vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Dio nell'umanità è caratteristica strutturale del mondo
Questo si intende con movimento a ritroso. La creazione era infatti incompiuta perché l'uomo è un essere sociale e quindi necessita di relazionarsi. Si nota nella Genesi 2, 18-24, viene spiegata la creazione della donna, "non è bene che l'uomo sia solo". Il Signore crea prima gli animali, nominati dall'uomo, che però non sono in grado di dare una risposta alla sua solitudine, quindi crea Eva dalla costola di Adamo. Quando un uomo e una donna si incontrano e decidono di formare una famiglia, si ristabilisce un'unità che era quella originaria, relazione di comunione e unione di vita a cui l'umanità è chiamata. La creazione dell'uomo non è completa quando egli non trova l'aiuto della sua moglie, e i due saranno un'unica carne.
Che gli corrisponde, gli animali non sono la risposta alla solitudine dell'uomo ma solo la donna, fino con la quale può vivere una sola relazione di reciprocità. Si fissano costanti antropologiche che sono riscontrate in ogni momento e dalle quali dipende la capacità di vivere correttamente:
۩ Epoca di Salomone, il regno di Israele si stabilizza e quindi ci sono le condizioni per mettere per iscritto racconti trasmessi oralmente, il primo capitolo della Genesi risale invece all'esilio, quindi Israele non vive ancora in pace e si trova a dover affrontare le insidie di altre concezioni religiose. Qui nasce una nuova forma di racconto della creazione del mondo e che si trova in questo primo capitolo, articola 6 giorni e il settimo di riposo: inizialmente domina il caos, "le tenebre ricoprivano l'abisso", le opere della creazione nei tutta una successione in cui l'opera di Dio crea le condizioni perché la vita possa svilupparsi.
all'interno del mondo. Intenzione quasi proto-[Israele, durante l'esislio, si trovò a confronto con la mitologia scientifica, da un lato riprende le conoscenze sul mondo anche degli antichi dall'altro le sigillababilonese e con le cosmogonie], con un segno di riconoscimento, ossia il fatto che Dio dice e sarà fatto, la sua parola è in grado di far essere la creatura che vuole che esista. Non c'è un racconto inteso tradizionalmente con personaggi che interagiscono, l'unico personaggio è infatti Dio, che è anche l'unico testimone, Dio crea attraverso la parola e con essa comunica anche con il suo popolo. L'uomo e la donna sono poi in grado di partecipare alla potenza creatrice divine con la loro radice di fecondità che prolunga appunto la creazione. "Dio creò l'uomo a sua immagine", immagine e somiglianza di Dio portano In genesi 1, 26-27, enumera tutte le creature con unacaratterizza l'uomo rispetto ad altre creature. 2. L'immagine in ebraico significa statua, che rappresenta un modello. 3. Demut vuol dire assomiglianza, che richiama il concetto di modello e archetipo. 4. Nell'epoca babilonese ed egiziana, il re era considerato il rappresentante di Dio sulla terra e la religione di questi popoli abbondava di rappresentazioni delle diverse divinità, come statue. 5. Il re, in quanto detentore del potere, era considerato l'immagine di Dio nell'orizzonte terreno, il più potente. 6. Tuttavia, nel primo capitolo della Genesi, si contestano queste affermazioni, che sono espressione sia della religione che della politica antica. 7. Infatti, si afferma che ogni essere umano è fatto a immagine e somiglianza di Dio, il che significa che l'uomo stesso è l'unica immagine che caratterizza l'uomo rispetto alle altre creature. 8. Gli idoli, che sono un tentativo umano di rappresentare la divinità, sono solo strumenti a disposizione dell'uomo e non possono rappresentare veramente la divinità.Corrisponde a Dio, perché lui stesso l'ha fatta. C'è sarcasmo pungente negli scritti profetici, attribuiti al periodo babilonese, che dice voi vi fidate di queste divinità ma se non mettere un chiodo robusto la statua cade, sono esseri inanimate queste immagini, se vuoi capire la vera immagine cerca l'immagine fatta da Dio, dove lui ha impresso la sua impronta;
La capacità di rappresentare Dio nel mondo non è riservata al re, ma è propria di ogni essere umano, l'idea di immagine di Dio2. e quindi che ci sia uno che rappresenta Dio viene democratizzata perché non riservata a chi detiene il potere regale, appartiene a chiunque sia nato da Dio
Allora, l'essere umano rappresenta Dio in quanto signore del mondo, ha quindi un potere rispetto agli animali, ha una responsabilità nei confronti di tutta la creazione.
