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UN’ETICA DEL DOVERE

L’uomo, essere finito, è sia ragione sia sensibilità. Perciò dal punto di vista morale non può essere

né santo, né animale. Infatti, l’essere spirituale è mosso solo dalla ragione e non è turbato da

passioni e desideri per cui, per agire bene, non ha bisogno di regole. L’animale d’altra parte agisce

solo in base agli istinti. L’uomo nel suo operare è condizionato sia dagli impulsi che dalla ragione.

La ragione deve subordinare gli impulsi alle regole. La necessità di sottomettere la sensibilità alla

ragioneDOVERE. Il dovere permette all’uomo di liberarsi dagli stimoli delle sensibilità. Per kant ha

valore orale solo un’azione compiuta x dovere. Cioè l’individuo agisce moralmente se la sua

intenzione è il rispetto puro della legge morale senza secondi fini. Se facesse così (x es. rispettare

la legge per evitare sanzioni oppure x avere qualche guadagno), l’azione, pur essendo corretta,

non avrebbe profilo morale.

GLI IMPERATIVI IPOTETICI

La morale di kant comporta delle norme, dei comandi, gli imperativi ipotetici.

Solo gli imperativi categorici sono imperativi della moralità. L’imperativo categorico considera

un’azione necessaria per se stessa, senza alcun altro fine. NN CONSIGLIA; MA ORDINA

QUELL’AZIONE. Ciò che in quell’azione c’è di buono consiste nell’intenzione con cui è compiuta,

qualunque possano essere le conseguenze. Se un’azione è stata “onesta” ma compiuta x il prp

tornaconto o x il timore di dio, essa non rientra nella valutazione morale cm “buona” se invece è

stata accompagnata da un’intenzione “disinteressata” (interessata, cioè, solo all’azione in se

stessa), allora essa è moralmente buona.

L’imperativo categorico secondo kant si esprime in tre formule.

1-AGISCI UNICAMENTE SECONDO LA MASSIMA IN VIRTU’ DELLA QUALE ESSA DIVENGA

UNA LEGGE UNIVERSALE.

DOBBIAMO SEMPRE CHIEERCI, PRIMA DI FARE QUALCOSA, SE QLL KE FACCIAMO POSSA

AVERE VALORE COME PRINCIPIO PER TT JI UOMINI, IN QUALSIASI LUOGO, IN QUALSIASI

EPOCA STORICA. Cioè è un’azione morale se si può estendere ad ogni essere ragionevole.

2-AGISCI IN MODO DA CONSIDERARE, NELLO STESSO TEMPO, LA TUA PERSONA E LA

PERSONA DI OGNI ALTRO, SEMPRE COME FINE E MAI COME MEZZO. L’azione morale deve

basarsi sul rispetto delle dignità umana. Nessun individuo può usare se stesso o può essere

utilizzato come strumento x conseguire dei fini . tutto ciò che fa parte del mondo materiale, può

essere usato come mezzo, mentre SOLO L’UOMO E’ UN FINE IN SE’.

3-AGISCI IN MODO DA CONSIDEARE LA VOLONTA’ DI OGNI ESSERE COME VLONTA’

LEGISLATRICE IN SENSO UNIVERSALE. L’uomo è nello stesso tempo inizio e fine della legge

morale. È LEGGE A SE STESSO. Noi non siamo solo soggetti alla legge morale, ma ne siamo

anche creatori.

POSTULATI DELLA RAGION PRATICA

La virtù consiste in una sempre maggiore conformità delle leggi morali e costituisce quindi il bene

supremo cui l’uomo deve aspirare. In qst mondo esiste un dualismo tra virtù e felicità (la ricerca del

piacere ostacola la virtù), per superare qst opposizione e rendere possibile una sintesi tra virtu e

felicità, Kant ricorre ai postulati della ragion pratica. Sono considerati postulati:-l’immoratalità

dell’anima;-l’esistenza di dio; la libertà.

N.B. nella critica della ragion pura kant aveva analizzato le tre idee trascendentali che la ragione è

incapace di conoscere. Nella critica della ragion pratica “egli recupera le tre idee, ma ne modifica

radicalmente la fusione e il senso. Certezza pratica la coscienza che senza libertà non vi sarebbe

moralità, e senza immortalità dell’anima ed esistenza del dio il virtuoso non potrebbe essere felice.

Per andare + nello specifico:

1-l’immortalità DELL’ANIMA è una condizione per la felicità la condizione necessaria affinché sia

eseguita la legge morale, è che duri all’infinito per cui l’essere razionale deve continuare all’infinito,

per cui termina dell’essere immortale.

2.ESISTENZA DÌ DIO è prp dio che permette di dare agli uomini la felicità. Anche se la sua

esistenza non si può provare sul piano conosciuto, all’interno della nostra coscienza morale

troviamo la certezza che lui esiste.

3.LIBERTA’ kant parla delle libertà nella 3° antinomia della ragion pura e l’aveva considerato

possibile. Nella critica della ragion pratica egli sostiene che la libertà è indispensabile sul piano

pratico perché essa è fondamento e presupposto della vita morale.

RAPPORTO TRA FEDE E RAGIONE

La moralità è connessa alla religione. Il rapporto tra moralità e religiosità in kant è molto stretto.

Egli parla di qst rapporto e dei problemi che vi sono connessi “la religione entro i limiti della

ragione”. Egli cerca di indagare su ciò che la ragione può accettare cm legittimo della religione.

