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PROTAGORA

Nato intorno a 480 a.C.

Molti contatti con mondo intellettuale ateniese

È associato a Pericle (leader della democrazia ateniese) interessante per capire democrazia nel

mondo greco. Protagora subì un processo durante guerra vs. Sparta (come molti intellettuali).

“L’uomo è misura di tutte le cose: di quelle che sono come sono, di quelle che non sono

come non sono”. Importante per rapporto uomo/realtà e per conseguenze politiche. Ha scritto

trattatello “La verità” che inizia con questa frase. Bisogna interpretarla. (p.82)

Cosa vuol dire uomo/misura/cose? Qual è il contesto a cui Protagora stava pensando?

Rispondendo a queste domande possiamo interpretare questa frase

Platone l’ha commentata nel Teeteto, dialogo che ha come tema: Che cos’è la conoscenza?

A lui interessa per dimostrare che la conoscenza viene dalle Idee, non da esperienze sensoriali

che farebbero altrimenti finire nello scetticismo. Introduce la tesi di Protagora per dimostrare che

l’esperienza sensibile non porta alla conoscenza.

Socrate incontra ragazzo Teeteto e parlano di conoscenza. T dice che la conoscenza è la

sensazione. S dice che ha detto la stessa cosa di Protagora.

Platone vuole dimostrare che senza Idee non si può dire cosa sia la conoscenza, se tutto nasce

dalle sensazioni non si può dire niente.

Avere sensazioni= apparire

Come una cosa mi appare così quella cosa è per me= io sono misura della conoscenza

Rispondendo alle domande per interpretare, secondo Platone:

Uomo= ciascun singolo individuo

Contesto= epistemologico, della conoscenza

Misura= misuriamo il modo in cui le cose si danno a noi, il soggetto non produce la realtà, ne

percepisce

sono le caratteristiche qualitative

Cose= la realtà empirica, cose sensibili

Quale concezione della realtà sta dietro questa teoria? (p.84)

Platone mostra le conseguenze di questa interpretazione della dottrina di Protagora.

Realtà sensibile: è il divenire, non l’essere. Il mondo è caratterizzato dalle trasformazioni.

Protagora in realtà intende parlare dei giudizi: tutte le nostre esperienze conoscitive dipendono da

noi. Noi siamo misura dei giudizi (infatti parla anche del “Giusto” di cui non si può avere esperienza

sensibile).

Tesi di Protagora è relativismo: non esiste una verità unica per tutti. C’è la realtà e tanti modi per

interpretarla. La verità è che ci sono tante verità quanti sono i soggetti.

I nostri giudizi non vengono dalla nostra passività, da risposta a un impulso istantaneo, noi siamo

inseriti nel tempo quindi giudizi vengono dalla nostra storia/esperienze.

Tutte le esperienze hanno valore e devono essere rispettate. Il giudizio non può esser contestato.

Uomo= individuo nella sua concretezza storica.

Novità: non ci sono maestri di verità. Il mondo antico fino a Protagora è popolato da uomini che

pretendono di possedere la verità.

Parmenide si discosta dalla teoria del divenire: essere eterno. Argomenta con forza logica. Per lui

però parlare di opinioni è un errore perché la verità è quella dell’essere. Scredita tutte le altre teorie

perché bisogna rifarsi solo all’essere. Protagora si oppone:

- Nessuno gode di accesso privilegiato a una verità superiore.

- Il mondo non è confuso perché con i nostri giudizi noi possiamo dargli un senso.

È teoria inserita in un contesto democratico.

Due obiezioni:

1. Tesi che cade da sola: tutti i giudizi sono veri. Io penso che la tesi di Protagora è falsa. La

tesi di Protagora è falsa.

P. risponde che la tesi è falsa solo per chi lo ritiene, non per tutti, non in assoluto. Il giudizio

universale è impossibile.

2. accusa di solipsismo: conseguenze pratiche. Prima di Protagora qualcuno spiccava, ora i

giudizi di

tutti sono uguali. Come ci si mette d’accordo? Ognuno è chiuso dentro se stesso con le sue

convinzioni.

Protagora usa criterio dell’utile: non si contesta la legittimità del giudizio. Ma si cerca la

soluzione

più utile per tutti. La verità non è più l’unico criterio che può risolvere una contesa.

Protagora distingue tra verità e sapere, verità e utile.

Conseguenze politiche della frase di Protagora (interpretazione relativista):

p. 86 apologia di Protagora:

Socrate diventa sempre più provocatorio fino a che dice che anche gli animali sono misura

di tutte le cose. Si scusa e riporta una testimonianza su Protagora su come lui avrebbe risposto.

Bisogna distinguere tra verità e saggezza: modo in cui noi entriamo in contatto con la realtà e

capacità di produrre nuove sensazioni: opera della saggezzamalato e sano mangiano lo stesso

cibo ma a uno sempre amaro e all’altro dolce. Ma si può modificare questa situazione in modo che

anche per il malato sia piacevole mangiare. Saggio è in grado di modificare il rapporto.

Nessuno “converte” false opinioni in vere. Si può solo cambiare il rapporto soggetto/oggetto in

modo che il soggetto sentendosi bene abbia delle buone sensazioni.

Il politico non dice cose vere e cose false ma fa sì che la città abbia rapporto vantaggioso, cura la

città malata.

