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Cleone. Sull'isola di Lesbo si stava scatenando una rivolta a cui Atene decide di intervenire per rafforzare il controllo sulle altre alleate. In un dialogo in assemblea tra Cleone e Diodoto, quest'ultimo chiede alla popolazione ateniese di usare la clemenza; a questo punto l'assemblea è indecisa. Intanto il popolo di Mitilene chiede aiuto a Sparta. La tesi di Diodoto prevale, ma vengono comunque mandate le navi militari che vengono fermate poco prima di attaccare. Intanto Atene che sviluppava i suoi rapporti con l'occidente viene chiamata dagli alleati occidentali a intervenire sugli stretti in Sicilia. Lo scontro era tra la Dorica Siracusa e le alleate ateniesi in Sicilia. Atene manderà una prima spedizione di cui dopo un po' di tempo non ha più notizie. La flotta comandata da Demostene nella zona di Pireo viene bloccata una tempesta che lo obbliga ad attraccare nel Golfo di Pilo. Mentre le navi greche attraccano la flotta peloponnesiaca.
arriva pensando di bloccare la flotta di Demostene nel Golfo. Mentre stanno aspettando, la flotta spartana viene attaccata alle spalle da una parte della flotta di Demostene rimasta indietro. Sconfitta parte della flotta, Demostene comunque non riesce a catturare gli spartiati rimasti. Pertanto in un consiglio un oratore dice a Cleone di comandare lui stesso una flotta. Con l'arrivo di Cleone gli spartiati si arrendono e vengono catturati. Intanto Brasida, un generale spartano, porterà la guerra a nord andando a creare problemi all'area Pracica. Attaccando la città che Atene sentiva più sua: Anfiboli. Brasida conquistando Anfiboli utilizza uno slogan di libertà presentando Sparta come la liberatrice dalla tirannica Atene. Nel 421 viene stipulata una pace tra Atene e Sparta: la pace di Nicia, una pace che doveva durare 50 anni. Seconda fase della guerra del Peloponneso. I demagoghi - instabilità interna ad Atene: Con la pace di Nicia siinnestano due dinamiche. Una è quella di politica interna Ateniese. Abbiamo visto, la morte di Pericle, l'inizio di quella esperienza politica che Tucidide chiama l'Atene dei demagoghi con l'emergere in primo luogo della figura di Cleone. Cleone dobbiamo immaginarlo come un piccolo "industriale" dell'epoca, che ha iniziato con un piccolo laboratorio, approfittato di questo momento espansivo dell'economia ateniese ed è diventato un importante soggetto economico di Atene. È significativo che ognuno di questi demagoghi viene chiamato con il proprio mestiere. Quindi abbiamo il successore di Cleone, Iperbolo che è il fabbricante di lucerne, che sarà il demagogo, il quale prende il posto di Cleone. Dopo abbiamo Androcle, di lui non sappiamo il mestiere, lo sappiamo, però, di un altro demagogo del suo tempo, cioè Misicle che era un allevatore di pecore. Dopo ci sarà Cleofonte, il quarto demagogo ecapo demagogo dell'epoca di Cleone, Iperbolo, Androcle e Cleofonte, che prenderà la posizione di leader della demagogia e che sarà un fabbricante di lire, lo strumento musicale. Questi sono i leader della democrazia. Il popolo tende sempre a far prevalere come capo del uno di loro che poi sarà quello che andrà a scontrarsi con i leader aristocratici, i quali a loro volta in questa epoca si contendono i favori del popolo. Così da una parte abbiamo questi leader: Cleone, Iperbolo, Androcle, Cleofonte, dall'altra gli Aristocratici, come Alcibiade, Nicia, che salgono sulla scena politica, incarnando lo stesso ruolo, cioè gli interpreti dei desideri, degli obbiettivi, delle volontà del popolo. Ecco una forte inclinazione ad essere accondiscendenti rispetto al popolo per averne l'appoggio politico. Questo ruolo di leader politico ha proprio un termine che è prostates, capo prostates, "colui che sta davanti".che non è una vera e propria