Ma la Genesi dice vienequi invece non c'è spazio temporale dice solo che sono interpretato come mancata completezza del creato senza la donna, nati da Dio, questo uomo vuol dire: l'essere è immagine di Dio in quanto capace di parola, di comunicazione, di dialogo e questo è rappresentato nel rapporto uomo e donna che sono uguali ma diversi e nella loro diversità comunicano tra di loro, è strumento per fare comunità fondata su comunione che nel caso donna uomo genera vita, generare altri esseri umani partecipando alla potenza creatrice di Dio.۩ periodo successivo ad Alessandro Magno dove si divide l'impero e Israele subisce dominio opprimente daEpoca ellenistica, parte di qui c'è non solo laAntioco e Epifane, perdita di indipendenza politica ma anche colonizzazione religiosa che vuole cancellare la peculiarità israeliana, particolarmente acuto quando una madre assiste all'uccisione dei 7 figli, morti pur dinon mangiare carniad uno: “ti scongiuro figlio, contempla il cielo e la terra, osservaproibite, descritto nel libro 7 dei Maccabei. Questa madre si rivolgequanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti, tale è anche l’origine del genere umano”, riassunto fede dellaQuesta epoca è segnata dalla filosofia greca e si abbandona la forma del racconto, non c’è bisogno di evocarecreazione, nata dal nulla.elementi cosmologici, come in Genesi 1, ma può esprimersi in questa forma così concentrata, la fede nella creazione è riassunta inmassima sintesi perché rispetto ad una tradizione che in Israele ha un carattere molto concreto, qui si confronta con un pensiero astrattocome quello ellenistico, la fede nella creazione si manifesta quindi con linguaggio astratto [prima il nulla era mare agitato, poi cespugliche non crescono, qui proprio il nulla]. Questo vuol dire che: la fede nel Dio
creatore ha trovato espressione in una pluralità di linguaggi, rispecchia l'orizzonte di esperienza, le concezioni circa l'origine del mondo di volta in volta disponibili assume e corregge ma non si identifica mai con una concreta immagine del mondo. Assume il mondo in cui un determinato momento storico e in un determinato luogo, la creazione veniva intesa. Teoria evoluzionista L'evoluzionismo, in quanto teoria scientifica, non è incompatibile con la creazione, rappresenta infatti il tentativo di spiegare un insieme di fenomeni osservati. La scienza alla fine cerca di spiegare fenomeni che osserva, quindi la sua teoria è tanto più valida quanto riesce a dare una spiegazione complessiva dei fenomeni osservati, la fede nel Dio creatore non si pone sul piano del come ma del perché c'è il mondo e l'umanità. La scienza prova quindi a costruire una spiegazione plausibile.mentre la fede si chiede perché c'è il conflitto quando non si rispetta questa distinzione, quando la teoria scientifica non si presenta come modello esplicativo di fenomeni ma come risposta totale e ultima del perché del mondo [positivismo].
di campo, dove il problema è il concordismo: ossia tentativi maldestri della teologia di mostrare la corrispondenza dai dati scientifici alla predicazione e testimonianza biblica. Qui si mescolano però codici diversi, vie di conoscenza della realtà diverse metodologicamente rischiando di affermare cose che non reggono, in realtà però non è così privo di plausibilità questo sforzo di trovare un punto di incontro. Alla fine infatti parlano della stessa umanità, dello stesso mondo, si quindi l'aspirazione all'unità di una spiegazione.
Che riesca alla fede biblica e alla scienza a riassumere in sé queste teorie.
Secondo articolo del credo
Il più sviluppato perché ci troviamo di fronte a dilatazione professione di fede, perché nel nome di Gesù Cristo si riassume il contenuto centrale della fede cristiana, in questo nome si riescono due elementi di significato diverso:
- Gesù indica un personaggio storico che ha vissuto in un certo tempo, ha insegnato, ha compiuto azioni prodigiose ed è stato crocifisso, i suoi contemporanei hanno conosciuto Gesù;
- Cristo è invece un termine proveniente dalla fede di Israele, che indica l'Unto di Dio, il Messia che porta la salvezza definitiva, il Salvatore universale, identifichiamo un personaggio storico e leghiamo la sua opera a quella di Dio;
Affermando che Gesù è il Cristo la fede cristiana stabilisce un'identità tra questi due termini attribuisce all'evento storico concreto di Gesù.
diNazareth una portata universale, che risulta inaudita per un singolo e limitato evento storico. Credere in Gesù è decisivo per la fede, in lui si èverificata l’azione nonostante le restrizioni “non c’è altro nome salvifica [Pietro, interrogato sul perché continui a predicare in nome di Gesù dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvato”, Atti 4,12]. Lessing ragiona su una questione sollevata dall’Illuminismo, che salva il al di sotto del quale c’è valore della fede cristiana ma è una sorte di rivestimento in questo religione appositiva la religione umana: “Verità contingenti di tipo storico non possono mai diventare la prova di verità necessarie di tipo razionale. Passare da quella verità storica in una classe totalmente diversa di verità, e pretendere da ma che debba configurare in conformità ad essa tutte lamiaconoscenze metafisiche e morali esige da me che modifichi conformemente ad essa tutti i miei concetti fondamentali sulla natura della divinità. Questo, proprio questo è il maledetto largo fossato che non riesco ad oltrepassare, per quanto spesso e con ogni sforzo abbia tentato il