Kant assume una posizione di mediazione parlando di fede-razionale: ogni fede deve essere

razionale. Nella riflessione sulla religione Kant dice che la libertà comporta la possibilità di

compiere il male. Egli parla di male radicale, esso esprime la debolezza dell’uomo w la considera

un ostacolo al realizzarsi della legge morale nel mondo. Kant non crede che il male dipenda dalla

civiltà, ma ritiene che esso stia nel cuore dell’uomo, è dentro di lui e la condotta è determinata da

liberi atti della volontà. Qst pone un altro problema: quali lezi trascendenti possono essere utilizzati

per la salvezza. Secondo la concezione cristiana è il figlio di dio a redimere l’uomo. Kant però

considera il cristianesimo come una specie d’impalcatura di misteri e miracoli che dovrebbe essere

rimossa la buona condotta di vita, si sarà consolidata. Per lui l’aspetto FONDAMENTALE è LO

SFORZO X MIGLIORARSI X COMPIERE IL DOVERE. Per kant LA MORALE è IL FONDAMENTO

DELLA RELIGIONE E NN il contrario. Esiste una chiesa invisibile che induce ciò che bisogna fare

per avere una società governata da principi virtuosi una vera e prp repubblica morale interiore. La

chiesa visibile (cioè la religione) è la rappresentante della chiesa invisibile. La chiesa invisibile,

infatti, non è sufficiente a raccogliere la totalità degli uomini. A causa della fragilità della natura

umana, non basta una fede puramente “razionale” ed essa si accompagna una credenza storica.

Alla chiesa invisibile si accompagna una chiesa visibile fondata sulla fede in una rivelazione divina

e su un culto esteriore. Resta comunque il fatto che a creare la chiesa “visibile” sia la chiesa

“invisibile” (la fede razionale pura, la legge morale.)

ROMANTICISMO prima metà dell’800=la cultura è dominata dal romanticismo e dalla filosofia

dell’idealismo. Il romanticismo nasce da una delusione x il fallimento della rivoluzione francese;

infatti, molti giovani intellettuali avevano aderito alle idee di libertà, fratellanza e uguaglianza della

rivoluzione delusi e sfiduciati prendono altre strade quelle dell’arte e della religione. Inoltre il

movimento romantico vuole esprimere reazione nei confronti della rivoluzione industriale che

aveva creato un mondo arido, fondato solo sulla ricerca del guadagno e sulla sopravvalutazione

della tecnica e della scienza nella vita dell’uomo. Inoltre le fabbriche avevano causato la

deturpazione della natura; i romanici aspirano, invece, ad una natura incontaminata, non rovinata

dall’uomo.

ROMANTICISMO E ILLUMINISMO il romanticismo rappresenta il recupero della traduzione e della

religione a differenza dell’illuminismo che aveva nei confronti di queste cose un atteggiamento

critico. Infatti, gli illuministi consideravano il passato dominato da pregiudizi e superstizioni. Inoltre

il romanticismo rivaluta la fantasia e quindi la poesia, la musica e tutte le altre forme di espressione

artistica, conto lo scientismo illuministico che dava molta importanza alle conoscenze sperimentali

e alle conoscenze matematiche.

PRIMATO DELLO SPIRITO, entra la cultura illuminista era prevalentemente materialista, il

romanticismo si basa su una cultura fondata sulla “spiritualità”. Il sentimento è la facoltà umana cui

il romanticismo attribuisce un ruolo centrale, è la facoltà capace di condurci nel cuore della realtà.

Il sentimento non opera + nell’ambito della soggettività, ma interviene in campo conoscitivo

assumendo anche un valore oggettivo. Il poeta Novalis afferma che soltanto il sentimento,

esprimendo si attraverso la fantasia è in grado di conoscere la natura.

PRIMATO DELL’ARTE a questa nuova concezione del sentimento, consegue il primato dell’arte

luogo in cui il sentimento si esprime. È proprio l’arte che ci aiuta a comprendere il mondo, la realtà

che c circonda in qnt l’arte è libera, è espressione dello spirito, qnd rifiuta ogni regola. L’arte non è

imitazione ma creatività. L’arte aiuta l’uomo a emanciparsi, ad afferrarsi nel mondo. Per questo i

romantici consideravano gli artisti una casta superiore. Il poeta novalis contrappone l’arte alla

scienza affermando che solo l’arte è capace d comprendere la realtà. La scienza riduce il mondo

ad un sistema di relazioni matematiche, ha tolto all’uomo l’abitudine di avere una fede, un

sostegno. La scienza ha ftt si che la vita fosse sospesa in un vuoto, priva di un punto fisso di

riferimento. Cn la poesia, invece, tutto ciò che nella vita quotidiana è usuale, torna ad essere

misterioso e tt ciò che è finito torna ad essere infinito. L’arte secondo i romantici, ha lo scopo di

liberare l’uomo. Libertà del sentimento e della fantasia. Rifiuto delle regole che ingabbiano la

creatività dell’uomo. La creazione artistica non è l’imitazione di opere già fatte, ma essa è unica,

libera e irripetibile, frutto del genio. Il genio inteso come l’immaginazione, l’ispirazione che in modo

misterioso e incontrollabile si percorre strada nell’artista.

INFINITA’ DELLA NATURA i romantici contrappongono al meccanicismo il vitalismo. Considerano

la natura come un divino calato nella realtà, cm un organismo vivente soggetto a continue

trasformazioni determinate dal conflitto di due forze, una negativa e una positiva, cm avviene nei

fenomeni elettromagnetici. Goethe, che considera la

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher StelliSSima di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Nisi Cerioni Paola.