La giustizia è quello che noi abbiamo deciso ≠ Esiodo, Solone

La giustizia è umana, deriva da ciò che a noi sembra giusto. Base del positivismo,

convenzionalismo politico.

Il politico deve promuovere il confronto: deve far piacere le cose vantaggiose, deve promuovere un

accordo.

Uomini responsabili del proprio destino

Frase si può leggere a diversi livelli: l’umanità è misura dei valori che si dà

Uomo= comunità umana, non singolo individuo

Giudizi di valore hanno a che fare solo col mondo umano, sono i modi con cui vengono letti i fatti.

Educatore distinto da politico/retore: educatore sofista aiuta il singolo ad avere successo nella

realtà (e deve essere pagato per questo), sofista prepara i politici. Cittadini devono essere educati

dai sofisti per imparare a ragionare e parlare correttamente per poter creare una società che

scelga dei valori vantaggiosi.

Avvento della democrazia (fine VI sec.): governo del popolo. Teoria di Protagora si adatta alla

democrazia. Democrazia veniva indicata usando termini con accezioni negative: isonomia e

isegorìa (= parlare uguale, tutti hanno diritto di parlare).

Protagora: primo teorico democratico della democrazia. Non dice solo cos’è ma spiega anche

perché è il governo migliore.

Per ricostruire la sua teoria della democrazia dobbiamo leggere il dialogo “Protagora” di Platone:

Protagora è arrivato ad Atene e i giovani (Ippocrate) svegliano Socrate che lo conosce per

poterci parlare. Socrate e Ippocrate riescono a entrare in casa di P.: la scena che gli si para davanti

è quella

della Scuola di Atene di Raffaello. Protagora insegna l’eubolìa= capacità di saper condurre i

propri affari in privato e in pubblico nella città. Insegna ad avere una vita di successo. Socrate:

come si può

insegnare la tecnica politica? Se la politica si può insegnare non è più democrazia (si

decide tutti

insieme in assemblea), se tutti posseggono già l’arte politica perché qualcuno allora

dovrebbe

insegnarla? Tutti possono parlare o bisogna avere competenze specifiche?

Protagora racconta un mito per rispondere: Mito della civiltà umana (p.90)

All’inizio esistevano solo gli dei, gli dei poi impastano gli elementi naturali e creano l’uomo e

gli animali, incaricano Prometeo di dargli capacità che gli consentano di vivere nel mondo.

Epimeteo se ne incarica al posto di Prometeo. Fornisce agli esseri varie capacità per

garantirgli la

sopravvivenza. Si è prodotto l’equilibrio. Prometeo= colui che capisce prima, Epimeteo=

colui che

capisce dopo. Epimeteo si è dimenticato di dare capacità all’uomo e le ha finite tutte.

Prometeo

ruba il fuoco (sapere tecnico) e lo dà all’uomo. Uomo è adatto a vivere nel mondo solo

grazie al

sapere tecnico che supplisce le sue carenze naturali.

Uomo unico a sapere dell’esistenza degli dei, a saper parlare ecc (ha doti diverse dagli altri

animali).

All’inizio uomini non vivevano in comunità e morivano predati dagli animalidecidono di

fondare

città, ma commettono ingiustizie (non possiedono arte politica).

Zeus teme che la stirpe umana scompaia quindi manda giustizia (gli uomini devono

aggregarsi

perché non muoiano).  sapere tecnico non basta. Come si distribuisce la giustizia? Si dà a

uno solo che guiderà gli altri o a tutti. Zeus: a tutti perché tutti devono possedere giustizia e

pudore.

3 fasi: uomini inermi, uomini con sapere tecnico, uomini con sapere politico

Non bisogna darne un’interpretazione letterale: è un mito di struttura, modo per descrivere la

situazione attuale, non ripercorre tappe della civilizzazione dell’umanità.

Mito mostra condizioni impossibili, entro il quale l’uomo non può vivere (uomo lasciato a sé stesso

nella natura o che possiede sapere tecnico ma vive da solo)

Vuole dire cosa caratterizza l’essere umano la politica (giustizia e pudore) perché l’uomo è un

animale politico

giustizia: dimensione giuridico/legale, leggi

pudore: coscienza morale

Protagora: “é necessario venire da me perché io insegno il sapere più importante: quello politico”

Uomo: separato dalla natura, il suo mondo segue leggi diverse.

natura (fusis)= non dipende da noi, mondo in cui viviamo

Legge (nomos)= cose che noi determiniamo

Non c’è una natura predeterminata dell’essere umano, uomo è ciò che diventa. La natura

dell’uomo consiste nella capacità di costruire il nomos, uomo si realizza nella costruzione di un

mondo basato sul nomos.

Ciascuno di noi, in quanto umano, ha una predisposizione alla giustizia si vede nella misura in cui

riusciamo ad associarci in una comunità.

Tanta più giustiziatanta più cittàtanta più l’uomo sarà realizzato.

Tutti devono partecipare ma ognuno secondo la sua possibilità. Se uno ne sa di più deve

contribuire di più, aiutare gli altri a fare ragionamenti corretti nella direzione della giustizia.

Antropologia collaborativa, l’uomo è un animale collaborativo, si riconosce in una comunità

Costruire una comunità giusta= dare senso all’esistenza.

Realtà: è altro da noi, insensata,

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Publisher
A.A. 2015-2016
23 pagine
10 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/07 Storia della filosofia antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemicalgaro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bonazzi Mauro.