato scritto. Hiltibraht
è un errore scribale di chi ha confuso una n per una h.)
I due nomi sono composti (brant = spada). Secondo il costume germanico, padre e figlio hanno nomi
formati sul medesimo elemento lessicale. Tipicamente i nomi della tradizione germanica son dei
composti che intendono suggerire qualità: valore, prodezza o fortuna o essere di buon augurio.
Teodorico > re della nazione, Alarico > grande re. Tipicamente i discendenti di uno stesso padre
prendevano un elemento del nome del padre. I nomi dei figli si formavano tramite nuovi composti con
un termine che si era impiegato per il nome del padre (brant).
Verso 3 - Hiltibrant enti Hadubrant untar heriun tuem.
Ildebrando e Adubrando tra due eserciti.
Untar > tra
heriun > dat. Plurale retto da untar di heri, maschile in ja. (ted. Heer > esercito)
ie. *korios legge di Grimm *harjaz germanico *Heer
tuem > dativo del numerale "due". È sempre una forma basso-tedesca, perché l'occlusiva germanica
sorda è conservata (ata. Zwei – II^ rotazione consonantica).
Verso 4: sunufatarungo, iro saro rihtun
Figlio e padre indossano le maglie.
sunu-fatar-ungo, è un composto dvandva, cioè copulativo. I composti posson essere di tre generi:
dvandva, tatpurusa, bahuvrihi. Dipende dalla relazione che gli elementi di un termine e da quella che
hanno con gli altri elementi della frase.
Per esempio skyscraper è un tatpurusa, perché è un composto sostantivale in cui un termine
determina l'altro.
Si parla di composto exocentrico, bahuvrihi, quando la testa è al di fuori del composto. Per esempio, lo
spagnolo perroflauta (punkabbestia), o l'italiano Calzelunghe.
Sunu-fatar-ungo è un composto con più teste. (composti numerali da undici in poi)
Matapitarau (genitori)
è uno dei pochissimi esempi di copulativo in germanico.
Ungo è un suffisso che indica genericamente persone, uomini. Hanno deciso di mettere un solo
composto per una semistrofa, ha una forza grammatica molto più forte. Chi ha scritto ha voluto
esprimere in maniera sintetica e immediata la paradossalità della situazione: padre e figlio che
combattono.
v. Richten rihtun verbo debole di prima classe, un preterito.
Lo tradurremmo come vestire. (preparare)
iro > terza persona singolare
saro > le maglie
Verso 5 - garutun se iro gudhamun (preterito verbo debole prima classe garwen > preparare), gurtun
sih iro suert ana.
Si prepararono le armature e si cinsero addosso le spade.
Se è una forma basso tedesca del dativo del pronome riflessivo (prima abbiamo trovato sih).
(sarebbe a sé).
iro genitivo plurale del pronome singolare, gudhamun è un composto (una Kenning nella poesia
nordica) descrittivo. Le esigenze dell'allitterazione portano i poeti in lingua germanica antica a ricorrere
spesso a composti descrittivi, cioè a menzionare qualcosa non col suo nome principale ma coniando un
composto che ne suggerisce in maniera diretta l'identità. Per esempio nel Beowulf si trovano
espressioni come swanrad per dire mare (lett. Strada dei cigni) o Walrad (strada delle balene). Qui
serviva un'allitterazione in g (con gudhamun > per dire corazza, dativo plurale di gundhamo.)
Gud è una forma ingevonica, quella alto tedesca è gund. Letteralmente gund-hamo signfica
"rivestimento da montagna" (Hamo, Haut)
gurtun preterito plurale verbo debole di prima classe.
"gurten" "gyrdan" inglese moderno gird.
(ana = an, on).
Verso 6: Helidos ubar hringa do sie to dero hiltiu ritun
Gli eroi (si cinsero le spade) sopra gli anelli, prima di cavalcare verso la battaglia
questo è un caso di variatio, espediente metodico molto impiegato nella poesia antica germanica e
consiste nella ripetizione di un concetto già espresso con parole diverse. (esempio di Variatio nel
Macbeth).
Helidos nominativo plurale (helid > eroe)
hringa è l'accusativo plurale di hring (ted. E ing. Ring).
do è una congiunzione subordinante con valore temporale "quando" o "poi".
Sie è il nominativo plurale (terza persona), "essi", "loro".
Ritun è il preterito plurale del verbo forte di prima classe ritan (ted. Reiten).
Hiltiu (battaglia) dativo singolare di hilti
dero articolo determinativo dativo plurale riferito a hiltiu
to forma basso tedesca della forma zwo (tedesco zu)
Verso 7 – hiltibraht gimahalta heribrantes sunu, her uuas heroro man.
Traduzione: Ildebrando, il figlio di Eribrando, parlò. Era l'uomo più anziano.
Gimahalta è preterito singolare di mahalem,verbo debole di prima classe che significa parlare, ma con
una connotazione particolare. È fondato sul sostantivo mahal che designa il luogo in cui si tiene
l'assemblea. (le tribù germaniche si autogovernavano in maniera assembleale, uomini liberi, adulti e
adatti al combattimento facevano il cosiddetto thing per dirimere questioni grandi e piccole e prendere
decisioni).
Mahalem significa parlare, ma nel senso di fare un discorso ufficiale, pubblico. Ildebrando e Adubrando
si trovano l'uno al cospetto dell'altro di fronte agli altri guerrieri, che assistono. Ildebrando sa che non
sta parlando soltanto ad Adubrando, ma anche di fronte ai suoi pari, e che le sue parole hanno
carattere d'ufficialità, perché il duello, com'è tipico anche di altre tradizioni epiche, come quella greca,
quella celtica (cfr. Iliade).
Quando due guerrieri di un certo rango si incontrano in battaglia, c'è uno scambio rituale di battute
prima dello scontro (c'è un'etichetta da seguire). Ciò che Ildebrando sta per dire deve rispondere a una
certa etichetta guerresca, per questo le sue parole hanno tono d'ufficialità. Anche nell'Iliade i guerrieri
prima si presentano, in questo modo si può anche evitare lo scontro. Prima di tutto bisogna capire se
sussistono dei motivi per non scontrarsi (consanguinei, vincoli di ospitalità reciproca, rango troppo
basso o sensibilmente inferiore ecc.).
sunu è un maschile in -u.
Her uuas heroro man
Perché Ildebrando parla per primo?
Her è il pronome di terza persona maschile. Ha una particolarità molto interessante: egli