carica istituzionale, ma è un ruolo politico che compare in questi anni in cui le fonti contemporanee e il teatro per primo li indicano come questo tipo di demagogo/capo politico, come prostate tudemu. C'è una bellissima commedia, La pace di Aristofane, che segna nel 421 la celebrazione della pace di Nicia. Viene proprio rappresentata mentre si sta stipulando la pace di Nicia e fa vedere che viene liberata Pace, che era stata rinchiusa in una caverna. Entrano in scena le divinità, Ermes ed altri, e quando queste figure compaiono e tornano ad Atene, la prima cosa che chiedono è "Chi è il prostates tu demu?", cioè vengono a sapere che è morto Cleone e chiedono di conseguenza chi è il prostates tu demu, e gli altri rispondono "Iperbolo" e scoppiano tutti dal ridere, cioè insomma è successo l'incredibile, che un fabbricante di lucerne è diventato il.prostates tu demu e ilpopolo subito li assicura – No, no state tranquillo abbiamo scelto lui solo perché non c'era nessun altro da scegliere, appena ne troviamo un altro lo cambiamo. Insomma Cleone viene raffigurato come un cane rabbioso, non come Pericle che viene raffigurato tutto raffinato nei loro discorsi, cosa un po' vera un po' no, perché questi demagoghi grazie ai loro soldi avevano anche potuto studiare, ma si sono formati dopo per diventare dei bravi politici spesso passando attraverso il diritto. Tutti questi però sono i poneroi, che si contrappongono ai crestoi, cioè coloro che sono utilissimi, che sono la vecchia aristocrazia che vengono da buona famiglia. Mentre di questi non si sa nemmeno chi siano i genitori. La famiglia aristocratica sa dire chi erano i propri antenati, la famiglia umile nonché al massimo si ricorda i propri nonni. Presenta questa profonda spaccatura sociale che non compare solo ora per la prima volta, ma.Per la prima volta la possiamo osservare dagli anni venti perché dal 425 abbiamo le commedie di Aristofane che di questo parlano. Poi le nuvole contro Socrate, poi la pace in cui si discute e si scherza intorno a questa pace stipulata da Nicia intorno al 421. E questo è il lato interno, in cui subentrerà questa figura dirompente di Alcibiade. Alcibiade arriva nella generazione della rivoluzione che vuole mandare tutto all'aria che trova il proprio leader in questo giovane, bello, affascinante, che conquista la città, il quale piace a tutti ed è un grande seduttore nella vita politica della città, altamente persuasivo, che è cresciuto alla scuola di Socrate.
Instabilità esterna: coinvolge principalmente la lega Peloponnesiaca che dopo la pace di Nicia è fortemente instabile, ha una forte contestazione interna tra le città della lega, che non riconoscono questa forte leadership di Sparta espressa dalla pace, essendo
Una pace tra Atene e Sparta, poiché Sparta aveva dato per scontato che facendola pace tutte le altre polis si sarebbero adattate, ma nessuno dei suoi alleati in realtà vuole firmare quella pace. A questo punto è la grande occasione per Argo, la quale non ha aderito alla lega Peloponnesiaca, per riprendersi un ruolo antico, cioè essere loro a capo del Peloponneso e non Sparta. Quindi fa crescere e cavalca questa insoddisfazione e diverse zone del Peloponneso iniziano ad aderirvi: la zona dell'arcadia, la zona di Mantinea che è la zona centrale, la zona degli Elei, dell'Elide che è la zona di Olimpia che si avvicinano ad Argo, ma si avvicina ad Argo soprattutto Corinto. Corinto già nel 442 quando Sparta non voleva fare la guerra, ma Corinto la voleva fare, aveva fatto capire a Sparta che se ne sarebbe andata dall'alleanza, ed ora ci prova seriamente. Ma, quando Corinto si accorge che l'altra parte dell'alleanza
della zona di Megara, Tegea e della Beozia, non vogliono rinunciare all'alleanza, allora Corinto fa marcia indietro lasciando la nuova possibile alleanza con Argo, riaccordandosi con Sparta. Argo però non fa più marcia indietro, Argo, gli Elei, i Mantinesi fanno un alleanza con Atene. Dentro Atene questa alleanza è fortemente voluta da Alcibiade, il quale si era fortemente opposto alla pace di Nicia, ma si era anche fortemente offeso perché ha stipulare quella pace non era stato mandato lui. Per questo Alcibiade si oppone a Nicia e guida questa rivolta di Mantinesi, Elei e Argivi contro Sparta, facendo saltare l'accordo con la motivazione tecnica che Anfipoli, che sarebbe dovuta tornare ad Atene, era rimasta libera, anche se Sparta dice che non ne ha colpa in quanto sono gli Anfipolitani che non vogliono tornare nell'alleanza di Atene e che non possono obbligarli in quanto, in oltre, Sparta gli aveva promesso l'autonomia e quindi non poteva.regalarli ad un altro, la pace di Nicianon era stata sottoscritta da Anfipoli e quindi Anfipoli non entra nella lega Delio-attica. Nel frattempo Atene avevarestituito gli spartani catturati a Sfacteria e quindi la posizione di vantaggio è persa e così Nicia viene accusato daAlcibiade di aver combinato questo guaio. Ma il motivo principale per cui Alcibiade si era arrabbiato con Nicia erache la sua famiglia era quella tradizionale dei prosseni di Sparta ad Atene. [La Prossenia è un altro puzzleimportante delle istituzioni delle polis greche, la troviamo scritta anche nelle supplici di Eschilo. Prosseno è coluiche agisce per conto di uno straniero, con il quale ha un accordo di amicizia, di cui è il tutore quando quellostraniero arriva nella sua città, quando lui va nella città di cui è prosseno sarà accolto con grandi onori come unospite, è un retaggio di eta aristocratica di quando la prossenia era un legame tra
famiglie aristocratiche che si traduce in età classica in retaggio istituzionale nella quale ogni città greca ha nelle altre città il proprio prosseno, che è un cittadino di un'altra città che fa da garante per i cittadini della città di cui è prosseno quando quei cittadini vengono nella sua città. Quindi Alcibiade era ad Atene prosseno di Sparta, ma non era una forma istituzionale tipo ambasciatore, ma un rapporto che si creava privatamente tra una città e un cittadino di un'altra città. Non è Atene che incarica Alcibiade di essere il prosseno di Sparta, ma è la famiglia di Alcibiade, che ha un rapporto con Sparta e quindi lui è il prosseno di Sparta per i fatti suoi, e questo legame rimane sempre, anche quando lui guida la guerra contro Sparta. Doveva andare lui a parlare con gli spartani non Nicia, e così riscoppia la guerra. Si consuma da lì a poco la battaglia di Mantinea, che è la
a che segna una svolta nella guerra del Peloponneso e che avrà conseguenze significative per entrambe le città-stato coinvolte. La battaglia di Mantinea è stata descritta da Tucidide come una delle più grandi battaglie terrestri mai combattute tra i greci. Si è svolta nel 418 a.C. e ha visto l'alleanza guidata da Atene ed Argo scontrarsi con l'esercito spartano. La disfatta dell'alleanza guidata da Atene ed Argo segna un punto di svolta nella guerra del Peloponneso. Questa battaglia ha avuto conseguenze significative per entrambe le città-stato coinvolte, con Sparta che emerge come la potenza dominante nella regione. La battaglia di Mantinea è un esempio di conflitto fratricida tra le città-stato greche, che spesso si scontravano tra loro per il controllo del territorio e delle risorse. Questo tipo di conflitto ha contribuito alla frammentazione e alla debolezza della Grecia antica, rendendola vulnerabile alle invasioni straniere. In conclusione, la battaglia di Mantinea del 418 a.C. è stata una delle più grandi battaglie terrestri combattute tra i greci e ha avuto conseguenze significative per la guerra del Peloponneso e per le città-stato coinvolte.